Giovedì
17.01 – Ieri sera il cielo è poi riuscito a scaricare acqua come è
d'uso ai tropici e contemporaneamente le strade si sono allagate
all'istante.
L'intensità
è poi diminuita sino a diventare pioggerella sottile costante e
continua: questa è la situazione che ho trovato al momento di
avviare il motore, poco prima delle 6.30.
Con
il tipo di visibilità in essere ha preferito percorrere l'autopista
sino a Valladolid onde evitare di incappare nelle topes della
viabilità ordinaria, sicuramente meno visibili oggi.
Verso
Valladolid la pioggerella ha smesso di cadere, ma il cielo è rimasto
di un grigio minaccioso; prima di approcciare la città ho subito un
rapido controllo da parte di una postazione di polizia che poi mi ha
dato il suo andele.
Con
l'intento di effettuare una visita breve mi sono poi trovato ad
effettuare una visita abbastanza accurata: la città è sicuramente
meno dotata di altre, pur essendo la terza dello Yucatan, ma mi è
apparsa genuina e concreta, perciò mi è piaciuta.
In
certi momenti mi è sembrato di trovarmi in qualche paesotto
pugliese, in altri nel palermitano; quando ho chiesto all'ufficio
turistico dove avrei potuto trovare la connessione WiFi mi è stato
risposto: nel parco! (che poi è la grande piazza con al centro la
famosa fontana con la donnina).
Lasciare
downtown non è stato semplice perché Garmin non era aggiornato sui
sensi unici delle varie calli; quando finalmente mi sono trovato
fuori ho cominciato a nutrire un sospetto sulla direzione di marcia
indicatami.
Ho
provato a reimpostare i parametri alcune volte cambiando la località
di destinazione per metterlo alla prova: avevo ragione, forse era
rimasto frastornato e continuava a proporre sempre lo stesso
itinerario, qualsiasi fosse la destinazione finale.
Dopo
averlo resettato è tornato a ragionare, ma intanto lo scherzetto mi
ha bruciato una mezzoretta.
Intanto
il cielo da grigio scuro è diventato grigio chiaro, lasciando
intravvedere in fondo, sul mare, una situazione migliore.
La
sorpresa è stata la strada, a mio avviso pari ad una autopista, con
un ottimo fondo, il che mi ha consentito di arrivare a Tulum attorno
alle 13.30, in netto anticipo sulle previsioni.
L'area
si è subito rivelata molto frequentata da turisti in quanto è
localizzata in quella che viene chiamata Riviera Maya; al semaforo
dove stavo attendendo il via libera ho potuto vedere parecchie
persone girare in costume da bagno o poco più, inclusa una tipetta
che mi ha pure chiesto un passaggio pensando fossi diretto alle
spiagge.
Invece, in carenza di indicazioni, sono andato a sostare al parcheggio Chedraui dove mi sono trattenuto il minimo indispensabile in modo da raggiungere il sito archeologico alle 14.
Invece, in carenza di indicazioni, sono andato a sostare al parcheggio Chedraui dove mi sono trattenuto il minimo indispensabile in modo da raggiungere il sito archeologico alle 14.
Grande
movimento di Bus versione Lusso, Voladores all'opera per il piacere del turista, diverse persone in fila per il
biglietto, opzione trenino per arrivare all'ingresso del sito,
opzione barca per vedere il sito dal mare: mi sono limitato al
biglietto che qui non viene caricato di tasse per stranieri e perciò
costa i soliti onesti 57 pesos.
Il
sito risale al tardo periodo maya, è compatto, situato su una
scogliera che domina il mar dei Caraibi, il suo nome significa:
recinzione/muro. L'ho trovato un gioiellino, anche se le pitture che
vengono descritte ormai sono pressoché invisibili.
E'
stato molto piacevole aggirarsi fra il Tempio del Vento, il Tempio
del Dio discendente ed il Castillo, tutti vista mare, e che mare!
Purtroppo
i monumenti non sono avvicinabili a causa della recinzione e pertanto
molti particolari non sono riuscito a riprenderli, come il Tempio
degli Affreschi, costruzione adibita ad osservatorio per seguire i
movimenti del sole, le cui pareti interne vengono dichiarate come
decorate con dipinti, ma nemmeno con una vista dotata di superpoteri
è possibile ammirarli.
Ciò
che ho ammirato sono invece stati gli scorci dati dall'abbinata
Monumenti/colori del mare: gli scogli, probabilmente per la loro
consistenza, fanno l'effetto “rosa del deserto”, e spesso le
iguane vi si sistemano semi addormentate sotto i raggi del sole.
Ho
notato anche un tipo di uccello molto attivo, nero con le ali
tendenti al verde azzurro, sia con becco nero che con becco giallo.
Ho
notato anche la presenza di italiani, ma gli idiomi che più erano
presenti si riferivano all'inglese e al russo, presenza che già era
stata colta a Chichen Itzà.
Nell'abbandonare
il sito ho prima voluto percorrere qualche chilometro verso Cancun
sperando di incrociare qualche piccolo poblado posto sulla spiaggia,
ma ho presto desistito quando mi sono reso conto della quantità del
traffico e che la segnalazione indicava un luogo a 60 km; quindi ho
invertito la marcia fermandomi al primo Pemex incrociato in zona. Ho voluto
chiedere se qui avesse piovuto nella giornata di ieri ricevendo
risposta negativa. Dopo il rifornimento ho invece chiesto la
possibilità di estacionamento per la notte; l'addetto al
rifornimento mi ha pregato di attendere mentre contattava il gerente
il quale mi ha prontamente raggiunto e, dopo quattro chiacchiere, non
ha avuto difficoltà ad ospitarmi su un prato al bordo della S/S.
L'alternativa
sarebbe stata lo Chedraui, ma qui mi sembra anche meglio, così
magari domattina mi farò il pieno di H2O prima di lasciare la
postazione.
Nessun commento:
Posta un commento