20.01
– Prima di lasciare Orange ho effettuato una sosta per
connessione WiFi quando nel parco non c'era in giro ancora nessuno.
Quindi ho continuato a percorrere la Northern Hiway sino a che ho
individuato il bivio per la old northern hiway, strada che sulla
mappa sembra passare a fianco alle rovine del sito Maya di Altun
Ha.
Dopo
aver iniziato a percorrerla, visto le condizioni del fondo
stradale, ho preferito invertire la marcia; a un certo punto è
comparsa una segnalazione per il sito girando a sinistra.
Istintivamente ho girato e mi sono così venuto a trovare in un
habitat che mi è sembrato diverso, su una strada da percorrere a
bassa velocità attorniata da misere case in legno sino a delle
ville in muratura con tanto di recinzione e cancello chiuso.
Giunto
al sito il piazzale era completamente vuoto e tutto attorno
sembrava chiuso; mi sono preso una pausa per la colazione del
mattino e nel frattempo sono arrivati due veicoli: complessivamente
i visitatori presenti contemporaneamente oggi, me incluso, sono
stati dieci di numero.
I
monumenti recuperati alla jungla sono stati parzialmente
ricostruiti: questo non mi è sembrato un lavoro ben fatto.
Dopo
le due piazze principali mi sono indirizzato verso il “pond”
pensando di trovare altri monumenti, invece attorno allo stagno
c'erano solo degli uccelli che al rumore del mio arrivo hanno
pensato bene di spostarsi altrove.
Forse
l'esperienza significativa della visita è nata dall'attrazione
verso delle borse dal tessuto colorato e ricamato con fiori appese
fuori da un negozietto buco, il tipo di tessuto che tanto mi era
piaciuto sin da Oaxaca.
Nel
momento stesso in cui ho osservato la venditrice di uno dei tre
negozietti buco aperti mi ha rivolto la parola in un inglese
percepito dalle mie orecchie come un inglese da Inghilterra, ma ho
proseguito quasi subito salvo poi tornare indietro. E' stato allora
che è iniziata una piacevole conversazione con Anne Mary, una
creola dal bel modo di fare, conclusasi con un saluto con
abbraccio.
Vi
chiederete se ho effettuato l'acquisto: Sì, ho acquistato
l'oggetto, non proprio quello che aveva catturato la mia attenzione
inizialmente bensì uno con dei colori che mi sono sembrati più
appropriati.
Nel
raggiungere casa mi ha rivolto la parola un nero sdentato e
apparentemente datato, acconciato con i capelli tipo rasta; avrebbe
voluto vendermi un cocco, ma quando ha capito che l'operazione non
sarebbe andata in porto l'ha rigirata con la richiesta di un paio
di B $. Non era poi così anziano come mi era apparso: con i suoi
56 anni, esagerando, gli ho detto che poteva quasi essere un figlio
per me! Mentre gi stavo sganciando i 2 B $ ha cercato di alzare la
posta a 5 B $ quasi senza convinzione e, per ripagarmi della mia
offerta, mi ha messo in mano una pietra che teneva esposta fra le
punte di freccia. Mi è sembrato brutto lasciargliela e così me la
sono portata a bordo.
Ripresa
la strada maestra mi sono ritrovato a bivio per l'aeroporto ed ho
pensato di andare in perlustrazione: si tratta di un aeroporto
internazionale per via di quei due voli al giorno provenienti
dall'estero, ma la maggior parte del traffico è data da velivoli
di piccole dimensioni sia in servizio di linea interna al paese che
in servizio aerotaxi.
Poi
è arrivato il momento di affrontare la città. Ho subito
incrociato Best Western dove mi era stato suggerito di chiedere per
ospitare il Nomade: infatti ho chiesto al banco e sono stato
indirizzato al responsabile, in questo caso una creola di nome
Marion, la quale ha fatto una proposta ragionevole che ho subito
accettato.
Quindi
ho raggiunto Downtown lungo mare: tutto chiuso, pochissima gente in
giro, fra questa un gruppetto di due ragazzi e tre ragazze intenti
a riprendersi in foto davanti alla loro auto a cofano aperto.
Mentre mi aggiravo attorno a loro, ma non vicinissimo, inseguendo il volo di un pellicano, ad un certo punto il maschio più robusto ha cominciato a muovere le mani e dopo un po' ho capito che i segni erano rivolti a me: non aveva gradito la mia presenza e anche se io ho provato, sempre con i segni, a comunicare che ero interessato agli uccelli acquatici e non a lui ed al suo gruppetto, per quanto due delle tre ragazze fossero un bell'esempio di giovani caraibiche. Ho preferito tornarmene sui miei passi.
Mentre mi aggiravo attorno a loro, ma non vicinissimo, inseguendo il volo di un pellicano, ad un certo punto il maschio più robusto ha cominciato a muovere le mani e dopo un po' ho capito che i segni erano rivolti a me: non aveva gradito la mia presenza e anche se io ho provato, sempre con i segni, a comunicare che ero interessato agli uccelli acquatici e non a lui ed al suo gruppetto, per quanto due delle tre ragazze fossero un bell'esempio di giovani caraibiche. Ho preferito tornarmene sui miei passi.
Sapevo
che in zona c'è l'imbarcadero per le isole, ma una miriadi di
lavori in corso e strade impraticabili non mi stavano aiutando a
raggiungerlo; ci ha pensato allora un poliziotto in motocicletta al
quale ho chiesto indicazioni. Questi mi ha fatto cenno di seguirlo
ed in un attimo sono arrivato dove ho potuto acquisire le info
utili per raggiungere San Pedro sull'isola di Ambergris, isola dove
starà per qualche giorno il gruppetto che domani incrocerò
all'aeroporto fra il volo proveniente da Miami e quello che
prenderà successivamente proprio per quella destinazione.
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