In realtà di monasteri non dipinti esternamente ne ho visitati
ancora due stamane prima di arrivare a quelli dipinti: si è trattato di quello Armeno di Zamca
perché a vista dall'hotel che mi ha ospitato per la notte, nonché di quello
di Dragomirna, simile ad una fortezza a causa delle mura di cinta
possenti.
La piccola chiesa
vecchia, la prima ad essere realizzata, è oggi attorniata dalle
tombe di un cimitero: personalmente l'ho apprezzata di più rispetto
a quella principale, eretta all'inizio del XVII secolo.
Le torri di difesa furono
aggiunte successivamente a causa della minaccia di invasioni
straniere; queste erano così frequenti che le chiese di legno dei
villaggi venivano spesso montate su ruote per spostarle velocemente e
salvarle.
Ricorderò questa visita
perché è stata la prima volta che ho potuto partecipare ad una
cerimonia religiosa ortodossa, senza aver capito se si è trattato di
una messa o che altro.
I fedeli sono stati per
l'80% del tempo inginocchiati o prostrati a terra, ma mi è sembrato
che ognuno seguisse un suo percorso di devozione contraddistinto dai
continui rapidi segni di croce alla loro maniera, anche se vi era una
voce che conduceva attraverso letture e canti.
Ciò che mi ha
maggiormente colpito è stato l'aprirsi e chiudersi di una tenda
oltre la quale stava officiando il sacerdote, quindi completamente
fuori vista, quasi come ci fosse la scritta “non rivolgersi al
conducente”.
Ogni tanto, quando questi
apriva la tenda, ciò avveniva per un numero limitato di secondi,
giusto il tempo per far ruotare una croce in direzione dei fedeli,
gesto questo accompagnato da alcune parole.
Ad un certo punto ho
capito che la cerimonia doveva essere terminata, ma forse no, quando
una buona parte di fedeli ha riassunto la posizione eretta e, dopo
essersi avvicinata a varie immagini sacre baciandole e segnandosi
ripetutamente, ha lasciato il luogo.
Essendo questo sito un
convento di monache, la chiesa era ridondante della loro presenza.
Lasciato il monastero ho
avuto la possibilità di riprendere qualche immagine fotografica dello
splendido paesaggio nell'unico momento non bagnato della giornata.
Lungo il percorso per il
monastero di Sucevita, contraddistinto dall'attraversamento di due
grossi centri urbani dove il traffico è stato particolarmente lento,
ho incrociato pullman turistici dalla Slovacchia, dalla Polonia e
dalla Grecia, tutti su questo splendido itinerario.
Il monastero di Sucevita,
come tutti, ha una lunga e complicata storia che non cercherò
nemmeno di sintetizzare: la costruzione iniziò nel 1584 ed oggi è
il più grandioso fra i complessi monastici della Bucovina.
I suoi affreschi sono
stati dipinti a partire dal 1596; una stupenda Scala della Virtù
copre la parete più protetta e mostra voli di angeli che assistono i
virtuosi in paradiso mentre i peccatori cadono dai gradini nelle
braccia di un demone.
Complessivamente le
immagini sono innumerevoli, i colori brillanti e la simbologia
abbondante; inoltre ho appreso che gli affreschi sono stati
realizzati con una tecnica differente da quella utilizzata dai grandi
maestri italiani e si basa su uno spessore minimo di intonaco
rispetto a quelli italici.
Per questo motivo, riferendomi a quelli esposti, lascia stupiti il loro buon livello di conservazione.
Con pioggia sempre più
battente mi sono quindi spostato al monastero di Moldovita, molto più
piccolo del precedente ma egualmente ben difeso.
Il monastero fu fondato
nel 1532 del figlio illegittimo di Stefano il Grande, tale Petru
Rares, che ebbe meno fortuna del padre nella difesa del territorio.
Per sollevare il morale
del condottiero messo sotto scacco da parte dei turchi, l'artista
dipinse una rivisitazione dell'Assedio di Costantinopoli inventandosi
un andamento degli eventi favorevole ai cristiani.
Anche qui le immagini
sono moltissime, il filone è quello dell'Inno alla Vergine, l'Albero
di Jesse, il Giudizio Universale.
Dopo aver notato come le
popolazioni di questi luoghi siano assai trasgressive nei confronti di
qualsiasi tipo di regolamentazione, in un paio di circostanze mi sono
adeguato scattando alcune foto all'interno della chiesa.
Sono poi rientrato in me stesso continuando a riprendere solo i dipinti esterni.
Sono poi rientrato in me stesso continuando a riprendere solo i dipinti esterni.
L'orario mi avrebbe
consentito di raggiungere e visitare anche il monastero di Voronet,
ma dopo aver guidato per un'ora nella pioggia mista a nebbia, quando
sono arrivato a destinazione ho preferito cercarmi un albergo e
rimandare la visita all'indomani mattina.
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