mercoledì 13 febbraio 2013

Chichicastenango


Domenica 10.02 – Stamane in casa ho trovato 12°: l'escursione termica fra il giorno e la notte qui è notevolissima, quasi da deserto!
Al risveglio sono stato indeciso sul da farsi: cercare subito un meccanico attraverso Aurelio, il ragazzo della gasolineria, o rimandare questo aspetto a domani?


Alla fine ho scelto di trascorrere la giornata in giro per Chichi dove oggi, essendo giorno di mercato, è previsto un gran movimento.




Infatti questa località, a parer mio, non esiste tanto perché è dotata di una Municipalidad, di un'Iglesia Parroquial, di un Museo Regional, di un'Iglesia del Calvario, di un Cemetero Municipal, di un Museo de Mascres, del Cerro Ceremonial Pascual Abaj, dell'Arco Gucumatz e varie altre facility, bensì per il Mercado bisettimanale, quello che fa convergere qui artigiani, venditori e acquirenti dai luoghi circostanti, oltre ai turisti.




Chichi ha una sua urbanizzazione per niente interessante e difficoltosa alla frequentazione, ma i due giorni di mercato sembra comunque divenire il centro dell'universo.




Tutte le attività commerciali stanziali restano aperte, inoltre le strade di un vasto parallelepipedo che va dalla Iglesia Parroquial a quella del Calvario da una parte e dal Museo Regional all'Arco Gucumatz dall'altra si riempiono di bancarelle e di ambulanti: praticamente una Kasba dove però, in tutto il mio peregrinare, mi sono sentito chiamare “Amigo” nel tentativo di approccio poche volte.




In queste occasioni bisognerebbe avere le idee chiare: primo, acquistare o osservare, e secondo, nel caso di acquisto, sapere ciò che si vuole.
L'alternativa è quella di rimanere attratti dai colori delle merci esposte, in balia dell'offerta ripetitiva più o meno degli stessi articoli.




Ero informato circa il fatto che i prezzi qui difficilmente si trattano, ma ho avuto conferma che non è così: in ogni caso posso comunicare che mi sono limitato ad osservare, anche perché sono già a corto di Quetzal in quanto alla varie gasolinere ho dovuto spesso pagare “efectivo”= contanti, e a questo tipo di Mercado non se ne parla di tarjeta.





Appena arrivato in downtown by taxi-a-tre-ruote ho cercato di risolvere il problema della chiave speciale per il crik: alla terza ferramenteria visitata ho capito che non avrei potuto ottenere un risultato ottimale, quindi mi son dovuto accontentare.
Passo successivo è stata la connessione internet, ben presto trovata, ma di pessima qualità, di quelle che mettono continuamente a rischio il lavoro in corso; sono però riuscito a parlare by skype con la mia base operativa italica chiedendo l'interpello di un meccanico di fiducia in riferimento al momento che sta passando il Nomade.





Infatti non vorrei mai che il meccanico locale, pur di guadagnarsi qualche Quetzal inatteso, si mettesse a ravanare su parti poi impossibili da ricomporre o da far funzionare, magari malissimo come adesso, ma ancora montate ed integre nella loro forma.
Dopo circa un paio d'ore ho cominciato a dedicarmi al mercato tout court: devo dire che personalmente, più c'è da muoversi sullo stretto fra gente e bancarelle dove si è l'uno a ridosso dell'altro, più mi scappa la voglia di restarci.





Così dopo un po' ne sono uscito girandoci attorno per poi rientrarci, ma non tanto per guardare le merci esposte quanto per osservare le persone seguendo un mio itinerario di conoscenza dei luoghi, praticamente tutti quelli che ho citato prima.
Mi sarebbe piaciuto riprendere più immagini della gente, ma non appartenendo alla categoria di quelli che a tutti i costi si impongono di ottenere ciò che vogliono, soprattutto se di mezzo c'è sia il rispetto umano per l'altro che il suo consenso da ottenere, mi sono limitato a ciò che è stato possibile, senza intrudere.






Durante la visita sono rimasto particolarmente colpito dai riti maya ancora in vigore, seppur rivisitati dopo l'arrivo degli ispanici: in particolare al Cerro Ceremonial, posto in cima ad una collinetta, ci sono arrivato mentre era in corso una cerimonia condotta da un sacerdote/sciamano intento a incensare le offerte di una giovane famigliola e a benedirla, ripetendo l'equivalente di un “mantra”; altre persone in quel momento non ce n'erano, anche perché in salita avevo superato un gruppo di americani accompagnati da una guida, in modo tale che all'unica venditrice presente a latere ho suggerito di non perdere tempo con me ma di dedicare le proprie attenzioni al gruppo in arrivo.
Sceso dalla collina sacra mi sono ritrovato fra le bancarelle già in fase di smobilizzo: acquistata un minimo di frutta e verdura sono tornato a casa a bordo di un altro taxi-a-tre-ruote.



Il prezzo del tragitto per i locali è di 3 Q, a me ne sono stati chiesti 5: ho accettato così come prima, per il taglio dei capelli, me ne erano stati chiesti 20 quando il cliente locale che mi aveva preceduto ne aveva pagati 15.
A proposito, quella dei barbieri sembra essere una attività della quale la popolazione ha maggiormente bisogno visto che ogni tre/quattro esercizi uno appartiene a questa categoria merceologica!


Cosa mi attenderà domani? Non essendo troppo ottimista in merito, già oggi, per non sbagliare, ho provveduto a comunicare by mail ai vertici della clinica di San Rafael del Norte – Nicaragua - l'intoppo nel quale sono incappato.
Nella migliore delle ipotesi la mia marcia di avvicinamento subirà un rallentamento.

Lunedì 11.02 - Mi è venuto in mente questa notte, fra un sogno e l'altro, che forse non mi sono ancora soffermato su qualche informazione generale inerente alla nazione in cui mi trovo: mi scuso e cerco di porre rimedio all'istante.


La Repubblica del Guatemala (GCA), nome indigeno Quauhtemallan (luogo con molti alberi), per l'82% del territorio è collinare con altipiani, misura kmq. 108.889, ha 33 vulcani (dei quali 3 in attività) e due cordigliere che l'attraversano, oltre a numerosi fiumi, foreste tropicali, pianure, boschi e laghi.


La popolazione si aggira attorno ai 14 ml. di abitanti suddivisi in 21 gruppi etnici e 22 dipartimenti: la capitale è Città del Guatemala.
Circa il fuso oraraio: -7h rispetto all'Italia; -8h quando vige l'ora legale.
La lingua ufficiale è lo spagnolo, ma vi si parlano altre 21 lingue di origine Maya (dove mi trovo ora si parla il Quiche), oltre allo Xinca e al Garifuna.


Circa le religioni: quella prevalente è la cattolica romana, però esiste una certa tendenza al cristianesimo evangelico. Alcune comunità indigene praticano un sincretismo di cattolicesimo con riti precolombiani.
La moneta nazionale è il Quetzal , che prende il nome da un volatile, simbolo nazionale.


Tornando al presente: alle 8.30, non vedendo in giro Aurelio (qui ci sono varie squadre che si alternano al lavoro) ho chiesto ad un altro operatore la cortesia di chiamare il meccanico.
Mentre lo stavo attendendo spostandomi sul piazzale della gasolineria è arrivato un pick-up dal quale sono scese due persone, una delle quali, George, mi ha avvicinato tendendomi la mano: ho pensato fosse il meccanico, ma per fortuna ho tardato a chiederglielo perché in realtà si trattava del patron.


Poco dopo è arrivato colui che stavo attendendo; chissà com'è, ma anche il nome di questo meccanico è Victor ! Si tratta di un ragazzo di 25 anni che ne dimostra meno; senza perdere tempo, sentite le problematiche, mi ha invitato a seguirlo al suo taller che dista un centinaio di metri da qui.
Le foto documentano in modo eloquente come dal Messico incluso in giù quasi tutte le categorie a lavoro manuale operano nello stesso modo: dopo un unico tentativo fallito di farmi entrare nel buco dal pavimento pendente pavimentato “nature”, il Nomade si è accostato a bordo strada dove sono iniziate le operazioni.


Resto sempre meravigliato quando, come in questo caso, dopo aver indicato l'altezza del Nomade in riferimento alla conformazione del varco di entrata mi è venuto fatto segno di procedere salvo poi arrendersi all'evidenza: è come se mancasse la capacità di valutare obiettivamente, una forma di faciloneria che può far presa perché inizialmente può venire interpretata come “non ti preoccupare, non ci sono problemi”.


Anche con la scuola di spagnolo ad Antigua le cose si erano messe sulla stessa piega: allora avevo chiesto la soluzione del problema del parcheggio per il Nomade prima di impegnarmi e così era poi venuto a cadere l'impalco.
Temendo che potessero essere eseguite delle operazioni a rischio, ho deciso di rimanere incollato a Victor il più possibile; non sono stato a spiegargli la rava e la fava, anche perché la comunicazione non è stata propriamente fluente, ma ho visto che ha affrontato il lavoro con la convinzione che i problemi dipendessero dalla pompa dei freni, e a me stava bene che si cominciasse da lì.


Dopo aver spurgato tutto il circuito ad ogni ruota siamo partiti per una prima prova su strada consistente nel percorrere pochi chilometri pieni di tornanti in discesa all'andata e in salita al ritorno, in direzione di S.Cruz del Quiche.
Nessun apprezzabile miglioramento, però ho chiesto a Victor di raddrizzare le orecchie per fargli captare un rumore che si manifesta dopo aver cambiato marcia o quando si stacca il piede dall'acceleratore velocemente: il rumore è stato subito percepito e Victor ha ipotizzato possa trattarsi di un supporto motore. confermato la mia idea.
No a caso al meccanico di Merida – Mexico avevo chiesto di effettuare un controllo in tal senso, ma quello si era sentito economicamente appagato per ciò che aveva fatto e non aveva più voglia di lavorare, splendido esempio di responsabilità professionale.



Nel frattempo, dopo essere stato utilizzato come parte attiva nelle operazioni, Victor ha chiamato un ragazzo che si pubblicizza su strada come gommista, tipo quello di qualche giorno fa.
Quindi Victor ha pensato ai freni a tamburo delle ruote posteriori: di conseguenza smontaggio delle ruote e poi dei tamburi, pulizia e regolazione, poi rimontaggio ed altro spurgo con successivo rabbocco di liquido; dalla prova su strada nessun riscontro positivo.
Rientrati al taller Victor ha deciso di smontare la pompa ritenendo che potesse esserci una perdita a questa imputabile: inutile dire che io ho fatto presente come il liquido sia sempre rimasto costantemente sul livello massimo a testimoniare che il circuito non può presentare delle falle.


Quando la pompa è stata smontata, nell'impossibilità di trovarne una nuova in sostituzione, Victor è partito alla ricerca di due condotti in gomma sicuro di poterli trovare.
E' poi invece rientrato con una confezione di teflon a nastro con la quale ha guarnito i condotti originali, trovando qualche difficoltà a ricollocarli.
Anche per la pulizia della pompa, che Victor ha eseguito con dell'acqua conservata in un bidone in quanto il taller non ne è dotato, ho dovuto suggerirgli di usare l'aria compressa per asciugarne le parti interne.
Effettuato il rimontaggio, lo spurgo ed un altro rabbocco di liquido utilizzando la lattina in mia dotazione, prima di passare alla prova su strada Victor ha cominciato ad occuparsi del supporto motore, che come avevo immaginato è stato identificato nello stesso già riparato in California.
Per smontarlo Victor ha dovuto prima togliere lo scudo di riparo, così gli ho chiesto di effettuare un paio di controlli ulteriori prima del rimontaggio, ma questa volta i due assi dell'apparato dell'avantreno che tanto mi avevano fatto tribolare nel tempo sono risultati ben fissati.
Anche per il supporto motore stessa scena della pompa: lo speranzoso Victor pensava di poterlo trovare in sostituzione, ma io gli ho suggerito di non perdere tempo e cercare di sistemare questo, esattamente come aveva dovuto fare il meccanico corridore qualche mese fa.
Il primo tentativo di ripristinare le parti in gomma andate in briciole non è stato brillante: essendosi fatte le 2 p.m. ho suggerito a Victor di prendersi la pausa pranzo.
In precedenza, del tutto silenziosamente, avevo notato una ragazza abbigliata tipo studentessa entrare nel taller, avvicinarsi all'auto di Victor depositando qualche cosa sul sedile posteriore per poi accomodarsi su quello anteriore per il passeggero senza più riemergere.
La mia curiosità mi aveva spinto fino all'auto di Victor, ma qui tutti i finestrini, incluso il parabrezza, sono ricoperti di una pellicola oscurante che da noi sarebbe fuori legge, pertanto non ero riuscito a capire se la tipa fosse ancora lì o che cosa.
Fatto sta che Victor, dopo avermi detto che sarebbe andato a comprarsi qualche cosa per comidar, si è invece accomodato sul sedile posteriore della sua auto: da lì mi è mancato il momento in cui è poi uscito, lasciandomi fantasticare su una pausa pranzo particolarmente piccante del giovane guatemalteco.
Ho anche pensato che Victor potessee abitare nello stesso taller quando ho visto un ampio sommier posato contro una parete, ipotesi che non escludo affatto.
Dopo un bel po', proveniente dal taller del suo compare, è riapparso Victor con il supporto motore sul quale era stata effettuata una operazione di vulcanizzazione che mi ha lasciato perplesso, ma qui si trattava di solo di prendere ciò che era nel frattempo maturato.
Finito il montaggio siamo partiti per un'altra prova su strada: il rumore da supporto si è alleggerito, però continua ad esserci, mentre la frenata è sempre la stessa.
Ora che il liquido in mia dotazione è terminato, Victor ha iniziato a sostenere che bisogna sostituire integramente quello del circuito: dopo aver personalmente acquistato ciò che servirebbe, consapevole che la catena non può essere continuamente allungata di un nuovo anello, ho comunicato a Victor la mia sfiducia nel proseguimento del lavoro in questa ottica; inoltre gli ho fatto presente che ora il pedale del freno resta alto e duro, come quando il servofreno non lavora.
Avendo trovato ragionevole la mia considerazione egli ha pensato bene di parlare telefonicamente con un suo “supervisore” in cerca di lumi. Allora gli ho raccontato anche che fin da San Diego era stato ipotizzato, con il supporto della tecnologia, che fosse il booster il vero problema.
Come Harrison Ford nel film “alla ricerca della pietra verde” o qualcosa del genere, Victor in un sol balzo è arrivato al booster e lo ha scollegato dal circuito. Salito al posto di guida e pigiato più volte il pedale del freno, con uno sguardo furbetto mi ha chiesto di raggiungerlo mettendomi al corrente della novità: si, il problema è il booster perché il pedale del freno si comporta alla stessa maniere sia che questo sia inserito oppure no.
Felice della scoperta mi ha suggerito di cambiare pompa e booster in un colpo solo.
Gli ho allora fatto notare che il veicolo è del 1990 e pertanto nemmeno alla Fiat presente nella capitale sarebbe possibile trovare il ricambio. Ci ha pensato un po' su ed ha replicato che si potrebbe montare un apparato Nissan: sei sicuro che sia compatibile? Fli ho chiesto.
Bisogna provare è stata la sua risposta: E allora vai!
Ma prima di andare ha sentito la necessità di un nuovo consulto con il supervisore il quale deve avergli detto che non solo non ci sarebbe nessuna garanzia, ma che in caso di incidente ci andrebbe di mezzo il responsabile della modifica.
Continuando a ripetere che nella capitale avrei trovato i ricambi originali, gli ho chiesto la cortesia di informarsi telefonicamente, cosa che ormai potrà avvenire domattina, con ampio beneficio d'inventario da parte mia.
Non mi è restato che chiedere la cuenta mentre il compare si aggirava alle mie spalle: Victor bisbigliando fra se e se tutti i passaggi operativi è arrivato alla richiesta di 350 Q = 50 USD che io ho pensato dovrà suddividere in parte con chi l'ha chiamato ed in parte con il compare.
Mancando del contante ho proposto il pagamento in USD, ma ho capito subito che Victor avrebbe preferito essere pagato in moneta locale e pertanto gli ho proposto di accompagnarmi in banca.
Detto fatto, ma a bordo del Nomade! Victor mi indicava le strade mentre io procedevo, ma lui non si rendeva conto delle dimensioni del mio veicolo ed avrebbe voluto portarmi calli impossibili. A fronte delle mie rimostranze e del mio rifiuto a seguire le sue indicazioni allora mi ha portato in un Parqueo dal quale siamo partiti a piedi per raggiungere una banca.
Essendo questa già chiusa (oggi Chichi presenta tutto un altro aspetto di sè), ci siamo spostati verso un'altra altrettanto chiusa; ma non c'è uno sportello automatico? Si, è proprio lì a fianco. Solo che per arrivarci ho dovuto passare sopra ad un individuo steso a terra ed avvolto in una coperta, apparentemente dormiente, salvo che poi, spostata la coperta ed estratto il pisello, si è messo ad urinare da disteso indirizzando il getto verso il centro strada attirando l'attenzione di alcuni ragazzini: chissà dove lo avranno collocato nella giornata di ieri i vigilantes!
Lasciati i quattrini a Victor ho proseguito sino alla gasolineria dove, prima di prendere posizione per la notte, ho fatto lavare il Nomade per non dover continuare a vedere le manate nere stampate qua e là.
Il risultato conseguito dopo otto ore con il meccanico è stato quello di essere divenuto consapevole che il booster è sostanzialmente fuori servizio e pertanto dovrò proseguire a velocità sempre più moderate cercando strade non affollate e di fondo valle: non sarà facile, ma ci proverò.

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