Giovedì
10.01 – Partenza ritardata a poco dopo le 6 per mancanza di
batteria: l'utilizzo del booster è stato la salvezza del Nomade.
Il
traffico è già intenso ancor prima dei primi chiarori, la
temperatura è sopportabile, la direzione di marcia è quella per
Palenque e per cercare di alleggerire la sofferenza che procurerà il
percorso, autopista sino a San Cristobal de las Casas.
Poco
prima di raggiungere S.C. la strada, partita dalla quota
irrisoria di Tuxla tocca prima i circa 2500 m.s.l.m. per poi scendere
sui 2200/2300 quando entra in città (temperatura freschissima, quasi
fredda), ad un certo punto si è trovata avvolta nella nebbia, anche
se la visibilità non è mai venuta a mancare del tutto.
A
S.C. Il Nomade ha effettuato la prima sosta per consentire
all'equipaggio di consumare la colazione e di provvedere a degli
acquisti.
Da
lì in avanti gli oltre 200 km. per arrivare a Palenque sono composti
da curve e controcurve, salite e discese, topes a non finire a causa
del continuo e sparpagliato inurbamento ai bordi della strada lungo
le montagne.
La
sensazione provata è quella di essere in una zona che marcia
economicamente a velocità ridotta rispetto agli altri stadi della
federazione, che ha accumulato un consistente differenziale negativo
di sviluppo rispetto agli stati limitrofi, dove la gente vive spesso
in capanne di legno spostandosi per le montagne a piedi, portandosi i
pesi sulle spalle con l'ausilio di una cinghia attorno alla fronte.
Sono
state effettuate solo altre due soste piuttosto brevi, ciononostante
l'arrivo è avvenuto attorno alle 17, anche perché nella fase
finale, quando sarebbe stato in programma una breve deviazione per
raggiungere la spettacolare cascata di Misol-Ha , il Nomade è
incappato in un acquazzone di tipo tropicale (acqua da tutte le
parti, inclusa quella che scendendo dalla montagna rende la strada
simile ad un torrente) che ne ha condizionato la marcia, oltre a
dover rinunciare alla cascata.
Poco
prima dell'acquazzone il Nomade era incappato in un agguato: in
coincidenza con una topa al limite di un Pueblamento una cordicella
legata ad un albero tenuta tesa da un bimbo ne ha impedito il
proseguimento.
Il bimbo, al massimo sette anni, ha subito chiesto “un
pesito” per lasciarci passare. Così come ho messo mano al
portamonete si è avvicinata anche una giovane madre con bimba in
braccio e la mano tesa, mentre una bella bimba da bordo strada mi ha
chiesto di tirarglielo un pesito.
Anche Ezio dall'altra parte ha
distribuito piccoli oboli; la sosta si è prolungata di quel tanto da
ingenerare un certo nervosismo negli automobilisti fermi dietro.
All'arrivo
a destinazione la temperatura a bordo non è elevatissima, circa 30°,
ma l'umidità è del 80%: il destino è stato favorevole e la
necessità di Ezio ha finalmente trovato soddisfazione.
Si
tratta della lavanderia, trovata subito disponibile a restituire gli
indumenti nel giro di un paio d'ore.
Alla
fine il Nomade è approdato sul piazzale Chedraui giusto nel momento
in cui stava arrivando un pullman modificato a targa California con a
bordo una decina di tipi fortemente alternativi appartenenti ad
un'organizzazione internazionale che ha a che fare con l'arcobaleno;
abbiamo avuto modo di familiarizzare un po' prima che questi si
allontanassero alla ricerca di un prato dove bivaccare.
Noi
invece siamo rimasti in loco confidando nell'ospitalità del
“mercado”.
Venerdì
11.01 – Utilizzando il “booster” per lo spunto che la batteria
sembra non essere più in grado di dare, il motore è poi partito
benissimo.
Lungo
la strada per il sito archeologico è iniziato a piovere: subito ho
pensato che era una disdetta, ma poi ho corretto il mio pensiero alla
luce del fatto che in questo luogo piove intensamente per almeno
otto/nove mesi all'anno, quindi mi è sembrato giusto vivere l'ambiente come lo
vissero i Maya.
Riportando
testualmente dalla guida, “Palenque è tutto quello che un sito
archeologico dovrebbe essere:misterioso, solenne, ben conservato e
imponente per la sua splendida collocazione in mezzo alla giungla”.
La
popolazione chiamata Maya si stabilì qui nel 100 a.C. e la città
raggiunse il masimo dello splendore tra il 600 e l'800 d.C.,
diventando la capitale della regione.
Cadde in declino ai primi del X secolo e fu poi abbandonata restando in balia della vegetazione selvaggia.
Gli
scavi sin qui effettuati hanno portato alla luce non più del 5/10%
delle rovine ricch di magnifiche sculture e opere in stucco.
Al
momento le parti più significative sono rappresentate dal Palazzo (è
un complesso labirinto di cortili, corridoi e stanze. Si distingue
per una torre a quattro piani usata forse da osservatorio nei mesi
senza pioggia o come torre di guaria), il Tempio delle Iscrizioni (
nella piramide vi è la tomba di Pakal che regnò dal 615 al 683,
nobile governante di Palenque e sinonimo di buon governo, scoperta
nel 1952), il Tempio del Sole (posto su una piramide a quattro
livelli, presenta un tetto a cresta, cioè con una massiccia lastra
di pietra scolpita), il Tempio della croce di foglie, il Tempio della
croce ed altri, la corte del pallone (devo qui rettificare quanto
scritto in precedenza: nella cultura Maya la morte era il passaggio
nel mondo degli dei, un'aspirazione di qualsiasi nobile. Una volta
all'anno veniva svolto un torneo nell'ambito del quale il Vincitore
aveva il diritto di essere ucciso per passare a miglior vita).
Dopo
un percorso di una decina di chilometri, arrivato all'ingresso il
Nomade non ha trovato spazio per essere parcheggiato; uno dei tanti
venditori di poncho impermeabile è allora intervenuto indicando la
possibilità di parcheggio a bordo strada, con due ruote sulla
profonda canaletta di scolo delle acque. Dopo ci sono state varie
proposte di accompagnamento, tutte declinate, ma proprio davanti
all'ingresso ho pensato di avvicinare uno degli ultimi con il quale è
stato facile trovare un accordo sul prezzo.
Il
suo nome è Julio, giovane di un villaggio fra le montagne a 7 km.,
persona dotata del patentino di guida, ha imparato alcune lingue
stando a contatto con i turisti: la visita è filata via veloce nella
pioggia ad intensità variabile.
Solo
alla fine ha smesso e giusto quando è stato visitato il Museo è
uscito il sole: clima pesante, umidità sub tropicale, limitazione
nel riprendere immagini fotografiche.
Al
momento di ridare motore è stato necessario usare ancora il
“booster” che così è diventato uno degli optional di bordo più
utili in questa fase.
Poco
prima delle 14 il Nomade si è messo seriamente su strada,
nell'ordine la 199 – la 186 – la 188 – la 281, tutte con un
fondo accettabile, pianeggianti e diritte, quello che ci voleva per
alleviare gli stress; sarebbe forse stato possibile arrivare sino a
Campeche (orario di arrivo stimato da Garmin alle 19.30), ma il buio,
la guida a 32° con il 50% di umidità, l'attraversamento di
Champotòn con deviazione su una strada impossibile, sono stati tutti
elementi che hanno portato alla decisione di sostare per la notte sul
piazzale Pemex orientato verso Campeche, dopo aver coperto in cinque
ore ben 330 km.
Domani
bisognerà venire a capo del problema elettrico augurandosi che si
tratti semplicemente di sostituire la batteria motore; nel frattempo
si sono rotti i supporti in gomma che ancorano il silenziatore, il
minimo che poteva succedere topo tanti vibradores e topes.
Il
luogo di sosta si trova sul Golfo del Mexico così la cena è stata
consumata in un ristorantino fronte Pemex con portate a base di
pesce.
Peccato
al ritorno aver trovato il piazzale pieno di camions, buona parte di
quali con il motore acceso.
Sabato
12.01 – La partenza è stata anticipata con una sveglia alle 5.45
per poter provvedere alle necessità del Nomade consistenti
nell'accertamento sullo stato di salute della batteria prima e
successivamente, come è auspicabile, nella sua sostituzione in
quanto l'uso del Booster si è rivelato provvidenziale, ma non si può
continuare così.
Appena
arrivati a Campeche la prima organizzazione interpellata rimanda il
Nomade ad un altro indirizzo; lì, dopo un po' di telefonate, al
Nomade viene indicato un terzo indirizzo. Quest'ultimo non è
rintracciabile e quindi, con il sistema della richiesta stradale
estemporanea, il Nomade punta un altro posto, ma anche questo non
produce risultati. Seguendo un'ulteriore indicazione passano le
quadre ma non viene identificato il luogo dove dovrebbe trovarsi
l'elettrico che dovrebbe poi dare inizio all'operazione. Quando ormai
sembrava tutto perduto ho notato l'insegna di un ricambista presso il
quale mi sono precipitato per informazioni: anche questo non
disporrebbe della batteria che serve, però ha indicato sia un
meccanico dove trovare l'assistenza necessaria che un concorrente
dove viene assicurato che si troverà ciò che serve.
Gira
e rigira dall'arrivo in città alle 8 si sono già fatte le 10; il
meccanico è vicinissimo, ma l'elettrico non è in loco e deve essere
rintracciato telefonicamente: se aspetti, fra 20' sarà qui, mi dice
Perseo, l'elegante meccanico che dirige una organizzazione
fatiscente, assolutamente inadeguata al suo modo di presentarsi da
nobile spagnolo d'altri tempi.
In
realtà sarà proprio lui ad andare a prelevare l'elettrico il quale,
una volta arrivato, si è limitato a verificare il buon funzionamento
dell'alternatore per dichiarare il decesso della Magneti Marelli da
100 A in esercizio solo dalla fine del 2009.
Anche
lui mi ha indicato il medesimo indirizzo, che è poi
un'organizzazione Autozone, dove trovare la batteria.
Prima
di andarci o chiesto a Perseo di sistemare i supporti del
silenziatore logorati dalle strade: egli ha chiama uno dei suoi
schiavi indio il quale non ha perso tempo ad infilarsi sotto il
Nomade parcheggiato di lato su una strada trafficatissima e,
utilizzando un cacciavite ed i ricambi da me forniti, è riemerso
dopo pochi istanti.
Costo
elettrico 100 pesos, costo Perseo 50 pesos + 10 pesos allo schiavo;
il Nomade sarebbe pronto per raggiungere il ricambista, ma manca un
membro dell'equipaggio andato poco lontano per una breve missione di
acquisto pane.
Quando
il secondo membro riappare si va: almeno lui ha potuto distrarsi
utilizzando HiPhone in qualche modo, dando proprie notizie dall'altra
parte del mondo.
Autozone,
raggiunto attorno alle 12, effettivamente dispone della batteria
giusta, però, fra controlli preventivi sulla misura e l'operazione
in se condotta da uno il cui mestiere sarebbe vendere al banco, fa si
che siano le 13 passate quando ci si può allontanare: la buona
notizia è che la batteria ed alcuni accessori minori hanno avuto un
costo di 1700 pesos, pari a poco più di € 100.
Senza
indugiare troppo in pause pranzo, con una temperatura di tutto
rispetto accompagnata da un tasso di umidità elevato, Il Nomade si è fatto strada verso Uxmal, sito archeologico di prima grandezza,
arrivandoci poco prima delle 16.
Un
vero peccato aver dovuto completare affrettatamente la visita,
tralasciando qualche cosa, perché in zona cesarini i sorveglianti
hanno iniziato e poi continuato ad insistere nell'utilizzo del
fischietto per richiamare i ritardatari ad abbandonare la zona, oltre
al fatto che l'accesso all'area per lo straniero comporta un costo
aggiuntivo ai 57 pesos del biglietto di ben altri 125 pesos!
Il
luogo è risultato di gran fascino, raccolto e misterioso, una delle
espressioni più elaborate e complesse dell'architettura Puuc.
La
scarsità d'acqua della zona può forse spiegare la grande quantità
di dipinti di Chac, il dio della pioggia.
Il
Palazzo del Governatore (distintivi i nasi adunchi delle maschere di
Chac che risaltano tra i mosaici ricoprenti la struttura), la
Piramide dell'Indovino (spettacolare struttura costruita in 400 anni
su una insolita base ovale), il Quadrangolo delle Monache (tutti
nomi affibbiati dagli spagnoli-in questo caso le 74 stanze li fecero
pensare ad un convento, decorato con maschere di Chac e serpenti)
sono opere incantevoli.
Appena
ripartiti, dopo aver incamerato i liquidi persi durante la visita,
Ezio ha chiesto una sosta tecnica a causa di un malessere che lo ha
poi tenuto mogio per tutta la sera.
Raggiunta Merida ormai con il buio, alla prima occasione possibile, in questo caso rappresentata da Bodega Aurrera, il Nomade si è fermato sia per acquisti che per definire la sosta serale.
Raggiunta Merida ormai con il buio, alla prima occasione possibile, in questo caso rappresentata da Bodega Aurrera, il Nomade si è fermato sia per acquisti che per definire la sosta serale.
Gli
acquisti da effettuare non erano poi troppi; ma proprio di fronte
alla cassa di uscita ho visto un cash dispenser HSBC: quale miglior
occasione per rinnovare il contante già andato?
Inserita
Genius Card mastercard è stata iniziata la consueta operazione, solo
che in questa occasione non è andata a buon fine e la carta è
riemersa per il ritiro.
Purtroppo
la macchina non l'ha fatta uscire in maniera regolare e pertanto non
mi è stato possibile ritirarla, come se una forza nascosta la
tenesse incollata; dopo vari frenetici tentativi, in pochi secondi la
diabolica macchinetta se l'è ingoiata!
Allarme
rosso: ormai sono le 20 passate, chiamare i numeri telefonici
indicati sul dispenser diventa problematico a causa della lingua,
però ho subito individuato un responsabile del “mercado” al
quale chiedere aiuto.
Hector
il suo nome, molto cortese e disponibile, dopo essersi dato da fare
telefonicamente mi ha spiegato che non è possibile effettuare alcuna
azione sino a lunedì mattina: pur comprendendo il mio problema, mi
viene detto che in questi casi la macchina tritura la carta e questa
viene poi riemessa dall'istituto di credito competente.
Spero
di no, replico, perché in questo caso sarei in braghe di tela:
Genius Card infatti funziona per me ,come un portafogli aggiuntivo in
quanto è possibile caricarla dal proprio C/C come e quando si vuole!
Dopo
aver dedicato tutto il tempo necessario per cercare di capire il
miglior modo di agire, salutato Hector, nessuno ha tanta voglia di
pensare ad alimentarsi, chi con una motivazione e chi con un'altra.
Questo
problema bancario è nuovo per me; devo pensare velocemente alle
autonomie future, alla luce del fatto che se dovessi far rientrare il
Nomade anticipatamente (pensiero che mi tortura ormai da tempo)
dovrei poter disporre di una cospicua quantità di denaro che le due
carte di credito in mio possesso difficilmente potrebbero accordarmi
in quanto il loro plafond è normalmente utilizzato per le spese
correnti.
Per
ora non c'è nient'altro da fare se non starsene calmi cercando di
recuperare le energie spese in una giornata iniziata prima delle
altre.
Domenica
13.01 – Sveglia posticipata alle 7 e partenza solo dopo aver
effettuato dei controlli sui livelli dei vari liquidi, quindi verso
le 9: destinazione Chichen Itzà, il sito Maya meglio conservato
dello Yucatan.
La
strada è quasi un'autostrada, il fondo stradale è buono e nella
parte finale diventa un'autopista a pagamento, traffico molto scarso,
casellante molto attenta nell'uscire a controllare il numero delle
ruote posteriori (fanno la differenza nella tariffa).
Nei
120 km. sino al casello si è visto solo un Pemex e nessuna tienda
ove consumare un caffè: solo dopo il casello è apparso un localino
sul retro di un ufficio informazioni turistiche, e lì il caffè
espresso è costato 35 pesos, oltre € 2!
Politica
del Governo dello Yucatan o normale ladreria? In questo stato sembra
costare tutto di più.
Solo
mentre si stava sorseggiando il caffè ho notato un ombrellone
presidiato da due giovani adulti elegantemente vestiti (capirò dopo
essere una divisa) i quali erano impegnati a presentare una offerta
promozionale inerente al sito archeologico: ingresso, parcheggio e
pranzo a buffet nel ristorante del prestigioso Hotel vista El Caracol
a soli 351 pesos/cad.= € 20 o poco più.
Fatti
un po' di conti la proposta è sembrata accettabile ed è stata
sottoscritta, anche se poi ho capito che era tutto giocato sul costo
del parcheggio presentato a 150 pesos, proprio quelli risparmiati,
quelli che per l'organizzazione risultano ininfluenti.
Giunti
al parcheggio verso le 12 il mio suggerimento è stato quello di
effettuare una visita con calma, quindi di partire per l'escursione
dopo il pranzo: e così fu, avendo avuto la possibilità di ammirare
la struttura recettiva e di esaminare le foto degli importanti
personaggi che si sono qui susseguiti nel tempo, compreso Umberto,
l'ex re d'Italia per pochi giorni.
Nel
momento in cui la visita ha preso inizio non c'era una particolare
affluenza di persone, ma via via queste sono andate aumentando; la
marea di bancarelle di venditori che offrono senza sosta le stesse
merci ovunque, anche se i venditori non erano per niente aggressivi,
toglie qualche cosa all'ambiente, contaminandolo non poco.
La
confusione sulla storia del sito è notevole, dovuta anche a leggende
che raccontano come il dio-re dei Toltechi, Quetzalcoatl (Kukulcan)
in esilio da Tula si fosse stabilito qui; altre teorie sostengono
invece il contrario, che Tula abbia subito l'influenza Maya.
Chichitzen
Itzà è dal 2007 entrata a far parte delle Nuove Sette Meraviglie
del Mondo, oltre a far parte del patrimonio Unesco.
L'Osservatorio,
chiamato El Caracol per la sua forma a chiocciola, dispone di
feritoie sui muri corrispondenti a determinate posizioni dei corpi
astrali secondo il calendario Maya, El Castillo, il monumento più
suggestivo, costruito sulla sommità di una antica struttura, fu
eretto in onore di Kukulcan, le sue scalinate corrispondono ai punti
cardinali e molti dettagli riportano al calendario Maya, La Corte
del Pallone, lunga 168 m., è la più estesa dell'America Centrale.
Il Sacro Cenote, al quale si accede da strada diritta, si pensa fosse
un luogo sacro legato al dio della pioggia e fosse usato per
sacrifici umani, Il Tempio dei Guerrieri, è decorato con sculture
del dio Chac e del serpente piumato Kukulcan, il Convento, grande
struttura a tre piani con facciata realizzata con pietre intagliate,
era un palazzo.
Quando
l'orario stava volgendo verso la chiusura del sito, dopo essere
riuscito a riprendere alcune foto di iguana nel loro habitat
naturale, è venuto il momento di prendere la decisione che mi è
sembrata la più corretta: rientrare a Merida per occuparmi della
Genius Card offrendo ad Ezio la possibilità di raggiungere da lì
Cancun utilizzando un prestigioso pullman della linea A.D.O..
Lui
però, provato dal caldo della giornata, ha preferito informarsi
sulle possibilità di raggiungere l'aeroporto fermandosi nell'albergo
del sito.
Dopo
aver conosciuto il prezzo richiesto per una notte sembrava deciso a
proseguire sino a Merida, ma attraversando Piste, prima di andare
verso l'autopista, ha scorto un Best Western e così ha preso altre
informazioni: il prezzo della camera è risultato accettabile,
inoltre la possibilità di raggiungere Cancun usufruendo di una delle
numerose corse effettuate dai pullman della compagnia Oriente lo ha
definitivamente convinto.
Così
la fine dell'ospitalità è avvenuta più velocemente del previsto;
per darci maggior tempo ho deciso di sostare per la notte nel cortile
dell'albergo in modo da poter effettuare con calma tutte le
operazioni utili e necessarie.
Nella
hall dell'albero finalmente Ezio ha potuto usufruire della
connessione WiFi che gli mancava un po', ed io pure ho potuto inviare
qualche mail cercando aiuto nella soluzione del problema bancario.
E'
così che mi sono reso conto che sia la carta di credito Visa che
quella Mastercard sono in scadenza a fine mese, particolare che avevo
rimosso, forte della Genius e del bancomt internazionle: forse questa
volta la spedizione non riguarderà pezzi di ricambio ma solo
plastica dai poteri magici!
Lunedì
14.01 – Sveglia 5.45 quando l'avifauna aveva provveduto da tempo ad
animarsi.
Prima
della partenza verifica email: la banca italica mi ha riposto
prontamente ed io potrò replicare solo più tardi.
Il
percorso del rientro è filato via liscio sino a quando, prima delle
8, il Nomade si è trovato a dover percorrere le stradine attigue al
centro storico già convulse dal traffico.
E'
venuto così il momento del dubbio: Garmin mi starà portando
all'indirizzo della Bodega Aurrrera o mi starà portando dove vuole
lui?
Ho
provato a reimpostarlo ma lui ha continuato a dare le stesse
indicazioni; alla fine mi è sembrato di riconoscere qualche
particolare e mi sono tranquillizzato.
In
realtà il posto di arrivo non corrispondeva con quello che
ricordavo, allora ho seguito il flusso ma presto mi sono reso conto
che non sarei approdato a nulla.
Ho
quindi usato la tecnica cara ad Ezio, quella di chiedere a
ripetizione, ed ho ottenuto subito un'indicazione che si è poi
rivelata essere corretta.
In
pratica Garmin mi aveva portato vicino all'obiettivo, ma il senso di
marcia nel quale sono stato costretto ad immettermi non era quello
giusto.
Invertita
la marcia ho cominciato a ritrovarmi sino a raggiungere l'obiettivo.
Sono
subito andato alla ricerca del gerente il quale si è dimostrato
persona disponibile prestandosi ad effettuare tutta una serie di
chiamate telefoniche senza ottenere risposte definitive e positive.
Alla
fine mi ha suggerito di raggiungere una sede HSBC poco lontana dove
riproporre la mia storia.
Una
volta raggiunta ho dialogato con Vanessa la quale ha cominciato una
trafila di telefonate dalla cui ragnatela ho capito che non sarebbe stato
facile uscire vincitori.
In
mancanza di chiarimenti precisi Vanessa ha allora inviato una mail
invitandomi a tornare dopo un paio d'ore.
Il
calore del sole si è intanto fatto velenoso, il peso dello zainetto
mi ha fatto quasi grondare di sudore.
Giunto
alla Bodega ho riparlato con Izmael il quale ha voluto fornirmi anche
il numero telefonico del consolato italiano a Cancun.
Verso
le 13 ho riaffrontato il percorso per raggiungere HSBC; come ormai
avevo già capito non ci sono possibilità di recupero, ed anche se
il guaio è imputabile al cattivo funzionamento di una loro macchina,
la procedura non prevede deroghe.
Su
mia specifica domanda mi è stato risposto che se la situazione si fosse
verificata presso la sede della banca in orario di apertura la cosa
si sarebbe potuta ricomporre in qualche modo: per il futuro vedrò di
ricordarmelo, anche se non sempre sarà possibile attenersi a questa
regoletta.
Prima
di lasciare HSBC ho voluto provare ad effettuare un prelevamento con
il bancomat internazionale: risultato positivo. Allora ho voluto
provare a pagare degli acquisti effettuati alla Bodega con lo stesso
sistema: risultato negativo.
Vanessa
mi ha anche indicato un internet point non lontano; appena recuperato
il Nomade cercherò di raggiungerlo sulla base delle scarne
indicazioni ottenute.
Al
primo tentativo sono andato in bianco, ma al secondo ho centrato il
bersaglio.
Ho
trascorso diverso tempo nel piccolo locale reso rumoroso da certi
giochi elettronici in corso, ma almeno ho dato inizio alle procedure
necessarie coinvolgendo, come al solito, San Mario.
Inoltre
ho cercato di capire come muovermi da qui forse già domani: la
direzione potrebbe essere verso Tulum e poi il Belize, ma prima dovrò
trovare qualcuno in grado di dare un'occhiata alle saldature da poco
effettuate, possibilmente inserendo degli spessori sugli attacchi
dell'ammortizzatore per cercare di rimettere il Nomade in pareggio come
lo era alcuni mesi fa, oltre ad aver bisogno di una convergenza
supportata da strumentazione adeguata.
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