venerdì 15 novembre 2013

Lop Buri

Ero un po riluttante a lasciare Ayuthaya dove mi sono sentito completamente a mio agio, ma ormai il tempo era maturo per proseguire verso Nord, precisamente a Lop Buri.
Il compagno di stanza imposto dalle circostanze è stato come non averlo, ma la rumorosità della camera e gli orari di partenza degli ospiti nel cuore della notte avevano saturato ogni mia ulteriore disponibilità. 
Alla fine anche con il solo ventilatore è stato possibile riposare, ma a Lop Buri fruirò di A/C visto che i costi sono pari alla metà rispetto a quelli delle guesthouses già frequentate.


Dal precedente trasferimento in treno mi erano rimaste delle vicende incomprensibili, ma oggi credo di aver capito.
Allo sportello questa volta ho richiesto l'emissione di un biglietto di 2° classe, ma quando ho controllato mi sono trovato con uno di 3° classe fra le mani, esattamente come la volta precedente.
Mi sono così reso conto che non tutti i treni viaggiano con le carrozze relative alle varie classi, ritengo possa dipendere dalla categoria del treno; a me è già la seconda volta che che capita un treno con vagoni di sola terza classe! evidentemente ho sin qui viaggiato su itinerari che di più non offrono al viaggiatore che si muove in queste direzioni.


Circa il continuo andare e venire di persone che offrono bevande e cibo a bordo, non si tratta di gente che sale in un posto e scende successivamente, bensì di operatori del settore che hanno a disposizione quello che è identificato come vagone ristorante, ma che qui serve per preparare i loro elaborati e poi continuare a proporli ai viaggiatori, preannunciandoli  in un continuo andare avanti e indietro per le varie carrozze.
Essendo vigente un regime di concorrenza, non c'è mai un attimo di tregua: le bibite, la frutta, il pasto completo, gli spiedini etc. etc., il tutto con un'intonazione di voce che suona come lamentosa al mio orecchio.


Il centinaio di chilometri percorsi sono costati 20 Bath, cioè € 0,50, esattamente come il risciò che a Lop Buri ha pedalato per un massimo di 600 metri; effettivamente qui la gente sembra tranquilla e non ti aggredisce con proposte insistenti, anche se devo dire che fino ad ora non ho avuto mai di che lamentarmi.



Questa località ha un passato più nobile del suo presente, e ne porta tracce sparse sul territorio.
Oggi ho forse anche capito perché i francesi ad un certo punto erano diventati i padroni dell'Indocina: sin dalla metà del 1600 avevano instaurato rapporti con i regnanti Siamesi, e penso che ciò debba averli agevolati quando decisero di impegnarsi su un piano diverso da quello di delegazione commerciale autorizzata ad operare a favore delle loro compagnie delle indie.



Anche il Vaticano intratteneva rapporti, ma penso avesse delegato ai francesi le questioni relative al proselitismo religioso visto che negli accordi sottoscritti bilateralmente fra Siam e Francia si parlava espressamente di questa possibilità.
Addirittura ci furono dei giapponesi impossibilitati a vivere la fede cristiana nella loro patria che furono accettati in queste terre dove ebbero l'assenso reale ad installarsi.
Al di la dei movimenti etnici da nord verso sud, importante fu l'arrivo via mare da ovest degli Indiani dell'India, che diedero vita al periodo di influenza denominato Dvaravati.



In questo bacino si sono mischiate varie etnie e si sono succedute varie influenze culturali, esattamente come quasi ovunque nel mondo: il mio pensiero è che dove l'uomo ha saputo positivamente approfittare di queste possibilità utilizzando la contaminazione come risorsa, il risultato ha portato l'evoluzione della specie.
Ma laddove l'uomo si è rinchiuso a difesa del suo essere rifiutando la contaminazione, egli è andato incontro al declino e alla sparizione del proprio gruppo etnico.  



Lasciando il museo nel quale sono rimasto immero qualche ora, ho notato scolaresche condotte in visita. Ad un certo punto mi ero puntato per riprendere una foto, ma un gruppo di ragazze in quel momento era nella mia traiettoria e perciò mi sono meso in attesa. Come quelle hanno capito mi hanno sollecitato ad essere riprese, felici poi di rivolgersi a me nelle poche parole in inglese da loro conosciute: mi era già capitato di cogliere la voglia di entrare in contatto con lo straniero un po di tutti, ma dei ragazzi in particolare.


Purtroppo la conoscenza delle lingue non li agevola, ma dimostrano tutta la loro contentezza ugualmente come possono.
Ero informato della presenza di scimmiette fra le rovine dei templi, e di buon grado avevo ceduto il torsolo dell'ananas che stavo divorando ad un paio di queste che si erano messe ad osservarmi da vicino, sino a farmi convinto della validità della loro silenziosa richiesta.



Ma a un certo punto il loro numero è aumentato e sono diventate impertinenti, attaccandosi allo zaino o ai capelli e costringendo me come altri presenti  a dei movimenti bruschi nel tentativo di liberarsene: un vero fastidio, anche se qui sono bene accette e a loro tutto è permesso.


Assolutamente diverso l'atteggiamento di un altro animale assai diffuso in ogni dove su questo territorio, per niente aggressivo; quanti si sono lasciati casualmente scoprire dalla mia curiosità ad altro indirizzata mentre erano intenti in una delle occupazioni più importanti da svolgere nella parte diurna della giornata: il riposo!!!
 


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