Venerdì 15.03 – Prima di
muovermi sono riuscito ad utilizzare anche una connessione WiFi
dell'albergo; soddisfatto di ciò mi sono diretto a Golfito per dare
uno sguardo al Pacifico costaricense.
La strada per arrivarci corre in
mezzo a terreni mossi e coltivati, le tonalità del verde che
l'occhio percepisce sono numerose e la vegetazione tendenzialmente
fitta.
Le case incontrate lungo la
strada mi sono sembrate di un tono superiore, complessivamente una
bella zona, apparentemente benestante.
Ad un certo punto sono stato
avvicinato da una persona con la quale si è sviluppato un lungo
discorso del quale sono riuscito a comprenderne una percentuale
elevatissima, non certo per mia capacità quanto per il modo di
esprimersi della persona.
Ho così appreso che la zona
manca di lavoro, che le coltivazioni a palma hanno ridotto l'impiego
di mano d'opera, che i turisti non arrivano più così numerosi come
in passato: insomma, un'area depressa!
Sono poi stato presentato a
Teresa, la moglie, mentre lui se ne andava per altri impegni; anche
con lei ho parlato un po', ma prima di lasciarci lei ha voluto il mio
indirizzo email, così le ho lasciato anche quello del blog. Teresa
era felice e ci siamo salutati con un abbraccio ed un bacio sulla
guancia, secondo usi e costumi del Centro America.
Dopo la divagazione di 60 km. mi
sono immesso sulla via per la frontiera. Superata l'ultima città, a
pochi km. dal confine sono incappato in una interruzione stradale
dovuta a cedimento del manto: oltre due ore di fermo, un imprevisto
che però riuscirò ad assorbire entro i margini di tempo che mi sono
dato.
Eccoci alla frontiera: spazio
zero, gran confusione, non si capisce come muoversi anche perché
l'urbanizzazione arriva a ridosso dei luoghi deputati a svolgere le
pratiche che restano nascosti dalle attività commerciali.
Stavo infatti entrando nell'area
preposta alle pratiche in territorio di Panama senza aver svolto il
rito dell'uscita da Costa Rica.
Accortomi di ciò mi sono visto
costretto a invertire marcia sullo strettissimo e a cercare un
parcheggio oltre la dogana, sperando non mi venisse richiesta
l'ispezione.
A parte il tempo impegnato,
tutto è andato liscio. Quindi ho riportato il Nomade dove già ero
arrivato prima: lì sono stato invitato a parcheggiare a ridosso di
una lunga schiera di Harley Davidson che mi avevano superato durante
il blocco stradale, ma non dal personale addetto, bensì da un
camionista che, avendo completate le sue pratiche, non riusciva a
passare a causa della mia presenza.
Come sono sceso subito sono
stato preso in carico da uno dei soliti mosconi: questo poi parlava
talmente veloce e con una cadenza tale per cui proprio non avevo la
minima possibilità di comprenderlo.
Mi ha voluto portare a fare
subito l'assicurazione del veicolo (da un suo conoscente, ho
immaginato), quindi mi ha pilotato nei vari passaggi senza che io
opponessi resistenza.
Alla fine, quando gli ho
lasciato 2 USD di propina non è sembrato troppo soddisfatto:
pazienza, ho pensato, il suo è un lavoro che prevede qualche
rischio, fra i quali anche quello di non essere pagato visto che nel
rapporto manca sempre la dichiarazione di ingaggio e la richiesta del
relativo compenso.
Superata la fumigazione (pagata
ben 6 USD-la valuta di Panama è quella degli U.S.), Panamà riceve i
suoi ospiti con una autostrada a quattro corsie dalla pavimentazione
perfetta: lo specchietto per le allodole finisce a David quando la
CA1 diventa quasi una stradina ed il manto non è più così tirato.
Fra le opzioni possibili per la
sosta notturna, tenuto conto che ora la differenza con l'Itaila è
solo di 6 ore (ho dovuto spostare le lancette dell'orologio in avanti
di 60' al momento del passaggio della frontiera), ne ho scelta una
che mi consentisse di non allontanarmi troppo dalla strada
principale.
Impostate le coordinate (fonte
alemanna) ho girato a destra e in pochi km. avrei dovuto incontrare
una spiaggia dove poter stare. Mentre andavo mi sono reso conto che
qualcosa non corrispondeva alla descrizione, ma l'indicazione di
Garmin era precisa e pertanto ho continuato. Ad un certo punto Garmin
mi ha dato per disperso, ma ormai ero in ballo ed ho pensato che
avrei trovato comunque qualche cosa.
Infatti ho trovato che la strada
finiva compiendo un cerchio in un villaggio dove Vladimir, una
persona che vedendomi arrivare, sorridendo mi ha fatto segno di no
con la mano, mi ha spiegato che lì non ci sono spiagge utilizzabili
al mio scopo, ma solo barche con le quali raggiungere delle spiagge.
Ho allora iniziato a percorrere
nel senso opposto la stessa strada sino a trovare una indicazione per
spiaggia Hermosa a 3,2 km.
Quando già stavo pregustando la
vista mare mi sono trovato su una notevole pendenza che introduceva
alla spiaggia. Ho bloccato subito rendendomi conto che la situazione
non era di quelle a me favorevoli.
Sulla sinistra un gruppetto di
persone mi stava osservando ed io ho subito indirizzato loro un
saluto.
Innestata la retro si è sentito
un rumore sinistro ed ho smesso immediatamente. Ho riprovato poco
dopo ed il veicolo non ha fatto neanche un centimetro di retromarcia,
ha solo emesso lo stesso lamento.
Appena sceso ho subito capito di
avere un problema al quale non sarei stato in grado di trovare una
soluzione per conto mio.
Infatti la ruota lato
passeggero, la sinistra guardando fronte muso il veicolo, non era
centrata nel suo alloggiamento bensì spostata all'indietro:
accidenti, ho penato, sino ad ora i rumori emessi dalle varie parti
meccaniche sofferenti mi avevano consentito di essere sempre in
anticipo su una eventuale avaria per strada: ma qui di rumori non ne
ho percepiti, la guidabilità è sempre rimasta la stessa, il panne
mi è caduto addosso come un macigno, quando meno te lo aspetti.
Mi sono rivolto alle persone che
avevano seguito tutta la vicenda dall'alto spiegando che avevo
assolutamente bisogno di aiuto; c'è da dire che logisticamente
trovarsi in panne fermi su una discesa a picco sul mare a oltre 22
km. dalla strada principale e a circa 50 dalla città più vicina
quando è venerdì sera, sapendo che la prossima settimana qui tutti
saranno in vacanza mentre io lunedì mattina dovrei trovarmi negli
uffici WWL per completare le pratiche, è un situazione quasi da
infarto.
Fra i presenti si è subito
acceso un dibattito sulla ricerca di un meccanico, cosa non facile;
quindi sono stato invitato a salire sull'auto di Elween (che era in
visita qui da un amico) per raggiungere il pueblo e trovare qualcuno.
Intanto il buio era calato
all'improvviso ed io, mentre si procedeva, pensavo a cosa poteva
essere successo e mi tranquillizzavo pensando che comunque ho dei
giorni prima dell'arrivo della nave e che dopo altri dieci ce ne
sarebbe stata un'altra, che forse sarei stato ancor in tempo a
modificare il mio biglietto aereo e la prenotazione dell'Hotel,
Giunti al pueblo Elween ha
cominciato ad informarsi, ma la persona sula quale aveva puntato non
era rintracciabile. Poi ha avuto un altro suggerimento e siamo
arrivati lì dove un Gringo abita dopo aver saputo che fa il
meccanico di motori marini. Parlando un po' in inglese ed un po' in
spagnolo mentre Juan stava lavorando sulla propria vettura non
marciante, questi si è dichiarato pronto a salire sull'auto di
Elween per venire a vedere il malato a domicilio.
Siamo tornati al capezzale del
malato alle 19.30 e utilizzando strumenti in parte da lui portati ed
in parte dotazione del Nomade, questi è stato alzato usando per la
prima volta il Jack acquistato in viaggio.
Juan ha analizzato la situazione
rendendosi conto che appena il veicolo si è alzato la ruota ha
trovato la sua centratura, segno che c'è un componente
dell'avantreno che non sta lavorando bene .
Andando per esclusione, dopo
aver rimontato la ruota ed effettuato un altro tentativo di
retromarcia con lo stesso risultato, vedendo che la parte ritenuta
incriminata non aveva subito movimenti, osservando che i bulloni
erano stretti è emerso che la rondella era totalmente affondata
nella plastica azzurra, quella che era stata posizionata al posto
delle guarnizioni nere, all'origine in gomma, durante la sosta
californiana in Gualala, da poter essere l'origine del problema.
Mancando di un attrezzo adatto
per smontare la parte e sostituirla con una a mie mani ricevuta
all'epoca tramite Fedex, essendosi fatte le 21.15, ho chiesto di
riprendere il lavoro il giorno dopo in modo da poter cercare il pezzo
utile. Juan è convinto che dopo potrò marciare regolarmente, io
aspetto domani prima di esprimermi: lui tornerà qui per le 6
accompagnato dall'ottimo Elween.
Se il veicolo non dovesse
beneficiare dell'intervento non resterà che cercare un trattore in
grado di trainarlo sul piano dove, sempre secondo Juan, il veicolo
potrebbe comunque andare, certo, sfasato di convergenza.
E pensare che a Managua, pochi
giorni fa, era tutto a posto!
Il dubbio che mi rimane è anche
dato dal fatto che ho trovato a terra dell'olio: Juan sostiene che è
quello del servosterzo, ma perdite io non ne riscontravo sin
dall'inizio del viaggio, e poi Rito se ne sarebbe accorto.
Se avessi avuto qualche segnale
avrei potuto approfittare dei giorni in sosta a casa Fiat, ma con i
se non si va da nessuna parte.
Ci sono molti punti dubbi tali
da rendere inquieti; è in questa situazione che mi è tornato alla
mente un episodio lontano nel tempo.
Quando nel mondo del lavoro
occupavo una posizione di una certa importanza, durante un corso
periodico di formazione, dopo aver sentito un sunto della propria
esperienza di lavoro, il formatore di turno proponeva l'associazione
con un personaggio storico significativo a tutti i partecipanti.
Io fui associato ad Ulisse,
navigatore su rotte sconosciute e traghettatore di uomini (secondo le
esperienze di lavoro): strano non averci mai pensato prima durante
questo viaggio che si è rivelato essere una navigazione a vista
continua per cercare alla fin di traghettare da qualche parte.
Sabato 16.03 – Errore di
programmazione: avevo sistemato l'orologio da polso ma non la
sveglia. Sono state le voci a farmi rendere conto che avevo già Juan
e Elween sotto casa; in un battibaleno mi sono reso disponibile dando
inizio ad una escalation che non avrei mai immaginato.
Già smontare la parte con il
dado incastrato nella plastica, in mancanza di strumenti adatti, è
stata un'impresa non da poco; inoltre varie bestioline volanti hanno
ben gradito trovare due umani distesi a terra senza possibilità di
difesa ed hanno lanciato assalti ripetuti, spesso toccando il loro
obbiettivo.
Comunque in un paio d'ore il
veicolo era pronto a riprovare a muoversi: motore avviato e portato
ad un regime idoneo, mollato il freno a mano... e...F L O P!
Stessa situazione di ieri mentre
negli occhi di Juan appariva la delusione.
Che fare? Dopo esserci
concentrati su questo lato, perché non verificare anche l'altro?
Ok., stesse manovre, i Jacks mossi da una parte all'altra a far
scintille, risultato finale nullo: tutto a posto.
Allora perché non alzare il
Nomade prima da una parte e poi dall'altra per fare la prova di
marcia avanti ed indietro sperando di udire qualche rumore che
potesse affinare la ricerca: nulla, la trasmissione è perfetta
(almeno si è escluso un eventuale problema di semiasse).
Allora perché non verificare
che i freni delle ruote posteriori non siano bloccati? Ok., altro
giro i Jacks ed altro risultato negativo.
Bene, ora non resta che
sperimentare l'opzione trattore nella speranza che in marcia avanti
il veicolo si possa muovere senza rumori.
Alle 11.30 si è quindi aperto
un nuovo scenario: Juan, con il quale ho lavorato tutto il tempo a
contatto di gomito, si è rivelato essere un grande parlatore.
Oltre ad avere una età che
utilizza gli stessi numeri della mia, ma a cifre invertite, ora so
che è Uruguagio di nascita con ascendenti Mongoli, che ha studiato
in un collegio salesiano, che dopo aver rinunciato alla professione
di prete ha lavorato in varie parti del Sud America, che è cittadino
americano in virtù degli anni dedicati alla U.S.Navy, anni impegnati
in vari paesi caldi in giro per il mondo.
Lasciato quel lavoro ancora
giovane, dopo aver collezionato un certo numero di matrimoni, stanco
di una vita che gli faceva guadagnare soldi ma non lo stava rendendo
felice, ha mollato tutto.
A bordo di una barca che si era
costruito ha effettuato un percorso che lo ha tenuto in mare
parecchio tempo, sino a farlo approdare a Panama.
Anche qui ha consumato qualche
matrimonio, se ho ben compreso, sino ad arrivare alla situazione
attuale: moglie ventottenne dalla pelle chiarissima con la quale ha
due figli (tiene un altro unico figlio che ha oggi solo 54 anni e
vive in Carolina).
Pensionato a 1000 USD/mese, ad
un certo punto la pensione non gli è più bastata per vivere e si è
messo (non so da quanto tempo) a fare il meccanico di motori marini.
Quando ha impugnato il suo
cellulare, questo è risultato scarico e senza credito;
fortunatamente è stato possibile ricaricarlo a bordo utilizzando
l'attrezzatura del telefono americano in disuso, solo che non vi era
segnale di campo e quindi Juan si è spostato all'ombra di un albero
su un'altura poco lontana: nel frattempo la giornata si era fatta
torrida e la cocacola come l'acqua, fresche da frigo, hanno iniziato
ad inondare le nostre gole.
Quando è stato possibile
attivare un ponte telefonico fra Juan e la moglie sono poi anche
arrivate nuove info: un grosso trattore sarebbe stato disponibile ad
intervenire (arrivando dai campi posti a circa 50 km. dove stava
lavorando) per un compenso di USD 150. Cifra importante!
Ho voluto tutelarmi chiedendo,
nel caso il Nomade non fosse in grado di marciare, di essere trainato
sino al pueblo pagando lo stesso importo: affare fatto ed inizio di
una pausa di attesa.
Avrei avuto anche sonno, oltre
ad una punta di fame, ma le condizioni non erano tali da consentire
distrazioni mentre Juan, anche senza essere sollecitato da me, ha
continuato a intrattenermi sino a che, verso le 15.30, si è
percepito il rumore di un trattore in avvicinamento.
Questi era accompagnato da una
vettura con due persone a bordo (i figli del conducente?) che subito
hanno capito dove effettuare l'aggancio della catena: in pochi minuti
sono stato pronto a manovrare dopo che il trattore aveva messo in
tensione la catena.
Effettuati 50/70 m. in queste
condizioni il Nomade si è trovato sul piano a muso in avanti, quindi
non è rimasto che infilare la prima e metterlo con il muso verso il
pueblo: sembrava mettersi bene in quanto l'operazione non aveva
generato alcun rumore lamentoso.
La macchina ed il trattore sono
quindi partiti ed il Nomade ha provato a seguirli: niente da fare, si
è udito immediatamente lo stesso straziante lamento di ieri.
Juan che aveva preso posto a
bordo è sceso per cercare di capire, ma ormai non c'era più nulla
da capire: sembra che tutto possa dipendere dall'ammortizzatore
divenuto ballerino (dissaldatura della base? Va a saperlo!).
Poco dopo i trattore e l'auto
sono comparsi e si è provveduto ad un aggancio sull'anteriore
(lunghezza della catena in trazione max. 250 cm. - il traino in
queste condizioni è proibito anche a Panama), consapevoli di essere
a rischio di multa.
Procedendo per salite, falsi
piani e discese sino a trovare il piano finale, sempre con il freno
in azione per mantenere in tensione la catena, dopo un tempo che mi è
sembrato infinito siamo arrivati dove il Nomade è stato sganciato,
nei pressi della casa di Juan.
Ovviamente c'erano la moglie ed
i figli ad attenderlo; lui si è temporaneamente allontanato per
pranzare ed io ho regolato il conto mettendomi a pensare.
Ora che anche la possibilità di
riprendere la marcia è saltata, resta quella di un meccanico amico
di Juan che potrebbe muoversi da David (60 km. da qui) e svolgere il
lavoro in loco portandosi la strumentazione necessaria, oppure, più
realisticamente, quella di fare arrivare il Nomade a David
utilizzando un carro attrezzi (come ai tempi del Marocco).
Quando la famiglia al completo
si è fatta viva ho sottoposto a lettura la polizza: sembrerebbe
prevedere la possibilità del traino.
L'amico di Juan è risultato
ormai irrintracciabile sino a lunedì così lui si è rivolto ad un
altro; gli ho chiesto di saldare la sua prestazione e lui,
articolando il tutto con un discorso di ricapitolazione nel quale ha
fato entrare la mia fattiva presenza, mi ha chiesto l'importo di USD
50: onesto!
Mentre sto scrivendo ha bussato
la moglie per ricevere i dati del mio passaporto e per
preannunciarmi per domattina, dopo le 7 il traino, salvo conferma a
ricevermi da parte dell'officina.
La collaborazione che ho avuto è
stata grande, insperata, assolutamente necessaria per compiere i vari
passaggi di comunicazione.
Teoricamente ancora nulla è
andato perduto perché, se il lavoro dovesse essere quello
immaginato, in una giornata potrebbe essere eseguito (salvo pezzi di
ricambio se dovessero essere necessari: in questo caso sarebbero
dolori). Lunedì mi riprometto di contattare WWL per avere un tempo
limite superato il quale la prenotazione dovrebbe essere passata
sulla nave successiva, idem per il volo e l'albergo.
So già che non sarà così
facile vista l'escalation pirotecnica degli imprevisti in questo
finale di viaggio che ha assunto i connotati di una saga, ma devo
mantenere la lucidità per provarci sino all'ultimo (per lo
scoraggiamento avrò tempo dopo, ma tanto non serve, quindi è un
passaggio che cercherò di saltare a piedi uniti).
A mio Padre, ancora ai tempi in
cui la famiglia si spostava in treno per raggiungere i parenti,
sollecitato da questi a conoscere una data di una successiva visita,
ho sentito sempre rispondere: in linea di massima potrebbe essere per
la tale data, salvo imprevisti.
Era sua abitudine non dare mai
nulla per scontato, forse perché aveva vissuto i tempi difficile
delle due guerre.
Degli ”imprevisti” si tende
a non parlare quasi mai nel mondo attual fatto di precarie
“certezze”, ma essi fanno parte della vita esattamente come i
“previsti: per questo vanno accettati serenamente, cercando di non
agitarsi in recriminazioni inutili.
Domenica 17.03 – Quando sono
stato raggiunto da Juan e dalla moglie Yandiris (addetta alle
comunicazioni telefoniche) mi sono vieppiù reso conto che il momento
che sto vivendo rappresenta una di quelle situazioni in cui la
differenza la fa la disponibilità di denaro: ci vogliono USD 200 per
il traino sino a David, e anche se non dispongo di “effectivo”,
sono stato informato che in città non avrò problemi di
prelevamento. Ancora non ho capito se l'assicurazione rimborserà
questa cifra: tanto vale darla per utile alla bisogna e persa nei
costi globali del viaggio.
Sino ad ora l'intervento meno
costoso è stato proprio quello di Juan il quale mi ha preannunciato
che verrà con me sino a David per esporre la situazione al meccanico
e poi tornerà in autobus a casa.
Nel frattempo ho conversato con
Luis, l'erede più giovane, 7 anni fra un paio di mesi, bimbo
affettuoso e carino; Jeremy, il fratello più grande di due anni, mi
è sembrato caratterialmente molto diverso, più “uomo”, tanto
per usare un eufemismo che mi ha perseguitato per buona parte della
mia vita.
Ad una certa ora i due fratelli
si sono avviati alla loro chiesa strigliati e tirati a lucido in
maniera esemplare, seguiti poco dopo dalla loro madre, altrettanto
ben presentata.
Circa l'attesa, altro per ora
non aggiungo onde non ingenerare aspettative che, statisticamente,
nel 50% dei casi, andrebbero deluse: forse qui ed ora la percentuale
di possibile delusione potrebbe essere notevolmente superiore.
La vita è una continua attesa
dell'evento conclusivo, intramezzata da altri di minore importanza:
non si può dire che questi siano venuti a mancarmi negli ultimi
dieci mesi!
Juan è rimasto con me pensando
che da un momento all'altro accadesse qualche cosa e, per ingannare
il tempo, mi ha raccontato altri dettagli della sua vita.
Aggiornamento ore 16.00; calma
piatta, nessun riscontro, anzi, ogni volta che è stata chiamata la
compagnia di assicurazioni per avere notizie della gru, dopo essere
stati messi in attesa la linea è sempre caduta ingoiandosi del
credito dai cellulari.
Per questo motivo Juan, verso le
15.00, mi ha chiesto di guidare la sua auto per accompagnare la
moglie ad acquistare nuovo credito (nessuno dei due può al momento
condurre su strada per problemi di licenza). Con il nuovo credito è
stato espletato un ultimo tentativo andato buco per cui ho chiesto a
Juan di provare un'altra strada.
Dopo una serie di telefonate
avanti e indietro si sarebbe trovata una gru pronta a prelevarmi al
costo di USD 150,00: ho accettato nella speranza che sin da domattina
il meccanico possa mettersi all'opera.
A breve capirò se questo canale
sarà più affidabile dell'altro, anche se mi pare basterà poco per
fare un figurone.
Nel frattempo ho provato ad
impegnarmi in varie attività, ma il caldo ha reso presto impossibile
qualsiasi iniziativa, sia interna che esterna: mi sono così limitato
a disallestire la parete addobbata con le mappe del percorso
effettuato dal Nomade, passandole all'archivio.
Ho quindi iniziato ad errare
alla ricerca di ombra seguendo il movimento del sole: prima mi ha
ospitato la chioma di un grande mango, poi un triangolo su un
incrocio stradale, quindi una fiancata del Nomade.
Se veramente sarò mosso più
tardi cercherò di avere l'allacciamento elettrico per la notte in
quanto qui dove sono parcheggiato i pannelli fotovoltaici non hanno
potuto lavorare bene, e ciò sta accadendo già da due giorni.
Ultimo aggiornamento: alla fine
della giornata il Nomade è arrivato al taller di un meccanico a
David; iniziate le operazioni di caricamento alle 17.00, dopo un
percorso di una quarantina di chilometri durante i quali il giovane
proprietario della gru, quando ha parlato, lo ha fatto esclusivamente
mettendo in mostra il suo machismo, aspetto questo consolidato in
tutte queste aree e alle mie orecchie davvero fastidioso, poco dopo
le 19.00 il Nomade è stato scaricato a terra dalla piattaforma che
lo aveva contenuto al pelo.
La prima impressione sul taller
non mi ha entusiasmato, ma forse è meglio così
Ho subito messo in contatto
telefonico il meccanico con Juan per un rapido resoconto sulla
situazione e domani alle 8.00 verrà iniziato il lavoro.
Mi sembra più insopportabile
questa sera il calore che ho a bordo, forse perché in città non si
riesce a percepire il cambiamento climatico che avviene in campagna
al calar del sole: pur essendomi alleggerito di tutti gli indumenti
possibili ora sto grondando sudore mentre ogni finestra è aperta; ma
per i 32.5° con il 59° di umidità che ho in casa ci vorrebbe ben
altro!
Lunedì 18.03 – Svelato
l'arcano: questo è si un meccanico, ma la sua principale attività
mi sembra sia quella del soccorso stradale. Pertanto ha iniziato alle
8.00 a mettere mano sul Nomade, allontanandosi però tutte le volte
che qualcuno lo ha cercato.
Il problema sembra essere
circoscritto ad una saldatura: ancora una volta se ne è aperta una
sullo chassis lato passeggero, quello che si è rivelato essere
maggiormente sollecitato.
Quindi solito stacco delle
batterie e poi, nell'attesa di riuscire a sostituire degli spessori
di gomma con altri di teflon, ma di maggior spessore, in quanto il
meccanico li ha ritenuti troppo soavi per il peso del veicolo, mi
sono trovato con 37° e il 51% di umidità a grondare sudore. Penso
di essermi parecchio asciugato durante questo ultimo periodo di
viaggio; pur riconoscendo che si può sopravvivere in questo clima,
non vedo l'ora di ritrovarmi in un habitat naturalmente fresco, non
come al supermercato dove mi sono fatto accompagnare in taxi poco fa.
Qui nell'officina manca la
possibilità di connessione proprio oggi che avrei dovuto contattare
WWL; dopo aver eseguito varie prove con un palmare del meccanico non
è stato possibile arrivare alla mia casella di posta elettronica; in
più, quando mi era stata indicata la passward da usare sul mio
portatile, a causa di un movimento inconsulto il Sony è finito a
terra: è vero con non si è creato alcun feeling con lui,
probabilmente a causa del sistema operativo Windows 7 e alla
sensibilità del Touch che mi crea un sacco di fastidi, però è
l'unico strumento che ho per tenere i collegamenti e deve reggere,
almeno lui, per tutto il tempo necessario. Fortunatamente la
funzionalità non è stata compromessa, solo l'involucro è rimasto
un po' segnato.
Perciò ho chiesto ed ottenuto
la disponibilità di uno che bazzica qui (non ho capito se è il
figlio del meccanico o che cosa) per raggiungere un posto da dove, in
maniera molto precaria, ho potuto inviare una email a WWL e più
tardi cercherò di capire se avrà avuto risposta.
Il meccanico mi aveva assicurato
che nel pomeriggio avrei potuto rimettermi in viaggio, ma in questo
momento non vedo come.
In prima mattinata ho cercato di
portarmi avanti confezionando quanto del contenuto della casa
viaggerà sigillato nel garage, predisponendo l'abbigliamento per la
valigia (ho deciso di usare quella che ho sperando che regga sino a
casa).
Per come stanno evolvendo le
cose penso che mi vedrò costretto a viaggiare da qui agli uffici WWL
senza soste, quindi, contravvenendo ad una regola di sicurezza sino
ad ora abbastanza rispettata, anche di notte.
Aggiornamento ore 19.00:
partenza per un breve giro di prova. Già in avvio ho sentito dei
rumori contestualmente all'indurimento dello sterzo: si tratterebbe
di un nuovo argomento, anche questo credo di averlo già sperimentato
durante il collaudo in Norvegia, ma per ora mi va di trascurarlo
(cuscinetto a spilli del volante), anche perché a me basterebbe
riuscire a coprire la distanza da qui all'imbarco: totale 520
km.(erano 460 al momento dello stop, ma il soccorso mi ha portato
indietro!).
Nel muoversi autonomamente dopo
diversi giorni il Nomade è sembrato a posto, per cui ho chiesto di
allungare per fare rifornimento di gasolio e controllare le gomme
prima di tuffarmi sulla CA 1 con il proposito di arrivare sin dove le
forze me lo consentiranno.
Nel rientrare al taller, passato
uno stretto ponte ed iniziata una salitella, ho percepito lo stesso
rumore che mi ha imposto lo stop: prima solo in marcia avanti e poco
dopo anche in retromarcia.
La posizione in cui il Nomade si
è piantato è assai infelice, ma l'unico a preoccuparsene sono stato
io. Il meccanico che ha eseguito materialmente il lavoro e che era
salito a bordo per la prova, è rimasto taciturno e poi, quando l'ho
informato che non ero in grado di andare oltre, si è attaccato al
telefono chiedendo al capo di venire a rimorchiarci.
Così, dopo solo tre chilometri,
il Nomade ha fatto il suo rientro all'officina trainato in modo del
tutto anomalo da un camion che lo ha agganciato con una corta catena;
ciò ha reso particolarmente rischiose tutte le curve a 90° dove il
contatto è sempre stato a un pelo dall'avvenire.
Ora lo scenario si va
complicando per vari motivi:
1)
domani qui è il santo patrono e tutte le attività sono chiuse;
2)
comunque sono le giornate della fiera internazionale di David e la
gente non è tanto propensa a lavorare;
3)
dopo aver disarmato l'avantreno sarà possibile capirne di più. Per
ora si paventa un problema di trasmissione, quindi tornano in ballo
i semiassi ed i meccanismi ad essi connessi.
Tutto ciò sta a significare che domani probabilmente dovrò annullare tutte le prenotazioni e ricominciare la trafila in funzione della nave Tugela schedulata per il 30 marzo a Manzanillo, Panama e per il 19 aprile a Zeebrugge, Belgium.
In ogni caso solo dopo aver
smontato tutto potrò capire se serviranno pezzi di ricambio,
componente della faccenda che potrebbe allungare i tempi. Sapendo che
di Fiat non sarà possibile trovare nulla, il meccanico mi ha parlato
di adattare pezzi di altre case purché abbiano lo stesso numero di
denti (ma domani la chiusura di ogni attività farà slittare al
giorno successivo l'eventuale ricerca).
Domani quindi sarà un altro
ennesimo giorno della verità, di quella verità fumosa e sfuggente
in grado di trasformarsi continuamente prendendo forme diverse.
In California avevo conservato i
due semiassi sostituiti sperando di recuperarne qualche parte per un
utilizzo parziale: chissà se la mia decisione di allora di portarmi
al seguito quella zavorra verrà premiata.
Martedì 19.03 – Stamane alle
8.00 sono in due i meccanici incaricati di operare al disarmo del
semiasse, ma il lavoro va a rilento perché non conoscono la
meccanica di questo specifico veicolo, quindi devono prima osservare,
poi provare, a volte smontando anche ciò che non servirebbe.
Verso le 10.00 i due semiassi
sono stati messi nella morsa e verificati: sembrerebbe tutto in
ordine.
Le mie considerazioni, una dopo
l'altra, si sono evaporate al sole di Panamà: ora l'attenzione si
sposterà sulla parte della trasmissione inserita nel blocco motore,
ma per questa la soluzione sarà più laboriosa perché temo
bisognerà ricorrere ad un ricambio.
Solo un ritardo nell'arrivo
della nave potrebbe aiutarmi; la documentazione deve essere
completata 72 ore prima dell'arrivo in porto.
Se la nave sarà in orario
arriverà il 23, quindi entro domani i documenti dovrebbero essere
perfezionati, ma io per domani non credo di poter essere presso WWL.
Dovrei avere garanzie di poter
essere messo in condizione di marciare per raggiungere WWL il giorno
dopo, perfezionando tutta la pratica oggi se troverò la
collaborazione di Pamela Basurto, il mio contatto per le operazioni
mancanti.
In caso contrario potrò dire di
aver provato in ogni modo possibile, ma la “suerte” ha disposto
diversamente.
Aggiornamento ore 11.00 – il lavoro è fermo da un'ora in attesa del rientro del capo, l'unico che può dare disposizioni. Questi sono ragazzotti imparentati con lui, sono degli esecutori non pensanti delle disposizioni che ricevono, nella piramide del potere decisionale contano zero: così il tempo di un possibile recupero si consuma attendendo.
Nel mentre la centralina ogni tanto non riceve la corrente esterna, si spengono le spie, poi riprende a caricare, ma sempre su valori minimi, appena superiori ai 12V: complessivamente si comincia a respirare aria da Caporetto.
Da in controllo più approfondito mi sono reso conto che il problema dipende dall'adattatore per la presa di corrente: esso è parzialmente fuso.
Ho provato a sollecitare, a chiedere di informare telefonicamente il capo per poter andare avanti, ma la risposta è stata: se non vede non può dare disposizioni.
Sono venuto a trovarmi in un “cul de sac”: sensazione di impotenza assoluta.
In questa circostanza mi sarebbe servito un altro tipo di meccanico, uno di quelli che si immedesimano nelle necessità del cliente, invece, in questo gran finale, sono capitato male: la statistica ha vinto ancora, e dopo tanti che mi hanno agevolato qui mi è capitato uno indifferente.
Quando è arrivato ed ha constatato il buon stato dei vari componenti smontati non ha potuto che affermare una verità già nota: bisogna smontare il differenziale che è in blocco con il cambio.
L'operazione sarà eseguita domattina e dopo si capirà l'entità del danno e la sua eventuale riparabilità: si parla di pignone, di corone dentate, termini che già fanno capire che forse da qualche parte era già scritto che dovrò invecchiare in questo luogo!
Ora non mi resta che cercare un cyber per tenere i contatti con quella parte del mondo che è interessata alle mie vicende, per cercare di recuperare i quattrini del volo e disdettare la prenotazione della nave, mentre l'albergo lo do per perso: per le nuove prenotazioni sarà meglio attendere il momento in cui il Nomade potrà rimettersi seriamente su strada, salvo poter contare su delle prenotazioni da confermare entro una certa data.
Aggiornamento ore 15.00 - Ho appena avuto notizia che la nave che avrebbe dovuto imbarcarmi ha subito un cambiamento di rotta. Ora la prima data possibile di imbarco sembra essere il 30 p.v., ma molto dipenderà dalla guarigione del Nomade.
Aggiornamento ore 11.00 – il lavoro è fermo da un'ora in attesa del rientro del capo, l'unico che può dare disposizioni. Questi sono ragazzotti imparentati con lui, sono degli esecutori non pensanti delle disposizioni che ricevono, nella piramide del potere decisionale contano zero: così il tempo di un possibile recupero si consuma attendendo.
Nel mentre la centralina ogni tanto non riceve la corrente esterna, si spengono le spie, poi riprende a caricare, ma sempre su valori minimi, appena superiori ai 12V: complessivamente si comincia a respirare aria da Caporetto.
Da in controllo più approfondito mi sono reso conto che il problema dipende dall'adattatore per la presa di corrente: esso è parzialmente fuso.
Ho provato a sollecitare, a chiedere di informare telefonicamente il capo per poter andare avanti, ma la risposta è stata: se non vede non può dare disposizioni.
Sono venuto a trovarmi in un “cul de sac”: sensazione di impotenza assoluta.
In questa circostanza mi sarebbe servito un altro tipo di meccanico, uno di quelli che si immedesimano nelle necessità del cliente, invece, in questo gran finale, sono capitato male: la statistica ha vinto ancora, e dopo tanti che mi hanno agevolato qui mi è capitato uno indifferente.
Quando è arrivato ed ha constatato il buon stato dei vari componenti smontati non ha potuto che affermare una verità già nota: bisogna smontare il differenziale che è in blocco con il cambio.
L'operazione sarà eseguita domattina e dopo si capirà l'entità del danno e la sua eventuale riparabilità: si parla di pignone, di corone dentate, termini che già fanno capire che forse da qualche parte era già scritto che dovrò invecchiare in questo luogo!
Ora non mi resta che cercare un cyber per tenere i contatti con quella parte del mondo che è interessata alle mie vicende, per cercare di recuperare i quattrini del volo e disdettare la prenotazione della nave, mentre l'albergo lo do per perso: per le nuove prenotazioni sarà meglio attendere il momento in cui il Nomade potrà rimettersi seriamente su strada, salvo poter contare su delle prenotazioni da confermare entro una certa data.
Aggiornamento ore 15.00 - Ho appena avuto notizia che la nave che avrebbe dovuto imbarcarmi ha subito un cambiamento di rotta. Ora la prima data possibile di imbarco sembra essere il 30 p.v., ma molto dipenderà dalla guarigione del Nomade.
Nessun commento:
Posta un commento