martedì 12 novembre 2013

Ayuthaya

Per aggiornare il blog ho fatto notte fonda ieri sera, perciò ancora stamane non sapevo se sarei riuscito a partire oggi oppure no. Il fatto è che ogni mattina mi metto in movimento presto, pieno di energie e di buona volontà, ma subito dopo mi appanno a causa del clima.
Oggi poi ho preferito attendere una mezza conferma di una Guesthouse di Ayuthaya prima di ricomporre lo zaino al volo per liberare la camera poco prima del tempo limite fissato a mezzogiorno.
Nel frattempo ho riservato il volo aereo A/R per Myanmar e inviato varie emails; ero deciso a cavarmela con l'autobus per arrivare alla stazione dove sarei poi salito su un treno, ma subito mi è capitato un taxi libero sui piedi ed ho  deciso di trattarmi bene.

                                      

Alla stazione ho trovato un riguardo particolare per i forestieri; una ragazza addetta mi ha preso per mano e portato davanti allo sportello meno affollato della biglietteria, poi, prima di lasciarmi, mi ha indicato il binario.
Preso alla sprovvista dalla rapidità di tutte le operazioni mi sono trovato in mano un biglietto di terza classe, l'inferiore fra quelle esistenti, ma invece di pensare a cambiarlo con uno di seconda ho prontamente scelto di vivere l'avventura fino in fondo.

                                       

                                        

Per tutta la prima parte del percorso le fermate sono state frequenti, quasi da Metro, e ciò che osservavo dai finestrini confermava la prima idea che mi sono fatto: qui è tutto tremendamente mischiato, non ci sono confini! proprio come nell'essenza di ogni aspetto della vita.
A sinistra casupole in lamiera ammassate le une sulle altre, a destra, un pò in lontananza, grattacieli nuovi e finiti mischiati ad altri in fase avanzata di costruzione; parallela alla linea ferroviaria corrono strade che saranno avveniristiche per ciò che ho intuito osservando i poderosi lavori in corso  eseguiti con il supporto di macchinari modernissimi.

                                         

                                           

Dopo un'oretta a velocità ridotta durante la quale l'unico benefit è stato rappresentato dai ventilatori rotanti appesi al soffitto  del vagone,  il treno ha allungato il passo mentre la campagna con le coltivazioni  prendeva il sopravvento, tentandomi a delle riprese fotografiche difficoltose e, una volta visionate, giudicate di basso livello.
Sono sbarcato a destinazione alle ore 15: un incubo il pensiero di fare la strada appesantito di almeno 15 kg. da portare a spalla, perciò ho discusso un po l'offerta di un tuk tuc e mi sono lasciato trasportare alla guesthouse.
In pratica i costi del trasporto pubblico sono irrisori rispetto a quello di taxi, tuk tuk e moto taxi, comunque sempre banali rispetto all'occidente, ma se non hai più l'età è gioco forza trovare equilibri a scapito della completa autonomia.

                                    

                                     

                                     

                                               

Quando mi sono presentato in questa graziosa casa in teck sul fiume che porta un bel nome, Baan Hhun Phra, molto movimentata nelle sue forme, ho trovato la sorpresa che non mi sarei atteso: per un incomprensibile disguido fra il personale non ho trovato corrispondenza fra il contenuto delle emails scambiate e la realtà!
In pratica di questo scambio qui non aveva traccia la persona responsabile e così mi ha pregato di accettare un posto letto in una camera a tre che già aveva un altro ospite; sono rimasto a lungo indeciso, ma il posto mi era piaciuto e l'esperienza prima o poi sarebbe  capitata: tanto vale che sia qui!

                                       

                                       

Le camere non sono molte ed i clienti non mancano, fra questi anche una coppia giovane italica al seguito di una coppia più matura, genitoriale della ragazza: non sono andato a cercarli quando ho sentito l'idioma nostrano, ma poi ho incrociato il ragazzo al banco e, dopo il solito Hi, avendolo identificato dai tratti somatici e dall'abbigliamento, ho proseguito nell'unica lingua che mi risulta fluente, lasciando interdetta l'albergatrice alla quale stavo ponendo mie richieste: questo inglese parlato alla cinese mi rende le cose complicate.

                                                 

                                       

Anche il taxista stamani non ha fatto che parlarmi, ma devo dire che ho intuito più che capito il senso del discorso, discorso che era incentrato su football Juve, football associato alla mafia,  moto Ducati  e poco altro  (trascuro il fatto che era stato toccato anche un aspetto politico relativo alle manifestazioni di ieri).
Dell'importanza storica del luogo dove mi trovo non dico nulla, tanto esistono molti sistemi per saperne di più senza essere annoiati da me.

P.S.: dimenticavo, ma anche se la notizia sarà ormai a tutti nota, qui evidenzio come la corte internazionale dell'Aja abbia ieri confermato il precedente antico verdetto favorevole a Cambodia lasciando scornata definitivamente Thailandia (anche se l'aver imposto ai due contendenti la ricerca di un accordo nel merito potrebbe lasciare la situazione aperta, visto che i due partner non riescono a comunicare fra loro, pare principalmente per il senso di superiorità dei Thai verso gi altri).

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