Sono solo le 20.45 L.T. (un'ora di differenza con la madre patria) ma il buio è già intenso attorno al Nomade
fermo per sosta notturna su uno spiazzo sterrato a poche centinaia di
metri dal villaggio di Buteni: ma come ci è arrivato il Nomade in
questo sperduto villaggio del sud della Romania?
E' una lunga storia e
cercherò di sintetizzarla.
Ieri mattina il Nomade si
è finalmente risvegliato con tutte le batterie che più cariche non
si sarebbe potuto;
dopo la visita al castello di Ptuj è iniziato il
percorso in territorio croato, quindi un rientro in territorio
sloveno e poi tutta la giornata è servita per attraversare
l'Ungheria.
I contesti paesaggistici
sono sempre stati piacevoli, anche se i paesi e villaggi non mi sono
sembrati altrettanto interessanti;
inoltre le strade sulle quali mi
ha portato Garmin spesso si sono rivelate tortuosissime ed anche con
un fondo stradale in condizioni non ottimali: in Ungheria, però, la
viabilità mi è sembrata migliore.
Durante il pomeriggio mi
sono trovato spinto ad un imbarco su traghetto che ho dovuto evitare
a causa della forte pendenza per arrivare al livello dell'acqua ed
all'angolo di incidenza troppo marcato per salire a bordo.
Così ho dovuto condurre
più a lungo del previsto senza nessuna idea di dove sostare: il
primo tentativo espletato verso l'orario canonico non ha sortito
alcun effetto, ma in prossimità di Mòrahalom ho notato un segnale
indicante possibilità di balneazione e la presenza di un albergo.
Giunto sul posto
all'imbrunire ho subito capito che quelle segnalazioni non portavano
ad alcuna soluzione del mio problema, ma pattugliando la località ho
colto delle indicazioni di parcheggio e così, approfondendo, ho
preso la decisione: il posto mi è sembrato tranquillo, era in corso
una cerimonia religiosa all'aperto in onore di un santo locale con
altoparlanti e luminarie a go go, quindo ok.
Ero molto affaticato dopo
aver percorso oltre 450 km. su stradine di campagna, solo gli ultimi
un po' meno impegnativi e più veloci, pertanto non avevo alcuna
voglia di scrivere, anche se avevo in mente di commentare il
comportamento su strada del Nomade dopo oltre 1300 km. dalla
partenza.
Forse è stato un bene
non essermi dilungato su questo tema perché da stamane la situazione
ha subito una evoluzione che non mi sarei aspettato.
Partito presto per godere
del fresco mattutino, subito ho cominciato a percepire rumori molesti
provenienti dall'anteriore lato guida.
Con l'esperienza maturata
in Centro America le associazioni causa/effetto non sono mancate
nella mia testa.
Ho subito messo in atto
varie strategie per contrastare gli uni e le altre, a volte
decelerando per poi riprendere più dolcemente, a volte procedendo
pianissimo, a volte pigiando il piede sulla frizione per eliminare
temporaneamente i rumori ed attutire il mal di stomaco che situazioni
di questo genere tendono a produrre in chi è impegnato in un lungo
percorso, a volte dicendomi che potrebbe essere non grave così come
era nella mia percezione.
Quando Garmin mi ha
condotto ad un imbarco su traghetto, questa volta non l'ho rifiutato:
le condizioni di salita e discesa sono state più semplici rispetto
all'eventualità precedente, ma il rumore dopo lo sbarco mi è
sembrato rendere le cose più complicate.
Ad un controllo visivo mi
è sembrato di notare un angolo anomalo fra semiasse e cuffia verso
ruota, perciò ho iniziato ad interpellare telefonicamente gli
operatori della Franciacorta che ci avevano lavorato, ma senza
riuscire a identificare in maniera precisa il tipo di avaria: mi è
stato spiegato che se fosse il giunto il rumore si dovrebbe produrre
solo sotto sterzo, mentre io ce l'ho sul dritto.
Inoltre, una volta
sbarcato dal traghetto, la strada si è fatta stretta e pessima; poi
mi sono trovato a ridosso della frontiera e ho pensato di puntare su
Arad, distante 60 km..
Ma il rumore è diventato
insopportabile, ed anche la guidabilità non è più stata come alla
partenza, anche se fin da subito avevo notato delle reattività sullo
sterzo alle basse velocità, esattamente quelle che ora sono
costretto a mantenere.
Al primo distributore
Petrom incrociato in località San Nicolau mi sono fermato per
chiedere di un meccanico: il personale è stato gentile e mi ha
aiutato subito.
Dopo una ventina di
minuti si è presentato un giovane in costume da bagno (date le
temperature molte persone girano con questo abbigliamento in questa
che è considerata l'area forse più calda della Romania): lingue
parlate, il rumeno ed il magiaro! Perfetto, ho subito pensato.
Giunti davanti
all'officina che non avrei mai potuto trovare essendo priva di
insegne, il giovane ha voluto condurre il Nomade e senza perdere
tempo mi ha fatto capire che il problema deriverebbe da un supporto
motore.
Nel frattempo mi ha
introdotto a Dorica detta Dori, la moglie del padrone, la quale
conosce l'italiano ed è stata disponibile sia come interprete che
per fare un po' di conversazione con me.
Eseguito un breve
intervallo pasto, i meccanici si sono poi dedicati nell'intervento;
il supporto motore è risultato sano ma il perno di fissaggio
tranciato: vuoi vedere che me la cavo in fretta e senza
complicazioni? Mi sembra impossibile per come ho percepito la cosa e
per il ricordo di David – Panama.
Alle 15.30 è stato
effettuato il test drive: positivo per quanto attiene al supporto
motore, negativo per ciò che io avevo identificato sin dall'inizio
segnalandolo al collaudatore.
Capisco che di fronte a
dei ricambi che nella migliore delle ipotesi arriverebbero in una
settimana il meccanico locale dica: “meglio se piano piano
raggiungi Bacau”, luogo che io so di dover raggiungere, solo che si
trova a circa 650/700 km. da qui.
Dopo un altro scambio
telefonico con la Franciacorta mi sono sentito dire che se si tratta
del giunto, il fatto della rumorosità non dovrebbe compromettere la
funzionalità: mi sono così deciso a riprendere la marcia, ma fra il
caldo, la rumorosità, la guidabilità a tratti inesistente, il
percorso indicato da Garmin tutto su strade secondarie in pessimo
stato di manutenzione, con l'occhio appesantito ed il fiato corto ho
preso al volo l'opportunità appena intravvista : ecco come è
maturata per il Nomade la sosta notturna a Buteni!
Mercoledì 21 sveglia alle
5.30 e pronta partenza nel buio; il rumore inizialmente mi ha
molestato parecchio, così come il fondo stradale. In queste
condizioni la guidabilità è scarsissima: ho riflettuto su quanto è
in corso ed ho pensato che probabilmente la convergenza non era
perfetta sin dall'origine. Quindi viaggiando si sa che il sovrappeso
spinge le ruote ad aprirsi; forse la soluzione attuata a Panama
consistente nel rendere maggiorata la campana verso ruota del lato
passeggero (quella che riceve il semiasse) che è stato problematico
per tutto il viaggio oltre oceano, in modo da impedire che i
meccanismi in essa contenuti sforassero potrebbe essere attuata anche
sul lato guida.
Inoltre avevo in mente di
chiedere se non fosse il caso di maggiorare le misure di entrambi i
semiassi, ma le cose sono andate in un modo tale per cui non ho mai
potuto esprimere a nessun meccanico questa mia fantasia.
Ad un certo punto, quando
è stato possibile correre un po' più velocemente, la situazione è
migliorata moltissimo, anche se ogni rallentamento e successiva
ripresa è sempre stato come un dazio da pagare ad occhi chiusi.
Dopo aver macinato 330 km. ho deciso di fermarmi nella città di Fagaras per acquisti e pausa pranzo; nel momento di riprendere il viaggio i rumori emessi dall'apparato in avaria sono stati immediatamente strazianti.
Ho pensato che fosse
giunto a maturazione il momento atteso, ma intanto ho provato ad
avviarmi molto dolcemente; appena immesso sulla E 68 è accaduto
l'irreparabile: perdita completa della motricità.
Ho accostato
immediatamente sulla destra a fianco di una stazione di servizio
Gerom che poi ho capito essere in disuso, altrimenti ci sarei entrato
con l'abbrivio: ora sono fuori dalla carreggiata, assai frequentata
essendo quella che conduce prima a Brasov, importante centro di
questo paese, e poi a Bacau, quindi il posto è rumoroso, ma adatto
ad attivare i soccorsi.
Prima ho preso contatto
con l'amico di Bacau e quando questi mi ha riferito circa il come
avrebbe potuto aiutarmi, allora ho chiamato il soccorso stradale
previsto dalla polizza assicurativa del veicolo che, fra le varie
garanzie, prevede anche il rimpatrio del veicolo.
Come sempre in questi
casi c'è da attendere; ho pensato che quando sarò portato
all'officina Fiat più vicina, dopo l'esame dei tecnici chiederò un
preventivo completo anche della tempistica perché sono convinto che
dovrà essere fatto arrivare un pezzo di ricambio dall'Italia,
ammesso che si trovi, come ai tempi della California.
A meno che non si tratti
di uno di quei pezzi che scaramanticamente ho lasciato a Sestri prima di
riorganizzare il carico.
Infatti il mio contatto a
Bacau è preoccupato che i suoi connazionali se ne possano
approfittare, aspetto che per me è quasi scontato; una volta
conosciuta la richiesta potrò compararla con altre soluzioni,
inclusa quella di chiedere il recupero a Sestri del pezzo rimasto
tramite mio fratello: la situazione è appena agli inizi....il
rientro del veicolo mi sembrerebbe la soluzione più sensata!
Di questa possibilità ho
già parlato con il meccanico italico che mi ha dato la sua
disponibilità a ricevere il Nomade.
Dopo sei ore di attesa a
causa di un disguido fra operatori del soccorso, alle 20.00 è
arrivato il camion che mi ha trainato sino alla sede Fiat di Brasov:
il custode, Adrian il suo nome, ha una figlia ed una nipotina di
nove anni che vivono a Brescia, ma non è in grado di parlare
italiano.
Domattina, dopo il
rapporto tecnico, avrò un contatto telefonico con Eva, la persona
che segue il mio caso dall'Italia, per decidere come procedere oltre.
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