Domenica
10.02 – Stamane in casa ho trovato 12°: l'escursione termica fra
il giorno e la notte qui è notevolissima, quasi da deserto!
Al
risveglio sono stato indeciso sul da farsi: cercare subito un
meccanico attraverso Aurelio, il ragazzo della gasolineria, o
rimandare questo aspetto a domani?
Alla
fine ho scelto di trascorrere la giornata in giro per Chichi dove
oggi, essendo giorno di mercato, è previsto un gran movimento.
Infatti
questa località, a parer mio, non esiste tanto perché è dotata di
una Municipalidad, di un'Iglesia Parroquial, di un Museo Regional,
di un'Iglesia del Calvario, di un Cemetero Municipal, di un Museo de
Mascres, del Cerro Ceremonial Pascual Abaj, dell'Arco Gucumatz e
varie altre facility, bensì per il Mercado bisettimanale, quello che
fa convergere qui artigiani, venditori e acquirenti dai luoghi
circostanti, oltre ai turisti.
Chichi
ha una sua urbanizzazione per niente interessante e difficoltosa alla
frequentazione, ma i due giorni di mercato sembra comunque divenire
il centro dell'universo.
Tutte
le attività commerciali stanziali restano aperte, inoltre le strade
di un vasto parallelepipedo che va dalla Iglesia Parroquial a quella
del Calvario da una parte e dal Museo Regional all'Arco Gucumatz
dall'altra si riempiono di bancarelle e di ambulanti: praticamente
una Kasba dove però, in tutto il mio peregrinare, mi sono sentito
chiamare “Amigo” nel tentativo di approccio poche volte.
In
queste occasioni bisognerebbe avere le idee chiare: primo, acquistare
o osservare, e secondo, nel caso di acquisto, sapere ciò che si
vuole.
L'alternativa
è quella di rimanere attratti dai colori delle merci esposte, in
balia dell'offerta ripetitiva più o meno degli stessi articoli.
Ero
informato circa il fatto che i prezzi qui difficilmente si trattano,
ma ho avuto conferma che non è così: in ogni caso posso comunicare
che mi sono limitato ad osservare, anche perché sono già a corto di
Quetzal in quanto alla varie gasolinere ho dovuto spesso pagare
“efectivo”= contanti, e a questo tipo di Mercado non se ne parla
di tarjeta.
Appena
arrivato in downtown by taxi-a-tre-ruote ho cercato di risolvere il
problema della chiave speciale per il crik: alla terza ferramenteria
visitata ho capito che non avrei potuto ottenere un risultato
ottimale, quindi mi son dovuto accontentare.
Passo
successivo è stata la connessione internet, ben presto trovata, ma
di pessima qualità, di quelle che mettono continuamente a rischio il
lavoro in corso; sono però riuscito a parlare by skype con la mia
base operativa italica chiedendo l'interpello di un meccanico di
fiducia in riferimento al momento che sta passando il Nomade.
Infatti
non vorrei mai che il meccanico locale, pur di guadagnarsi qualche
Quetzal inatteso, si mettesse a ravanare su parti poi impossibili da
ricomporre o da far funzionare, magari malissimo come adesso, ma
ancora montate ed integre nella loro forma.
Dopo
circa un paio d'ore ho cominciato a dedicarmi al mercato tout court:
devo dire che personalmente, più c'è da muoversi sullo stretto fra
gente e bancarelle dove si è l'uno a ridosso dell'altro, più mi
scappa la voglia di restarci.
Così
dopo un po' ne sono uscito girandoci attorno per poi rientrarci, ma
non tanto per guardare le merci esposte quanto per osservare le
persone seguendo un mio itinerario di conoscenza dei luoghi,
praticamente tutti quelli che ho citato prima.
Mi
sarebbe piaciuto riprendere più immagini della gente, ma non
appartenendo alla categoria di quelli che a tutti i costi si
impongono di ottenere ciò che vogliono, soprattutto se di mezzo c'è
sia il rispetto umano per l'altro che il suo consenso da ottenere, mi
sono limitato a ciò che è stato possibile, senza intrudere.
Durante
la visita sono rimasto particolarmente colpito dai riti maya ancora
in vigore, seppur rivisitati dopo l'arrivo degli ispanici: in
particolare al Cerro Ceremonial, posto in cima ad una collinetta, ci
sono arrivato mentre era in corso una cerimonia condotta da un
sacerdote/sciamano intento a incensare le offerte di una giovane
famigliola e a benedirla, ripetendo l'equivalente di un “mantra”;
altre persone in quel momento non ce n'erano, anche perché in salita
avevo superato un gruppo di americani accompagnati da una guida, in
modo tale che all'unica venditrice presente a latere ho suggerito di
non perdere tempo con me ma di dedicare le proprie attenzioni al
gruppo in arrivo.
Sceso
dalla collina sacra mi sono ritrovato fra le bancarelle già in fase
di smobilizzo: acquistata un minimo di frutta e verdura sono tornato
a casa a bordo di un altro taxi-a-tre-ruote.
Il
prezzo del tragitto per i locali è di 3 Q, a me ne sono stati
chiesti 5: ho accettato così come prima, per il taglio dei capelli,
me ne erano stati chiesti 20 quando il cliente locale che mi aveva
preceduto ne aveva pagati 15.
A
proposito, quella dei barbieri sembra essere una attività della
quale la popolazione ha maggiormente bisogno visto che ogni
tre/quattro esercizi uno appartiene a questa categoria merceologica!
Cosa
mi attenderà domani? Non essendo troppo ottimista in merito, già
oggi, per non sbagliare, ho provveduto a comunicare by mail ai
vertici della clinica di San Rafael del Norte – Nicaragua -
l'intoppo nel quale sono incappato.
Nella
migliore delle ipotesi la mia marcia di avvicinamento subirà un
rallentamento.
Lunedì
11.02 - Mi è venuto in mente questa notte, fra un sogno e l'altro,
che forse non mi sono ancora soffermato su qualche informazione
generale inerente alla nazione in cui mi trovo: mi scuso e cerco di
porre rimedio all'istante.
La
Repubblica del Guatemala (GCA), nome indigeno Quauhtemallan (luogo
con molti alberi), per l'82% del territorio è collinare con
altipiani, misura kmq. 108.889, ha 33 vulcani (dei quali 3 in
attività) e due cordigliere che l'attraversano, oltre a numerosi
fiumi, foreste tropicali, pianure, boschi e laghi.
La
popolazione si aggira attorno ai 14 ml. di abitanti
suddivisi in 21 gruppi etnici e 22 dipartimenti: la capitale è Città
del Guatemala.
Circa
il fuso oraraio: -7h rispetto all'Italia; -8h quando
vige l'ora legale.
La
lingua ufficiale è lo spagnolo, ma vi si parlano altre 21 lingue di
origine Maya (dove mi trovo ora si parla il Quiche), oltre allo Xinca
e al Garifuna.
Circa
le religioni: quella prevalente è la cattolica
romana, però esiste una certa tendenza al cristianesimo evangelico.
Alcune comunità indigene praticano un sincretismo di cattolicesimo
con riti precolombiani.
Tornando
al presente: alle 8.30, non vedendo in giro Aurelio (qui ci sono
varie squadre che si alternano al lavoro) ho chiesto ad un altro
operatore la cortesia di chiamare il meccanico.
Mentre
lo stavo attendendo spostandomi sul piazzale della gasolineria è
arrivato un pick-up dal quale sono scese due persone, una delle
quali, George, mi ha avvicinato tendendomi la mano: ho pensato fosse
il meccanico, ma per fortuna ho tardato a chiederglielo perché in
realtà si trattava del patron.
Poco
dopo è arrivato colui che stavo attendendo; chissà com'è, ma anche
il nome di questo meccanico è Victor ! Si tratta di un ragazzo di 25
anni che ne dimostra meno; senza perdere tempo, sentite le
problematiche, mi ha invitato a seguirlo al suo taller che dista un
centinaio di metri da qui.
Le
foto documentano in modo eloquente come dal Messico incluso in giù
quasi tutte le categorie a lavoro manuale operano nello stesso modo:
dopo un unico tentativo fallito di farmi entrare nel buco dal
pavimento pendente pavimentato “nature”, il Nomade si è
accostato a bordo strada dove sono iniziate le operazioni.
Resto
sempre meravigliato quando, come in questo caso, dopo aver indicato
l'altezza del Nomade in riferimento alla conformazione del varco di
entrata mi è venuto fatto segno di procedere salvo poi arrendersi
all'evidenza: è come se mancasse la capacità di valutare
obiettivamente, una forma di faciloneria che può far presa perché
inizialmente può venire interpretata come “non ti preoccupare, non
ci sono problemi”.
Anche
con la scuola di spagnolo ad Antigua le cose si erano messe sulla
stessa piega: allora avevo chiesto la soluzione del problema del
parcheggio per il Nomade prima di impegnarmi e così era poi venuto a
cadere l'impalco.
Temendo
che potessero essere eseguite delle operazioni a rischio, ho deciso
di rimanere incollato a Victor il più possibile; non sono stato a
spiegargli la rava e la fava, anche perché la comunicazione non è
stata propriamente fluente, ma ho visto che ha affrontato il lavoro
con la convinzione che i problemi dipendessero dalla pompa dei freni,
e a me stava bene che si cominciasse da lì.
Dopo
aver spurgato tutto il circuito ad ogni ruota siamo partiti per una
prima prova su strada consistente nel percorrere pochi chilometri
pieni di tornanti in discesa all'andata e in salita al ritorno, in
direzione di S.Cruz del Quiche.
Nessun
apprezzabile miglioramento, però ho chiesto a Victor di raddrizzare
le orecchie per fargli captare un rumore che si manifesta dopo aver
cambiato marcia o quando si stacca il piede dall'acceleratore
velocemente: il rumore è stato subito percepito e Victor ha
ipotizzato possa trattarsi di un supporto motore. confermato la mia
idea.
No
a caso al meccanico di Merida – Mexico avevo chiesto di effettuare
un controllo in tal senso, ma quello si era sentito economicamente
appagato per ciò che aveva fatto e non aveva più voglia di
lavorare, splendido esempio di responsabilità professionale.
Nel
frattempo, dopo essere stato utilizzato come parte attiva nelle
operazioni, Victor ha chiamato un ragazzo che si pubblicizza su
strada come gommista, tipo quello di qualche giorno fa.
Quindi
Victor ha pensato ai freni a tamburo delle ruote posteriori: di
conseguenza smontaggio delle ruote e poi dei tamburi, pulizia e
regolazione, poi rimontaggio ed altro spurgo con successivo rabbocco
di liquido; dalla prova su strada nessun riscontro positivo.
Rientrati
al taller Victor ha deciso di smontare la pompa ritenendo che potesse
esserci una perdita a questa imputabile: inutile dire che io ho fatto
presente come il liquido sia sempre rimasto costantemente sul livello
massimo a testimoniare che il circuito non può presentare delle
falle.
Quando
la pompa è stata smontata, nell'impossibilità di trovarne una nuova
in sostituzione, Victor è partito alla ricerca di due condotti in
gomma sicuro di poterli trovare.
E'
poi invece rientrato con una confezione di teflon a nastro con la
quale ha guarnito i condotti originali, trovando qualche difficoltà
a ricollocarli.
Anche
per la pulizia della pompa, che Victor ha eseguito con dell'acqua
conservata in un bidone in quanto il taller non ne è dotato, ho
dovuto suggerirgli di usare l'aria compressa per asciugarne le parti
interne.
Effettuato
il rimontaggio, lo spurgo ed un altro rabbocco di liquido utilizzando
la lattina in mia dotazione, prima di passare alla prova su strada
Victor ha cominciato ad occuparsi del supporto motore, che come avevo
immaginato è stato identificato nello stesso già riparato in
California.
Per
smontarlo Victor ha dovuto prima togliere lo scudo di riparo, così
gli ho chiesto di effettuare un paio di controlli ulteriori prima del
rimontaggio, ma questa volta i due assi dell'apparato dell'avantreno
che tanto mi avevano fatto tribolare nel tempo sono risultati ben
fissati.
Anche
per il supporto motore stessa scena della pompa: lo speranzoso Victor
pensava di poterlo trovare in sostituzione, ma io gli ho suggerito di
non perdere tempo e cercare di sistemare questo, esattamente come
aveva dovuto fare il meccanico corridore qualche mese fa.
Il
primo tentativo di ripristinare le parti in gomma andate in briciole
non è stato brillante: essendosi fatte le 2 p.m. ho suggerito a
Victor di prendersi la pausa pranzo.
In
precedenza, del tutto silenziosamente, avevo notato una ragazza
abbigliata tipo studentessa entrare nel taller, avvicinarsi all'auto
di Victor depositando qualche cosa sul sedile posteriore per poi
accomodarsi su quello anteriore per il passeggero senza più
riemergere.
La
mia curiosità mi aveva spinto fino all'auto di Victor, ma qui tutti
i finestrini, incluso il parabrezza, sono ricoperti di una pellicola
oscurante che da noi sarebbe fuori legge, pertanto non ero riuscito a
capire se la tipa fosse ancora lì o che cosa.
Fatto
sta che Victor, dopo avermi detto che sarebbe andato a comprarsi
qualche cosa per comidar, si è invece accomodato sul sedile
posteriore della sua auto: da lì mi è mancato il momento in cui è
poi uscito, lasciandomi fantasticare su una pausa pranzo
particolarmente piccante del giovane guatemalteco.
Ho
anche pensato che Victor potessee abitare nello stesso taller quando
ho visto un ampio sommier posato contro una parete, ipotesi che non
escludo affatto.
Dopo
un bel po', proveniente dal taller del suo compare, è riapparso
Victor con il supporto motore sul quale era stata effettuata una
operazione di vulcanizzazione che mi ha lasciato perplesso, ma qui si
trattava di solo di prendere ciò che era nel frattempo maturato.
Finito
il montaggio siamo partiti per un'altra prova su strada: il rumore da
supporto si è alleggerito, però continua ad esserci, mentre la
frenata è sempre la stessa.
Ora
che il liquido in mia dotazione è terminato, Victor ha iniziato a
sostenere che bisogna sostituire integramente quello del circuito:
dopo aver personalmente acquistato ciò che servirebbe, consapevole
che la catena non può essere continuamente allungata di un nuovo
anello, ho comunicato a Victor la mia sfiducia nel proseguimento del
lavoro in questa ottica; inoltre gli ho fatto presente che ora il
pedale del freno resta alto e duro, come quando il servofreno non
lavora.
Avendo
trovato ragionevole la mia considerazione egli ha pensato bene di
parlare telefonicamente con un suo “supervisore” in cerca di
lumi. Allora gli ho raccontato anche che fin da San Diego era stato
ipotizzato, con il supporto della tecnologia, che fosse il booster il
vero problema.
Come
Harrison Ford nel film “alla ricerca della pietra verde” o
qualcosa del genere, Victor in un sol balzo è arrivato al booster e
lo ha scollegato dal circuito. Salito al posto di guida e pigiato più
volte il pedale del freno, con uno sguardo furbetto mi ha chiesto di
raggiungerlo mettendomi al corrente della novità: si, il problema è
il booster perché il pedale del freno si comporta alla stessa
maniere sia che questo sia inserito oppure no.
Felice
della scoperta mi ha suggerito di cambiare pompa e booster in un
colpo solo.
Gli
ho allora fatto notare che il veicolo è del 1990 e pertanto nemmeno
alla Fiat presente nella capitale sarebbe possibile trovare il
ricambio. Ci ha pensato un po' su ed ha replicato che si potrebbe
montare un apparato Nissan: sei sicuro che sia compatibile? Fli ho
chiesto.
Bisogna
provare è stata la sua risposta: E allora vai!
Ma
prima di andare ha sentito la necessità di un nuovo consulto con il
supervisore il quale deve avergli detto che non solo non ci sarebbe
nessuna garanzia, ma che in caso di incidente ci andrebbe di mezzo
il responsabile della modifica.
Continuando
a ripetere che nella capitale avrei trovato i ricambi originali, gli
ho chiesto la cortesia di informarsi telefonicamente, cosa che ormai
potrà avvenire domattina, con ampio beneficio d'inventario da parte
mia.
Non
mi è restato che chiedere la cuenta mentre il compare si aggirava
alle mie spalle: Victor bisbigliando fra se e se tutti i passaggi
operativi è arrivato alla richiesta di 350 Q = 50 USD che io ho
pensato dovrà suddividere in parte con chi l'ha chiamato ed in parte
con il compare.
Mancando
del contante ho proposto il pagamento in USD, ma ho capito subito che
Victor avrebbe preferito essere pagato in moneta locale e pertanto
gli ho proposto di accompagnarmi in banca.
Detto
fatto, ma a bordo del Nomade! Victor mi indicava le strade mentre io
procedevo, ma lui non si rendeva conto delle dimensioni del mio
veicolo ed avrebbe voluto portarmi calli impossibili. A fronte delle
mie rimostranze e del mio rifiuto a seguire le sue indicazioni allora
mi ha portato in un Parqueo dal quale siamo partiti a piedi per
raggiungere una banca.
Essendo
questa già chiusa (oggi Chichi presenta tutto un altro aspetto di
sè), ci siamo spostati verso un'altra altrettanto chiusa; ma non c'è
uno sportello automatico? Si, è proprio lì a fianco. Solo che per
arrivarci ho dovuto passare sopra ad un individuo steso a terra ed
avvolto in una coperta, apparentemente dormiente, salvo che poi,
spostata la coperta ed estratto il pisello, si è messo ad urinare da
disteso indirizzando il getto verso il centro strada attirando
l'attenzione di alcuni ragazzini: chissà dove lo avranno collocato
nella giornata di ieri i vigilantes!
Lasciati
i quattrini a Victor ho proseguito sino alla gasolineria dove, prima
di prendere posizione per la notte, ho fatto lavare il Nomade per non
dover continuare a vedere le manate nere stampate qua e là.
Il
risultato conseguito dopo otto ore con il meccanico è stato quello
di essere divenuto consapevole che il booster è sostanzialmente
fuori servizio e pertanto dovrò proseguire a velocità sempre più
moderate cercando strade non affollate e di fondo valle: non sarà
facile, ma ci proverò.
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