mercoledì 11 dicembre 2013

140 km. in 4h per raggiungere Luang Prabang da Nong Khiaw

Verso le 5 del mattino ho iniziato a sentire il rumore della pioggia sul tetto del bungalow intervallato da momenti di silenzio; decisamente sarà una giornata piovosa, esattamente come preannunciato dalle previsioni mteo preventivamente ricercate, ma non creerà nessun problema mentre starò viaggiando.
Alle 10 mi sono portaato davanti all'agenzia che mi aveva venduto il biglietto per essere accompagnato al bus terminal. Ieri mi era stato detto che ero il quarto prenotato, ma oggi ho letto sulla lavagna che per il bus delle 11 vi era un unico passeggero prenotato da questa agenzia: accadono strane cose con le prenotazioni anche nel Lao!
Mi sono fatto confermare che non si sarebbe trattto di un VIP bus, infatti mi viene detto che viaggerò su un local bus e che qusto partirà direttamente dal bus terminal locale. Che strano, ho pensato: credevo di dover raggiungere Pak Mong come l'altro giorno.
Quando sono stato accompagnato al bus terminal il tipo mi ha indicato un camioncino con cassone telato dove accomodarmi: al suo interno due scomode strette panche poste sulle fiancate svolgevano il servizio seduta, e già accomodata vi ho trovato Coco ed altri  Western.
Lì per lì ho pensato di aver capito male in quanto un simile servizio di trasporto, a mio avviso, non avrebbe potuto essere utilizzato per lunghe distanze.
Coco stava parlando in tedesco con gli altri e a me aveva fatto cenno ad un prezzo pagato per un detrminato tipo di bus  che poi è risultato essere diverso, ma io non ho immediatamente realizzato che sarebbe stato quel logoro muletto Hyundai a portarci a Luang Prabang!
E non da soli, bensì complessivamente nel cassone 14 persone, sotto i nostri piedi sacchi e cesti contenenti mercanzia varia, più i nostri bagagli sul tetto e più atre tre persone in cabina con il conduttore.
Il telone copriva solo parzialmente la centinatura e svolgeva funzione di tetto, ma l'esposizione all'aria  del cassone è rimasta totale.
Mi è affiorato alla mente un episodio lontano quando, durante un breve trasferimento nel sud del Madagascar, era salito sul cassone di un grosso camion che svolgeva servzio di trasporto e collegamento fra i villaggi.
Mi ero reso conto che rispetto al fondo del cassone io, come gli altri, ero seduto ad una quota sopraelevata e percepivo dei forti odori senza riuscire a capire da dove provenissero; il busillis mi si chiarì all'improvviso durante uno dei vari stop: scese una persona la quale mi chiese di spostare i miei piedi affinchè questa potesse sollevare le foglie di palma che servivano da pavimento.
Tutto ciò perché? per poter estrarre due montoni legati, ma vivi, e vari cestoni pieni di pesce da portarsi a casa!
In pratica tutti i passeggeri galleggiavano su un sottostante carico delle cose più varie. 
Oggi è stata l'assoluta mancanza di comfort a rendere pesante il trasferimento; ognuno di noi ha cercato di ripararsi come meglio si poteva mentre gli indigeni avranno forse sofferto la situazione, ma essendoci abituati non si sono scomposti più di tanto. 
La strada ha presentato buche su tutti i 140 km. del percorso, 4 ore di tempo impiegato; solo negli ultimi chilometri, quelli periferici a Luang Prabang, la situazione è migliorata.      
Degli altri Western ben tre erano della Val Passiria, ma io mai l'avrei saputo se la ragazza presente fra i tre non mi avesse rivolto la parola dicendomi che avremmo potuto parlare in italiano, lingua che loro parlano solo a ferragosto, mi ha spiegato: si tratta di tre ragazzi poco più che trentenni che stanno spendendo una anomala (per durata) pausa dal lavoro  per conoscere Thailandia, Lao, Cambodia forse e Viet Nam sicuramente.
All'arrivo ci siamo fatti portare da un tuk tuk che già di per se stava tirando le cuoia verso un punto centrale dal quale iniziare la ricerca dell'alloggio.

A meno di mille metri dalla meta il conduttore ha rallentatao; dopo aver dato un'occhiata alla ruota posteriore destra si è fermato chiedendoci di scendere perché aveva forato e doveva recuperare la ruota di scorta da dove eravamo seduti.
Fortunatamente il conduttore di un altro tuk tuk della stessa compagia si è fermato per dare una mano, così il viaggio si è potuto completare in fretta.

Tutti avevamo esaminato le nostre guide crcando di individuare delle Guest House adatte e pertanto ognuno si è mosso in una direzione differente da quella degli altri per espletare la propria ricerca.
Quando mi son accorto che stavo andando nella direzione oppota a quella giusta mi sono ritrovato Coco da sola sul mio cammino; si era mossa con la Val Passiria ma non aveva ancora trovato collocazione. Abbiamo proeguito assieme interpellando due G.H. del suo elenco trovandole troppo care; allora ho messo in campo il mio elenco ed abbiamo trovato subito disponibilità ad un prezzo accettabile presso Oudomphone G.H. 2.

Mentre ci stavamo registrando ho appreso che la bionda Valchiria si è presa un anno di pausa dal lavoro e lo sta impegnando viaggiando: i nostri itinerari sono sovrapponibili fino alla fine della Cambodia, salvo capire le tempistiche, ma certamente sino alla fine del Lao.
Anche Val Passiria è sul nostro stesso percorso sino a fine Lao, ma loro mi è sembrato che debbano muoversi più velocemente. Mah, vedremo nei prossimi giorni se l'eventuale momentanea unione potrà in qualche modo agevolarci.


Verso sera sono uscito per una prima ricognizione e mi son reso conto che questa location presenta dei vantaggi: praticamente affaccia su un night market che, per quanto riguarda il cibo, dispone di almeno cinque postazioni che ti consentono di riempire come vuoi un piatto a buffet per 10.000 kip: veramente conveniente se ripenso al modesto breakfast di ieri.


Nelle esposizioni di merce di ogni tipo come questa, per quanto simile a quella frequentata  Chiang Mai, in particolare resto attratto dai colori dei tessuti sui quali poso gli occhi;


basta quel poco per ricevere le proposte della venditrice, spesso in postazione con uno o più figli, che al momento sono però costretto a deludere

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