Venerdì
15.02 – Incredibile, ma durante la notte si è messo a piovere. La
temperatura non ne ha risentito e quando, alle 6.30, ero pronto ad
occuparmi delle varie operazioni, incluso il rabbocco dell'acqua nel
serbatoio, questa segnava 24° in cabina.
Poco
dopo essermi rimesso in strada sono arrivato all'innesto con la CA1
dove il traffico era bloccato sin dallo svincolo a causa di lavori in
corso. E' stato così per tutto il lungo tratto che penetra la città
dove, pur mancando la segnaletica, sono riuscito a non perdermi e a
ritrovarmi sulla CA1 in direzione di San Miguel.
In
questo primo tratto di percorso ho sofferto l'andazzo degli autobus
che continuavano a zigzagare superando per poi subito rallentare
accostando per far scendere e salire gente senza di fatto fermarsi,
con l'aiutante dell'autista costantemente sul predellino della porta
anteriore, rigorosamente aperta, a far segnali con la manina circa le
intenzioni dell'autista che, di per se, stava viaggiando
costantemente con le luci di emergenza inserite.
Anche
quando l'urbanizzazione è andata a rarefarsi, sui bordi della strada
c'è sempre stato un gran movimento, anche perché spesso vi si
affacciano delle attività commerciali.
Le
immagini che ho ripreso mentre mi stavo muovendo nel centro storico
sono pietose, ma testimoniano com'è la vita nella capitale.
Più
avanti mi sono fermato di fronte ad un terrazzamento sulle pendici di
un vulcano attratto dalle sfumature dei colori delle coltivazioni.
Avrei
voluto anche cercare una connessione, ma le indicazioni per
raggiungere le varie località segnalate mi hanno sempre fatto
desistere. Quando ho voluto fermarmi per la pausa ho trovato una
bella gasolinera alle porte di San Miguel; mentre mi apprestavo a
preparare il pic-nic sono stato avvicinato in lingua inglese da un
ragazzo. Lì per lì non mi ero reso conto, ma poi ho capito che
Stephan, 27 anni, nazionalità tedesca, essendo in viaggio da solo a
bordo di una Ford Explorer targata British Columbia-Canada, con tenda
apribile sul tetto, era alla ricerca di qualcun altro per condividere
il percorso in maggior sicurezza, con relative soste notturne, sino al Nicaragua.
Dopo
il pic-nic abbiamo potuto utilizzare Wifi for free della gasolinera
decidendo come muoversi: abbiamo deciso di rimanere sulla CA1
raggiungendo La Union, località sul Pacifico.
Ad
un certo punto abbiamo capito che il porto era impraticabile ed
abbiamo proseguito verso delle spiagge; solo che la strada è
diventata terrazzeria così, dopo un tot. di chilometri in
saliscendi, trovato uno slargo il Nomade si è fermato mentre
l'Explorer è andato ad espletare il suo mestiere esplorando.
Quando
è tornato aveva informazioni tali per cui sono stato indotto a
continuare e, una volta giunti alle poche case sulla spiaggia di
Punta Chiquirin, abbiamo parcheggiato dopo aver avuto l'assenso dei
residenti: il luogo è verace, ancora come madre natura lo ha
modellato, la gente si è dimostrata amichevole, il vento caldo
proveniente dal mare era ricco di umidità, il vulcano sulla destra
e le isolette di fronte assai gradevoli alla vista.
Ci
siamo imbattuti in varie persone alle quali spesso ci siamo
presentati, compreso un gruppo di pescatori intenti a sistemare le
loro barche.
Quando
si stava per tornare a casa siamo incappati in Herbert, 32 anni,
lavoratore nel settore delle costruzioni in North Carolina, in
vacanza per un mese nel paesello natio, il quale si è messo a
parlare principalmente con Stephan. Durante una passeggiata in
spiaggia abbiamo sputo che l'unico ristorante esistente oggi era
chiuso per via del vento, ma al ritorno egli ci ha condotto da un
conoscente dove avremo potuto gustare un piatto di mare; questi, di
nome Olindo, ha aperto un freezer dal quale ha prelevato due granchi
ed una aragostina cadauno dando ordine alla cuciniera di elaborare
una zuppa mentre noi si chiacchierava sotto un portico.
Quando
la comida è venuta pronta è stata apparecchiata una tavola con tre
coperti: il terzo era per Herbert.
Consumata
la cena si sono fatte ancora due chiacchiere durante le quali ho
appreso quanto sia semplice costruire una casa sulla spiaggia: quella
di Olindo, molto grand, è costata compessivamete $ 40.000.
Al
momento del commiato Olindo non ha voluto essere pagato: altro
esempio di squisita ospitalità, in questo caso indotta da Herbert.
Quando
tutti stavamo andando a casa, dal buio della notte si è
materializzato un tipo con delle richieste che ho fatto finta di non
comprendere; quando ha cominciato a diventare insistente lasciando
intendere che avremmo avuto bisogno di un guardiano notturno a causa
di una unica persona non raccomandabile che avrebbe potuto creare
qualche problema, lo abbiamo liquidato cercando di spiegargli che non
lo comprendevamo.
Ora
sono le 22.30, la temperatura è di 30° con il 67% di umidità, le
finestre resteranno aperte tutto il tempo ma ipotizzo una notte
bagnata dal sudore.
Sabato
16.02 – Il luogo dove passare la notte era grazioso, ma purtroppo qui
la gente tiene i ritmi segnati dalla luce naturale; che poi non è
nemmeno così perché sin dalle 4 del mattino si sono intensificati i
rumori (che prima erano solo quelli dei cani e delle galline) on
quelli degli umani.
Prima
di partire Stephan ha voluto passarmi delle info utili al
proseguimento del viaggio, info che a sua volta aveva in parte
ricevuto da dei francesi che avevano percorso il centro ed il sud
america. Nel frattempo l'animazione è ulteriormente aumentata nel
piccolo spiazzo antestante le case ove abbiamo trascorso la notte:
persino un bus alle 6.30 è venuto a prelevare i suoi passeggeri
mentre alcuni bovini, scortati dai proprietari, si avviavano alla
ricerca di cibo da masticare.
Superato
il tratto terrazzeria senza difficoltà, il Nomade ha preso la testa
del gruppo raggiungendo con troppa decisione La Union, e dico troppa
perché forse sarebbe stato meglio evitare l'attraversamento del
centro urbano, apparentemente in giorno da mercato open air.
Dopo,
salvo il caldo, nulla di particolare da segnalare sino al confine in
località El Antatillo: qui siamo stati presi d'assalto dai soliti
mosconi che desiderano aiutarti a fronte di una volontaria “propina”
che però deve essere almeno pari a 10 USD!
Evitati
quelli salvadoregni siamo poi rimasti invischiati con uno Honduregno;
e pensare che il transito in questo paese, l'Hon-dura-s,
sull'itinerario prescelto è lungo appena 120 km., ma si è trattato
di una dura esperienza, in linea per come mi sono sembrati meno
comunicativi e più duri i cittadini di questa nazione.
Liberatici
delle varie incombenze in un paio d'ore, ritornati sulla strada, la
CA3, l'abbiamo trovata per la maggior parte in pessime condizioni,
con buche di ogni dimensioni disposte in modo tale da prenderne più
di una; è stata in una di queste occasioni che ho sentito cambiare
il rumore del motore, ma ho subito realizzato trattarsi di nulla di
preoccupante: si era sfilato il tubo dello snorkel dal collettore del
filtro dell'aria.
Dopo
un percorso a zig zag interminabile, adocchiata una gasolinera, verso
le 14 ho deciso per una sosta pic-nic.
Mentre
lo stavamo consumando a bordo del Nomade si è fatto vivo un moscone
solitario, avanguardia di ciò che avremmo trovato poco dopo al
confine in località Guasauale. Questo è stato prontamente
liquidato, ma chissà com'è, appena uscita dalla gasolinera vi era
un controllo di polizia con un solo agente per entrambe le direzioni
di marcia.
Io
ho notato subito che il tipo che avevamo in precedenza liquidato si
aggirava nei dintorni ed ho elaborato la mia teoria, risultata valida
nel momento in cui l'agente si è degnato di occuparsi di noi. Era
chiaro che stava cercando di intralciarci, ma gli estintori li
avevamo, il triangolo pure, quello che non c'era era una striscia a
bande rosse e bianche attorno al Nomade, la stessa cosa che aveva
cercato di contestarmi un gendarme all'entrata di San Louis, Senegal.
E'
chiaro che né io né Stefan dimostravamo di aver capito , ma qui il
giovane Alemanno è stato molto bravo facendo capire all'agente che
avremmo potuto chiamare il numero per le emergenze presso
l'Ambasciata: è così che ci sono stati restituiti i passaporti.
Arrivati
al confine si è verificato il solito assalto da parte di chi ti vuol
aiutare con migracion e Aduana, chi per offrirti il cambio, chi si
agita attorno al veicolo per indicarti dove parcheggiare: tutti
respinti quando hanno sentito dal mio timbro di voce che ero
particolarmente indispettito.
Nel
lasciare il border honduregno l'ultimo controllo è dato da un agente
che dovrebbe limitarsi a ritirare un talloncino attestante le
avvenute operazioni alla migracion, invece questi, forse imbeccato da
uno dei respinti che era rimasto nel raggio della nostra potenza
visiva, ha cominciato a fare un lavoro di fino con Stefan che ho
pensato avrebbe poi replicato anche con me.
Dopo
aver messo il naso un po' qua ed un po' là all'interno dell'Explorer
ha deciso di non andare oltre ed a me si è limitato a chiedere in
rapida visione un documento.
Passati
in Nicaragua i mosconi sono stati meno incisivi nell'attaccarci e più
rapidi nel ritirarsi.
Mentre
stavo attendendo l'espletamento della pratica doganale per il Nomade,
dallo sportello accanto un viaggiatore in attesa mi ha rivolto la
parola in italiano: aveva visto il Nomade ed era curioso. Ho così
appreso che questo centroamericano si era sposato una connazionale.
Quando questa mi ha raggiunto, Valentina il suo nome, un bel modo di
fare sorridente, giovane romana, abbiamo avuto modo di comunicare
positivamente; lei ed il marito, musicista, erano diretti in Costa
Rica dove lui si sarebbe esibito in concerti.
Alle
17 è terminata la procedura e ci siamo rimessi a viaggiare, ma per
me è risultato presto evidente che non sarebbe stato possibile
raggiungere Leon, città coloniale meritevole di visita, prescelta
come sede di sosta overnigth, a causa del calar delle tenebre in una
situazione non facile per il tipo di frequentazione lungo la strada.
Superato
un tratto a buche, anche se di minor pericolosità rispetto a quelle
honduregne, la CA3 è diventata scorrevole proprio nel momento del
calar del sole.
Allora
mi sono auspicato l'incontro di un hotel lungo la strada, ma ai bordi
invece c'erano solo canne da zucchero!
Quando
la stanchezza ha cominciato a farmi faticare maggiormente alla guida,
sulla sinistra è apparsa una gasolinera che è stata immediatamente
interpellata circa un'ospitalità notturna: questa è stata
gentilmente subito accordata.
Sistemati
i veicoli, un po' per il gran caldo odierno (fortunatamente molto
secco), un po' per lo stress dato dalla guida a zig zag, un po' per i
vari controlli subiti, un po' per i passaggi di frontiera, non avevo
alcuna voglia di pensare a cucinare.
Ci
siamo intrattenuti a parlare godendo del fresco della sera seduti su
due sedie in un prato a margine della gasolinera: è incredibile come
un ragazzo di soli 27 anni abbia già maturato tanta esperienza di
viaggio in varie parti del mondo, sempre in maniera alternativa; pur
avendo studi legati al computer alle spalle non è un'amante della
tecnologia come i suoi coetanei, ha già trascorso dei periodi
significativi di lavoro in New Zeland ed in Australia.
Sarà
che il viaggio attuale, dopo aver lavorato per circa un anno in
Canada, lo ha portato in Alaska prima di iniziare la discesa che lo
condurrà in Patagonia dove venderà l'auto e raggiungerà
l'Australia, mi ha fatto pensare a personaggi resi famosi da film o
romanzi ambientati nel grande Nord.
Dopo
essere rientrati nei rispettivi spazi coperti (anche questa notte non
utilizzerà la tenda sul tetto della sua vettura ma si adatterà a
dormire sui sedili), un toc toc mi ha costretto a dismettere ciò ce
stavo facendo: era una giovane ragazza che, pur avendo fatto di tutto
per non capire, credo si stesse offrendo in cambio di denaro. Quando
si è resa conto che con me non avrebbe cavato un ragno dal buco è
andata a molestare il muchacho, continuando ad intercalare le parole
emesse dalla bocca dei bei sputi a terra, cosa che ho trovato di poco
gusto, anche se mi rendo conto che il gesto appartiene ad una cultura
differente dalla mia.
Alle
23.20 in cabina si registrano 30,6° con un bel 48° di umidità:
l'ambiente, dopo la gran scaldata odierna dovuta al motore, ai
periodi rimasto chiuso sotto il sole alle frontiere ed all'aria
infuocata esterna, non accenna ad uniformarsi con la temperatura
esterna.
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