Mercoledì
27.03 – Ora sembra proprio fatta: sono stati due giorni faticosi ed
intensi, durante i quali, per arrivare in tempo agli appuntamenti
previsti, il Nomade si è messo in moto sempre prima (martedì alle
6.30 e mercoledì alle 5.30): si tratta di una folle corsa con il
tempo che vede protagonisti quotidianamente i Panamegni di ogni
ordine e grado.
Gli
studenti del primo turno entrano a scuola alle 7.00 e per arrivare si
muovono ad orari impensabili da noi, gli impiegati che abitano in
periferia e che devono raggiungere il posto di lavoro per le 8.00 si
muovono a partire dalle 4.00, sia in auto che con gli autobus.
Qui
il problema è rappresentato dal fatto che per entrare nella city ci
sono solo due ponti utili, che la gente è consapevole di doversi
fare almeno 2 ore di coda in entrata e due ore in uscita, che prima
ti muovi più coda trovi, salvo partire alle 4 del mattino o dopo le
7.30; la schizofrenia da traffico è accettata da tutti ed usata
anche come scusante per i ritardi agli incontri programmati.
Ieri,
martedì 26. è stato il giorno della documentazione di polizia
inerente al veicolo; orario stampato sul pro memoria dalle 9.00 alle
10.00, le sedi da raggiungere erano due, separate da una autostrada
urbana per oltrepassare la quale e arrivare a centrare l'obbiettivo è
servita tanta pazienza e la presenza di Janet sia per la conoscenza
della viabilità che per le richieste di delucidazione estemporanee.
Quando
il Nomade è riuscito a collocarsi al posto giusto in anticipo
sull'orario, il pensiero è stato: bene, così il successivo
passaggio a WWL potrà essere effettuato prima di mezzogiorno.
Invece
le cose sono andate diversamente in quanto è tassativo che il
veicolo da esaminare sia in loco per le 9.00, ma il funzionario
addetto all'ispezione (verifica del numero dello Chassis) la effettua
alle ore 10.00. Ok., mi sono detto, per le 11.00 forse potrò avere
nell'altro ufficio il documento che mi spetta e poi correre a WWL.
No,
non è andata così: l'ispettore rigorosamente parlante solo lo
spagnolo panamegno ha indicato l'orario delle 14.00 per il ritiro del
documento.
Erano
le 10.30 quando mi sono consultato con Janet su cosa fare: tornare a
casa neanche a pensarci, meglio andare a trovare aria fresca in un
centro commerciale dove poter utilizzare WiFi e trovare da stampare
la nuova prenotazione Condor da presentare al banco in aeroporto.
Prima
di muoverci in tal senso ho chiamato la sede Condor locale
confermando la mia partenza, senza così dover girare nel traffico
cittadino con un veicolo poco adatto.
Nel
centro commerciale si è temporaneamente interrotto il cordone
ombelicale che mi tiene costantemente unito a Janet, la disponibilità
della quale nel farsi carico delle mie esigenze non trova aggettivi
qualificativi idonei nel mio vocabolario perché è oltre.
Dopo
circa un paio d'ore, non vedendola arrivare, ho cominciato ad
effettuare una prima ricognizione a corto raggio. Ho subito capito
che lei non mi ha trovato nel posto dove ci eravamo lasciati in
quanto il cyber WiFi lì non c'era, ma era poco lontano da lì con
insegna visibile.
Volendo
essere puntuale alle 14.00, consapevole del problema del parcheggio,
ho pensato di andare ad attendere nei pressi del veicolo o di
riuscire a far eseguire un annuncio tendente alla ricerca; questa
ipotesi mi è sembrata più difficile e quindi mi sono avviato nella
direzione del Nomade; ma qui i centri commerciali sono esageratamente
sviluppati e non è facile orientarsi.
Stavo
percorrendo esattamente l'itinerario dell'andata in senso opposto
quando, utilizzando una scala mobile in discesa, miracolosamente mi è
apparsa la figura di Janet sulla scala mobile contigua, quella della
salita.
Ho
allora effettuato una manovra istintuale e inconsulta per non perdere
l'aggancio: ho cercato di risalire la rampa che stava scendendo.
Manovra da non ripetere mai più se non si vuol rischiare di farsi
del male: a me è andata bene in quanto mi sono procurato solo delle
escoriazioni, ma c'è stato un momento in cui continuavo ad
inciampare sul meccanismo mentre questo continuava a colpirmi, come
un pugile quando si trova alle corde con l'avversario che lo incalza.
Ricostituita
l'accoppiata, dopo aver consumato velocemente uno Yogurt gelato con
frutta come pranzo, il Nomade è arrivato all'ufficio di polizia
preposto al rilascio del documento utile per l'imbarco in leggero
anticipo. Raggiunta la scrivania dell'addetta mi son sentito dire che
ancora non erano arrivati i semilavorati che questa avrebbe dovuto
completare.
Nel
frattempo sono arrivati anche altri che avevo conosciuto in
mattinata, due cinesi californiani a bordo di un mini bus a targa
Ceca acquistato negli U.S.A. dopo che i Ciechi avevano concluso il
loro giro per le Americhe ed un ragazzotto del Colorado con un mini
bus a targa U.S.A.
Quando
la tipa mi ha chiesto quale fosse la nazione di sbarco (sul modulo
avevo indicato Zeebrugge senza precisare Belgium), non è riuscita a
capire la mia spiegazione neanche con la mappa dell'Europa sotto gli
occhi. In pratica non era al corrente dell'esistenza di questa
piccola nazione e non l'ha presa in considerazione ostinandosi a
scrive Francia come nazione di arrivo. Ho pensato che non sarebbe
stato grave, già le avevo imposto di ristampare il modulo dopo
averle fatto notare un'imperfezione sul numero del mio passaporto,
per la destinazione non ho quindi insistito.
Con
il prezioso documento acquisito ho raggiunto WWL, ho pagato USD 150
ed incassato le ulteriori istruzioni per Manzanillo. L'orario
dell'ufficio WWL che va raggiunto prima di espletare le pratiche
successive va dalle 8.30 alle 12 e dalle 13 alle 15, mentre quelli
della dogana vanno dalle 9.00 alle 16.00: il consiglio è stato di
essere mattinieri per non trovarsi in Dogana nel momento di maggior
carico di lavoro.
Con
queste informazioni Janet ha subito indicato l'orario di partenza per
domani: ore 05.30!
Rientrato
al parcheggio è iniziata la ricerca dell'albergo onde poter lasciare
la valigia prima di andare a consegnare il Nomade.
Alla
fine, dopo che Janet aveva utilizzato il suo computer per aiutarmi a
trovare qualcosa, io ho utilizzato il mio arrivando ad effettuare una
scelta obbligata quando ormai era già tardi; l'albergo individuato è
stato scelto sulla base di tre requisiti basici: disponibilità di
A/C, di WiFi, di navetta per l'aeroporto (è inclusa anche la prima
colazione, ma penso sarà una mezza bufala).
Era
rimasto in dubbio come consegnare la valigia in quanto Janet aveva
pensato che avrebbe potuto occuparsene il figlio.
A
questo punto ho dovuto mettere mano al rush finale nella
predisposizione del veicolo nell'assetto di viaggio, dopo però
essere andato a salutare la coppia italo-panamegna: Luisa mi avrebbe
invitato a cena per la seconda sera di fila, ma io non ho potuto
accettare pensando a quanto avrei ancora dovuto lavorare, tenuto
conto che l'indomani mi sarei dovuto alzare prima delle 5.00.
Allora
mi è stato offerta la possibilità di portarmi il loro cibo a bordo:
l'ho trovata una proposta interessante ed utile, quindi l'ho
accettata. Ho così potuto anche utilizzare una bilancia di Adriano
per verificare il peso della valigia in modo da decidere come
completarla.
Successivamente,
nel sistemare le cose con l'idea di non lasciare cibo ad invecchiare,
ho messo insieme ancora un po' di prodotti che Janet ha gradito
ricevere, l'olio ed il caffè in particolare.
Alla
fine della corsa mi sono concesso una doccia ad acqua abbondante; poi
ho cominciato a scaricare i serbatoi come atto finale della giornata.
Oggi
mercoledì 27, prima di partire, quando Janet mi ha comunicato che la
valigia tramite suo figlio prima di domani non sarebbe arrivata, ho
pensato di rischiare il passaggio nella city ed effettuare
personalmente la consegna.
Come
mi aspettavo, dopo 12 chilometri il Nomade è incappato nella coda;
Janet allora mi ha invitato a cambiare strada, e per un po' il Nomade
l'ha trovata scorrevole sino a che non è stata agganciata la coda.
Vedere
trascorrere il tempo mentre sopraggiunge l'alba stando in coda a
passo d'uomo è scoraggiante, ma dopo un certo punto è stato
possibile ritrovare un ritmo decente, tale da far imboccare le strade
cittadine attorno alle 7.00.
Pur
avendo l'indirizzo esatto dell'albergo, stante la viabilità a senso
unico e delle deviazioni per lavori, dopo aver consultato taxisti
vari che hanno fornito indicazioni imprecise, visto un ufficio di
polizia ho chiesto a Janet di riproporre il quesito in questa sede.
Praticamente
il Nomade non è lontano, solo che si è reso necessario fare un
aggiramento di lavori in corso con indicazioni carenti sulle strade;
quando ormai stavo pensando che in questo giro non l'avrei
agganciato, Janet mi ha fatto notare l'insegna del parcheggio
dell'hotel: bel colpo, anche perché ormai erano passate le 7.30!
Sono
sceso al volo e la prima cosa che è successa è stata la definitiva
rottura dei manici della borsa leggera: pazienza, la eliminerò, ho
pensato.
Con
la tipa alla reception non è stato semplice intendersi, ma alla fine
questa ha aperto un bugigattolo pieno di simil rumenta dove ho
lasciato le mie cose sperando di ritrovarle.
L'impressione
del luogo non è stata buona, ma in quello stesso momento io dovevo
pensare ad altro. Guidando su una strada che corre all'interno di un
Parco tutelato ho goduto finalmente di un ambiente gradevole in
questo paese; poi il Nomade si è inserito su un'autopista e la
velocità di marcia è aumentata; ma non troppo perché lo sterzo è
nuovamente troppo leggero, perché ho percepito un problema che
potrebbe essere quello del cuscinetto ad aghi dello sterzo, perché
la frenata non è stabile, perché il quinto rapporto è uscito
spesso dalla sua sede.
Arrivare
alla sede WWL non è stato difficile, solo che la persona che avrebbe
dovuto prendermi per mano nelle varie operazioni è arrivata alle
10.15, dopo ben 45' di scomoda attesa. Poi è iniziata la richiesta
di documenti che avevo già fornito, ma chi li aveva ricevuti
probabilmente non li avrà nemmeno esaminati. Mi sono tolto lo sfizio
di far correggere un valore che Pamela aveva inserito in maniera
indicativa, anche se io glielo avevo fatto notare immediatamente.
Finalmente
ci siamo recati presso l'ufficio della Dogana dove ho incontrato sia
gli stessi ragazzi di ieri che la coppia alemanna già conosciuta in
Mexico e ritrovata in Belize: tutti diretti a Cartagena per involarsi
poi verso la Tierra del Fuego (chissà Stefan dove sarà già
arrivato nel frattempo).
In
dogana si è trattato di firmare documenti e farsi apporre sul
passaporto il timbro di scarico del veicolo dal paese.
Il
passaggio a seguire è stato il pagamento all'ente del porto di USD
58 con la motivazione della fumigazione (non eseguita) e del
parcheggio di un paio di giorni in attesa dell'imbarco.
Tutte
queste operazioni che ho descritto sono state espletate in un paese
che ho visto vivere di burocrazia cartacea: escluso l'ispettore di
polizia che ha verificato ieri il Vehicle Identification Number,
tutti gli altri passaggi non hanno comportato nessuna verifica sul
veicolo.
L'ultimo
passaggio, quello dell'affidamento del veicolo all'autorità che
gestisce i movimenti nel territorio portuale, è stato lungo per
l'attesa e scadente nel contenuto.
Prima
è passato un tipo con un cane da tartufo che non era assolutamente
interessato ad annusare dove gli veniva indicato, poi un altro tipo
ha crocettato un modulo tendente ad evidenziare stato e consistenza
del veicolo in fase di affidamento, infine uno sportellista ha
completato l'opera senza ricordarsi di chiedermi di lasciare le
chiavi!
Nel
frattempo io mi ero reso ulteriormente conto di come l'officina di
David sia stata approssimativa in molte parti del lavoro, incluso nel
rimontaggio della protezione motore che ora ho trovato penzolante in
buona parte a causa della perdita di un certo numero di bulloni.
In
più, nel momento di utilizzare lo stacca batteria, mi sono accorto
che questo non stacca un bel niente! Il rischio è che le batterie si
scaricheranno quasi sicuramente: in questo caso mi dovrò affidare
alla buona volontà degli operatori di Zeebrugge per trovare il
Nomade a terra!
Il
giovanotto che mi ha guidato in tutti questi passaggi, tale Alfredo,
parlava in maniera incomprensibile sia in spagnolo (a causa della
cadenza della gente di Colon) che in inglese (per lo stesso motivo).
Janet è stata molto paziente nell'assoggettarsi alla tempistica che
ne è scaturita, sin tanto che alle 15, dopo essere tornato indietro
per affidare le chiavi, l'addetto WWL ci ha accompagnato a Colon
Terminal per poter rientrare con un Bus diretto.
A
bordo ho dormito un po', ma l'aria condizionata era così potente da
sentirne il fastidio: lungo la strada è caduta anche qualche goccia
d'acqua, forse le prime avvisaglie dell'imminente stagione delle
piogge.
In
vista di Panama city Janet mi ha detto che mi avrebbe accompagnato
sino all'albergo, ma io, essendo al corrente che la sorella la stava
aspettando al terminal, avevo rifiutato questa ulteriore gentilezza
che sarebbe andata a discapito del suo meritato rientro a casa
insieme alla sorella: probabilmente non ci siamo capiti, così mi
sono trovato su un bus cittadino che ci ha scaricati non troppo
lontano dall'Hotel. Solo allora ho realizzato che lei, vedendomi
stanco e sfiancato dalla giornata, ha preso l'iniziativa di darmi il
saluto di addio mettendomi nella migliore condizione possibile.
La
generosità di questa persona va oltre qualsiasi scala di valori:
serberò un posto speciale per lei nei miei ricordi e mi piacerebbe
poter un giorno ricambiare le sue attenzioni in suolo patrio: io so
che ha molti progetti che vorrebbe realizzare e qui le auguro di
cuore che possano andare in porto tutti, o perlomeno quelli ai quali
tiene maggiormente.
Entrato
nell'Hotel ho provato la stessa sensazione del mattino, questa volta
avvalorata dal fatto che in camera ho trovato la macchina dell'aria
condizionata mezza scassata, che la camera è un buco senza finestre,
che il telefono non funziona, la TV non l'ho nemmeno accesa, le
salviette ed il sapone mancavano totalmente.
Dopo
essere riuscito a riequilibrare la situazione non mi è rimasto che
assaltare un vicino McD prima di mettermi sotto la doccia, nella
speranza che WiFi funzioni.
Al
di là di ogni altra considerazione, una volta che troverò il modo
di trascorrere la giornata di domani, e lo troverò, poi qui dovrò
solo salire alle 4.30 di venerdì sulla navetta per l'aeroporto per
iniziare il rientro nel mio emisfero: è presto per dirlo, ma questa
volta sembra tutto ben avviato.