martedì 19 novembre 2013

Sukhothai - secondo giorno

Ieri sera sono stato preso sino a tardi da letture per chiarirmi la programmazione dei prossimi giorni; non è semplice incastrare i mezzi di trasporto con tutte le località che vorrei visitare, specialmente da qui in avanti che la strada principale punta a Chiang Mai e a Chiang Rai (dopo viene il Laos); alla fine mi sono fatto l'idea che per arrivare a conoscere determinate aree di questo paese non basta il tempo di cui dispongo e quindi inizierò per puntare su Lampang improvvisando gli eventuali possibili itinerari in quota alla ricerca delle Etnie che vivono isolate, principalmente Karen, Hmong e Akha.


E così oggi, invece che rincorrere un'altra meta a 60 km. da qui, sono tornato a Historical Park, ho noleggiato una bici e mi sono messo a pedalare su percorsi marginali, scoprendo realtà impossibili da immaginare appena fuori dalla strada maestra.



Prima ho pedalato nella direzione dalla quale ero arrivato a bordo di un incrocio fra carro tirato da trattore e camion da demolire, scoprendo capanne/case dove i locali vivono tenendo il loro ristretto guardaroba in bella vista, quindi mi sono addentrato in una strada laterale dalla parte opposta individuando, nell'ordine, quello che ritengo sia un forno crematorio attorniato da mini stupa, alcuni anche con foto, l'equivalente delle tombe di un cimitero, 


quindi un individuo tipo guerrigliero che, dotato di un fucile trasformato in simil balestra ed appostato sul bordo di un corso d'acqua, stava attendendo il momento opportuno per infilzare un pesce che prima o poi si sarebbe fatto vedere in mezzo alla micro vegetazione che ne occupa la parte superficiale; 


a seguire sono incappato in un tipo attrezzato come se avesse a che fare con uno sciame d'api, mentre invece stava solo stendendo al sole qualcosa che inizialmente mi ha fatto pensare al riso, ma la dimensione mi sembra proprio che non corrisponda, 


quindi, attratto da una indicazione che mi ha fatto pensare avesse a che fare con Ganesh, ho pedalato sino a trovare casa e bottega di chi produce stucchi con le forme più diverse; 



ho incrociato un mercato coperto e non ho potuto fare a meno di visitarlo.
Ho visto tanta verdura più che frutta, venditori che probabilmente raggiungono questo posto partendo a notte fonda dalle campagne, distesi e dormienti sullo stesso banco prima usato per esporre le merci, famiglie che conducono la loro vita seguendo il lavoro (ho chiesto l'autorizzazione a riprendere l'immagine di una graziosa bimba), ma soprattutto tanto pesce più che carne. 





Ed è tutto pesce pescato nella miriade dei corsi d'acqua che sino ad ora non sono mancati mai lungo il mio cammino: il loro colore è limaccioso, a volte per lunghi tratti sonno ricoperti di micro vegetazione verde smeraldo, ma sotto c'è sempre il colore del fango.



Avendo visto togliere da uno spiedo gigante polli dal colore dorato, ho chiesto se avrei potuto acquistarne la metà di uno; intento a vedere accolta la mia richiesta mi sono dimenticato di trattare il prezzo, che è risultato praticamente lo stesso che viene praticato dalla Coop di Sestri, quindi caro.
Mi sono rifornito anche di un ananas pronto per essere masticato e mi sono diretto verso quel che rimane del tempio in stile Ceylonese del quale già ieri mi ero innamorato a prima vista (Wat Chang Lom), con l'idea di consumare un pic nic sul prato.



Si tratta di un luogo dove spesso transitano mandrie di bovini al pascolo, alberi di alto fusto mantengono ampie aree di terreno completamente all'ombra, il verde dell'erba si sposa meravigliosamente con il bruciato del mattone antico eroso dal tempo, il cielo azzurro, ma quasi sempre con qualche nuvola chiara, completa la cartolina.
E così sono stato fermo parecchio tempo appagato da un senso di pace e di armonia che gli insediamenti umani solo in taluni contesti ben localizzati riescono a comunicarmi; è pur vero che si sono succeduti vari gruppetti di visitatori per riprendere tre/quattro foto e poi passare al numero seguente della mappa, ma costoro non hanno intruso.


Ad un certo punto ho notato quattro ragazze molto attive: una riprendeva le altre con la camera mentre le altre avrebbero dovuto realizzare un salto in elevazione sincronizzato che non è mai riuscito.
Quando mi sono avvicinato per riprendere qualche immagine in più rispetto a ieri, ho suggerito alle tre di prendere una rincorsa sulla quota di mattoni del basamento del tempio e poi spiccare il salto in alto verso il vuoto: mi hanno ringraziato del consiglio come se avessi svelato loro la formula per tramutare un sasso in oro, ma ancora non ero riuscito ad inquadrare la loro provenienza perché, se pure gli orientali siano molto diversi fra di loro, a me non risulta così facile inquadrarli.
Dopo il salto comunque non riuscito perfettamente, la più intraprendente fra loro, ed anche l'unica english speaking, mi ha chiesto di riprendere delle immagini mentre tutte e quattro si sarebbero esibite.
Ho chiesto di ripetere la scena più volte in modo da riuscire a catturare l'immagine da loro tanto desiderata; così, in un clima di immediata allegria, io comunicato la mia provenienza chiedendo la loro: China, mi è stato risposto; si, va bene, ma la China è immensa, voi da quale parte arrivate? Canton.


Mentre si procedeva ad altre foto e alle comunicazioni email address mi sono trovato a pensare che in patria, con tutti i cinesi che vi risiedono, mai ho avuto l'occasione di percepire tanta confidenza e simpatia negli scambi con loro. Ma quelli che vivono fuori dal loro paese, come spesso accade, mantengono un comportamento chiuso, mentre queste ragazze che risiedono nella grande patria mi sono sembrate assolutamente di un impasto lavorato diversamente.



Prima di lasciare H.P. ho visitato il museo, la cui importanza è notevole in quanto è stato creato in dipendenza degli scavi iniziati a metà anni 50 per recuperare il patrimonio archeologico; purtroppo vige il divieto a fotografare, ed un paio di cose le avrei proprio volute riprendere.


Dopo una sosta a casa, attratto dal suono della musica che arrivava a lambire le mie orecchie, sono uscito dirigendomi verso down town, ma il termine in questo caso è un eccesso!
Superato il ponte era in corso una manifestazione con canti, danze e cibo. Ho così risolto il problema della cena con un riso guarnito, una simil frittata di gamberetti di fiume assai gustosa, delle deliziose sfoglie di pasta ripiene di verdure, un gelato artigianale di cocco servito nello stesso mezzo cocco dove precedentemente la polpa era stata sminuzzata (credo che si tratti di cocco che avrebbe avuto bisogno di ancora un po' di tempo per maturare), il tutto per 100 bath = € 2,50.


Si è rivelata una serata divertente; ho notato che qui non tirano mai troppo per le lunghe e quindi alle 22.00 torna la quiete che consente di dormire in pace.

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