lunedì 18 febbraio 2013

Stefan verso Sud, il Nomade verso Nord


Domenica 17.02 – Altra notte rumorosa, ma verranno empi migliori.
Stamane Stefan mi ha scaricato altre info di viaggio prima di recarci a Leon, ultima meta comune ad entrambi.


Subito abbiamo trovato un internet point dove lavorare, quindi abbiamo fatto un giretto panoramico che non mi ha esaltato, anche se la città è segnalata come un bell'esempio di realtà coloniale, poi un passaggio al supermarket prima di salutarci: è stato un breve incontro il nostro, e ciò che non è mancato è stata la comunicazione.


Conserverò un buon ricordo del giovane alemanno: peccato non essere stato più bravo con l'idioma perché lui parla veloce come fosse di madre lingua.




Devo dire che ho faticato un po' durante l'esplorazione della città sotto il sole: tornato a bordo ho consumato voracemente solo frutta e bevuto molto, forse in dipendenza della giornata di ieri.
Quindi lui si è dileguato in direzione Sud mentre io ho ripercorso in parte la strada del mattino sino a San Luis Telica, puntando poi decisamente a Nord e patendo la temperatura elevata.




Prima di arrivare a San Isidoro mi sono trovato in un bel altopiano, ricco di coltivazioni, riso incluso, dove tirava un forte vento. Quindi ho preso per Sebaco mentre la strada ha iniziato a scalare montagne, la temperatura è diventata subito a me più favorevole ed il cielo ha iniziato a minacciare pioggia.


Lasciata da parte Matagalpa, città di certe dimensioni dotata di varie attività di trasformazione dei prodotti agricoli, in particolare il caffè, ben inserita in una conca ridente, è iniziata la parte più impegnativa del percorso su una strada più stretta e con pendenze rilevanti.


Avevo in mente di utilizzare una segnalazione per la sosta notturna non troppo lontano da Matagalpa, ma evidentemente non sto attraversando un momento in cui desidero fermarmi qua e la e quindi ho preferito proseguire sino a Jiontega, ultima possibilità per la sosta sia per l'orario in cui ci sono arrivato che per la sua dimensione.


Dopo aver guardato le gasolinere senza rimanerne attratto, mi sono diretto deciso verso il chiesone che avevo notato lungo la discesa come se una forza interna mi stesse indirzzando la. Parcheggiato sul davanti dove c'è anche il paro comunale, sono sceso dal Nomade pensando di chiedere al parrocco se avesse qualche suggerimento per andare incontro alle mie esigenze. Sull'ingresso ho approcciato un diacono al quale ho rivolto il quesito e questi, prossimo a coadiuvare il Vescovo nella messa delle 18, perché non si tratta di una chiesa bensì di una cattedrale, mi ha pregato di attendere una risposta dopo aver interpellato il suo capo.
Dato che l'aria che tirava all'esterno era parecchio fresca ho deciso di assistere ad una messa Nicaraguense, anche se non è stato uno spettacolo come avviene spesso in Africa.
Mentre ero lì mi son trovato a pensare alle credenze inculcate nelle persone, credenze che ne impostano la vita, condizionando qualsiasi scelta e inducendo il credente a pensare di poter sempre contare in una nuvoletta magica soprastante alla quale appellarsi per qualsiasi esigenza, senza mai prendere responsabilmente nelle proprie mani il filo della vita.
E ripensavo anche al fatto che il chierico, quando gli avevo spiegato perché mi trovassi qui, mi aveva chiesto se ero cattolico, requisito indispensabile per avere delle attenzioni in questo tipo di ambiente, come se il tempo della conquista spagnola continuasse ancora oggi.
Terminata la cerimonia sono stato ricevuto dal prelato appartenente alla confraternita francescana: dopo avermi ascoltato ed aver manifestato la curiosità di visitare la casa su ruote, ha dato disposizioni affinché il Nomade venisse ospitato per la notte all'interno delle mura di un loro collegio, facendomi accompagnare sin lì da un muchacho.
Ritrovate le mie energie grazie alla repentina variazione climatica, questa sera, dopo tanto tempo, me la sono sentita di cucinare.
Disponendo della connessione ho indagato sulla Asociacion Nazareth per ottenerne l'indirizzo: ho così appreso che non si tratta di una piccola cosa, anzi, il progetto è ampio ed articolato, nasce e si sviluppa in ambito “cattolico” ed ha ottenuto l'appoggio governativo.
Ecco perché uno dei referenti è un prete! (pure italico).
Ecco perché il medico italiano che ha prestato la sua opera qui appartiene alla Brigata Medica Internazionale, perché questa è parte attiva sin dall'origine nell'iniziativa.
Domani ne saprò di più!
Per chi volesse curiosare: Asociación Nazareth Nicaragua: Nuestros proyectos andifnicaragua.blogspot.com/.../nuestros-proye... - 
ANDIF es una asociación sin fines de lucro de carácter social, apolítica y ... San Rafael del Norte, Jinotega, Nicaragua ... Proyecto clínica médica Nazareth...




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