domenica 15 dicembre 2013

Luang Prabang: musei & festività Pha Bang



Era prevista pioggia nella giornata di venerdì e per questo ho confezionato un programma adatto, anche se poi la pioggia non è arrivata.



Royal Palace Museum non era completamente visitabile in quanto erano in corso dei lavori in previsione di un importante evento che viene celebrato domani. Inoltre non è consentita alcun ripresa fotografica, per cui prima delle 11 ero già per strada diretto al molo per saperne di più su come raggiungere Pak ou Caves; mi è stato detto che avrei potuto essere imbarcato alle 11.30, ma non ero organizzato per questo e quindi ho soprasseduto.

                                          (1 pesce del Mekong 30.000 kip, meno di € 3,00)

                                                  (1luganega 10.000 kip, meno di € 1,00)

pomeriggio ho visitato Traditional Arts & Ethnology Centre che mi è parso molto incentrato sulla etnia che ha fornito il braccio armato sia nella guerra ai francesi che dopo:






i Katu, se non ricordo male, stanziali fra Vietnam e Laos.



                            (angoli di una Luang Prabang minore, fuori dal circuito turistico)

In serata inevitabilmente night market:





una vera manna le cinque postazioni che per 10.000 kip a Buffet consentono il riempimento di un bel piatto misto sul vegetariano; sembra poi incredibile che servano 15.000 kip per una brioche o 50.000 kip per una baguette imbottita! 


     Sabato la città mi ha riservato una sorpresa sin dalle prime luci del mattino ed una anche alla sera.
Sveglia alle 6 per intercettare la cerimonia della questua, Tak Bat, che si ripete ogni mattina a partire dalle 5 quando i monaci escono dai 32 monasteri ancora in esercizio per ricevere le offerte dei fedeli accovacciati sui marciapiedi a bordo strada.


I monaci procedono silenti in fila indiana camminando sulla strada e porgendo il contenitore atto a ricevere qualsiasi offerta;



i fedeli sono organizzati in famiglie al completo, inclusi i più piccini in piedi già a quell'ora, e sono felici di provvedere ai loro venerati monaci anche perché, così facendo, acquistano meriti.




Anch'io mi ero attrezzato, ma non ho fatto a tempo a consegnare perché mi sono trovato al centro di uno degli eventi più importanti per questa città: ecco spiegato quanto ieri avevo intuito durante la visita dedicata al Royal Palace.










 Il buio era ancora pesto e già erano convenuti al Royal Palace dignitari vari, ecclesiati e non, per la cerimonia dedicata a Pha Bang, il piccolo standing Buddha d'oro dal quale la città prende il nome. 
Tutti eleganti nei vestiti tradizionali da cerimonia, tutti con un'offerta floreale portata a mano dentro a contenitori per la maggior parte d'argento: inutile dire che mi sono trattenuto sbizzarrendomi a riprendere immagini della cerimonia.






 Deciso a raggiungere Pak ou Caves sono poi corso sperando in un battello delle 11.30, quello stesso che mi era stato prospettato  ieri, ma oggi è festa e quindi se ne può riparlare solo domani.



Allora ho proseguito sino a raggiungere la punta della penisola assaporando un'atmosfera particolarmente rilassante attorno a me. Appena ho intravvisto Bamboo Bridge ho pensato di attraversarlo e guadagnare view point, raggiungibile con una camminata dall'altra parte.



Le due donne che vendono il biglietto a/r per gli stranieri desiderosi di avventurarsi al di là del fiume sono particolarmente gentili e sorridenti; io ho imboccato il ponte in un momento in cui non si vedeva nessuno a 360°, tanto da farmi pensare che in quel momento fossi l'unico umano in quell'ambito territoriale.






Dopo un po ho incrociato un villaggio dove ho trovato un monastero, falegnami al lavoro e, senza che se ne accorgesse, casualmente mi sono trovato a spiare una tessitrice che non si era accorta della mia presenza: bella la sensazione di muoversi leggeri come materia impalpabile priva di peso, scivolando via senza alcun rumore (è forse questa la dimensione delle anime dopo il periodo terreno?).






La giornata si è quindi aperta al sole alzandosi subito di temperatura e così, dopo aver attraversato in senso opposto il ponte,  la risalita della scarpata mi ha costretto ad una sosta per recuperare forze: sono rimasto seduto all'ombra guardando i fiumi e le poche persone in giro come se non avessi più nessuna intenzione di muovermi per quanto era gradevole stare lì.
E' pur vero che le ripartenze veloci stanno uscendo velocemente dalle opzioni che sono oggi in grado di attivare; sarà sempre di più così, fintanto che non sarà più....nulla!



Successivamente sono rientrato a casa per svolgere un po di lavoro prima dell'uscita nel tardo pomeriggio, tutto di Lao vestito (avevo provveduto nei giorni precedenti a dotarmi di abbigliamento essenziale) per sentirmi più in sintonia con gli indigeni per i quali oggi è un giorno di festa particolarmente importante: tutti indossano i loro abiti migliori, per la maggior parte costumi tradizionali.
L'epicentro degli eventi è il palazzo reale, oggi sede museale alla quale i laotiani dimostrano di tenere molto, dimenticando forse la triste fine che imposero all'intera famiglia del re della quale oggi vantano esibire ogni cosa.
Da una postazione sopraelevata ho osservato a lungo il movimento sulla strada sino a che, alle 6 p.m., sono stati aperti i cancelli e anch'io, mischiato ai fedeli, mi sono portato all'ingresso per rivedere al suo posto il piccolo Buddha che oggi era stato portato in processione in pompa magna.


Alle 7.30 p.m., un centinaio di metri più in là, sono iniziati gli spettacoli organizzati per la circostanza; prima che questi iniziassero mi sono attardato mischiandomi con gli artisti un po per rubare immagini ed un po a riprenderle autorizzato, ricevendo per questo il loro ringraziamento.


 Lo spettacolo è consistito in una esibizione canora tradizionale e in uno show del Royal Theatre; ho apprezzato in particolare i costumi e la grazia dei movimenti, sia da parte delle femmine (non avevo dubbi in proposito) che da parte dei maschi.

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