martedì 22 gennaio 2013

Rendez Vous a Belize City Airport


      Lunedì 21.01 – Mattinata trascorsa nell'attesa dell'orario di arrivo del volo da Miami (in partenza da Genova grossi problemi per il maltempo su Parigi e voli cambiati fortunosamente da Genova-Parigi-Miami-Belize in Genova-Roma-NY-Miami-Belize), con approccio al grande supermercato locale James Brodie: mi ha ricordato quello di Bamako per molti aspetti, incluso i prezzi.
      Qui la spesa va fatta sulle bancarelle dove vi è abbondanza di frutta e verdura, non sempre del tutto presentabile, poste in vendita ai prezzi dei locali.









      Più osservo questa città e più mi rendo conto della grande fase di cambiamento che sta vivendo: le case in legno ci sono sempre, ma mi sembra che stiano lasciando velocemente il posto a quelle in muratura. Qua e la ci sono case di pregio mischiate a catapecchie, in particolare sul lungomare dove l'amministrazione pubblica sta rifacendo la strada, ma l'ambiente è ancora quasi tutto da riqualificare.


      Arrivata l'ora canonica il Nomade ha raggiunto l'aeroporto e subito ho visto American Airline già rullare sulla pista, giusto in tempo per riprendere una foto.


      Dopo un bel po' di tempo sono riuscito ad immortalare il momento in cui Sonia è apparsa, segnata da un viaggio parecchio travagliato.


      Subito è iniziato uno scambio fitto con lei e gli altri componenti del gruppetto, arrivando ad accordarci sul fatto che li raggiungerò a San Pedro sull'isola di Ambergris onde pianificare gli itinerari dei giorni che potremo trascorrere in condivisione utilizzando il Nomade come vettore.
      Il gruppetto è poi riuscito a saltare sul volo precedente a quello riservato in modo da raggiungere prima la meta, così io sono tornato in downtown, nella parte ancora non visitata.



      E' stato semplice arrivare sino alla storica cattedrale di San John dove ho parcheggiato sotto gli occhi di un poliziotto incuriosito dal Nomade; 


      vista la presenza del tutore dell'ordine ho deciso di partire da lì per una passeggiata che mi ha portato a toccare, oltre a St. John's Cathedral, House of Culture, Bliss Center for the Performing Arts, Supreme Court Building, Belize City Swing Bridge, The Belize Police Departement, Battlefid Park e Atlantic Bank Albert Street.





      Ho voluto scrivere i nomi così come sono indicati nell'itinerario suggerito sulla mappa ufficiale della città, ma per me quasi nessuno dei luoghi indicati possiede caratteristiche tali da essere inseriti su un itinerario: questo la dice lunga su ciò che la città è in grado di offrire.





      Personalmente sono rimasto più interessato agli scorci panoramici, ai contrasti ambientali ed alla gente (che non ho voluto appositamente riprendere sapendo che non è cosa gradita farlo).
      C'erano varie tipologie di uccelli in movimento nel cielo, ma le pattuglie a quattro elementi di pellicani non sono proprio riuscito a riprenderle.



      Mentre calava il buio e stavo raggiungendo il Nomade, lungo la strada, nell'ultimo tratto non frequentata, mi son trovato a pensare che avrei dovuto stare particolarmente in guardia; ma questo era ancora niente rispetto a ciò che ho combinato dopo.



      Ho scelto di percorrere un itinerario esterno dopo aver visto che il Swing Bridge non può essere affrontato da veicoli superiori a 5000 libbre, ed il Nomade di libbre ne fa almeno 9000!
      Con la mappa della città in mano sono partito sicuro, ma probabilmente ho girato a destra troppo presto e da allora ho cominciato a tessere un itinerario labirintico sempre più su strade buie e periferiche. Ho cercato di rimanere sempre sull'asfalto nella speranza di arrivare ad incrociare un'indicazione prima o poi, ma le indicazioni non c'erano ed io mi sono sentito sempre più perso sino a quando mi sono infilato su una strada che mi è subito apparsa più illuminata.
      Ad un certo punto questa proseguiva passando sul fiume, il che rappresentava una indicazione sicura, ma sono stato preso dal dubbio circa la direzione di marcia. Ho chiesto allora info in una stazione di servizio apprendendo che la direzione nella quale ero indirizzato era quella giusta: da lì è stato abbastanza semplice ritrovare The Flag Monument, luogo che avevo memorizzato sin dalla prima volta come riferimento sicuro.
      Sono così arrivato al BW alle 19 dopo aver percorso la città in ogni dove: ora sono veramente in grado di dire che si sviluppa su un territorio più vasto di quanto pensassi.
      Nelle strade buie, dove i bambini corrono liberi sgusciando da ogni dove a piedi o in bici, ho tenuto tutte le antenne rizzate in uno stato di massima all'erta. 
      Ad incubo concluso posso dire di aver commesso un'imprudenza nel continuare a muovermi come una trottola ben caricata su un territorio potenzialmente ostile: ma che altra scelta mi rimaneva se non quella di intercettare a naso la direzione più idonea? 
      Ecco una situazione in cui un Garmin funzionante può essere la salvezza; purtroppo Garmin mio tornerà operativo a partire dal Sud America, s.e.& o.

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