Diventa difficile descrivere gli altri monasteri dipinti per me che
non sono un esperto: più che altro mi ha colpito la policromia delle
immagini e la perfezione delle stesse, al di la della simbologia che
in buona parte si ripete con dei temi ben definiti.
Voronet è inserito in un
magnifico contesto semi montano, circondato da case in legno, dove il
tempo sembra essersi fermato anche se tutto attorno sono fiorite
pensioni indirizzate ad un turismo non solo mistico.
Il monastero risale al
1488 e la sua nascita è legata ad un episodio vincente contro i
turchi.
Qui viene anche chiamato
“cappella sistina orientale”, ma si sa che ogni volta che vengono
espressi paragoni di questo tipo essi sono sempre perdenti per molte
lunghezze nei confronti dell'originale.
Il blu la fa da
padrone tanto che il blu Voronet è riconosciuto dagli specialisti:
esso è ottenuto da lapislazzuli e mostra il massimo della sua
intensità nelle giornate piovose che qui proprio non mancano.
Fra gli altri sono
dipinti un Giudizio Universale e un Atto di Adamo, definiti come i
più belli di tutti questi monasteri.
Tornando verso l'auto ho
incrociato una bella signora dall'età indefinita (ma la madre so che
ha raggiunto i 103 anni prima di andarsene) che mi ha invitato a
visitare la casa tradizionale nella quale espone oggetti di
artigianato in vendita: una persona in gamba, abile imprenditrice.
A seguire ho raggiunto il
monastero di Humor posto in un'altra vallata.
Qui la palizzata di
protezione è in legno, la chiesanon presenta guglie, i colori
prevalenti sono il marrone tendente al rosso accompagnato da blu e
verdi intensi.
Compare un Giudizio
Universale, un Albero di Jesse, un Inno alla Vergine.
Completata la visita,
ammirati i panorami, mi sono indirizzato verso la capitale, Iasi,
l'unica città della regione Moldava che conserva edifici storici.
Lungo la strada, superato
un bivio, nel dubbio di aver sbagliato ho effettuato una di quelle
manovre da evitare sempre e che io continuo ad effettuare
pentendomene poi ogni volta: senza fermarmi ho preso la mappa per un
consulto veloce.
Purtroppo sono passato
davanti ad una auto della Politia in questo stato e il milite è
stato pronto a fermarmi.
É stato possibile il
dialogo per la sua buona conoscenza della lingua inglese; pur
viaggiando alla stessa velocità di altre auto la contestazione è
stata la seguente: il tratto di strada prevede il limite dei 60 km/h,
fino a 70 no problem, ma io viaggiavo a 88 con la mappa davanti agli
occhi!
Forniti i documenti il
tipo non deve aver avuto voglia di scrivere: si è limitato ad
ammonirmi e a segnalarmi la presenza di auto non identificate della
polizia poco oltre, impegnate in rilevamenti della velocità tramite
radar.
Arrivato a Iasi ho avuto
ancora problemi con Garmin: non riconosce gli indirizzi impostati
delle strade, ma quando ci si passa le evidenzia sul display!
Il primo approccio è
stato quindi un po' complicato, ma alla fine ho trovato un parcheggio
vicino alla zona che desideravo esplorare.
La città ha una sua
storia intricata di avvenimenti che non starò a scrivere: mi sono
limitato a visitare il monastero di Golia, poi mi sono mosso verso la
piazza principale cogliendo ciò che a mio avviso era da cogliere
(non molto), salvo qualche immagine di giovani che nelle città apparentemente sembrano tutti eguali fra loro.
Il lungo periodo durante
il quale il regime ha spadroneggiato ha fatto sì che le
pianificazioni urbanistiche non rispettassero la storia:
qui comunque qualcosa è rimasto, in particolare nell'area del grande viale intitolato a Stefan cel Mare si Sfant, attualmente in fase di ripavimentazione in blocchetti di porfido e totalmente reso pedonale.
qui comunque qualcosa è rimasto, in particolare nell'area del grande viale intitolato a Stefan cel Mare si Sfant, attualmente in fase di ripavimentazione in blocchetti di porfido e totalmente reso pedonale.
In questa zona ho
ammirato la Chiesa dei tre Gerarchi, totalmente decorata a sbalzo con
disegni sia geometrici di ogni tipo, ed il palazzo della cultura.
Alla fine stavo per
trovarmi in difficoltà nella ricerca della sistemazione alberghiera
quando, in uscita dal centro, ho incrociato un segnale che ha
rappresentato la mia salvezza.
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