Domenica 18 agosto 2013- La scalata al borgo è stata effettuata in prima mattinata, nella
quiete e nel silenzio che il luogo esprimeva a quell'ora. Chi, come
me, ha vissuto il tempo del terremoto che negli anni 70 ha distrutto
una vasta area del Friuli/Venezia Giulia, ricorderà le dimensioni
della tragedia: la ricostruzione fu immediata, ecco perché oggi
Gemona vive ancora, ma il fascino dell'antico; ha lasciato il posto
alla funzionalità, e non si può certo incolpare di questo qualcuno!
Non ricordavo che il
valico di Tarvisio avesse una quota tanto modesta: è così tutta la
zona, che si chiami Carnia da questa parte o Karten dall'altra,
ciononostante è possibile praticare gli sports invernali durante la
stagione.
Lungo il percorso ho
trovato degna di nota la foresta di Tarvisio, indicata come
millenaria; più avanti è stato il corso del fiume Drava ad
entusiasmarmi: tanto sono a secco i corsi d'acqua sul versante
italico quanto quelli sul versante opposto godono di abbondanza.
Prima di Villach, verso
le 11.30, mi sono trovato comodo sulla strada un Lidl e mi ci sono
fiondato; eseguiti gli acquisti, mentre stavo dedicando la mia
attenzione ad altri prodotti che mi avevano incuriosito, sono stato
avvicinato da una addetta la quale mi ha fatto capire che avrei
dovuto andare subito alle casse per chiusura del negozio; ok.,
recepito il messaggio mi sono rimesso in moto.
Nella fretta Garmin mi ha
colto di sorpresa quando mi ha intimato di cambiare strada, così io
ho eseguito passivamente nel timore di essermi distratto. In realtà
sono arrivato comunque a Klagenfurt e il percorso è stato
scorrevole, paesaggisticamente di pregio: solo che la strada
secondaria ha ulteriormente limitato la mia velocità ed inoltre mi
ha imposto tornanti stretti e rampe così ripide da doverle
affrontare con il primo rapporto inserito.
L'incontro con Drava è
stato amore a prima vista: peccato non aver mai trovato la
possibilità per una breve sosta, così mi sono limitato a riprendere
immagini fotografiche stando ala guida.
Fra Austria e Slovenia,
se non ci fosse l'indicazione del cambio di stato, non ci si
accorgerebbe di nulla, salvo che per le targhe esposte in una lingua
differente, comunque per me incomprensibili entrambe.
Mi ero fatto l'idea che
Maribor fosse una località che meritasse una sosta: è così che ho
trovato parcheggio addirittura a fianco della cattedrale. In realtà
speravo in un sistema di accoglienza adatto al mio veicolo bisognoso
di allacciamento all'energia elettrica sino a che le batterie di
servizio non si saranno completamente ricaricate, ma non ho trovato
nulla di tutto ciò.
In compenso ho trovato
una connessione WiFi insperata che mi ha consentito di aggiornare il
blog; dopo ho visitato la città che si è rivelata vistosamente
deserta, ed ai miei occhi anche un po' sotto tono, tanto da decidere
di proseguire sino a Ptuj, cittadina a soli trenta chilometri di
distanza, dotata di terme, argomento che sino ad oggi mi ha sempre
lasciato indifferente mentre altri, fra le mie conoscenze, so che le
adorano.
Essendo le otto di sera
pensavo giusto di poter utilizzare qualche parcheggio termale per le
mie necessità: piacevole è stata la sorpresa nel trovare una area
riservata esclusivamente per trascorrere la notte dedicata ai veicoli
ricreazionali, con tanto di H2O e allaccio corrente.
Tutto ha un prezzo, e per
me, non avvezzo a queste soluzioni, il prezzo è sembrato alto, ma la
forza della ragione mi ha fatto scegliere di fermarmi comunque.
Nessun commento:
Posta un commento