Venerdì
22.03 – Ore 4.50 sveglia, ore 5.30 partenza con Santiago; il buio
era ancora profondo mentre il Nomade si muoveva lentamente alla
ricerca della CA 1 seguendo le indicazioni del taxista, sino a che,
in zona fiera, una pattuglia di polizia impose l'alt e la prova
etilometro al conduttore, notoriamente quasi astemio. Ottenuta
l'autorizzazione a procedere è iniziata l'avventura.
Subito
è sembrato andare tutto bene, ma presto il quinto rapporto spesso
non veniva ritenuto.
Inoltre
la spia del radiatore dell'acqua ogni tanto lanciava un segnale
tremulo, mentre la radio, della quale non ho più bisogno, non ha mai
accennato ad accendersi.
A
onor del vero, procedendo su strade meno saliscendi il quinto
rapporto si è mantenuto più stabile e la spia non ha più lanciato
segnali.
Superato
Santiago in poco meno di tre ore, ormai con luce piena, anche se in
parte il percorso si è rivelato nebbioso, a Penonome si è imposta
una pausa McD quando ormai erano già le 10.30.
Purtroppo
la connessione non è stata possibile; dopo aver consumato un quasi
pasto siamo ripartiti. Il taxista ogni tanto dormicchiava, ma di un
sonno leggero, sicché è sempre stato presente nel momento delle
indicazioni.
Inoltre
mi è sembrato parecchio interessato a parlarmi del periodo
dell'invasione da parte degli U.S.A., della guerra effettuata da
Panama = formica contro U.S.A. = elefante per cercare di difendersi:
come è andata a finire è risaputo ed è ormai scritto anche su
Wikipedia .
Il
caldo, anche se non eccessivo, ha cominciato ad essere pesante con
l'aumentare del traffico e la diminuzione della velocità.
Ormai
il Nomade era arrivato nella cintura della grande Panamà city;
lasciata la CA 1 si è inerpicato per strade più strette sino a
raggiungere, dopo un percorso a dir poco labirintico, la casa dove
vive la sposa di Santiago, luogo assolutamente irraggiungibile senza
una guida sia oggi che in futuro.
Al
momento del parcheggio la retro ha avuto serie difficoltà ad
inserirsi ed il cicalino, che ultimamente stava andando benissimo,
ora non si sente più; questo cambio andrà rismontato e
risincronizzato, per ora c'è da augurarsi che non crei problemi agli
operatori della WWL.
Nell'attesa
di conoscere la signora ho sistemato i conti con Santiago che
sembrava dover ripartire subito con il Bus per David: in realtà è
poi ripartito verso le 16 dopo avermi accompagnato alla ricerca di
WiFi eseguendo un giro ad ampio raggio utilizzando una vecchia
Hiunday Pony, ricerca risultata nulla (ciò è stato assai più
semplice nella città di provincia rispetto alla capitale).
Al
rientro Jenny mi ha messo a disposizione la sua postazione fissa e
così sono riuscito ad aggiornarmi.
Con
uno scostamento di sette giorni rispetto a prima, ora sembra essersi
tutto riallineato: lunedì le pratiche per l'imbarco e ciò che andrà
a seguire, il biglietto aereo che pagherò in aeroporto, l'albergo
del quale forse potrò fare a meno, il passaggio sino all'aeroporto
alle 5 del mattino del prossimo venerdì.
Jenny
è una persona con la quale mi intendo abbastanza con il mio
spagnolo; mi sta dimostrando grande solidarietà per le traversie
subite ed apprezzamento per la missione in Nicaragua.
Domani
mi accompagnerà ad effettuare il sopralluogo per trovare WWL
utilizzando l'aut del figlio, giovane avvocato, che credo si sia
affiliato alla religione Mormone; anche il fatto che conosco luoghi e
pensieri di questa gente mi ha facilitato l'essere accettato senza
remore.
Ho
pensato che, oltre che per il minimo indispensabile e necessario,
cercherò di spostare il Nomade solo per andare a Manzanillo, e ciò
potrebbe avvenire giovedì, in modo da essere indipendente il più a
lungo possibile nel tempo da trascorrere nell'attesa .
Sabato
23.03 – Pensavo peggio, invece la notte è stata fresca ed ho
potuto dormire con una certa continuità; in tutti questi paesi è
raro poter vivere una notte silenziosa. Ognuno ha i propri tempi, i
propri ritmi, i propri rumori; il vicino è un'optional quasi sempre
presente del quale non interessarsi.
Ero
stato informato dall'“avocado”, arrivato sul tardi a casa della
madre, che la sua vettura avrebbe potuto rilasciare i suoni
dell'allarme durante la notte; questo tende a scattare in automatico
in funzione dello spostamento d'aria dovuto al passaggio di grossi
veicoli.
Infatti
ho avuto anche la modularità dei suoni emessi dall'antifurto fra le
divagazioni notturne, ma in confronto alle notti trascorse a David
qui sono stato in paradiso.
Alle
8.00 Jenny mi ha proposto un giro al mercato plain air che si tiene
al sabato al Parque in Chorrera. Dopo essere passati a prelevare la
sorella e sua figlia poco lontano da qui, alle 9.00 siamo partiti.
Forse sarebbe stato meglio per me restarmene a casa perché la
giornata è stata definita muy caliente da loro, che è tutto dire.
Inoltre Jenny, che già è di carnagione scura, ha pensato di
utilizzare una crema protezione 100, il che mi ha fatto decidere a
indossare il cappello.
Sono
riuscito a sopravvivere boccheggiando sempre più, con la sensazione
di mancare di energie, sino a che l'ultima sosta prevista è avvenuta
ad un supermercato; lì sono entrato volentieri esclusivamente per
ritrovare un po' di tonicità.
Di
tutti i paesi che ho attraversato questo mi sembra il più difficile
da decifrare: la gente ha tratti somatici vari, stature differenti,
spesso è obesa, i colori della pelle vanno dal chiaro al molto
colorato che però non è mai scurissimo, il presidente attuale è un
certo Ricardo Martinelli (alla sua elezione anni fa mi sembra di
ricordare venisse dichiarato di italiche origini), secondo Jenny il
60% della popolazione è “panamegno” (scritto secondo la
pronuncia), il 40% è suddiviso in parti più o meno eguali fra
mischiati con gli spagnoli, gringos, europei e suramericanos (ma sono
visibilmente presenti i cinesi: ieri ne ho visto uno con la maglietta
del Milan, ma lui non sapeva nemmeno cosa stesse indossando!).
In
conclusione, Panamà che mi è dato vedere, un po' per il clima, un
po' per il cielo nuvoloso tutto l'anno, un po' per lo sviluppo
edilizio in orizzontale che sta creando grandi agglomerati, togliendo
molto del verde originale per sostituirlo con il rosso dei tetti in
plastica o con il grigio di quelli in lamiera, un po' perché è
un'autostrada della droga con tutti gli inconvenienti che essa porta
con sé, un po' perché bisogna effettuare lunghi percorsi anche solo
per andare a comprare la ricarica del cellulare, un po' perché le
mie narici percepiscono odore da inquinamento atmosferico e le mie
orecchie percepiscono l'inquinamento acustico, un po' perché la
struttura dell'urbanizzazione è labirintica e non consente di
identificare dei punti di riferimento, non mi sta sembrando un paese
adatto a me.
Riguardando
ai tempi dedicati a singoli paesi, incluso quelli spesi in pit stop,
sicuramente evinco uno sbilanciamento verso il Mexico (- di 40 gg.,
avrebbe meritato il doppio), mentre in Belize (15 gg.), in Nicaragua
(21 gg.) e in Panama (saranno 14 gg. se la partenza avverrà il
prossimo giorno 29) avrebbero potuto essere più contenuti: il
progetto iniziale, dal punto di vista delle tempistiche, non era
sbagliato. Però è altrettanto vero che ci sono state varie
esperienze umane a dare senso alle permanenze più lunghe in Centro
America; e se considero che ci sono transitato nel periodo dell'anno
più propizio, cosa sarebbe stato diversamente?
Questo
vale anche per Colombia ed Ecuador che al momento sono stati
rimandati sine die: prima avrò tempo per riflettere pensando ad un
modo differente di muovermi.
Attualmente
desidero vivere per un po' nel clima che troverò al mio rientro in
Europa.
Verso
le 16.30 sono stato chiamato da Jenny per andare ad effettuare il
sopralluogo: in realtà lei doveva effettuare una commissione in
centro città e la mia destinazione risultava sulla strada. Anche per
questo percorso sono salite a bordo dell'auto sorella e nipote. WWL è
stata raggiunta percorrendo 20 km.; la posizione sarebbe buona anche
per passarci la notte se alla garitta non dovessero fare storie.
Rilevate
le coordinate l'auto è proseguita sul Ponte delle Americas,
consentendomi di vedere sia il mare che il Canale ed uno scorcio di
grattacieli costituenti downtown.
La
commissione Jenny non è riuscita a concluderla perché si era fatto
tardi; io speravo in un rientro veloce a casa, invece è stato
percorso un itinerario che mi consentisse di vedere qualche cosa.
Nella
zona di Amador, dopo aver ripreso qualche immagine del Canale, nel
momento della partenza siamo stati avvicinati da un promotore della
chiesa degli avventisti: incredibile come subito Jenny e sua sorella
si siano lasciate andare ad una lunga conversazione sfociata in
un'orazione/benedizione, poi rilascio di emails address, successiva
consegna di libri e CD (loro erano felici di ricevere questi doni; la
scena mi ha fatto pensare all'arrivo dei conquistadores ed ai doni
elargiti agli indios per ottenerne l'amicizia).
Dopo
questa gentilezza, ho pensato, rientreremo sicuramente; invece no, vi
è stata la sosta in un enorme centro commerciale dedicato
all'abbigliamento. Incuriosito da alcuni prezzi ho controllato la
provenienza della merce: China!
Alle
8 p.m. sono stato riaccompagnato a casa: ho così potuto verificare
una leggera differenza fra le coordinate rilevate all'arrivo e quelle
raggiunte, ma forse potrei farcela anche senza guida.
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