Lunedì
21.01 – Mattinata trascorsa
nell'attesa dell'orario di arrivo del volo da Miami (in partenza da
Genova grossi problemi per il maltempo su Parigi e voli cambiati
fortunosamente da Genova-Parigi-Miami-Belize in Genova-Roma-NY-Miami-Belize), con approccio al grande supermercato locale
James Brodie: mi ha ricordato quello di Bamako per molti aspetti,
incluso i prezzi.
Qui
la spesa va fatta sulle bancarelle dove vi è abbondanza di frutta
e verdura, non sempre del tutto presentabile, poste in vendita ai
prezzi dei locali.
Più
osservo questa città e più mi rendo conto della grande fase di
cambiamento che sta vivendo: le case in legno ci sono sempre, ma mi
sembra che stiano lasciando velocemente il posto a quelle in
muratura. Qua e la ci sono case di pregio mischiate a catapecchie,
in particolare sul lungomare dove l'amministrazione pubblica sta
rifacendo la strada, ma l'ambiente è ancora quasi tutto da
riqualificare.
Arrivata
l'ora canonica il Nomade ha raggiunto l'aeroporto e subito ho visto
American Airline già rullare sulla pista, giusto in tempo per
riprendere una foto.
Dopo
un bel po' di tempo sono riuscito ad immortalare il momento in cui
Sonia è apparsa, segnata da un viaggio parecchio travagliato.
Subito
è iniziato uno scambio fitto con lei e gli altri componenti del
gruppetto, arrivando ad accordarci sul fatto che li raggiungerò a
San Pedro sull'isola di Ambergris onde pianificare gli itinerari
dei giorni che potremo trascorrere in condivisione utilizzando il
Nomade come vettore.
Il
gruppetto è poi riuscito a saltare sul volo precedente a quello
riservato in modo da raggiungere prima la meta, così io sono
tornato in downtown, nella parte ancora non visitata.
E'
stato semplice arrivare sino alla storica cattedrale di San John
dove ho parcheggiato sotto gli occhi di un poliziotto incuriosito
dal Nomade;
vista la presenza del tutore dell'ordine ho deciso di
partire da lì per una passeggiata che mi ha portato a toccare,
oltre a St. John's Cathedral, House of Culture, Bliss Center for
the Performing Arts, Supreme Court Building, Belize City Swing
Bridge, The Belize Police Departement, Battlefid Park e Atlantic
Bank Albert Street.
Ho
voluto scrivere i nomi così come sono indicati nell'itinerario
suggerito sulla mappa ufficiale della città, ma per me quasi
nessuno dei luoghi indicati possiede caratteristiche tali da essere
inseriti su un itinerario: questo la dice lunga su ciò che la
città è in grado di offrire.
Personalmente
sono rimasto più interessato agli scorci panoramici, ai contrasti
ambientali ed alla gente (che non ho voluto appositamente
riprendere sapendo che non è cosa gradita farlo).
C'erano
varie tipologie di uccelli in movimento nel cielo, ma le pattuglie
a quattro elementi di pellicani non sono proprio riuscito a
riprenderle.
Mentre
calava il buio e stavo raggiungendo il Nomade, lungo la strada,
nell'ultimo tratto non frequentata, mi son trovato a pensare che
avrei dovuto stare particolarmente in guardia; ma questo era ancora
niente rispetto a ciò che ho combinato dopo.
Ho
scelto di percorrere un itinerario esterno dopo aver visto che il
Swing Bridge non può essere affrontato da veicoli superiori a 5000
libbre, ed il Nomade di libbre ne fa almeno 9000!
Con
la mappa della città in mano sono partito sicuro, ma probabilmente
ho girato a destra troppo presto e da allora ho cominciato a
tessere un itinerario labirintico sempre più su strade buie e
periferiche. Ho cercato di rimanere sempre sull'asfalto nella
speranza di arrivare ad incrociare un'indicazione prima o poi, ma
le indicazioni non c'erano ed io mi sono sentito sempre più perso
sino a quando mi sono infilato su una strada che mi è subito
apparsa più illuminata.
Ad
un certo punto questa proseguiva passando sul fiume, il che
rappresentava una indicazione sicura, ma sono stato preso dal
dubbio circa la direzione di marcia. Ho chiesto allora info in una
stazione di servizio apprendendo che la direzione nella quale ero
indirizzato era quella giusta: da lì è stato abbastanza semplice
ritrovare The Flag Monument, luogo che avevo memorizzato sin dalla
prima volta come riferimento sicuro.
Sono
così arrivato al BW alle 19 dopo aver percorso la città in ogni
dove: ora sono veramente in grado di dire che si sviluppa su un
territorio più vasto di quanto pensassi.
Nelle
strade buie, dove i bambini corrono liberi sgusciando da ogni dove a piedi o in
bici, ho tenuto tutte le antenne rizzate in uno stato di massima
all'erta.
Ad incubo concluso posso dire di aver commesso
un'imprudenza nel continuare a muovermi come una trottola ben
caricata su un territorio potenzialmente ostile: ma che altra
scelta mi rimaneva se non quella di intercettare a naso la
direzione più idonea?
Ecco una situazione in cui un Garmin
funzionante può essere la salvezza; purtroppo Garmin mio tornerà
operativo a partire dal Sud America, s.e.& o.
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