giovedì 22 agosto 2013

Da Brasov - Romania ore 22.30


Sono solo le 20.45 L.T. (un'ora di differenza con la madre patria) ma il buio è già intenso attorno al Nomade fermo per sosta notturna su uno spiazzo sterrato a poche centinaia di metri dal villaggio di Buteni: ma come ci è arrivato il Nomade in questo sperduto villaggio del sud della Romania?
E' una lunga storia e cercherò di sintetizzarla.



Ieri mattina il Nomade si è finalmente risvegliato con tutte le batterie che più cariche non si sarebbe potuto; 



dopo la visita al castello di Ptuj è iniziato il percorso in territorio croato, quindi un rientro in territorio sloveno e poi tutta la giornata è servita per attraversare l'Ungheria.




I contesti paesaggistici sono sempre stati piacevoli, anche se i paesi e villaggi non mi sono sembrati altrettanto interessanti;


inoltre le strade sulle quali mi ha portato Garmin spesso si sono rivelate tortuosissime ed anche con un fondo stradale in condizioni non ottimali: in Ungheria, però, la viabilità mi è sembrata migliore.




Durante il pomeriggio mi sono trovato spinto ad un imbarco su traghetto che ho dovuto evitare a causa della forte pendenza per arrivare al livello dell'acqua ed all'angolo di incidenza troppo marcato per salire a bordo.



Così ho dovuto condurre più a lungo del previsto senza nessuna idea di dove sostare: il primo tentativo espletato verso l'orario canonico non ha sortito alcun effetto, ma in prossimità di Mòrahalom ho notato un segnale indicante possibilità di balneazione e la presenza di un albergo.



Giunto sul posto all'imbrunire ho subito capito che quelle segnalazioni non portavano ad alcuna soluzione del mio problema, ma pattugliando la località ho colto delle indicazioni di parcheggio e così, approfondendo, ho preso la decisione: il posto mi è sembrato tranquillo, era in corso una cerimonia religiosa all'aperto in onore di un santo locale con altoparlanti e luminarie a go go, quindo ok.
Ero molto affaticato dopo aver percorso oltre 450 km. su stradine di campagna, solo gli ultimi un po' meno impegnativi e più veloci, pertanto non avevo alcuna voglia di scrivere, anche se avevo in mente di commentare il comportamento su strada del Nomade dopo oltre 1300 km. dalla partenza.
Forse è stato un bene non essermi dilungato su questo tema perché da stamane la situazione ha subito una evoluzione che non mi sarei aspettato.


Partito presto per godere del fresco mattutino, subito ho cominciato a percepire rumori molesti provenienti dall'anteriore lato guida.
Con l'esperienza maturata in Centro America le associazioni causa/effetto non sono mancate nella mia testa.
Ho subito messo in atto varie strategie per contrastare gli uni e le altre, a volte decelerando per poi riprendere più dolcemente, a volte procedendo pianissimo, a volte pigiando il piede sulla frizione per eliminare temporaneamente i rumori ed attutire il mal di stomaco che situazioni di questo genere tendono a produrre in chi è impegnato in un lungo percorso, a volte dicendomi che potrebbe essere non grave così come era nella mia percezione.


Quando Garmin mi ha condotto ad un imbarco su traghetto, questa volta non l'ho rifiutato: le condizioni di salita e discesa sono state più semplici rispetto all'eventualità precedente, ma il rumore dopo lo sbarco mi è sembrato rendere le cose più complicate.
Ad un controllo visivo mi è sembrato di notare un angolo anomalo fra semiasse e cuffia verso ruota, perciò ho iniziato ad interpellare telefonicamente gli operatori della Franciacorta che ci avevano lavorato, ma senza riuscire a identificare in maniera precisa il tipo di avaria: mi è stato spiegato che se fosse il giunto il rumore si dovrebbe produrre solo sotto sterzo, mentre io ce l'ho sul dritto.
Inoltre, una volta sbarcato dal traghetto, la strada si è fatta stretta e pessima; poi mi sono trovato a ridosso della frontiera e ho pensato di puntare su Arad, distante 60 km..


Ma il rumore è diventato insopportabile, ed anche la guidabilità non è più stata come alla partenza, anche se fin da subito avevo notato delle reattività sullo sterzo alle basse velocità, esattamente quelle che ora sono costretto a mantenere.
Al primo distributore Petrom incrociato in località San Nicolau mi sono fermato per chiedere di un meccanico: il personale è stato gentile e mi ha aiutato subito.
Dopo una ventina di minuti si è presentato un giovane in costume da bagno (date le temperature molte persone girano con questo abbigliamento in questa che è considerata l'area forse più calda della Romania): lingue parlate, il rumeno ed il magiaro! Perfetto, ho subito pensato.
Giunti davanti all'officina che non avrei mai potuto trovare essendo priva di insegne, il giovane ha voluto condurre il Nomade e senza perdere tempo mi ha fatto capire che il problema deriverebbe da un supporto motore.
Nel frattempo mi ha introdotto a Dorica detta Dori, la moglie del padrone, la quale conosce l'italiano ed è stata disponibile sia come interprete che per fare un po' di conversazione con me.
Eseguito un breve intervallo pasto, i meccanici si sono poi dedicati nell'intervento; il supporto motore è risultato sano ma il perno di fissaggio tranciato: vuoi vedere che me la cavo in fretta e senza complicazioni? Mi sembra impossibile per come ho percepito la cosa e per il ricordo di David – Panama.
Alle 15.30 è stato effettuato il test drive: positivo per quanto attiene al supporto motore, negativo per ciò che io avevo identificato sin dall'inizio segnalandolo al collaudatore.
Capisco che di fronte a dei ricambi che nella migliore delle ipotesi arriverebbero in una settimana il meccanico locale dica: “meglio se piano piano raggiungi Bacau”, luogo che io so di dover raggiungere, solo che si trova a circa 650/700 km. da qui.


Dopo un altro scambio telefonico con la Franciacorta mi sono sentito dire che se si tratta del giunto, il fatto della rumorosità non dovrebbe compromettere la funzionalità: mi sono così deciso a riprendere la marcia, ma fra il caldo, la rumorosità, la guidabilità a tratti inesistente, il percorso indicato da Garmin tutto su strade secondarie in pessimo stato di manutenzione, con l'occhio appesantito ed il fiato corto ho preso al volo l'opportunità appena intravvista : ecco come è maturata per il Nomade la sosta notturna a Buteni!


Mercoledì 21 sveglia alle 5.30 e pronta partenza nel buio; il rumore inizialmente mi ha molestato parecchio, così come il fondo stradale. In queste condizioni la guidabilità è scarsissima: ho riflettuto su quanto è in corso ed ho pensato che probabilmente la convergenza non era perfetta sin dall'origine. Quindi viaggiando si sa che il sovrappeso spinge le ruote ad aprirsi; forse la soluzione attuata a Panama consistente nel rendere maggiorata la campana verso ruota del lato passeggero (quella che riceve il semiasse) che è stato problematico per tutto il viaggio oltre oceano, in modo da impedire che i meccanismi in essa contenuti sforassero potrebbe essere attuata anche sul lato guida.



Inoltre avevo in mente di chiedere se non fosse il caso di maggiorare le misure di entrambi i semiassi, ma le cose sono andate in un modo tale per cui non ho mai potuto esprimere a nessun meccanico questa mia fantasia.
Ad un certo punto, quando è stato possibile correre un po' più velocemente, la situazione è migliorata moltissimo, anche se ogni rallentamento e successiva ripresa è sempre stato come un dazio da pagare ad occhi chiusi.



Dopo aver macinato 330 km. ho deciso di fermarmi nella città di Fagaras per acquisti e pausa pranzo; nel momento di riprendere il viaggio i rumori emessi dall'apparato in avaria sono stati immediatamente strazianti.
Ho pensato che fosse giunto a maturazione il momento atteso, ma intanto ho provato ad avviarmi molto dolcemente; appena immesso sulla E 68 è accaduto l'irreparabile: perdita completa della motricità.



Ho accostato immediatamente sulla destra a fianco di una stazione di servizio Gerom che poi ho capito essere in disuso, altrimenti ci sarei entrato con l'abbrivio: ora sono fuori dalla carreggiata, assai frequentata essendo quella che conduce prima a Brasov, importante centro di questo paese, e poi a Bacau, quindi il posto è rumoroso, ma adatto ad attivare i soccorsi.
Prima ho preso contatto con l'amico di Bacau e quando questi mi ha riferito circa il come avrebbe potuto aiutarmi, allora ho chiamato il soccorso stradale previsto dalla polizza assicurativa del veicolo che, fra le varie garanzie, prevede anche il rimpatrio del veicolo.
Come sempre in questi casi c'è da attendere; ho pensato che quando sarò portato all'officina Fiat più vicina, dopo l'esame dei tecnici chiederò un preventivo completo anche della tempistica perché sono convinto che dovrà essere fatto arrivare un pezzo di ricambio dall'Italia, ammesso che si trovi, come ai tempi della California.
A meno che non si tratti di uno di quei pezzi che scaramanticamente ho lasciato a Sestri prima di riorganizzare il carico.
Infatti il mio contatto a Bacau è preoccupato che i suoi connazionali se ne possano approfittare, aspetto che per me è quasi scontato; una volta conosciuta la richiesta potrò compararla con altre soluzioni, inclusa quella di chiedere il recupero a Sestri del pezzo rimasto tramite mio fratello: la situazione è appena agli inizi....il rientro del veicolo mi sembrerebbe la soluzione più sensata!
Di questa possibilità ho già parlato con il meccanico italico che mi ha dato la sua disponibilità a ricevere il Nomade.
Dopo sei ore di attesa a causa di un disguido fra operatori del soccorso, alle 20.00 è arrivato il camion che mi ha trainato sino alla sede Fiat di Brasov: il custode, Adrian il suo nome, ha una figlia ed una nipotina di nove anni che vivono a Brescia, ma non è in grado di parlare italiano.
Domattina, dopo il rapporto tecnico, avrò un contatto telefonico con Eva, la persona che segue il mio caso dall'Italia, per decidere come procedere oltre.

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