domenica 20 gennaio 2013

Primo approccio con il Belize


Sabato 19.01 – Sveglia e partenza come programmato; ora il viaggio procede senza l'aiuto di Garmin, salvo per le mete di cui potrò disporre delle coordinate (mi sembra collaborativo utilizzando questa modalità).
Non conoscendo la realtà del Belize circa la possibilità dei rifornimenti di carburante ho preferito eseguire un buon rabbocco prima di raggiungere la frontiera.
Mi ero preparato a dovere per svolgere tutte le operazioni senza impaperarmi e senza disperdere documenti, ma tant'è che la sorpresa può sempre presentarsi.
Il primo stop in territorio mexicano ha comportato un'ispezione a bordo, il secondo presso l'immigrazione è stato fatale: il tipo in turno mi ha contestato il pagamento di 300 pesos come tassa/penale per aver superato i 7 giorni di permanenza sul territorio dopo i primi trenta o qualche cosa di simile. Ho pagato e mi aspettavo una ricevuta, ma il tipo ha messo da parte il denaro con la mia card restituita e questo mi ha fatto immediatamente pensare ad una forma ben escogitata di “mordida”.
Il mio parere sul Mexico e le sue genti resta comunque assai positivo, ma non posso sottacere questo aspetto che riguarda il rapporto con chi è investito di potere spicciolo e non esita ad approfittarne.
Lasciato il Mexico è iniziata la procedura per entrare in Belize; subito ho identificato la piccola white house dove sottoscrivere l'assicurazione e, al tempo stesso, essere sottoposto a fumigazione delle ruote del veicolo.
E' pur vero che la lingua ufficiale del Belize è l'Inglese, ma non si può certo dire che la gente qui lo parli in maniera comprensibile: ho subito rimpianto il Mexico col lo spagnolo!
Al momento di pagare ho chiesto la possibilità di utilizzare i pesos mexicani ottenendo un assenso ed un tasso di conversione corretto.
Non credo sia un confine molto trafficato quello che ho attraversato, certo è che nell'orario del mio transito non c'era proprio nessuno, ma sul piazzale dove è d'obbligo sostare per accedere ai vari uffici c'era qualcuno ad attendermi per farmi da “guida”.
Costui mi ha semplicemente scortato su di un percorso molto ben segnalato, poi si è messo in disparte mentre io provvedevo alle pratiche.
Quando sono tornato al veicolo il tipo si è però rivelato utile: gli ho chiesto dove poter cambiare i pesos mexicani in Belize $ e lui mi ha messo in contatto con un altro tipo, posto al di la della rete ed intento a fornire pesos a chi stava lasciando il Belize. Questi mi ha spiegato che sarebbe stato poi assai difficile effettuare il cambio ed anche nelle banche di Belize city avrei potuto avere delle difficoltà.
In ogni caso, visto che 2B$ sono pari a 1USD, è stato semplice ottenere il controvalore che mi è sembrato il giusto.
A questo punto il primo tipo mi ha chiesto un tips per il suo “impegno” nei mie confronti ed io gli ho sganciato 2 USD esclusivamente per aver immaginato che a casa avesse una famiglia a cui far sbarcare il lunario.
Con i documenti in ordine è allora arrivato il momento di superare i controlli effettuati da parte delle varie entità competenti: c'è stato chi si è concentrato sulla copertura assicurativa e la fumigazione, chi è salito a bordo ad indagare sulla presenza di cibo e di armi, chi ha verificato il visa appena apposto sul passaporto.
Ho ottenuto il benvenuto sul territorio del Belize verso le 8.30 e a quel punto ho cercato di riorientarmi dopo tanto Mexico.


La sensazione è stata quella di essere entrato in un paese economicamente molto al di sotto rispetto a quello appena lasciato, e le statistiche danno conforto alla mia impressione.
E' già tanto che la strada principale che corre nel Belize sia asfaltata (ho rilevato da un cartello che EU sta contribuendo a migliorare la viabilità locale), le topes sono egualmente presenti ma sono chiamate Bump, il traffico è abbastanza diradato.


La prima vistosa differenza che ho colto è stato il cielo azzurro anziché grigio come in Quintana Roo; ho voluto effettuare una prima sosta a Corozal Town dove mi sono immediatamente reso conto del sistema di distribuzione delle merci: addio ai piazzali delle grandi organizzazioni commerciali che in Mexico sono nettamente inferiori a quelli degli U.S.A., ma qui non esistono proprio, qui sembra di essere in Mauritania.




Dopo un breve giro sul lungo laguna ho continuato il mio itinerario sino a Orange Walk, seconda città del Belize, nettamente più importante di Corozal ma come questa fatta di poco o nulla.



Avendo trovato aperto l'ufficio del turismo ho voluto sentirmi dire quali possibilità di visite avrei potuto eseguire e dove avrei potuto sostare per la notte: praticamente nessuna visita è oggi possibile in quanto al sabato si osserva giornata di chiusura.
Circa le possibilità di sosta ho ascoltato con l'idea di verificare di persona.
Pensavo comunque che mi venisse fatto cenno ai siti Maya di Lamanai o di Altun Ha non lontsni da qui invece la tipa, esclusivamente inglese parlante, mi ha accennato solo del fiume e di una anonima chiesa.
Sulla piazza o parco che dir si voglia ho colto un cartello posticcio indicante WiFi: ho voluto subito provare constatando che la cosa funziona!




Mentre stavo trafficando sul p.c. ho notato una ragazza che mi è sembrata una bambina: portava un bimbo in braccio e lo stava allattando.
Mi ha incuriosito l'idea circa che età potesse avere realmente visto che a me era sembrata una tredicenne: in realtà doveva avere qualche anno di più, ma non sono riuscito a capire quanti.



Ho quindi proseguito la mia ricognizione con l'idea di trovare dove effettuare qualche acquisto di cibo proprio perché, sapendo come sarebbe andata al confine, avevo consumato tutto il fresco per evitarne il sequestro; dopo aver messo il naso in diversi esercizi ho capito che frutta e verdura offerte in vendita erano esclusivamente quelle che avevo già visto sulle bancarelle, in fase avanzata di maturazione al punto da rinunciarci.
Tornando verso casa mi sono soffermato ad osservare un incontro di calcio fra pulcini o poco più: che grinta questi ragazzi, tutti ben bardati nelle loro divise un po' abbondanti, e che disciplina nell'osservare senza fare storie le decisioni dell'arbitro.



Non mi è poi rimasto che allargare il giro utilizzando il Nomade; nella manovra di uscita dal parcheggio ho avuto l'aiuto spontaneo di un Mennonita, categoria di persone facilmente identificabile sia per i tratti somatici che per l'abbigliamento.
Ero al corrente di un loro insediamento in una località minore poco lontana, ma ho visto che molti risiedono anche qui; inoltre ero convinto che si fossero radicati in tempi lontani, invece sono dei new entry anni 50.
Le altre etnie di peso presenti in Belize sono i Creoli (mistura Africa Europa), i Mestizo (mistura Maya Spagna), i Maya, gli Hispanic, i Garifuna (mistura afrocaraibica), gli Europei, gli Indiani e gli Asiatici.
Il 50% dei Beliziani si definisce Spanish o Mestizo, discendenti di quei gruppi che arrivarono qui dallo Yucatan e dal Quintana Roo a metà dell'800 a causa della guerra delle caste.
Circa i Black, la sensazione è che gli schiavi portati qui a forza abbiano saputo fare una buona riproduzione pur essendo tenuti in stato di cattività: non mi aspettavo di cogliere in questa zona una presenza così rilevante.
Alla fine ho chiesto al distributore di carburante dove avrei potuto sostare: il gerente mi ha informato che in città sarebbe pericoloso a causa della forte presenza di ladri (stamane al mercato ho visto la polizia impacchettare un ragazzo e portarlo via ammanettato) e spontaneamente mi ha offerto di fermarmi sul prato a lato spiegandomi che alla chiusura viene tirata una catena sino a domattina ore 6.
Con queste info ho accettato e mi sono sistemato, trovando proprio di fronte uno store gestito energicamente da donne cinesi presso le quali ho comprato qualche cosa iniziando a pagare con B$.
Domani Belize City alla ricerca di un parcheggio custodito dove poter lasciare il Nomade qualche giorno, condizione essenziale per potermi unire qualche giorno al gruppetto in arrivo dalla Liguria del quale fa parte la mia compagna di pratica Yoga.   

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