domenica 25 agosto 2013

Castello di Bran e Brasov, ore 24.00 L.T.

La giornata di ieri è stata impegnata completamente nell'attesa di ricevere l'auto prevista; a causa della cattiva organizzazione dei corrispondenti, dopo varie comunicazioni telefoniche con la centrale operativa italiana sono stato contattato dai locali di Bucarest verso le 13.30: sembrava fatta, invece ho dovuto attendere sino alle 18!
Mi sono dato da fare per trasferire tutto quanto mi servir, nonché del materiale personale da destinare o a singoli non abbienti o ad organizzazioni che si occupano degli ultimi che cercherò nell'area di Bacau.


Così oggi sono salito sulla Megane Renault S.W. Motorizzata dci ed ho iniziato a muovermi sul territorio quasi come un turista: in mattinata ho raggiunto Bran, sede di un castello importante (ma non ne voglio sentire parlare di vampiri, storia inventata da quello scrittore Irlandese o Inglese e allocato proprio qui), residenza anche della regina di Romania che era una nipotina di Vittoria d'Inghilterra; una bella ragazza un po' fuori dagli schemi delle etichette regali, sul tipo di Elisabetta di Baviera coniugata Asburgo.


Osservando i nomi dei nobili signori che hanno avuto per le mani per primi questi territori si notano i soliti nomi delle case che hanno colonizzato spazi in tutta Europa.



Appena giunto a Bran sono stato attratto da un bimbetto che si stava muovendo a gattoni attorno a casa; quando la madre si è accorta che lo stavo riprendendo mi ha invitato ad avvicinarmi, così ho potuto vedere anche la sorellina: una coppia di gemellini Transilvani di ultima generazione di tredici mesi di età di sana e robusta costituzione, apparentemente migliore di quella della madre e della nonna con le quali ho parlato.



Le statistiche indicano il Castello di Bran come la meta turistica più visitata della Romania; anche se non era come a Mont San Michel però una certo assembramento di persone l'ho notato.




La cosa più fastidiosa è ciò che si colloca attorno a queste mete: bancarelle che vendono per buona parte della sana paccottaglia ispirata al mito di Dracula il Vampiro, mentre in altre ho visto proporre abbigliamento tradizionale. 



Ciò che mi ha attratto maggiormente sono state le venditrici di meravigliose more e lamponi; i frutti venivano presentati abbinati, posti in cestini di corteccia intrecciata, ma le quantità erano ragguardevoli e così ho rinunciato all'assaggio.
Come spesso accade durante la giornata del sabato, anche qui ho visto un gran movimento dedicato a varie cerimonie, principalmente matrimoni, ma anche battesimi.



La città di Brasov è una città gradevole da visitare, anche se nella piazza principale c'era in atto un evento ispirato al periodo medioevale: pertanto bancarelle e tanta gente dappertutto.



Dopo le prime due ore di esplorazione si sono sentite le prime gocce d'acqua raggiungere il suolo: non si è scatenato un nubifragio, ma quanto basta per far scendere la temperatura e bagnarsi.




Allora ho proseguito la visita spostandomi con l'auto nella parte più alta della città vecchia, zona residenziale che ho trovato molto piacevole, a contatto con un parco naturale stracolmo di verde: è proprio in quell'area che è posta la chiesa ortodossa dove era in corso la cerimonia del battesimo.





Ho concluso la visita raggiungendo le due torri più importanti fra quelle rimaste del possente assetto di bastioni realizzato dai Sassoni, popolazione che in questa regione era stata incaricata di eseguire tutte le opere necessarie per contrastare le continue invasioni di altre etnie, fra le quali quella turca ha giocato un ruolo preponderante.



Vlad l'impalatore, figlio di Vlad Dracul, l'uomo che da capo delle guardie era stato promosso responsabile del territorio per aver contrastato vittoriosamente proprio i turchi, dopo un periodo consistente trascorso come ostaggio nelle mani del nemico su ordine del padre che con questa manovra intendeva ingraziarseli, una volta tornato iniziò a mettere in pratica l'arte della tortura appresa presso di loro rivolgendola giustappunto nei loro confronti, e non solo.



Da quando sono entrato in Romania ho incontrato spesso persone dalla carnagione molto scura: ora e vero che vivono etnie diverse in tutta l'area, ma le incursioni dei guerrieri provenienti da oriente qualche segno l'avrà ben lasciato, così come era consuetudine, o no?


L'aspetto che non mi aspettavo e che giudico molto positivamente è dato dal fatto che, dopo le generazioni che hanno scelto di migrare, quelle nuove, che non credo sentano più quell'esigenza, parlano l'inglese in maniera diffusa tanto da non essermi mai sentito in difficoltà nel comunicare.


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