Martedì
05.02 – Fra le due proposte delle guide locali, una era inerente ad
un'escursione con partenza alle 4 del mattino tendente ad ammirare il
sorgere del sole fra le rovine del sito archeologico e l'altra, con
partenza alle 10, era inerente alla visita del sito tout court.
La
prima l'ho cassata mentre mi veniva enunciata (probabilità di vedere
il sole sorgere pari a zero con l'umidità che a quell'ora rende
tutto grigio), la seconda non l'ho presa in esame perché, salvo rari
casi, sono abituato ad effettuare queste visite da solo con un minimo
di autopreparazione.
Bene
ho fatto in ogni caso perché il sole prima delle 8 non si è visto,
mentre la visita, al di là della particolarità data dal fatto che
il sito è totalmente nella jungla ove si percepisce la presenza dei
suoi abitanti naturali e si sviluppa su una vasta estensione di
terreno che è tutto un saliscendi, si è rivelata principalmente una
gran camminata in quanto i monumenti non sono accessibili nella
maggioranza dei casi, inoltre non mi hanno comunicato quelle emozioni
come certi siti mexicani dove la differenza era data da fregi e
sculture che qui non esistono, così come in Belize.
Ho
pertanto maturato una decisione che era già in pectore sin dalla
visita al primo sito beliziano: con i siti Maya ho chiuso, e non
abbia per questo da adombrarsi Copan in Honduras.
Partito
alle 8.30 sono rientrato a casa verso le 14.30; pur avendo bevuto
durante la camminata, appena rientrato o continuato a bere come se mi
fossi disidratato.
In realtà ho sudato in maniera abnorme anche se
il percorso in buona parte si sviluppa all'ombra della vegetazione,
ma il tasso di umidità era altissimo.
Poco
dopo le 15 ho lasciato Tikal stanchissimo; giunto alla sbarra di
uscita dal Parco il personale addetto ha esaminato il foglio sul
quale erano stati apposti i vari orari di partenza ed arrivo onde
verificare se la velocità massima di 45 km/ora imposta all'interno
del Parco a tutela degli animali che possono trovarsi sulla strada
fosse mai stata superata.
Appena
oltre la sbarra ho visto i ragazzi del Toyota e mi sono fermato a
salutarli dando loro qualche dritta per il parcheggio overnight,
quindi ho proseguito lentamente per Flores, città indicatami in
Dogana come luogo ove poter sottoscrivere una copertura assicurativa
R.C.A..
Le
indicazioni che ho trovato sulla strada indicavano S.Elena e non
Flores; poi ho capito che sono quasi la stesa cosa. Isla Flores è
collegata da un ponte alla terra ferma ed è un piccolo centro
piuttosto grazioso.
Ci
sono arrivato dopo aver effettuato la prima spesa al supermarket
posto all'interno di un grande palazzo commerciale sito proprio prima
dell'imbocco del ponte. Lì c'era un bellissimo piazzale affacciato
sull'acqua del lago Petén Itzà che mi ha tentato, ma giusto ieri
sera mi ero riguardato le info del sito viaggiare sicuri che continua
ad evidenziare la provincia del Petén come una di quelle a rischio.
Appena
mi sono fermato sono stato avvicinato da un motociclista tedesco lì
in sosta per acuisti, in viaggio da solo ed alla ricerca di un luogo
dove poter piantare la sua tenda; ma qui campeggi non ce ne sono e
bisogna adattarsi a soluzioni alternative che per me possono essere
le stazioni di servizio o i parcheggi degli alberghi, mentre per lui
solo l'ostello della gioventù potrebbe essere la soluzione.
Quando
ho passato il ponte ho notato il solito schieramento di forze
dell'ordine in assetto da antiguerriglia ed ho pensato che almeno
l'isola dovrebbe essere tranquilla; infatti è tutta alberghi e
ristoranti ed i turisti non mancano.
Inoltre
ho visto girare la polizia locale e anche se ero alla ricerca di un
albergo dotato di parcheggio, e qui gli alberghi, per questione degli
spazi ristretti, di parcheggi non ne hanno, mi sono deciso a
parcheggiare molto vicino ad un albergo ma su strada, anche se
l'angolo resta un po' defilato.
Ho
chiesto alla sicurezza dell'albergo se il posto del parcheggio è
tranquillo ricevendone risposta affermativa Allora ho pattugliato
l'isola trovandola molto carina nell'ora del tramonto; sulla via che
corre nel centro storico ho notato sia l'ufficio informazioni
turistiche che una lavanderia a gettoni, entrambi indirizzi che
avvicinerò domattina.
Resta
un mistero il discorso della copertura assicurativa obbligatoria in
quanto le persone locali che ho interpellato al proposito mi hanno
informato che non lo sarebbe.
Quindi
domattina, se supererò indenne la notte, resterò qui contando di
partire sul far del mezzogiorno, appena la biancheria mi sarà
restituita.
Nessun commento:
Posta un commento