Giornata rimasta sempre grigia;
dopo quasi due ore di Bus A/C per percorrere una sessantina di
chilometri, mi sono trovato alla intersezione della Hway 101 con
l'accesso al sito di una antica città che fu dipendente di Sukhothai e del suo regno.
Senza
perdere tempo ho noleggiato una bici (l'unica veramente buona è
stata quella di Ayuthaya, dotata anche di cambio) e mi sono lasciato
vivere nella quiete dell'area archeologica per una buona parte del
tempo; dopo il pranzo consumato quasi alle 14, divagando per la
campagna circostante.
Questo
paesaggio trova presa su di me: tanto verde dalle diverse tonalità,
alberi giganti, fiumi, coltivazioni di canna da zucchero, banane,
ananas (altro non ho saputo riconoscere),
case di gente che, per la
vicinanza al sito, ne gode qualche beneficio, addirittura negozi
autodefiniti di antiquariato.
Sapevo
dell'esistenza dell'albero del Pomelo in Thaialdia, ma non mi era
ancora capitato né di vederne la pianta né di vedere il frutto
offerto dai venditori o al mercato.
Quale
entusiasmo e quanta emozione ha suscitato in me il momento in cui ho
identificato qualche pianta dislocata qua e la, tutte dotate di
abbondanti frutti pendenti, molti già a terra: perché non
raccoglierne qualcuno per farne una composizione e trarne una bella
foto?.... Perché non aprirne qualcuno per avere la conferma sul
sapore del frutto? …..corrisponderà a quello che ho conosciuto per
la prima volta a Gerico?
Perché
non ha attecchito a Sestri questo agrume dal frutto "mostruoso"
quando avevo deciso di metterne a dimora un esemplare? …..forse è
incappato in un inverno un po più rigido del solito e forse la baby
pianta non è stata accudita abbastanza mentre si apprestava a
muovere i primi passi....chissà.
Fra
i frutti raccolti ce n'erano almeno tre di dimensioni “disumane”;
guadagnato uno spazio defilato lungo il fiume ho iniziata
l'operazione che avevo in mente, supportato dal coltello CH
multiservices.
La
buccia di questo frutto, negli esemplari da esposizione come talune
fra le mie prede, ha uno spessore di quasi 2 cm., gli spicchi
sembrano barchette o pesci, occupano tutta la mia mano: incisa la
parte superiore di uno spicchio dopo averlo staccato dagli altri
usando una certa forza, tolti i numerosi semi, è bastato ripiegare a
libro le due facciate della buccia ed addentare la polpa, polpa che
presenta una compattezza notevole, tanto che difficilmente ci si
bagna con il suo sugo.
Me
ne sono mangiato uno intero di quelli grandi e mi sono sentito sazio;
dopo le foto di rito, che fare degli altri? Ci penso io – mi sono
detto! Una volta trasportati a casa ne ho lasciati interi solo due,
gli altri li ho preparati da viaggio: e già, perché domani ci
saranno un bel po di ore da trascorrere sul Bus che mi porterà
sempre più a Nord, a Lampang.
Uno spicchio di pomelo ogni tanto mi aiuterà a non disidratarmi.
Uno spicchio di pomelo ogni tanto mi aiuterà a non disidratarmi.
Avrei
già diverse considerazioni da scrivere sulla gente, ma per ora mi
limiterò a ripetere di quanto siano gentili e sorridenti, sempre
disposti ad indirizzarti se ti vedono spaesato, come stamani quando
sono arrivato al Bus terminal (quando le indicazioni sono solo in
lingua Thai diventa un bel match quello per interpretare lo sportello
a cui rivolgerti) .
Oggi,
durante uno stop ciclistico, ho notato a terra uno di quei bei nastri
elastici dalle forme flessuose che usano qui per tenere raccolti i
capelli: sembrava nuovo e appena perso da qualcuno, di colore nero
con puntini bianchi di diverse misure, un oggetto che ho considerato
carino e che non valesse la pena lasciare lì.
Quindi
l'ho raccolto per deporlo sul cestino della bici. Un paio d'ore più
tardi, in un'altra location di H.P., quando sono tornato alla bici ho
notato una bimbetta che stava osservando qualcosa proprio lì vicino
mentre i suoi genitori, scesi da una specie di triciclo a motore,
stavano raccogliendo erbe preziose nel fossato poco lontano.
La
piccola non si era accorta del mio arrivo così quando ho inserito la
chiave per sbloccare la bici, al rumore dello scatto meccanico si è
girata trovando inaspettatamente me così vicino. Io le ho sorriso e
lei ha risposto al sorriso, poi, istintivamente, ho preso dal
cestello quel nastro elastico per capelli e gliel'ho porto: lei ha
teso la sua manina e lo ha accettato, unendo subito dopo entrambe le
manine fra di loro, flettendo leggermente il capo mentre mi
ringraziava nella sua lingua che le usciva in una vocina così
armoniosa.
Allontanatomi
per raggiungere altre locations sono ripassato da lì dopo
mezz'oretta; i suoi genitori stavano terminando il loro lavoro e la
bimba era vicina alla madre. Come mi hanno visto sopraggiungere è
stato tutto un salutarmi con forme di ringraziamento, sempre a mani
giunte, ed il padre, ancora nel fosso, mi ha salutato in maniera
diversa ma altrettanto calorosa: pur non avendo alcun merito per
tutto questo riconosco che è stato un bel momento.
Verso
le 15.30 ho riconsegnato la bici in coincidenza con l'orario di
arrivo del Bus, solo che questo per arrivare qui deve viaggiare
alcune ore dal luogo di partenza e pertanto un ritardo è
accettabile, anzi, proprio sulle indicazioni la durata del viaggio è
sempre indicata con un orario minimo ed uno maggiore.
Inoltre
ci sono notevoli quantità di studenti che usano anche i Bus
extraurbani e pertanto questi, svolgendo anche un servizio che
prevede fermate frequenti, non possono essere precisi al minuto.
Circa
la rete viaria, devo dire che mi sembra godere di buona manutenzione
nella sua capillarità; finora ho visto strade asfaltate anche nelle
direzioni minori, tanto per intenderci le stesse che negli U.S.A.
perdono l'asfalto per essere rigorosamente in terra battuta.
Anche
il parco auto mi sembra mediamente recente, tanto che prossimamente
vorrò approfondire il livello degli stipendi delle persone e dei
prezzi dei veicoli.
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