martedì 3 dicembre 2013

Attorno a Chiang Rai verso il fiume e le colline




Prima di spegnere la luce ieri sera ho voluto prendere in esame varie opzioni inerenti alle mie prossime mosse: mi sono così convinto che dovrei riuscire ad entrare in Laos partendo direttamente da qui anziché effettuare uno spostamento con sosta notte a Chiang Khong, località sita sulla sponda Thai del Mae Kong.
L'ufficio immigrazione laotiano chiude verso le 4 p.m.; da qui al confine Thai ci sono bus in partenza ogni ora, la percorrenza è sull'ordine delle 2h 30'/3h, le pratiche in uscita da Thai dovrebbero essere rapide e non portare via tropo tempo, il traghetto per passare sulla sponda laotiana del Mae kong svolge corse frequenti, pertanto lasciando Chiang Rai il giorno 5, l'ultimo dei 30 gg. concessi in entrata, utilizzando il bus delle 9.00 per le 13.00 potrei già essere nell'ufficio immigrazione laotiano in Xuay Xai per sbrigare la pratica del visto 30 gg., conservando ancora un paio d'ore di cuscinetto nel caso le varie tempistiche si allungassero: lì sosterò per la notte in quanto il Bus per Luang Nam Tha - la mia prima vera tappa in Laos (quattro ore di viaggio su strade di montagna) - effettua solo due corse al giorno da Xuay Xai, la prima alle 9.00 e la seconda alle 12.00.
Pertanto mi fermerò qui un giorno ed una notte in più, tempo utile per mettere nero su bianco la traccia dell'itinerario laotiano che ho in testa.



Ho anche cercato un collegamento aereo Bangkok - Ho Chi Minh (ex Saigon) in connessione con il volo da Yangon del 27 febbraio; il problema è che operando on line bisogna prendere il ritorno dalla stessa località di arrivo, mentre a me sarebbe molto più comodo rientrare a Bkk da Ha Noi.
Fra Luang Prabang e Vientiane spero di incontrare un ufficio Air Asia, la compagnia low cost operante ovunque in quest'area, per cercare la soluzione più valida per me (l'alternativa è quella di prendere uno sleeping bus ad Ha Noi e tornare a Ho Chi Minh in quasi due giorni di viaggio).
Tutte queste storie fanno parte dell'avventura esattamente, e forse di più, di ciò che riesco quotidianamente a conoscere; oggi, ad esempio, avevo in mente di percorrere un itinerario a ridosso del Mae Nam Kok, il fiume che offre ai residenti di Chiang Rai spiagge fruibili, toccando vari villaggi hilltribe.






Invece la meta più importante si è rivelata essere un'altra, con altri villaggi nei dintorni.











Giornata di tutto relax rispetto a quella di ieri; ho percorso solo 60 chilometri a velocità lenta, quel tipo di velocità che consente a questo scooter di brillare per i consumi.






Due gli episodi simpatici ai quali fare cenno: il primo è avvenuto verso le 13.30 quando avevo deciso di fermarmi per pausa pranzo. Solo che il posto individuato non era organizzato a “ristorante” bensì a “take away”. 




La cuciniera stava friggendo delle palline che vedo da tempo e quindi, con il linguaggio dei muti, ho chiesto che cosa fossero. La tipa mi ha invitato ad assaggiarne una: non ho capito il contenuto, ma il gusto l'ho trovato gradevole. L'offerta della sua postazione non era vasta, ma ho potuto prendere un pesce dei soliti ma in formato ridotto, un tot di palline e un tot di fette di banana fritta al costo di 40 bath = € 1,00.





Mentre ero impegnato nei saluti di rito a mani giunte mi stavo dimenticando la spesa, ingenerando così nella cuoca commenti che ho interpretato come spiritosi e gran risate condivise.
Dove fermarmi a consumare il pranzo? Nei villaggi non ci sono mai panchine all'ombra, però ho individuato la mini pagoda dove la gente può stare al coperto ad attendere un qualsiasi mezzo di trasporto: ho così verificato come quei tetti arcuati con il colmo molto alto creino un ambiente non solo ombroso, ma particolarmente fresco. Su tre lati la finitura è a sedile con schienale, tanto che ho persino provato a stendermi per un miglior relax, rinunciandoci però quasi subito.




Il secondo è avvenuto quando ho raggiunto delle grotte vicino al fiume: stavo parcheggiando dove avevo notato delle auto che ritenevo appartenessero a dei visitatori come me.
Sul lungo fiume ci sono tavolini e panche in cemento per consentire pic nic; in questo caso erano occupate da gente allegra, in parte indossante la divisa militare. Mi è stato fatto cenno di sedermi al tavolo ed io mi sono accomodato; quella gente aveva terminato di pranzare e stava bevendo wisky allungato con soda; non ho potuto sottrarmi all'assaggio del prodotto locale pur non essendo amante dei superalcolici.




Sono però stato bravo ad evitare i bis lasciando intendere che dovevo guidare e non volevo incorrere in infrazioni punibili dalla polizia (che io non ho visto mai, salvo a Bkk).
Ho avuto la sensazione che avessero molto apprezzato la mia provenienza italica, così li ho mollati appena mi è stato possibile con un gran cordiale saluto completato con una foto.






Ormai il fondo schiena chiedeva Time Out ed io l'ho concesso dopo essermi fermato al terminal dei bus per capire quale fra le due linee che collegano Chiang Khong sarebbe stata quella giusta per me.



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