Martedì
19.02 – E' stata una notte buona quella appena andata; stamane la
connessione risulta migliore, forse per le condizioni meteo mutate al
bello dopo la pioggerella di ieri sera.
Nell'attesa
del meccanico sono stato cercato da Carmen per raggiungere Felix:
questi aveva preso un appuntamento con un meccanico più esperto e
più organizzato di Chaco giù in città, a Jinotega, dove lui
risiede.
Mi
sono così mosso subito in compagnia di Carmen che mi agevolerà come
interprete, senza aver capito che anche Felix ci stava precedendo con
la sua auto.
Lungo
il percorso ho chiesto informazioni sulla guerra avvenuta fra i
sandinisti e l'esercito regolare prima, poi con i contras, questi
ultimi ben dotati di materiali e tecnologia fornita dagli U.S.A..
Dopo
una decina d'anni pare che più nessuno avesse voglia di combattere
così, sotto la presidenza di una donna, Violeta, le cose iniziarono
a ricomporsi.
Nessuno
però, ancora oggi, ha voglia di parlare di quei tempi, e lo
comprendo in quanto la guerra è stata una guerra fratricida.
Questo
Paese che da poco tempo è frequentato da qualche turista, è
sviluppato esclusivamente lungo la costa del Pacifico, ma è verso il
Caribe che si trovano territori quasi disabitati, difficilissimi da
raggiungere, praticamente natura vergine allo stato puro.
Giunto
in città è stato semplice trovare il Talleres Unidos dove ho
conosciuto Rito Emilio Contreras, una persona non più giovane e con
un bel modo di fare. Dopo le spiegazioni del caso Felix e Carmen si
sono allontanati dedicandosi ai loro interessi mentre io sono rimasto
a tiro di Rito che subito si è messo al lavoro.
Era
da Oaxaca Mexico che non mi capitava di trovare una officina
meccanica al coperto e dotata di una ampia fossa sopra la quale
sistemare un veicolo come il Nomade onde rendere agevole il lavoro al
meccanico.
In
poco tempo è stato confermato essere il booster il problema ed una
volta smontato si è potuto vedere una piccola falla che
probabilmente gli stava impedendo di lavorare come si deve;
speranzoso di trovare un ricambio adattabile Rito è partito per
tornare più tardi con la notizia che mi aspettavo: missione
impossibile!
Ora
il gioco si sposterà a Managua, la capitale, distante circa 150 km.
da Jinotega; dopo aver ragionato sul come fare per spedire giù ad un
corrispondente sia il booster per una revisione che il supporto del
cambio da trovare nuovo e adattabile, in attesa di prendere una
decisione in merito, Felix è passato a prelevarmi per comar assieme:
si è trattato di una gustosa pausa pranzo a base di arroz = riso,
Judias = fagioli, cerdo = maiale, patatas = patate e queso =
formaggio.
Dopo
io sono rientrato al taller, dove dovrò restare almeno due notti,
mentre lui e Carmen se ne sono tornati all'asociacion.
Rito
non si è fermato mai, andando avanti secondo l'elenco da me
predisposto, trovando anche un problema al silenziatore; ogni tanto
sono sceso nella buca ed è così che, sempre per cercare soluzioni
al sovrappeso, si è stabilito di smontare l'asse posteriore
incurvato per rimetterlo in linea e possibilmente rinforzarlo, mentre
per l'avantreno abbiamo parlato di spessori e di sostituzione delle
molle con altre più rigide.
Alla
fine sono riuscito a sporcarmi le mani per bene anche questa volta,
come sempre quando il Nomade si ferma per un pit stop.
Collegato
il Nomade alla corrente esterna, ho pensato che trascorrerò una
serata a bordo, anche per evitare di imbattermi nel perro de guardia
(cane da guardia) che dopo una certa ora viene liberato dalla catena
in modo da fare il suo lavoro.
Non
voglio farmi illusioni, ma Rito è convinto che la revisione del
booster sarà effettuata a regola d'arte e che un supporto motore
adattabile sarà possibile trovarlo: se poi veramente si riuscirà ad
irrobustire l'asse posteriore e ad alzare l'avantreno di quel tanto
che sarà possibile, chi lo fermerà più il vecchio Nomade?
Dopo
aver aperto il file “film”, fra le varie opzioni mi sono trovato
a klikkare su “Il giardino dei limoni”, film che avevo gradito
vedere in prima visione e che ora ho rivisto molto volentieri: una
storia vera, raccontata senza sbavature, essenziale e pulita, dove,
attraverso le vicende del limoneto, vengono sviluppati i sentimenti
della austera donna palestinese e quelli più mondani della donna
ebrea, trovandovi un punto d'incontro invece impossibile da trovarsi
nel modo di sentire dei maschi di quei territori (faida che perdura
da oltre 2.000 anni!).
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