martedì 10 dicembre 2013

VIP BUS da Luang Namtha a Nong Khiaw - sua esplorazione

Sveglia ore 6.30, tè ore 7.00, tuk tuk ore 7.30 da Ghest House a bus terminal, VIP Bus per Luang Prabang alle 8.30 (di VIP aveva solo il prezzo): tutto regolare, così come la prima parte del percorso, per quanto su strada di montagna.



Lo sbattimento comporta il sonnecchiamento e così quando il bus ha effettuato la seconda sosta (una ogni ora e mezza) alle 11.30 per consentire l'alleggerimento dei corpi,  io, preso alla sprovvista, avevo capito di essere arrivato a Pak Mong dove avrei dovuto cambiare bus. Pertanto ho recuperato zaino e zainetto per scendere e solo allora ho capito l'equivoco quando ho visto mashi e femmine semi imboscati a bordo strada, inclusi i pochi viaggiatori Western imbarcati con me sul VIP Bus.


Ho chiesto all'assistente di bordo quando sarei arrivato nel luogo in cui lasciare il VIP Bus e lui mi ha indicato sul quadrante dell'orologio le ore 3 p.m.: accidenti, 6h30' per coprire 200 km.! Ed è stato proprio così, anche perché dopo Udomxai la strada, oltre ad essere sempre di montagna (in Lao strade di pianura temo non ce ne siano), ha un manto d'asfalto risalente a qualche epoca passata, per cui ne è rimasto un pallido ricordo accompagnato da tante buche.


A parte questo, il Bus, con le sue gomme piuttosto sul logorato verso il liscio, ha continuato a salire e scendere piroettando su curve a 270°, superando chiunque, sfiorando il bordo del limite della strada o le persone dei villaggi: di questi ne ho incontrati moltissimi, la maggior parte miseri, con le case impolverate dal pulviscolo sollevato dal traffico, così come la vegetazione circostante che non so come possa respirare con quel mantello di sporco addosso.
Di traffico sulla strada non c'è né molto, ma per la maggior parte si tratta di traffico pesante; ho visto anche alcuni volonterosi ciclisti Western impegnati su quelle salite senza essere protetti da alcuna mascherina.
Con tanto verde che ti circonda ovunque ho l'impressione che l'inquinamento sia comunque consistente in questi territori; in giro per il mondo è pieno di situazioni per cui viene da chiedersi se i sacrifici imposti agli abitanti dei paesi Europei da legislazioni locali rigorose abbiano un senso.
I maggiori paesi produttori di beni e la totalità di quelli emergenti ignorano volutamente il problema quando non lo negano del tutto: che situazione assurda!



In tutti quei villaggi abbarbicati sulle montagne, senza un fazzoletto di terreno pianeggiante, i ragazzini vivono la loro giornata spostandosi avanti e indietro lungo la strada o, i più piccini, quando non stanno in braccio ad un parente, accovacciati a terra con i vari animali conviventi a fianco. Per certi aspetti la situazione non è così diversa da quella che mi aveva tanto colpito in North Western Africa, salvo che qui c'è l'acqua che agevola non poco.



Durante una delle soste Bus, questa avvenuta davanti a delle povere bancarelle alla periferia di un villaggio, ho visto esposta non solo cacciagione, ma anche strani animali vivi che hanno subito trovato un compratore: detto fatto sono stati infilati in un sacco e caricati a bordo: chissà con quale prospettiva. 
Alle 15 in punto il VIP Bus ha guadagnato il Turn Off a Pak Mong; mi sono subito messo in una fila dove la gente già presente stava ritirando biglietti per varie destinazioni minori da raggiungere con mini van. Ho letto Nong Khiaw e mi sono accodato.


In quel momento mi si è avvicinata una bionda che era sul VIP chiedendo conferma sulla mia destinazione, risultata la stessa della sua,  anticipandomi che vi erano altre due persone con le quali avremmo potuto condividere un passaggio esclusivo su uno di questi mini bus. Formato in fretta l'estemporaneo gruppetto, con 15.000 Kip a testa abbiamo percorso una trentina di chilometri in un ambiente all'improvviso divenuto diverso, a tratti pianeggiante. 
L'orario era quello dell'uscita dei ragazzi dalle scuole, scuole che qui, a differenza che su per i bricchi, ci sono, per cui c'era un bel traffico di pedoni, di bici e scooter cavalcati dai ragazzi nelle loro uniformi scolastiche.



Io ritengo che non ci sia un limite di età minimo per poter condurre uno scooter perché ho visto maschi e femmine attorno ai dieci anni che li guidavano regolarmente.
Con la pianura sono comparsi anche tanti campi attrezzati per il gioco dei ragazzi, ognuno di questi pieno i attività, anche se le femmine, pur avendole viste giocare al pallone, se ne stavano appartate dai maschi.
Pensavamo di avere il mini bus solo per noi, ma già alla partenza erano saliti due ragazzotti che ci è stato detto sarebbero scesi dopo pochi chilometri; lungo la strada sono salite altre tre persone, ma  fra noi nessuno ha sollevato questioni per questo.
Giunti al bus terminal di Nong Khiaw posto due chilometri prima del "centro" ci siamo visti costretti a prendere un altro mini bus da lì al "centro" per 5.000 kip a persona.
Una volta scesi i due giovani si sono subito allontanati mentre io e la bionda abbiamo conversato un pò in merito alla scelta della guest house; già il tipo del mini bus aveva pensato che viaggiassimo in coppia e al momento di ricevere il mio denaro aveva detto che non bastava ritenendo che stessi pagando per due, ma ora era veramente arrivato il momento di dividerci!



Inevitabilmente ci siamo incontrati più tardi perché la ragazza è una rapida nell'elaborazione dei dati ed agile nel muoversi; mi aveva preceduto dove io mi stavo recando: alla boats station.
In realtà lei avrebbe voluto raggiungere da qui Luang Prabang via fiume, ma non ci sono possibilità per parecchio tempo a causa di overbooking, mentre io domani avrei interesse ad effettuare una escursione in giornata sino a Muang Ngoi Neua.



La bionda Coco è risultata essere tedesca di Colonia e probabilmente ci rivedremo domattina all'imbarcadero; è stato divertente quando ha cercato di definire la mia nazionalità partendo da quella francese inizialmente attribuitami.
Successivamente ha azzardato quella belga e poi quella del Liechtenstein prima che la spiazzassi svelandole la verità: ha viaggiato in Italia e conosce persino le cinque terre!




Il luogo è effettivamente assai gradevole; il fiume Nam Ou, che più oltre affluisce nel Mae Kong,  non è rossiccio e limaccioso ma sembra verde, le montagne circostanti hanno una diversa configurazione e presentano anche pareti rocciose diritte, nel fiume ci sono isolette e barche di pescatori, oltre a quelle adibite al trasporto passeggeri, mentre ai sui bordi insistono ordinate coltivazioni di ortaggi.

  
Ad una prima disamina sembra che altro non ci sia, ma tanto basta a creare una realtà assai gradevole, vissuta da tutti, sia indigeni che turisti, in maniera rilassata.


Le temperature notturne continuano ad essere "fresche", specialmente qui con le pareti di Bamboo intrecciato; pensavo alla presenza di zanzare ed ho optato per dormire con l'ausilio della zanzariera, oltre ad aver attivato il simil vape tradizionale, ma in realtà non ho udito alcun bzzz. Prima di coricarmi ho solo notato uno scarafaggio inoltrarsi sotto al letto: tanto, con il pavimento costituito da assi di legno non perfettamente unite fra loro, hai voglia a quanti insetti potrebbero girare per la camera mentre sarò dormiente!



Dopo le prime foto riprese in mattinata prima delle 7.00, appena uscito chi ho incrociato sulla strada? Coco, la bionda di Colonia; naturalmente aveva già provveduto a prenotare un posto su un Bus di domani per Luang Prabang ed era già in trekking per raggiungere qualche posto sopraelevato: forse saremo sullo stesso Bus domani, visto che anch'io ho prenotato un posto per Luang Prabang dopo essermi preso del tempo consumando un breakfast servito con vero pane tipo francese al prezzo di 25.000 kip, poco in assoluto ma troppo rispetto alla Thailandia, a conferma che Lao è più caro come spesso è per i paesi disagevoli da visitare.




Dopo aver esplorato a piedi il riverside e l'entroterra ed aver incontrato dei simpatici studentelli che si sono avvicinati a me con il sorriso tendendo la mano, presumo per chiedere qualcosa, io ho replicato con le loro stesse parole tendendo a mia volta la mano. Ne è nato un simpatico giochino di quelli che so fare con i bambini e tutti e tre si sono divertiti continuando a seguirmi per un po.





Circa la possibilità dell'escursione by boat, essa è caduta quando mi è stato detto che avrei potuto raggiungere la località distante un'ora o poco più da qui per 25.000 kip, ma il ritorno sarebbe stato possibile solo il giorno dopo allo stesso prezzo, salvo noleggiare una barca in esclusiva per 500.000 kip: mi è sembrata una furbata ed ho lasciato perdere.




L'esperienza di navigazione sul Mae Kong avevo già in previsione di effettuarla da Luang Prabang, e così sarà.
Nel rientrare a casa ho incrociato due indigene che esponevano a terra mandarini e pommeli; ho voluto acquistare da loro constatandone l'onestà: 1 kg. di mandarini ed un grosso pomelo per 7.000 kip, circa € 0,65.




Ora qui sono le 12.30 e sto scrivendo queste note seduto sotto una tettoia in eternit davanti alla "reception" della Guest House, circondato dal movimento e dalle voci di bimbi, animali da cortile e dalla presenza delle donne della casa, indaffarate in vari mestieri domestici.


In giro c'è una cucciolata di cagnolini superbaby; come per gli umani, già così piccoli e tanto differenziati fra loro: ne fanno parte alcuni più timorosi che mi hanno sfuggito, ma ce ne sono altri che mi sono venuti incontro fiduciosi. 
La loro fiducia è stata da me ripagata con attenzioni e coccole; anche fra i bimbi che girano ve ne uno piuttosto piccolo che, alla mia sola vista, ha iniziato a frignottare e a nascondersi in casa.


Più tardi, al sicuro fra le braccia di una donna di famiglia, ha accettato di lasciarsi accarezzare un piedino iniziando a sorridere quando con la mano  ho provocato il solletico, pur mantenendo però un atteggiamento molto guardingo.


A pomeriggio inoltrato, dopo aver utilizzato l'amaca posta nel patio avanti casa - vista fiume - nel tentativo di rinfrescarmi le idee su Luang Prabang, ma in parte anche  pisolando, ho raggiunto il piccolo monastero locale che, come le chiesette sperdute nei nostrani luoghi più sperduti, nella sua semplicità manifesta un'espressione di verità: all'interno era in corso un rito serale con i monaci a terra recitanti tutti insieme delle frasi con un andamento ritmico che dava ad esse una sonorità intensa, capace di catturare la mia attenzione.




Dopo è calato in fretta il buio; è rimasto giusto il tempo per procacciarmi del cibo sulla strada, del pane a cassetta proveniente da Luang Prabang venduto nell'unico "smart market" qui esistente e rientrare alla base per trovare il miglior approccio ad una delle mete più importanti del Lao, patrimonio UNESCO, cominciando da dove andrò a cercare il tetto per la notte di domani.  

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