giovedì 14 novembre 2013

Bang Pa-in

Che furbata è stata stamane quella di noleggiare uno scooter piuttosto che andare a Bang Pa-in con qualche mezzo pubblico; il prezzo economico del noleggio ed il mantenimento dell'autonomia al massimo livello mi hanno fatto decidere in fretta.


La località dista una ventina di chilometri da Ayuthaya e la mia guida è stata più che prudente onde non incorrere in clamorosi errori ingenerati dal fatto che la circolazione qui ha adottato il sistema inglese.
Inoltre lo scooter era uno di quelli a ruota abbastanza piccola e la mia esperienza di guida è assolutamente nulla su questa tipologia di veicolo, oltre al fatto che non disponevo di idonee mappe stradali e le poche indicazioni incrociate sul percorso erano quasi esclusivamente in lingua Thai.


La meta odierna è uno di quei luoghi dotati di molte caratteristiche, la maggior parte delle quali destano scarso interesse in me: una sfarzosa residenza reale la cui storia è imperniata su un figlio illegittimo del re dell'epoca a cui era stata assicurato un importante incarico; il tipo però doveva essere dotato di una grande autostima e tanta bramosia di potere visto che a un certo punto riuscì a farsi nominare re a sua volta, volendo costruire nella città natale della madre questa articolata residenza in segno di amorevole tangibile riconoscenza.



Fuori dal coro il tempio dedicato a Buddha, totalmente diverso da qualsiasi altro: realizzato in stile neogotico mi ha lasciato l'impressione di essere in una chiesa inglese.



Ciò che più ha risvegliato il mio interesse sono state le lavorazioni lignee presenti nel Palazzo Reale, la cui realizzazione fu voluta in stile cinese.




Mentre si stava completando la pausa pranzo è arrivato un temporale; dopo una breve attesa affinché spiovesse mi sono messo in movimento, ma era ancora troppo presto per viaggiare in quanto la pioggia si è nuovamente intensificata. 


Che fare? l'esperienza europea dice di cercare un ponte e sostare temporaneamente, ma qui ponti zero e ripari pure. Quando ho visto una piccola tensiostruttura sul marciapiede ho chiesto alle ruotine di salirci in modo da guadagnare qualche punto sulla situazione di precarietà nella quale mi ero venuto a trovare. A quel punto ho messo in uso un leggero poncho centro americano indossando il quale ho proseguito appena possibile, destando grande interesse fra i locali, per i quali sarò sembrato un extra terrestre coperto di quel sottile strato di plastica giallina.


Giunto quasi in città ho notato un animale a bordo strada che ho accuratamente aggirato, uno di quelli con la lingua sempre fuori dalla bocca alla ricerca di qualche cosa. Tempo di fermarmi ed estrarre la macchina fotografica ed il similvaranino ha guadagnato la giungla, sparendo alla mia vista: incontro emozionante! altro che laghetti alla milano 2 e reggette in stile, per quanto  assai raffinato!





Ormai sicuro del mezzo di trasporto ed in anticipo sui tempi di consegna, ho raggiunto un tempio fuori mano che avevo in mente di visitare e della cui visita sono rimasto assai soddisfatto; ho anche fatto una puntata al Floating Market solo per avere la conferma che non è roba per me.



Mi è poi capitato di incrociare la felicità allo stato puro riconosciuta nei modi di fare di alcuni bimbi; erano intenti a nuotare nelle acque del fiume sotto la sorveglianza di un adulto: una scenetta che mi ha dato gioia, anche per il  modo essenziale messo in atto per conquistarsela.



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