Domenica
17.02 – Altra notte rumorosa, ma verranno empi migliori.
Stamane
Stefan mi ha scaricato altre info di viaggio prima di recarci a Leon,
ultima meta comune ad entrambi.
Subito
abbiamo trovato un internet point dove lavorare, quindi abbiamo fatto
un giretto panoramico che non mi ha esaltato, anche se la città è
segnalata come un bell'esempio di realtà coloniale, poi un passaggio
al supermarket prima di salutarci: è stato un breve incontro il
nostro, e ciò che non è mancato è stata la comunicazione.
Conserverò
un buon ricordo del giovane alemanno: peccato non essere stato più
bravo con l'idioma perché lui parla veloce come fosse di madre
lingua.
Devo
dire che ho faticato un po' durante l'esplorazione della città sotto
il sole: tornato a bordo ho consumato voracemente solo frutta e
bevuto molto, forse in dipendenza della giornata di ieri.
Quindi
lui si è dileguato in direzione Sud mentre io ho ripercorso in parte
la strada del mattino sino a San Luis Telica, puntando poi decisamente a Nord e patendo la temperatura elevata.
Prima
di arrivare a San Isidoro mi sono trovato in un bel altopiano, ricco
di coltivazioni, riso incluso, dove tirava un forte vento. Quindi ho
preso per Sebaco mentre la strada ha iniziato a scalare montagne, la
temperatura è diventata subito a me più favorevole ed il cielo ha
iniziato a minacciare pioggia.
Lasciata
da parte Matagalpa, città di certe dimensioni dotata di varie
attività di trasformazione dei prodotti agricoli, in particolare il
caffè, ben inserita in una conca ridente, è iniziata la parte più
impegnativa del percorso su una strada più stretta e con pendenze
rilevanti.
Avevo
in mente di utilizzare una segnalazione per la sosta notturna non
troppo lontano da Matagalpa, ma evidentemente non sto attraversando
un momento in cui desidero fermarmi qua e la e quindi ho preferito
proseguire sino a Jiontega, ultima possibilità per la sosta sia per
l'orario in cui ci sono arrivato che per la sua dimensione.
Dopo
aver guardato le gasolinere senza rimanerne attratto, mi sono diretto
deciso verso il chiesone che avevo notato lungo la discesa come se
una forza interna mi stesse indirzzando la. Parcheggiato sul davanti
dove c'è anche il paro comunale, sono sceso dal Nomade pensando di
chiedere al parrocco se avesse qualche suggerimento per andare
incontro alle mie esigenze. Sull'ingresso ho approcciato un diacono
al quale ho rivolto il quesito e questi, prossimo a coadiuvare il
Vescovo nella messa delle 18, perché non si tratta di una chiesa
bensì di una cattedrale, mi ha pregato di attendere una risposta
dopo aver interpellato il suo capo.
Dato
che l'aria che tirava all'esterno era parecchio fresca ho deciso di
assistere ad una messa Nicaraguense, anche se non è stato uno
spettacolo come avviene spesso in Africa.
Mentre
ero lì mi son trovato a pensare alle credenze inculcate nelle
persone, credenze che ne impostano la vita, condizionando qualsiasi
scelta e inducendo il credente a pensare di poter sempre contare in
una nuvoletta magica soprastante alla quale appellarsi per qualsiasi
esigenza, senza mai prendere responsabilmente nelle proprie mani il
filo della vita.
E
ripensavo anche al fatto che il chierico, quando gli avevo spiegato
perché mi trovassi qui, mi aveva chiesto se ero cattolico, requisito
indispensabile per avere delle attenzioni in questo tipo di ambiente,
come se il tempo della conquista spagnola continuasse ancora oggi.
Terminata
la cerimonia sono stato ricevuto dal prelato appartenente alla
confraternita francescana: dopo avermi ascoltato ed aver manifestato
la curiosità di visitare la casa su ruote, ha dato disposizioni
affinché il Nomade venisse ospitato per la notte all'interno delle
mura di un loro collegio, facendomi accompagnare sin lì da un
muchacho.
Ritrovate
le mie energie grazie alla repentina variazione climatica, questa
sera, dopo tanto tempo, me la sono sentita di cucinare.
Disponendo
della connessione ho indagato sulla Asociacion Nazareth per ottenerne
l'indirizzo: ho così appreso che non si tratta di una piccola cosa,
anzi, il progetto è ampio ed articolato, nasce e si sviluppa in
ambito “cattolico” ed ha ottenuto l'appoggio governativo.
Ecco
perché uno dei referenti è un prete! (pure italico).
Ecco
perché il medico italiano che ha prestato la sua opera qui
appartiene alla Brigata Medica Internazionale, perché questa è
parte attiva sin dall'origine nell'iniziativa.
Domani
ne saprò di più!
Per
chi volesse curiosare: Asociación
Nazareth Nicaragua:
Nuestros proyectos andifnicaragua.blogspot.com/.../nuestros-proye... -
ANDIF
es una asociación sin
fines de lucro de carácter social, apolítica y ... San
Rafael del Norte,
Jinotega, Nicaragua ... Proyecto
clínica médica Nazareth: ...
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