sabato 2 marzo 2013

Visita a due comunità montane


      Mercoledì 27.02 – Nottata rumorosa riscattata da una prima colazione modello Paco (pane tostato, olio d'oliva, pomodori, prosciutto crudo, salame, caffè, melone ed anguria); dopo i saluti ho raggiunto Fray Damiano per partire in direzione di Naranja a bordo del suo Toyota pick up.



      La strada, tutta terrazzeria della peggior specie (tipo fondo di torrente), è salita sino ai 1.500 m.s.l.m. prima di arrivare alla meta attraversando coltivazioni di patate, mais, caffè e banane, coltivazioni che si susseguivano creando panorami gradevoli .






      I territori sono quelli dove l'esercito sandinista ed i contras ebbero modo di scontrarsi a lungo; 




      l'area veniva cannoneggiata da lontano per centrare le postazioni dei contras mentre spesso venivano centrate case agricole, le stesse che ho potuto vedere oggi.


      Il luogo è diventato importante perché Fray Odorico è proprio qui che riusci a far convergere gli eserciti delle due parti facendole partecipare ad una messa durante la quale i componenti dell'una e dell'altra, invitati da Odorico, si scambiarono abbracci, propedeutici alla pace venuta da lì a poco.




      La comunità, 50 famiglie + o -, si occupa di agricoltura (piccoli appezzamenti di terreno) e vive in case costruite in parte in legno ed in parte in blocchetti di cemento, quasi tutte servite dalla corrente elettrica, quasi tutte dotate della padella per ricevere i canali via satellite, quasi tutte dotate di un pick up o di una moto: 



      mi è sembrata globalmente una comunità benestante, anche se una nuova malattia che ha colpito le piante del caffè lascia prevedere per i prossimi tre anni una grande crisi con produzione drasticamente in calo (pare che l'unico modo di combattere la malattia sia quello di capitozzare la pianta attaccata dal microscopico fungo; il che vuol dire che le piante che subiranno il trattamento per tre anni daranno zero produzione).





      Appena arrivati siamo stati accolti dalle persone più impegnate nel mantenimento e prossimo ampliamento della cappilla, in particolare da Bernarda, persona che è stata presente alla famosa messa di cui sopra.
      Ho visitato la sua casa, una delle tante costruita in legno, con ampie fessure fra un asse e l'altra: di notte fa freddo, mi ha confessato mentre mi stava servendo un caffè.
      Dopo, incalzata da Damiano, mi ha preparato una tortilla fresca cucinandola nell'apposita teglia, poi servita con queso e un piattino di fagioli: non ho faticato a comportarmi da gentiluomo facendo onore alla comida, ma al tempo stesso ho pensato che sarebbe valsa come pranzo.




      Quindi ho raggiunto in compagnia di Bernarda la casa della figlia, chitarrista autodidatta dalla voce soave che, su mia richiesta, si è esibita in una sua composizione inneggiante a
      chi? ... ad Odorico, naturalmente!
      Damiano ha poi introdotto al suo gregge raccolto nella cappilla gli argomenti propedeutici alla Pasqua in un modo molto efficace, trovando la maniera di spiegare la mia presenza lì e di coinvolgermi brevemente nella sua esposizione.



      Quando si è ritirato in un locale a latere mai avrei pensato che ci sarebbe rimasto sino all'1 p.m., impegnato a confessare praticamente tutta la comunità che ne aveva titolo.
      Nel frattempo una giovane voce femminile accompagnata da un gruppo di 4 musici ha cantato inni in onore di Odorico e molto altro ancora mentre io ho cercato aria e ombra all'esterno in quanto in questi luoghi spesso ci sono nuvole in cielo, ma oggi, con il vento, erano state spazzate via lasciando spazio ai raggi del sole che, implacabili, stavano colpendo duro.




      Ho avuto la sensazione che tutti vestissero gli abiti della festa, inclusi i bambini che ho avuto modo di incrociare e di fotografare, felici di rivedersi sul display subito dopo. Lo stesso è avvenuto anche con persone più grandi all'interno della cappilla, solo che a un certo punto sono stato colto da un colpo di sonno per porre rimedio al quale ho guadagnato uno spazio defilato all'esterno, marcato a vista dai bambini di prima mentre, poco lontano, un incaricato di Damiano vendeva amuleti con l'effige di chi? ….di Odorico, tanto per restare in tema.





      Quando Damiano ha assolto l'ultimo peccatore pentito ha indossato i paramenti per officiare messa: in cappilla erano presenti quasi tutti, incluso due cani che hanno trascorso tutto il tempo sdraiati nel corridoio centrale a sonnecchiare, incuranti dei movimenti e dei canti degli umani attorno a loro.
      Al termine della cerimonia parecchie persone hanno offerto a Damiano qualche cosa, dalle uova alla frutta, passando da certi tuberi (pare sia più saporiti delle patate) e da un intero casco di banane.




      Caricato tutto sull'auto ho pensato si partisse, invece era pronto il pranzo nella casa della sorella di Bernarda: riso, insalata, coscetta di pollo fritta, bibita.
      Solo dopo questo ulteriore rito è stato possibile iniziare il rientro; Damiano ha scelto una variante, forse in peggiori condizioni della strada percorsa in mattinata, dove transita persino un servizio di trasporto pubblico, per consentirmi di ammirare il lago dal lato della montagna.



      Ho chiesto a Damiano quanto tempo gli durassero le coperture: egli mi ha confessato max 6 mesi, sempre che non se ne squarci una prima nell'impatto con qualche pietra tagliente.
      Tornati alla base ho notato dei turisti che stavano entrando in chiesa: Damiano mi ha spiegato che esiste una falsa credenza su certi dipinti al suo intero, attribuiti a Daniel Ortega, l'ex capo guerrigliero oggi Presidente della Repubblica.
      Ci siamo lasciati prima delle 5 p.m. ed io mi sono diretto a casa; trovandola chiusa ho raggiunto a clinica per cercare le chiavi del portone.
      Sia Felix che Carmen erano assenti e nessuno sapeva come fare, ma nell'ufficio ho trovato un paio di volontari ventiquattrenni americani appartenenti ad una O.N.G. governativa chiamata “la croce della pace”, operante in varie parti del mondo.
      Dei due avevo già conosciuto sin dal primo giorno la ragazza la quale si è attivata telefonicamente per aiutarmi, riuscendo a farmi recapitare le chiavi in un tempo ragionevole.
      Arrivato a casa l'ho trovata parzialmente smobilitata, ma tanto a me, oltre alla camera da letto, interessa solo l'agibilità della cucina.
      Dal momento in cui avevo cominciato ad accendere il computer sono iniziate le bussate alla porta di ingresso da parte di due fra i vari figli di una cuciniera, abituati in precedenza, quando la madre è stata all'opera per il gruppo spagnolo, ad essere di casa qui.
      Fra un loro andare e tornare si è bloccata la serratura tanto da temere di rimanere isolato; i due però sapevano come saltare dentro alla proprietà e sapevano come usare la serratura, anche se in questo caso non c'era modo di sbloccarla.
      Allora ho rimandato fuori uno dei due con la chiave e dall'esterno è stato possibile sbloccarla.
      Quando mi sono deciso a cucinare i due si sono ripresentati: mi sono reso conto che avrebbero gradito mangiare. Allora ho esagerato preparando in un tegame scassatissimo un soffritto di cipolla e chili al quale ho poi unito dei pomodori tagliati a pezzi; quando ho ritenuto maturo il momento ho aggiunto otto uova sbattute, ottenendo in breve tempo un apprezzabile risultato sotto gli occhi incuriositi dei due giovani, uno di 11 e l'altro di 14 anni, che poi hanno provveduto a spazzolare quanto servito nei loro piatti.
      I due sono simpatici, anche se capisco di più il quattordicenne che l'altro, e mi hanno chiesto molte informazioni: io ho risposto in qualche modo, trovando modo anche di scherzare con loro.
      Dopo cena mi hanno lasciato e, sicuri di farmi cosa gradita, mi hanno informato che si sarebbero fatti vivi anche domani pomeriggio, una volta terminati gli impegni scolastici.


Giovedì 28.02 – Oggi è stata la mattinata delle stranezze sin dal mattino; appena in piedi ho raggiunto la cucina senza riuscire ad aprire la porta con e senza chiave. 
Ho subito puntato una finestra alta dalla quale ho pensato di potermi poi calare, idea scartata dopo essermi inerpicato avendo valutato la difficoltà ad atterrare senza danni all'interno. Dopo aver armeggiato con la serratura la porta si è sbloccata: gran sospiro di sollievo.
Tutto questo mi ha impegnato non poco così quando sono entrato in bagno l'acqua non c'era già più; previdentemente avevo riempito alcune bottiglie che ho dovuto iniziare subito ad utilizzare.

                                    

                                   


Sentendomi chiamare poco dopo, con la testa parzialmente insaponata ho aperto al quattordicenne di ieri sera il quale, sulla strada per la scuola, ha pensato di chiedermi un certo contributo che gli sarebbe servito per poter seguire il corso di ginnastica: un po' spazientito dalle continue intrusioni di questi ragazzi gli ho fatto capire che non disponevo di USD ed ho continuato i miei mestieri mentre lui si dirigeva all'uscita.
Anche la colazione ha presentato qualche inciampo perché determinate cose non ci sono più nella casa sin dalla partenza degli spagnoli.

                                           


Rischiando di far tardi all'appuntamento delle 9 con Damiano, ho lasciato l'abitazione dopo aver scritto per la ex cuciniera che sarebbe passata più tardi una nota di attenzione sulle serrature non funzionanti, lasciando la chiave della cucina così come mi era stato richiesto.





Salito sulla Toyota questa si è mossa per raggiungere la località chiamata El Diamante posta a 1.400 m.s.l.m. mentre Damiano mi offriva un paio di banane chiamate manzana perché hanno il sapore della mela.






I paesaggi e le coltivazioni sono ancora come quelle di ieri, ma la cappilla è ubicata in piena campagna, assai prima dell'insediamento della comunità costituita da circa 60 famiglie.






Oggi Damiano ha inizialmente condotto le cose più velocemente, ma fra le confessioni, la messa ed un rito aggiuntivo si sono fatte le 3 p.m..






Io ho trascorso buona parte del tempo parlando con adulti e ragazzi, tutti incuriositi da quanto aveva detto Damiano su di me, attirando anche l'attenzione dei bambini più piccoli che desideravano essere ripresi fotograficamente per rivedere la loro immagine su display.






Mi è piaciuto giochicchiare con loro e mi sono prestato ad essere poi continuamente cercato per altre foto.






Ad un certo punto un ragazzo sordo muto mi ha affiancato e non mi ha più mollato: non è stato facile capirlo visto che si esprimeva solo a gesti, ma con un po' di buona volontà ci ho provato, probabilmente anche riuscendoci parzialmente.







Terminati gli impegni canonici Damiano mi ha invitato a condividere il pranzo predisposto in loco dalle cuciniere: coscia di pollo in umido con patate, a latere fagioli, insalata, queso e tortillas.





Subito dopo la Toyota ha ripreso la strada del ritorno portandosi appresso, caricati nel cassone, alcuni ragazzi.
Lungo il percorso è avvenuto un incrocio sia con l'autobus che con un camion e devo dire che questo pick up se la cava sempre egregiamente, con o senza ridotte in funzione.





Arrivato al dispensario ho parlato per un po' con Damiano il quale mi ha indicato un paio di progetti prioritari per realizzare i quali avrebbe bisogno di aiuti economici; il primo riguarda le medicine che vengono distribuite ai poveri per le quali servirebbe creare un fondo, il secondo riguarda i ragazzi sparpagliati nelle montagne i quali devono raggiungere San Rafael nei giorni di sabato o domenica per studiare e per i quali egli pensa ad un contributo economico.




Lasciato Damiano ho raggiunto casa con l'intenzione di non dare spazio alle intrusioni; appena entrato ho capito che tutte le difficoltà del mattino per entrare in cucina me le ero create da solo.
Infatti non è possibile pensare di aprire una serratura con una chiave che non è la sua.
Avevo usato la chiave della camera per la cucina e andandomene avevo lasciato alla ex cuciniera quella sbagliata!



Quando più tardi ho sentito chiamare il mio nome ho resistito all'impulso di andare ad aprire continuando il mio lavoro al computer sino a che, e ci è voluto un po' di tempo, chi mi stava cercando ha desistito, salvo riprovarci dopo le 8 p.m., proprio quando stavo iniziando a predisporre la cena con ciò che mi sto ritrovando a diposizione..   

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