mercoledì 20 novembre 2013

Si Satchanalai Historical Park





Giornata rimasta sempre grigia; dopo quasi due ore di Bus A/C per percorrere una sessantina di chilometri, mi sono trovato alla intersezione della Hway 101 con l'accesso al sito di una antica città che fu dipendente di Sukhothai e del suo regno.




Senza perdere tempo ho noleggiato una bici (l'unica veramente buona è stata quella di Ayuthaya, dotata anche di cambio) e mi sono lasciato vivere nella quiete dell'area archeologica per una buona parte del tempo; dopo il pranzo consumato quasi alle 14, divagando per la campagna circostante.




Questo paesaggio trova presa su di me: tanto verde dalle diverse tonalità, alberi giganti, fiumi, coltivazioni di canna da zucchero, banane, ananas (altro non ho saputo riconoscere), 




case di gente che, per la vicinanza al sito, ne gode qualche beneficio, addirittura negozi autodefiniti di antiquariato.








Sapevo dell'esistenza dell'albero del Pomelo in Thaialdia, ma non mi era ancora capitato né di vederne la pianta né di vedere il frutto offerto dai venditori o al mercato.







Quale entusiasmo e quanta emozione ha suscitato in me il momento in cui ho identificato qualche pianta dislocata qua e la, tutte dotate di abbondanti frutti pendenti, molti già a terra: perché non raccoglierne qualcuno per farne una composizione e trarne una bella foto?.... Perché non aprirne qualcuno per avere la conferma sul sapore del frutto? …..corrisponderà a quello che ho conosciuto per la prima volta a Gerico?





Perché non ha attecchito a Sestri questo agrume dal frutto "mostruoso" quando avevo deciso di metterne a dimora un esemplare? …..forse è incappato in un inverno un po più rigido del solito e forse la baby pianta non è stata accudita abbastanza mentre si apprestava a muovere i primi passi....chissà.





Fra i frutti raccolti ce n'erano almeno tre di dimensioni “disumane”; guadagnato uno spazio defilato lungo il fiume ho iniziata l'operazione che avevo in mente, supportato dal coltello CH multiservices.
La buccia di questo frutto, negli esemplari da esposizione come talune fra le mie prede, ha uno spessore di quasi 2 cm., gli spicchi sembrano barchette o pesci, occupano tutta la mia mano: incisa la parte superiore di uno spicchio dopo averlo staccato dagli altri usando una certa forza, tolti i numerosi semi, è bastato ripiegare a libro le due facciate della buccia ed addentare la polpa, polpa che presenta una compattezza notevole, tanto che difficilmente ci si bagna con il suo sugo.





Me ne sono mangiato uno intero di quelli grandi e mi sono sentito sazio; dopo le foto di rito, che fare degli altri? Ci penso io – mi sono detto! Una volta trasportati a casa ne ho lasciati interi solo due, gli altri li ho preparati da viaggio: e già, perché domani ci saranno un bel po di ore da trascorrere sul Bus che mi porterà sempre più a Nord, a Lampang. 
Uno spicchio di pomelo ogni tanto mi aiuterà a non disidratarmi.



Avrei già diverse considerazioni da scrivere sulla gente, ma per ora mi limiterò a ripetere di quanto siano gentili e sorridenti, sempre disposti ad indirizzarti se ti vedono spaesato, come stamani quando sono arrivato al Bus terminal (quando le indicazioni sono solo in lingua Thai diventa un bel match quello per interpretare lo sportello a cui rivolgerti) .



Oggi, durante uno stop ciclistico, ho notato a terra uno di quei bei nastri elastici dalle forme flessuose che usano qui per tenere raccolti i capelli: sembrava nuovo e appena perso da qualcuno, di colore nero con puntini bianchi di diverse misure, un oggetto che ho considerato carino e che non valesse la pena lasciare lì.
Quindi l'ho raccolto per deporlo sul cestino della bici. Un paio d'ore più tardi, in un'altra location di H.P., quando sono tornato alla bici ho notato una bimbetta che stava osservando qualcosa proprio lì vicino mentre i suoi genitori, scesi da una specie di triciclo a motore, stavano raccogliendo erbe preziose nel fossato poco lontano.



La piccola non si era accorta del mio arrivo così quando ho inserito la chiave per sbloccare la bici, al rumore dello scatto meccanico si è girata trovando inaspettatamente me così vicino. Io le ho sorriso e lei ha risposto al sorriso, poi, istintivamente, ho preso dal cestello quel nastro elastico per capelli e gliel'ho porto: lei ha teso la sua manina e lo ha accettato, unendo subito dopo entrambe le manine fra di loro, flettendo leggermente il capo mentre mi ringraziava nella sua lingua che le usciva in una vocina così armoniosa.



Allontanatomi per raggiungere altre locations sono ripassato da lì dopo mezz'oretta; i suoi genitori stavano terminando il loro lavoro e la bimba era vicina alla madre. Come mi hanno visto sopraggiungere è stato tutto un salutarmi con forme di ringraziamento, sempre a mani giunte, ed il padre, ancora nel fosso, mi ha salutato in maniera diversa ma altrettanto calorosa: pur non avendo alcun merito per tutto questo riconosco che è stato un bel momento.



Verso le 15.30 ho riconsegnato la bici in coincidenza con l'orario di arrivo del Bus, solo che questo per arrivare qui deve viaggiare alcune ore dal luogo di partenza e pertanto un ritardo è accettabile, anzi, proprio sulle indicazioni la durata del viaggio è sempre indicata con un orario minimo ed uno maggiore.
Inoltre ci sono notevoli quantità di studenti che usano anche i Bus extraurbani e pertanto questi, svolgendo anche un servizio che prevede fermate frequenti, non possono essere precisi al minuto.
Circa la rete viaria, devo dire che mi sembra godere di buona manutenzione nella sua capillarità; finora ho visto strade asfaltate anche nelle direzioni minori, tanto per intenderci le stesse che negli U.S.A. perdono l'asfalto per essere rigorosamente in terra battuta.
Anche il parco auto mi sembra mediamente recente, tanto che prossimamente vorrò approfondire il livello degli stipendi delle persone e dei prezzi dei veicoli.


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