Sabato
19.01 – Sveglia e partenza come programmato; ora il viaggio procede
senza l'aiuto di Garmin, salvo per le mete di cui potrò disporre
delle coordinate (mi sembra collaborativo utilizzando questa
modalità).
Non
conoscendo la realtà del Belize circa la possibilità dei
rifornimenti di carburante ho preferito eseguire un buon rabbocco
prima di raggiungere la frontiera.
Mi
ero preparato a dovere per svolgere tutte le operazioni senza
impaperarmi e senza disperdere documenti, ma tant'è che la sorpresa
può sempre presentarsi.
Il
primo stop in territorio mexicano ha comportato un'ispezione a bordo,
il secondo presso l'immigrazione è stato fatale: il tipo in turno mi
ha contestato il pagamento di 300 pesos come tassa/penale per aver
superato i 7 giorni di permanenza sul territorio dopo i primi trenta
o qualche cosa di simile. Ho pagato e mi aspettavo una ricevuta, ma
il tipo ha messo da parte il denaro con la mia card restituita e
questo mi ha fatto immediatamente pensare ad una forma ben escogitata
di “mordida”.
Il
mio parere sul Mexico e le sue genti resta comunque assai positivo,
ma non posso sottacere questo aspetto che riguarda il rapporto con
chi è investito di potere spicciolo e non esita ad approfittarne.
Lasciato
il Mexico è iniziata la procedura per entrare in Belize; subito ho
identificato la piccola white house dove sottoscrivere
l'assicurazione e, al tempo stesso, essere sottoposto a fumigazione
delle ruote del veicolo.
E'
pur vero che la lingua ufficiale del Belize è l'Inglese, ma non si
può certo dire che la gente qui lo parli in maniera comprensibile:
ho subito rimpianto il Mexico col lo spagnolo!
Al
momento di pagare ho chiesto la possibilità di utilizzare i pesos
mexicani ottenendo un assenso ed un tasso di conversione corretto.
Non
credo sia un confine molto trafficato quello che ho attraversato,
certo è che nell'orario del mio transito non c'era proprio nessuno,
ma sul piazzale dove è d'obbligo sostare per accedere ai vari
uffici c'era qualcuno ad attendermi per farmi da “guida”.
Costui
mi ha semplicemente scortato su di un percorso molto ben segnalato,
poi si è messo in disparte mentre io provvedevo alle pratiche.
Quando
sono tornato al veicolo il tipo si è però rivelato utile: gli ho
chiesto dove poter cambiare i pesos mexicani in Belize $ e lui mi ha
messo in contatto con un altro tipo, posto al di la della rete ed
intento a fornire pesos a chi stava lasciando il Belize. Questi mi ha
spiegato che sarebbe stato poi assai difficile effettuare il cambio
ed anche nelle banche di Belize city avrei potuto avere delle
difficoltà.
In
ogni caso, visto che 2B$ sono pari a 1USD, è stato semplice ottenere
il controvalore che mi è sembrato il giusto.
A
questo punto il primo tipo mi ha chiesto un tips per il suo “impegno”
nei mie confronti ed io gli ho sganciato 2 USD esclusivamente per
aver immaginato che a casa avesse una famiglia a cui far sbarcare il
lunario.
Con
i documenti in ordine è allora arrivato il momento di superare i
controlli effettuati da parte delle varie entità competenti: c'è
stato chi si è concentrato sulla copertura assicurativa e la
fumigazione, chi è salito a bordo ad indagare sulla presenza di cibo
e di armi, chi ha verificato il visa appena apposto sul passaporto.
Ho
ottenuto il benvenuto sul territorio del Belize verso le 8.30 e a
quel punto ho cercato di riorientarmi dopo tanto Mexico.
La
sensazione è stata quella di essere entrato in un paese
economicamente molto al di sotto rispetto a quello appena lasciato, e
le statistiche danno conforto alla mia impressione.
E'
già tanto che la strada principale che corre nel Belize sia
asfaltata (ho rilevato da un cartello che EU sta contribuendo a
migliorare la viabilità locale), le topes sono egualmente presenti
ma sono chiamate Bump, il traffico è abbastanza diradato.
La
prima vistosa differenza che ho colto è stato il cielo azzurro
anziché grigio come in Quintana Roo; ho voluto effettuare una prima
sosta a Corozal Town dove mi sono immediatamente reso conto del
sistema di distribuzione delle merci: addio ai piazzali delle grandi
organizzazioni commerciali che in Mexico sono nettamente inferiori a
quelli degli U.S.A., ma qui non esistono proprio, qui sembra di
essere in Mauritania.
Dopo
un breve giro sul lungo laguna ho continuato il mio itinerario sino a
Orange Walk, seconda città del Belize, nettamente più importante di
Corozal ma come questa fatta di poco o nulla.
Avendo
trovato aperto l'ufficio del turismo ho voluto sentirmi dire quali
possibilità di visite avrei potuto eseguire e dove avrei potuto
sostare per la notte: praticamente nessuna visita è oggi possibile
in quanto al sabato si osserva giornata di chiusura.
Circa
le possibilità di sosta ho ascoltato con l'idea di verificare di
persona.
Pensavo
comunque che mi venisse fatto cenno ai siti Maya di Lamanai o di
Altun Ha non lontsni da qui invece la tipa, esclusivamente inglese
parlante, mi ha accennato solo del fiume e di una anonima chiesa.
Sulla
piazza o parco che dir si voglia ho colto un cartello posticcio
indicante WiFi: ho voluto subito provare constatando che la cosa
funziona!
Mentre
stavo trafficando sul p.c. ho notato una ragazza che mi è sembrata
una bambina: portava un bimbo in braccio e lo stava allattando.
Mi
ha incuriosito l'idea circa che età potesse avere realmente visto
che a me era sembrata una tredicenne: in realtà doveva avere qualche
anno di più, ma non sono riuscito a capire quanti.
Ho
quindi proseguito la mia ricognizione con l'idea di trovare dove
effettuare qualche acquisto di cibo proprio perché, sapendo come
sarebbe andata al confine, avevo consumato tutto il fresco per
evitarne il sequestro; dopo aver messo il naso in diversi esercizi ho
capito che frutta e verdura offerte in vendita erano esclusivamente
quelle che avevo già visto sulle bancarelle, in fase avanzata di
maturazione al punto da rinunciarci.
Tornando
verso casa mi sono soffermato ad osservare un incontro di calcio fra
pulcini o poco più: che grinta questi ragazzi, tutti ben bardati
nelle loro divise un po' abbondanti, e che disciplina nell'osservare
senza fare storie le decisioni dell'arbitro.
Non
mi è poi rimasto che allargare il giro utilizzando il Nomade; nella
manovra di uscita dal parcheggio ho avuto l'aiuto spontaneo di un
Mennonita, categoria di persone facilmente identificabile sia per i
tratti somatici che per l'abbigliamento.
Ero
al corrente di un loro insediamento in una località minore poco
lontana, ma ho visto che molti risiedono anche qui; inoltre ero
convinto che si fossero radicati in tempi lontani, invece sono dei
new entry anni 50.
Le
altre etnie di peso presenti in Belize sono i Creoli (mistura Africa
Europa), i Mestizo (mistura Maya Spagna), i Maya, gli Hispanic, i
Garifuna (mistura afrocaraibica), gli Europei, gli Indiani e gli
Asiatici.
Il
50% dei Beliziani si definisce Spanish o Mestizo, discendenti di quei
gruppi che arrivarono qui dallo Yucatan e dal Quintana Roo a metà
dell'800 a causa della guerra delle caste.
Circa
i Black, la sensazione è che gli schiavi portati qui a forza abbiano
saputo fare una buona riproduzione pur essendo tenuti in stato di
cattività: non mi aspettavo di cogliere in questa zona una presenza
così rilevante.
Alla
fine ho chiesto al distributore di carburante dove avrei potuto
sostare: il gerente mi ha informato che in città sarebbe pericoloso
a causa della forte presenza di ladri (stamane al mercato ho visto la
polizia impacchettare un ragazzo e portarlo via ammanettato) e
spontaneamente mi ha offerto di fermarmi sul prato a lato spiegandomi
che alla chiusura viene tirata una catena sino a domattina ore 6.
Con
queste info ho accettato e mi sono sistemato, trovando proprio di
fronte uno store gestito energicamente da donne cinesi presso le
quali ho comprato qualche cosa iniziando a pagare con B$.
Domani
Belize City alla ricerca di un parcheggio custodito dove poter
lasciare il Nomade qualche giorno, condizione essenziale per potermi
unire qualche giorno al gruppetto in arrivo dalla Liguria del quale
fa parte la mia compagna di pratica Yoga.
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