Giovedì 14.02 – Alle
6.00, con 27° a bordo (pur avendo tenuto tutte le finestre
costantemente aperte per l'intera notte), ho iniziato le procedure
per mollare gli ormeggi, dopo aver provveduto a cucinare le verdure
acquistate ieri. Prima di andarmene sono andato a salutare Rolando,
già al lavoro dopo che lo aveva dismesso alle 21.30 la sera prima!
Stamane il piede non
riesce a pigiare quanto dovrebbe sull'acceleratore e quindi la
velocità resta sotto gli 80 km/h sul percorso retto che congiunge il
porto a Escuintla e poi a Città del Guatemala. Ripresa la CA 2
mentre l'afa non da tregua, ho provato ad entrare a Taxisco per
cercare una connessione; il luogo non si è rivelato adatto ed
inoltre, per via dell'orario, molti esercizi erano ancor chiusi.
Poco prima di
Chiquimulilla ho sostato in una gasolinera dotata di market:
obiettivo, far fuori i Quetzales ancora disponibili.
Il market non offriva
nulla di interessante e quindi, dopo un caffè con croissant farcito,
ho pensato di rabboccare il serbatoio del gasolio.
Avendo appreso che in
città avrei trovato facilmente la connessione ho lasciato la strada
maestra risalendo un po' la montagna (mai un insediamento urbano in
piano, tipo Antigua!) e, seguendo le indicazioni di un vigile, mi
sono infilato su una parallela alla via centrale oggi occupata dal
mercato.
Devo dire che la gente è
sempre stata molto cortese con me: quando si è trattato di
parcheggiare ho chiesto ad un addetto di un negozio, questi ha
rintracciato una vigilessa che mi ha praticamente preceduto a piedi
dove poter lasciare il Nomade in sicurezza.
Internet point era
proprio lì di fronte, ma non era possibile usare la mia computadora
e pertanto mi è stato indicato un altro posto dove andare, sempre
con atteggiamenti amichevoli e una grande disponibilità.
Terminato il mio lavoro
non mi è rimasto altro da fare che percorrere l'ultimo tratto di
strada in territorio guatemalteco, in parte su una terrazzzeria dove
gli autisti dei pullman sembravano in pista.
E finalmente sono
arrivato in vista del confine, in località Pedro de Alvarado; qui si
è scatenata una bagarre da parte di tutti quelli che si offrono di
accompagnarti ai vari sportelli. Ho cercato di mantenere la calma
ringraziandoli e spiegando loro che sarei stato in grado di cavarmela
da solo, ma in caso contrario li avrei interpellati. E' chiaro che
non mi hanno mollato. Approfittando dei tumulos, dove lo stop è
obbligatorio, hanno continuato a tampinarmi, alcuni anche
affiancandomi a bordo di moto: veramente una situazione stressante
per uno che era in piedi dalle 6 e che stava boccheggiando.
La coda di camions in
attesa era particolarmente lunga, ma un milite mi ha fatto segno di
passare sulla corsia dei veicoli leggeri e procedere: facile a dirlo
quando il varco in cui infilarsi è stretto a causa dei camions in
sosta sia nella direzione di El Salvador che in quella del Guatemala.
A un certo punto mi son
dovuto fermare a causa di un incrocio con un camion che procedeva in
direzione opposta alla mia.
Innestata la retromarcia
ho avuto difficoltà di visibilità nei retrovisori a causa dei
mosconi che continuavano a starmi addosso: è così che mi son
trovato a toccare un retrovisore tondo di un camion facendo cadere a
terra lo specchio, come se l'operazione fosse organizzata per
spillarmi dei quattrini.
A fronte di una richiesta
di 500 Q.= 70 USD ne ho sganciati 50 di USD all'autista del camion,
e, all'improvviso i mosconi sono spariti, probabilmente per
suddividersi parte di quanto pagato.
Arrivato finalmente a
contatto con il personale addetto alle operazioni al confine si sono
materializzati altri mosconi, meno rumorosi ma molto pressanti. Ho
spiegato anche a questi che sarei stato in grado di leggere e quindi
di trovare gli sportelli dove svolgere le varie pratiche.
In queste circostanze mi
esprimo esclusivamente nella mia lingua, ciononostante uno ha
continuato ad “aiutarmi” senza averlo ingaggiato.
Con l'immigracion la cosa
è stata rapida mentre con la dogana (per il veicolo) la cosa è
andata per le lunghe anche perché era l'ora della comida ed il
personale all'opera era al minimo. Quando l'attesa stava andando
troppo oltre, l'aiutante ha cominciato a scrivere sul cellulare ciò
che non voleva dire a voce, e cioè che con una mazzetta si sarebbe
potuto fare più in fretta. Nel momento in cui l'aiutante si è
temporaneamente allontanato ho preso l'iniziativa di chiedere ad una
sportellista se dovevo attendere ancora, mettendole sotto il naso
tutta la documentazione necessaria, incluse le fotocopie eseguite
poco prima.
Ho dovuto spiegare alla
tipa dove leggere i dati a lei necessari per sviluppare la pratica e
dopo un po' si è mossa per effettuare l'ispezione al veicolo;
rientrati tutti in ufficio, in poco tempo sono stato licenziato dalla
parte Guatemalteca.
L'aiutante mi ha
informato che il lascito per la sua prestazione sarebbe stato deciso
unicamente da me ed io, che avevo ancora qualche quetzales in tasca,
gliene ho sganciati 40 = circa 5 USD, troppi per il suo “impegno”,
ma ho pensato che per lo meno era stato tutto il tempo al mio fianco
dandomi le dritte giuste sulle fotocopie da eseguire.
Percorso un chilometro,
dopo un ponte sul fiume, è El Salvador, località La Hachadura: qui
l'immigracion non ha perso tempo ad apporre timbri sul passaporto, si
è limita a scannerizzarlo.
Il passaggio successivo
in Dogana è stato quasi da ridere: a causa di lavori di falegnameria
in corso agli sportelli il servizio era temporaneamente sospeso!
Il fato ha voluto che mi
scontrassi senza accorgermi con un funzionario in transito: ciò mi
ha dato l'opportunità di presentare la mia richiesta per ottenere il
permido.
Raccolti tutti i
documenti che avevo già preparato, dopo aver elaborato un modulo
interno, il funzionario mi ha convocato per l'ispezione durante la
quale mi sono stati chiesti altri dati da trascrivere sul modulo,
dati che erano contenuti nelle fotocopie da me fornite, ma va bene
così.
Quando il modulo interno
è stato trasformato da un altro addetto in permesso di temporanea
importazione, allora ho potuto riprendere la marcia.
Tempo complessivo
impegnato nell'espletamento di tutte le pratiche 2 ,5 h, dalle 12.30
alle 15: lo considero un buon tempo.
Il territorio
salvadoregno non è tanto diverso da quello contiguo, ma si
percepisce una certa differenza. La strada, quantunque mi sia stata
fatta pagare una gabella di 5 USD (El Salvador non ha una sua moneta,
corrono gli USD, segno di una certa marcata dipendenza dagli U.S.A.),
è piena di buche infide che non sempre sono riuscito ad evitare.
La mia ipotesi era quella
di procedere sulla strada più vicina al mare, ma alla prima
opportunità di spostarmi un po' più in alto non ho perso tempo: ho
girato a sinistra per Sonsonate con il duplice obiettivo sia di
portarmi sulla CA 1 che di utilizzare una segnalazione per la sosta
notturna proprio in quella località.
Invece le cose sono
andate diversamente: a Sonsonate non ho incrociato i riferimenti
utili, era ancora abbastanza presto ed ho deciso di andare oltre: ora
la strada è decisamente migliore rispetto a quella precedente ma non
presenta urbanizzazioni utili alle mie necessità, perciò ho
proseguito sino quasi a Lourdes e quando ho visto una bella
gasolinera ho chiesto la possibilità di essere ospitato sul piazzale
anti market per la notte: permesso accordato con il pagamento di 2
USD + 1 per il vigilantes.
Ho avuto tutto il tempo
per godere gli effetti benefici di una doccia somministrata con acqua
a temperatura ambiente, quindi tepida, prima di dedicarmi alle solite
operazioni serali.
Mi sembra di aver fatto
bene a cambiare direzione: il clima esterno qui è più fresco e la
notte sarà più confortevole rispetto alla precedente.
Il Nomade oggi ha dato
buona prova di se: guidando sul piano i freni quasi non si usano, e
al momento dell'uso ormai so come compensarne l'imperfetto
funzionamento.
Non so come comportarmi
in questa nazione, visto che le spiagge ed il relativo clima vado
sfuggendo, la capitale non presenta aspetti di interesse, la mia
mente è un po' affaticata e così probabilmente effettuerò un puro
transito, consapevole che la meta è sempre più vicina!
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