venerdì 22 novembre 2013

Nord della Thailandia - Trasferimento a Pai






Prima di lasciare Lampang mi ero ripromesso di raggiungere Wat Phrahat Lampang Luang in una località distante circa 20 km. da Lampang, Ko Kha.
Carico di tutto il bagaglio ho sperato di incrociare un omnibus che potesse portarmi nel luogo da dove parte con una certa regolarità un con quella località a mezzo pick up colorati di blu.
Dopo un pò ho visto arrivare un triciclo e l'ho fermato: alla guida vi era un anziano piccolo e asciutto dall'età indefinibile e dalla pelle scura e grinzosa parlante esclusivamete Thai.
Così è cominciata subito l'avventura: io disponevo di una mappa sommaria che ho sottoposto al driver il quale, dopo averla guardata e rigirata più volte, mi ha fatto segno di no. Era evidente con non si raccapezzava; allora gli ho proposto di farsi condurre da me e lui si è convinto a muovere il suo trabiccolo dotato di parecchi problemi meccanici influenti sulla sua motricità.



 
Per quanto ridicola, questa storia sembrava inizialmente funzionare; solo che a un certo punto il traffico non poteva più percorrere la strada che mi sembrava quella giusta a causa di una manifestazione in atto.
La polizia stava deviando tutti e comunque tanto da salire nel livello di  difficoltà di condurre il giochino; non mi sono perso d'animo e ho continuato a fornire indicazioni su come riportare il veicolo nella direzione iniziale, ma le indicazioni di riferimento erano veramente praticamente nulle e così ho chiesto uno stop a bordo strada per trovare qualcuno con il quale riuscire a comunicare.
Al primo tentativo la persona interpellata mi ha fatto segno di rivolgermi a dei giovani poco lontani, forse studenti. Questi hanno rappresentato il mio secondo tentativo, ma ho capito subito che non ne avrei cavato un ragno dal buco da come guardavano la mappa che avevo loro sottoposto in visione. Una guardia giurata o simile si è avvicinata incuriosita ed io non ho perso tempo ad interpellarla: questo è stato il terzo tentativo.




Pur avendo costui una conoscenza minima della lingua inglese, citando un paio di nomi che sono serviti di riferimento ho capito che sarebbe stato in grado di aiutarmi. Infatti ha trasferito in lingua Thai l'indicazione al driver il quale, percorse poche centinaia di metri, mi ha lasciato dove mi serviva.
La sua richiesta di 50 Bath mi è sembrata eccessiva; ma come si fa a mettersi a discutere con uno, apparentemente vecchietto, che ha condiviso con te il rischio di non arrivare da nessuna parte? 
Il pick up "blue bus service" era in attesa di clienti per partire e quando è arrivato a quattro persone più della mercanzia che ha alloggiato in cabina si è mosso.
Con 60 bath - importo onesto - mi ha portato sino al tempio facendomi capire che da lì avrei poi dovuto prendere un taxi per andare ad intercettare sulla strada principale (circa 3 km.) un altro blue bus rientrante a Lampang.
Ho iniziato la visita carico del bagaglio, ma appena entrato nel recinto del luogo sacro ho scaricato in un angolo lo zaino grosso confidando nell'onestà dei fedeli; così alleggerito ho potuto ammirare il complesso e percepirne il messaggio di pace che emana, osservando i fedeli intenti a deporre le loro offerte dopo aver recitato preghiere.



 
Fra i vari motivi per cui questo tempio è importante vi è quello rappresentato da dei dipinti su legno risalenti almeno al 1500: essi rappresentano Buddha, la sua storia e le varie reincarnazioni.
Verso la fine della mia visita sono arrivati dei turisti, prevalentemente francesi, facendomi pensare che forse ciò mi avrebbe agevolato nella ricerca di un taxi.
Ma non era così: costoro erano arrivati a bordo di minivan privati e di taxi non se ne vedeva nemmeno l'onbra, salvo alcune carrozzine trainate da cavalli adatte a giri romantici nei dintorni.
Dopo l'ispezione che non aveva portato ad alcun risultato mi sono avvicinato ad un minivan per avere indicazioni, ma questo mi ha rimandato alla ricerca di un taxi che non c'era.




C'era però un ometto dedito non so a quale lavoro e dotato di triciclo per trasporto merci: è proprio con lui che mi sono accordato! Dopo aver utilizzato un residuo di cassetta sistemata nella parte adibita al trasporto cose a mo di sedile per me, il veicolo è partito indirizzandosi per stradine di campagna.
Per un momento mi è passata per la testa l'idea di essermi messo in una situazione a rischio, specialmente perchè il veicolo continuava a rallentare apparentemente cercando un accosto sulla stradina circondata da campagna coltivata a riso (se ho ben inteso le delucidazioni del driver). Si, perché costui cercava di fornirmi indicazioni su ciò che mi circondava, a mo di guida turistica, e ciò ha contribuito a rassicurarmi, oltre al fatto che il venticello rinfrescante sul corpo ed il percorso all'ombra degli alberi erano argomenti così piacevoli che non avrei voluto scendere più da quel rustico mezzo di trasporto.



 
Invece dopo un pò è sbucato sulla strada principale fermandosi nel nulla, ma lasciandomi intendere che quello era il posto giusto per essere raccolto su un blue bus.
Sono stato contento di pagare i 40 bath richiesti e poco dopo è arrivato il pick up sul quale sono salito al volo. Guardando la solita approssimativa mappa ho capito che avrei potuto evitare di raggiungere il capolinea da dove erao partito in mattinata se fossi riuscito a far capire al driver che dovevo intercettare un bus per Chiang Mai. Alla prima occasione di stop ho lasciato il cassone e mi sono affacciato al finestrino di guida riuscendo nella mia impresa: è fantastico come si riesce ad intendersi senza la conoscenza di una base linguistica comune.
In questi casi è sempre meglio parlare in inglese in quanto la gente qualche parola la orecchia in ogni caso; a volte basta una parola, condita con della mimica, per risolvere il problema!



 
Sono stato scaricato al bus terminal poco dopo le 11 e per le 11.30 vi era la prima partenza per Chang Mai; in fretta ho acquistato il biglietto e mi sono concesso una sosta alla toilette giusto in tempo per rischiare di perdere il bus.
Infatti questo si era già mosso dalla piazzola, in anticipo sul tempo previsto, ma si è fermato per consentirmi di depositare i bagaglio e poi salire a bordo. Autobus vecchiotto ma con A/C, quindi meglio ripararsi che arrivare con il collo e le spalle bloccate.
Dormicchiando il tempo è passato velocemente e pochi minuti dopo le 13 eccomi al bus terminal di Chiang Mai: solita procedura, tutti che ti offrono un passaggio in tuk tuk, ma quando ho spiegato che stavo proseguendo per Pai mi è stato indicata la direzione per fare il biglietto. Allo sportello ho visto che la partenza sarebbe avvenuta alle 13.30 e l'addetta mi ha fatto scegliere a schermo il posto da occupare a bordo: è stato un bene essere caduto su quello che ho subito accettato in quanto questo non è un bus ma un mini van, e qui i bagagli vanno sul tetto, meno quello mio che avevo il posto a fianco all'autista dotato dello spazio per farci stare tutto.
Mangiata una sciocchezza al volo e già ero sul Mini van partito al completo; la zona del Nord che sto iniziando ad esplorare è una zona di montagne, anche se non troppo elevate, sempre montagne sono: quindi pendenze stradali anche notevoli, vegetazione talmente fissa che si può osservare solo la strada. Particolarità:  banani e larici vivono in continuità gli uni agli altri.



 
Se non fosse che queste rappresentano la parte periferica della catena dell'Himalaya, e se non fosse per il tipo di vegetazione che vi prolifera, per il resto sono montagne simili alle prealpi nostrane, salvo che la strada è nota per le 762 curve che la caratterizza.
Alle 16.30 il viaggio si è concluso: l'approccio con Pai è stato diverso da come me lo sarei aspettato.
La località mi si è presenta piena di gente occidentale, molti giovani alternativi, ma anche molti  orientali venuti a trascorrere qui almeno il fine settimana: le due strade principali si stavano riempiendo di bancarelle sia di abbigliamento che di cibo preparato all'istante,  ma più tardi, dopo l'accensione dell'illuminazione, anche di cantanti e musici.
Per la prima volta durante questo viaggio mi sono messo a cercare alloggio bagaglio in spalla; cercando di  percorrere la distanza minima mi sono indirizzato verso il riverside dove vi sono diverse guest house. La prima interpellata era cara, ma il tipo mi ha suggerito di passare il fiume su un ponte da guerrigliero viet.



Effettivamente al di là del fiume ho trovato una soluzione immediatamente, adatta al mio budget, ruspante e con il suo carattere: in pratica una costruzione in muratura dove anche i mobili sono in muratura, dotata dei servizi incorprati ma all'aperto, come ricordo di aver già visto in Indonesia e a Bali.
Nel suo essenziale ho percepito il tocco di un architetto: la notte è assicurata, per la prossima ne saprò di più domani. 


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