sabato 19 gennaio 2013

Valladolid & Tulum


Giovedì 17.01 – Ieri sera il cielo è poi riuscito a scaricare acqua come è d'uso ai tropici e contemporaneamente le strade si sono allagate all'istante.
L'intensità è poi diminuita sino a diventare pioggerella sottile costante e continua: questa è la situazione che ho trovato al momento di avviare il motore, poco prima delle 6.30.
Con il tipo di visibilità in essere ha preferito percorrere l'autopista sino a Valladolid onde evitare di incappare nelle topes della viabilità ordinaria, sicuramente meno visibili oggi.


Verso Valladolid la pioggerella ha smesso di cadere, ma il cielo è rimasto di un grigio minaccioso; prima di approcciare la città ho subito un rapido controllo da parte di una postazione di polizia che poi mi ha dato il suo andele.




Con l'intento di effettuare una visita breve mi sono poi trovato ad effettuare una visita abbastanza accurata: la città è sicuramente meno dotata di altre, pur essendo la terza dello Yucatan, ma mi è apparsa genuina e concreta, perciò mi è piaciuta.




In certi momenti mi è sembrato di trovarmi in qualche paesotto pugliese, in altri nel palermitano; quando ho chiesto all'ufficio turistico dove avrei potuto trovare la connessione WiFi mi è stato risposto: nel parco! (che poi è la grande piazza con al centro la famosa fontana con la donnina).




Lasciare downtown non è stato semplice perché Garmin non era aggiornato sui sensi unici delle varie calli; quando finalmente mi sono trovato fuori ho cominciato a nutrire un sospetto sulla direzione di marcia indicatami.
Ho provato a reimpostare i parametri alcune volte cambiando la località di destinazione per metterlo alla prova: avevo ragione, forse era rimasto frastornato e continuava a proporre sempre lo stesso itinerario, qualsiasi fosse la destinazione finale.


Dopo averlo resettato è tornato a ragionare, ma intanto lo scherzetto mi ha bruciato una mezzoretta.
Intanto il cielo da grigio scuro è diventato grigio chiaro, lasciando intravvedere in fondo, sul mare, una situazione migliore.
La sorpresa è stata la strada, a mio avviso pari ad una autopista, con un ottimo fondo, il che mi ha consentito di arrivare a Tulum attorno alle 13.30, in netto anticipo sulle previsioni.




L'area si è subito rivelata molto frequentata da turisti in quanto è localizzata in quella che viene chiamata Riviera Maya; al semaforo dove stavo attendendo il via libera ho potuto vedere parecchie persone girare in costume da bagno o poco più, inclusa una tipetta che mi ha pure chiesto un passaggio pensando fossi diretto alle spiagge. 





Invece, in carenza di indicazioni, sono andato a sostare al parcheggio Chedraui dove mi sono trattenuto il minimo indispensabile in modo da raggiungere il sito archeologico alle 14.






Grande movimento di Bus versione Lusso, Voladores all'opera per il piacere del turista, diverse persone in fila per il biglietto, opzione trenino per arrivare all'ingresso del sito, opzione barca per vedere il sito dal mare: mi sono limitato al biglietto che qui non viene caricato di tasse per stranieri e perciò costa i soliti onesti 57 pesos.






Il sito risale al tardo periodo maya, è compatto, situato su una scogliera che domina il mar dei Caraibi, il suo nome significa: recinzione/muro. L'ho trovato un gioiellino, anche se le pitture che vengono descritte ormai sono pressoché invisibili.





E' stato molto piacevole aggirarsi fra il Tempio del Vento, il Tempio del Dio discendente ed il Castillo, tutti vista mare, e che mare!






Purtroppo i monumenti non sono avvicinabili a causa della recinzione e pertanto molti particolari non sono riuscito a riprenderli, come il Tempio degli Affreschi, costruzione adibita ad osservatorio per seguire i movimenti del sole, le cui pareti interne vengono dichiarate come decorate con dipinti, ma nemmeno con una vista dotata di superpoteri è possibile ammirarli.
Ciò che ho ammirato sono invece stati gli scorci dati dall'abbinata Monumenti/colori del mare: gli scogli, probabilmente per la loro consistenza, fanno l'effetto “rosa del deserto”, e spesso le iguane vi si sistemano semi addormentate sotto i raggi del sole.


Ho notato anche un tipo di uccello molto attivo, nero con le ali tendenti al verde azzurro, sia con becco nero che con becco giallo.
Ho notato anche la presenza di italiani, ma gli idiomi che più erano presenti si riferivano all'inglese e al russo, presenza che già era stata colta a Chichen Itzà.



Nell'abbandonare il sito ho prima voluto percorrere qualche chilometro verso Cancun sperando di incrociare qualche piccolo poblado posto sulla spiaggia, ma ho presto desistito quando mi sono reso conto della quantità del traffico e che la segnalazione indicava un luogo a 60 km; quindi ho invertito la marcia fermandomi al primo Pemex incrociato in zona. Ho voluto chiedere se qui avesse piovuto nella giornata di ieri ricevendo risposta negativa. Dopo il rifornimento ho invece chiesto la possibilità di estacionamento per la notte; l'addetto al rifornimento mi ha pregato di attendere mentre contattava il gerente il quale mi ha prontamente raggiunto e, dopo quattro chiacchiere, non ha avuto difficoltà ad ospitarmi su un prato al bordo della S/S.
L'alternativa sarebbe stata lo Chedraui, ma qui mi sembra anche meglio, così magari domattina mi farò il pieno di H2O prima di lasciare la postazione.  

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