Nottata tranquilla all'interno della stanza condivisa, ma rumorosa all'esterno a causa delle partenze di ospiti avvenute in orari vari e molto notturni.
La giornata è stata vissuta intensamente fin da subito; infatti ho noleggiato una bici e con quella mi sono mosso a raggio più che ampio, in particolare a pomeriggio inoltrato quando mi sono diretto fuori città per raggiungere altri importanti siti archeologici.
Il fatto è che sin che ci si muove all'interno dell'isola attorno a te c'è sempre un tuo simile, ma appena passi un ponte ed esci la strada diventa tipo autostrada e può incutere un certo timore al ciclista foresto, senza tener cono dei 34° con 69% di umidità!
Il fatto è che per chi non è più dotato di una memory card capiente all'interno di se stessi, o addirittura ritiene di averla esausta, come la mia, hai voglia a documentarti prima apprendendo info ovunque: il risultato finale è modesto, per non dire nullo.
Intanto le distanze non sono più valutabili sulla piantina e quindi si raggiunge la meta in un tempo non prevedibile in partenza; insomma, tutto per dire che avrei dovuto riconsegnare la bici entro le 18 e ci sono arrivato con un minimo anticipo, dopo aver temuto di non farcela.
A ragione Ayuthaya è indicata come una meta da non mancare; non a caso molti monumenti sono inseriti fra quelli tutelati UNESCO.
Ritenendo di non essere in grado di memorizzare i nomi dei singoli siti, ho sopperito fotografando le indicazioni; in ogni caso forse ho anche esagerato, stimolato dall'autonomia di movimento data dalla bici, così da inserire visite a troppi monumenti.
Nella mia immensa ignoranza sono rimasto colpito ed affascinato da "Ancient Palace", una costruzione a palafitta completamente realizzata in tek, organizzata con le varie stanze che affacciano tutte su un grande spazio centrale coperto: entusiasmante, anche per il contesto di un verde rigoglioso in cui è inserita.
Certo, i monumenti che ho visitato a Bkk mi sono sembrati di un altro livello, anche se sono più recenti di questi: infatti i Siamesi si sono visti costretti a spostare la loro capitale da ques'isola a quella di Bkk quando hanno cominciato a soffrire le pressioni dei Burma, nei tempi in cui il termine Indocina non era ancora stato coniato dagli europei.
Europei che già allora qui avevano delle rappresentanze d'affari; in particolare rimane traccia dei Portoghesi e dei Tedeschi.
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