domenica 3 marzo 2013

Via Crucis


Venerdì 01.03 – Giornata bidonata per metà: raggiunta la clinica ho dialogato con Felix e poi, nell'attesa che Carmen si rendesse disponibile, ho trafficato al computer. Ad un certo punto è arrivata una chiamata telefonica a Carmen da parte di un certo Frate Domenico il quale, avendo appreso della mia presenza, ha voluto parlarmi invitandomi a raggiungerlo nella sua sede: egli è un francescano nato a Potenza e conosce bene i medici italiani di Nuova Officina. Non so se sarò in grado di visitarlo perché per arrivarci mi ha parlato di oltre 100 km. di terrazzeria ed io non ho voglia di sottoporre il Nomade subito dopo la sua presunta guarigione: potrei andarci con il bus e potrebbe essere una esperienza interessante, ma sono altresì consapevole che non si può vedere e conoscere tutto ed inoltre sento che il mio tempo in Nicaragua volge ormai al termine.


Quando Carmen si è allontanata per la pausa pranzo io mi sono ulteriormente trattenuto, lasciando la postazione verso le 2 p.m. per effettuare un transito a casa. 


Quando mi sono ripresentato alla clinica ho trovato il cancello chiuso ed il custode mi ha informato che la chiusura era dovuta alla Via Crucis in corso durante il pomeriggio: che fregatura, nessuno mi aveva parlato di questo fermo, tanto meno Carmen.
Sono tornato sui miei passi e mi sono riorganizzato per cogliere il folklore dell'evento del quale avevo cominciato a percepire le musiche suonate da una banda.



La cerimonia era già in fase avanzata, ma ho comunque fatto a tempo a coglierne circa la metà: 


lungo la strada erano state fissate ai muri immagini rappresentative delle varie stazioni, salvo l'ultima che era animata, o meglio, inanimata, dalla presenza di una persona immobile nell'interpretare la figura di Jesus disteso su una lapide.




Quando la statua di Jesus è rientrata in chiesa molte persone si sono letteralmente buttate in ginocchio per seguirla sino a che è stata parcheggiata, quindi, alzandosi, prendevano il bordo del mantello fra le mani baciandolo e portandoselo alla fronte per il segno della croce.




Anche oggi, come negli ultimi due giorni, ho visto molti bimbi piccini portati in braccio addormentati dalle loro madri: questo è un popolo che si riproduce velocemente, ma non evolve con la stessa andatura.


Stamane Felix mi aveva confermato che alcune mie considerazioni non erano campate in aria; e ciò in riferimento al modo di lavorare nelle varie piantagioni, alla mancanza di prevenzione e cura delle coltivazioni, alla mancanza di iniziative tendenti alla trasformazione dei prodotti in loco, alla mancanza di innovazione seppure gli apparati governativi forniscano indirizzi in tal senso, alla cattiva alimentazione dovuta anche al fatto che non vengono adeguatamente utilizzati i prodotti ortofrutticoli, circa il fatto che chi riceve un importo a credito focalizzato sulla propria attività produttiva ne destina una minima parte ai campi ed il resto viene utilizzato diversamente (antenne satellitari e auto).


Felix ribadiva che le persone vanno aiutate istruendole, dando loro gli strumenti per migliorare la propria condizione, non regalando loro forme varie di sostentamento: da tempo le O.N.G. si muovono seguendo questa linea, ma l'indolenza delle persone e le ataviche culture rendono difficile l'ottenimento di risultati significativi.
In parallelo le varie congregazioni religiose operano non sempre seguendo gli stessi criteri, motivate a mantenere e possibilmente ad incrementare i loro greggi attraverso credenze portate al limite del paganesimo e ad integralismi di appartenenza che suonano stonati anche alla luce del movimento che le stessi case madri stanno da tempo portando avanti almeno fra le tre grandi religioni monoteiste.
Lo scopo di queste considerazioni non è certo quello di pontificare, anche perché la mia conoscenza resta assai superficiale e non è nelle mie intenzioni tirare fuori dal cilindro una ricetta applicabile “tout court” al Nicaragua.
Mi auguro solo che non ci sia qualche importante entità già in azione o dietro l'angolo pronta a sfruttare a proprio vantaggio questo territorio che ha mantenuto nel tempo una vocazione esclusivamente agricola.
Verso sera ho ricevuto Carmen nella sua veste di supervisore tendente ad accertare la situazione della casa; dopo averla scherzosamente redarguita per non essere stato informato circa la chiusura pomeridiana della clinica, mi ha confessato che nemmeno lei lo era tanto che, come me, aveva trovato il cancello chiuso dopo la pausa pranzo: ormai solo domani chiamerà Rito per aggiornamenti sullo stato di salute del Nomade. 

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