martedì 15 gennaio 2013

I giorni delle Carte di Credito


Giovedì 10.01 – Partenza ritardata a poco dopo le 6 per mancanza di batteria: l'utilizzo del booster è stato la salvezza del Nomade.
Il traffico è già intenso ancor prima dei primi chiarori, la temperatura è sopportabile, la direzione di marcia è quella per Palenque e per cercare di alleggerire la sofferenza che procurerà il percorso, autopista sino a San Cristobal de las Casas.
Poco prima di raggiungere S.C. la strada, partita dalla quota irrisoria di Tuxla tocca prima i circa 2500 m.s.l.m. per poi scendere sui 2200/2300 quando entra in città (temperatura freschissima, quasi fredda), ad un certo punto si è trovata avvolta nella nebbia, anche se la visibilità non è mai venuta a mancare del tutto.
A S.C. Il Nomade ha effettuato la prima sosta per consentire all'equipaggio di consumare la colazione e di provvedere a degli acquisti.


Da lì in avanti gli oltre 200 km. per arrivare a Palenque sono composti da curve e controcurve, salite e discese, topes a non finire a causa del continuo e sparpagliato inurbamento ai bordi della strada lungo le montagne.
La sensazione provata è quella di essere in una zona che marcia economicamente a velocità ridotta rispetto agli altri stadi della federazione, che ha accumulato un consistente differenziale negativo di sviluppo rispetto agli stati limitrofi, dove la gente vive spesso in capanne di legno spostandosi per le montagne a piedi, portandosi i pesi sulle spalle con l'ausilio di una cinghia attorno alla fronte.



Sono state effettuate solo altre due soste piuttosto brevi, ciononostante l'arrivo è avvenuto attorno alle 17, anche perché nella fase finale, quando sarebbe stato in programma una breve deviazione per raggiungere la spettacolare cascata di Misol-Ha , il Nomade è incappato in un acquazzone di tipo tropicale (acqua da tutte le parti, inclusa quella che scendendo dalla montagna rende la strada simile ad un torrente) che ne ha condizionato la marcia, oltre a dover rinunciare alla cascata.



Poco prima dell'acquazzone il Nomade era incappato in un agguato: in coincidenza con una topa al limite di un Pueblamento una cordicella legata ad un albero tenuta tesa da un bimbo ne ha impedito il proseguimento. 


Il bimbo, al massimo sette anni, ha subito chiesto “un pesito” per lasciarci passare. Così come ho messo mano al portamonete si è avvicinata anche una giovane madre con bimba in braccio e la mano tesa, mentre una bella bimba da bordo strada mi ha chiesto di tirarglielo un pesito. 



Anche Ezio dall'altra parte ha distribuito piccoli oboli; la sosta si è prolungata di quel tanto da ingenerare un certo nervosismo negli automobilisti fermi dietro.


All'arrivo a destinazione la temperatura a bordo non è elevatissima, circa 30°, ma l'umidità è del 80%: il destino è stato favorevole e la necessità di Ezio ha finalmente trovato soddisfazione.
Si tratta della lavanderia, trovata subito disponibile a restituire gli indumenti nel giro di un paio d'ore.



Alla fine il Nomade è approdato sul piazzale Chedraui giusto nel momento in cui stava arrivando un pullman modificato a targa California con a bordo una decina di tipi fortemente alternativi appartenenti ad un'organizzazione internazionale che ha a che fare con l'arcobaleno; abbiamo avuto modo di familiarizzare un po' prima che questi si allontanassero alla ricerca di un prato dove bivaccare.



Noi invece siamo rimasti in loco confidando nell'ospitalità del “mercado”.

Venerdì 11.01 – Utilizzando il “booster” per lo spunto che la batteria sembra non essere più in grado di dare, il motore è poi partito benissimo.
Lungo la strada per il sito archeologico è iniziato a piovere: subito ho pensato che era una disdetta, ma poi ho corretto il mio pensiero alla luce del fatto che in questo luogo piove intensamente per almeno otto/nove mesi all'anno, quindi mi è sembrato giusto vivere l'ambiente come lo vissero i Maya.





Riportando testualmente dalla guida, “Palenque è tutto quello che un sito archeologico dovrebbe essere:misterioso, solenne, ben conservato e imponente per la sua splendida collocazione in mezzo alla giungla”.








La popolazione chiamata Maya si stabilì qui nel 100 a.C. e la città raggiunse il masimo dello splendore tra il 600 e l'800 d.C., diventando la capitale della regione. 






Cadde in declino ai primi del X secolo e fu poi abbandonata restando in balia della vegetazione selvaggia.








Gli scavi sin qui effettuati hanno portato alla luce non più del 5/10% delle rovine ricch di magnifiche sculture e opere in stucco.





Al momento le parti più significative sono rappresentate dal Palazzo (è un complesso labirinto di cortili, corridoi e stanze. Si distingue per una torre a quattro piani usata forse da osservatorio nei mesi senza pioggia o come torre di guaria), il Tempio delle Iscrizioni ( nella piramide vi è la tomba di Pakal che regnò dal 615 al 683, nobile governante di Palenque e sinonimo di buon governo, scoperta nel 1952), il Tempio del Sole (posto su una piramide a quattro livelli, presenta un tetto a cresta, cioè con una massiccia lastra di pietra scolpita), il Tempio della croce di foglie, il Tempio della croce ed altri, la corte del pallone (devo qui rettificare quanto scritto in precedenza: nella cultura Maya la morte era il passaggio nel mondo degli dei, un'aspirazione di qualsiasi nobile. Una volta all'anno veniva svolto un torneo nell'ambito del quale il Vincitore aveva il diritto di essere ucciso per passare a miglior vita).









Dopo un percorso di una decina di chilometri, arrivato all'ingresso il Nomade non ha trovato spazio per essere parcheggiato; uno dei tanti venditori di poncho impermeabile è allora intervenuto indicando la possibilità di parcheggio a bordo strada, con due ruote sulla profonda canaletta di scolo delle acque. Dopo ci sono state varie proposte di accompagnamento, tutte declinate, ma proprio davanti all'ingresso ho pensato di avvicinare uno degli ultimi con il quale è stato facile trovare un accordo sul prezzo.
Il suo nome è Julio, giovane di un villaggio fra le montagne a 7 km., persona dotata del patentino di guida, ha imparato alcune lingue stando a contatto con i turisti: la visita è filata via veloce nella pioggia ad intensità variabile.






Solo alla fine ha smesso e giusto quando è stato visitato il Museo è uscito il sole: clima pesante, umidità sub tropicale, limitazione nel riprendere immagini fotografiche.






Al momento di ridare motore è stato necessario usare ancora il “booster” che così è diventato uno degli optional di bordo più utili in questa fase.






Poco prima delle 14 il Nomade si è messo seriamente su strada, nell'ordine la 199 – la 186 – la 188 – la 281, tutte con un fondo accettabile, pianeggianti e diritte, quello che ci voleva per alleviare gli stress; sarebbe forse stato possibile arrivare sino a Campeche (orario di arrivo stimato da Garmin alle 19.30), ma il buio, la guida a 32° con il 50% di umidità, l'attraversamento di Champotòn con deviazione su una strada impossibile, sono stati tutti elementi che hanno portato alla decisione di sostare per la notte sul piazzale Pemex orientato verso Campeche, dopo aver coperto in cinque ore ben 330 km.




Domani bisognerà venire a capo del problema elettrico augurandosi che si tratti semplicemente di sostituire la batteria motore; nel frattempo si sono rotti i supporti in gomma che ancorano il silenziatore, il minimo che poteva succedere topo tanti vibradores e topes.
Il luogo di sosta si trova sul Golfo del Mexico così la cena è stata consumata in un ristorantino fronte Pemex con portate a base di pesce.
Peccato al ritorno aver trovato il piazzale pieno di camions, buona parte di quali con il motore acceso.

Sabato 12.01 – La partenza è stata anticipata con una sveglia alle 5.45 per poter provvedere alle necessità del Nomade consistenti nell'accertamento sullo stato di salute della batteria prima e successivamente, come è auspicabile, nella sua sostituzione in quanto l'uso del Booster si è rivelato provvidenziale, ma non si può continuare così.
Appena arrivati a Campeche la prima organizzazione interpellata rimanda il Nomade ad un altro indirizzo; lì, dopo un po' di telefonate, al Nomade viene indicato un terzo indirizzo. Quest'ultimo non è rintracciabile e quindi, con il sistema della richiesta stradale estemporanea, il Nomade punta un altro posto, ma anche questo non produce risultati. Seguendo un'ulteriore indicazione passano le quadre ma non viene identificato il luogo dove dovrebbe trovarsi l'elettrico che dovrebbe poi dare inizio all'operazione. Quando ormai sembrava tutto perduto ho notato l'insegna di un ricambista presso il quale mi sono precipitato per informazioni: anche questo non disporrebbe della batteria che serve, però ha indicato sia un meccanico dove trovare l'assistenza necessaria che un concorrente dove viene assicurato che si troverà ciò che serve.
Gira e rigira dall'arrivo in città alle 8 si sono già fatte le 10; il meccanico è vicinissimo, ma l'elettrico non è in loco e deve essere rintracciato telefonicamente: se aspetti, fra 20' sarà qui, mi dice Perseo, l'elegante meccanico che dirige una organizzazione fatiscente, assolutamente inadeguata al suo modo di presentarsi da nobile spagnolo d'altri tempi.
In realtà sarà proprio lui ad andare a prelevare l'elettrico il quale, una volta arrivato, si è limitato a verificare il buon funzionamento dell'alternatore per dichiarare il decesso della Magneti Marelli da 100 A in esercizio solo dalla fine del 2009.
Anche lui mi ha indicato il medesimo indirizzo, che è poi un'organizzazione Autozone, dove trovare la batteria.
Prima di andarci o chiesto a Perseo di sistemare i supporti del silenziatore logorati dalle strade: egli ha chiama uno dei suoi schiavi indio il quale non ha perso tempo ad infilarsi sotto il Nomade parcheggiato di lato su una strada trafficatissima e, utilizzando un cacciavite ed i ricambi da me forniti, è riemerso dopo pochi istanti.
Costo elettrico 100 pesos, costo Perseo 50 pesos + 10 pesos allo schiavo; il Nomade sarebbe pronto per raggiungere il ricambista, ma manca un membro dell'equipaggio andato poco lontano per una breve missione di acquisto pane.
Quando il secondo membro riappare si va: almeno lui ha potuto distrarsi utilizzando HiPhone in qualche modo, dando proprie notizie dall'altra parte del mondo.
Autozone, raggiunto attorno alle 12, effettivamente dispone della batteria giusta, però, fra controlli preventivi sulla misura e l'operazione in se condotta da uno il cui mestiere sarebbe vendere al banco, fa si che siano le 13 passate quando ci si può allontanare: la buona notizia è che la batteria ed alcuni accessori minori hanno avuto un costo di 1700 pesos, pari a poco più di € 100.
Senza indugiare troppo in pause pranzo, con una temperatura di tutto rispetto accompagnata da un tasso di umidità elevato, Il Nomade si è fatto strada verso Uxmal, sito archeologico di prima grandezza, arrivandoci poco prima delle 16.





Un vero peccato aver dovuto completare affrettatamente la visita, tralasciando qualche cosa, perché in zona cesarini i sorveglianti hanno iniziato e poi continuato ad insistere nell'utilizzo del fischietto per richiamare i ritardatari ad abbandonare la zona, oltre al fatto che l'accesso all'area per lo straniero comporta un costo aggiuntivo ai 57 pesos del biglietto di ben altri 125 pesos!






Il luogo è risultato di gran fascino, raccolto e misterioso, una delle espressioni più elaborate e complesse dell'architettura Puuc.
La teoria della città non è mai stata appurata, anche se gli edifici datano dl VII al X secolo d.C.






La scarsità d'acqua della zona può forse spiegare la grande quantità di dipinti di Chac, il dio della pioggia.






Il Palazzo del Governatore (distintivi i nasi adunchi delle maschere di Chac che risaltano tra i mosaici ricoprenti la struttura), la Piramide dell'Indovino (spettacolare struttura costruita in 400 anni su una insolita base ovale), il Quadrangolo delle Monache (tutti nomi affibbiati dagli spagnoli-in questo caso le 74 stanze li fecero pensare ad un convento, decorato con maschere di Chac e serpenti) sono opere incantevoli.







Appena ripartiti, dopo aver incamerato i liquidi persi durante la visita, Ezio ha chiesto una sosta tecnica a causa di un malessere che lo ha poi tenuto mogio per tutta la sera. 







Raggiunta Merida ormai con il buio, alla prima occasione possibile, in questo caso rappresentata da Bodega Aurrera, il Nomade si è fermato sia per acquisti che per definire la sosta serale.
Gli acquisti da effettuare non erano poi troppi; ma proprio di fronte alla cassa di uscita ho visto un cash dispenser HSBC: quale miglior occasione per rinnovare il contante già andato?
Inserita Genius Card mastercard è stata iniziata la consueta operazione, solo che in questa occasione non è andata a buon fine e la carta è riemersa per il ritiro.
Purtroppo la macchina non l'ha fatta uscire in maniera regolare e pertanto non mi è stato possibile ritirarla, come se una forza nascosta la tenesse incollata; dopo vari frenetici tentativi, in pochi secondi la diabolica macchinetta se l'è ingoiata!
Allarme rosso: ormai sono le 20 passate, chiamare i numeri telefonici indicati sul dispenser diventa problematico a causa della lingua, però ho subito individuato un responsabile del “mercado” al quale chiedere aiuto.
Hector il suo nome, molto cortese e disponibile, dopo essersi dato da fare telefonicamente mi ha spiegato che non è possibile effettuare alcuna azione sino a lunedì mattina: pur comprendendo il mio problema, mi viene detto che in questi casi la macchina tritura la carta e questa viene poi riemessa dall'istituto di credito competente.
Spero di no, replico, perché in questo caso sarei in braghe di tela: Genius Card infatti funziona per me ,come un portafogli aggiuntivo in quanto è possibile caricarla dal proprio C/C come e quando si vuole!
Dopo aver dedicato tutto il tempo necessario per cercare di capire il miglior modo di agire, salutato Hector, nessuno ha tanta voglia di pensare ad alimentarsi, chi con una motivazione e chi con un'altra.
Questo problema bancario è nuovo per me; devo pensare velocemente alle autonomie future, alla luce del fatto che se dovessi far rientrare il Nomade anticipatamente (pensiero che mi tortura ormai da tempo) dovrei poter disporre di una cospicua quantità di denaro che le due carte di credito in mio possesso difficilmente potrebbero accordarmi in quanto il loro plafond è normalmente utilizzato per le spese correnti.
Per ora non c'è nient'altro da fare se non starsene calmi cercando di recuperare le energie spese in una giornata iniziata prima delle altre.


Domenica 13.01 – Sveglia posticipata alle 7 e partenza solo dopo aver effettuato dei controlli sui livelli dei vari liquidi, quindi verso le 9: destinazione Chichen Itzà, il sito Maya meglio conservato dello Yucatan.
La strada è quasi un'autostrada, il fondo stradale è buono e nella parte finale diventa un'autopista a pagamento, traffico molto scarso, casellante molto attenta nell'uscire a controllare il numero delle ruote posteriori (fanno la differenza nella tariffa).
Nei 120 km. sino al casello si è visto solo un Pemex e nessuna tienda ove consumare un caffè: solo dopo il casello è apparso un localino sul retro di un ufficio informazioni turistiche, e lì il caffè espresso è costato 35 pesos, oltre € 2!
Politica del Governo dello Yucatan o normale ladreria? In questo stato sembra costare tutto di più.



Solo mentre si stava sorseggiando il caffè ho notato un ombrellone presidiato da due giovani adulti elegantemente vestiti (capirò dopo essere una divisa) i quali erano impegnati a presentare una offerta promozionale inerente al sito archeologico: ingresso, parcheggio e pranzo a buffet nel ristorante del prestigioso Hotel vista El Caracol a soli 351 pesos/cad.= € 20 o poco più.
Fatti un po' di conti la proposta è sembrata accettabile ed è stata sottoscritta, anche se poi ho capito che era tutto giocato sul costo del parcheggio presentato a 150 pesos, proprio quelli risparmiati, quelli che per l'organizzazione risultano ininfluenti.



Giunti al parcheggio verso le 12 il mio suggerimento è stato quello di effettuare una visita con calma, quindi di partire per l'escursione dopo il pranzo: e così fu, avendo avuto la possibilità di ammirare la struttura recettiva e di esaminare le foto degli importanti personaggi che si sono qui susseguiti nel tempo, compreso Umberto, l'ex re d'Italia per pochi giorni.





Nel momento in cui la visita ha preso inizio non c'era una particolare affluenza di persone, ma via via queste sono andate aumentando; la marea di bancarelle di venditori che offrono senza sosta le stesse merci ovunque, anche se i venditori non erano per niente aggressivi, toglie qualche cosa all'ambiente, contaminandolo non poco.





La confusione sulla storia del sito è notevole, dovuta anche a leggende che raccontano come il dio-re dei Toltechi, Quetzalcoatl (Kukulcan) in esilio da Tula si fosse stabilito qui; altre teorie sostengono invece il contrario, che Tula abbia subito l'influenza Maya.






Chichitzen Itzà è dal 2007 entrata a far parte delle Nuove Sette Meraviglie del Mondo, oltre a far parte del patrimonio Unesco.
L'Osservatorio, chiamato El Caracol per la sua forma a chiocciola, dispone di feritoie sui muri corrispondenti a determinate posizioni dei corpi astrali secondo il calendario Maya, El Castillo, il monumento più suggestivo, costruito sulla sommità di una antica struttura, fu eretto in onore di Kukulcan, le sue scalinate corrispondono ai punti cardinali e molti dettagli riportano al calendario Maya, La Corte del Pallone, lunga 168 m., è la più estesa dell'America Centrale. Il Sacro Cenote, al quale si accede da strada diritta, si pensa fosse un luogo sacro legato al dio della pioggia e fosse usato per sacrifici umani, Il Tempio dei Guerrieri, è decorato con sculture del dio Chac e del serpente piumato Kukulcan, il Convento, grande struttura a tre piani con facciata realizzata con pietre intagliate, era un palazzo.





Quando l'orario stava volgendo verso la chiusura del sito, dopo essere riuscito a riprendere alcune foto di iguana nel loro habitat naturale, è venuto il momento di prendere la decisione che mi è sembrata la più corretta: rientrare a Merida per occuparmi della Genius Card offrendo ad Ezio la possibilità di raggiungere da lì Cancun utilizzando un prestigioso pullman della linea A.D.O..







Lui però, provato dal caldo della giornata, ha preferito informarsi sulle possibilità di raggiungere l'aeroporto fermandosi nell'albergo del sito.
Dopo aver conosciuto il prezzo richiesto per una notte sembrava deciso a proseguire sino a Merida, ma attraversando Piste, prima di andare verso l'autopista, ha scorto un Best Western e così ha preso altre informazioni: il prezzo della camera è risultato accettabile, inoltre la possibilità di raggiungere Cancun usufruendo di una delle numerose corse effettuate dai pullman della compagnia Oriente lo ha definitivamente convinto.
Così la fine dell'ospitalità è avvenuta più velocemente del previsto; per darci maggior tempo ho deciso di sostare per la notte nel cortile dell'albergo in modo da poter effettuare con calma tutte le operazioni utili e necessarie.
Nella hall dell'albero finalmente Ezio ha potuto usufruire della connessione WiFi che gli mancava un po', ed io pure ho potuto inviare qualche mail cercando aiuto nella soluzione del problema bancario.
E' così che mi sono reso conto che sia la carta di credito Visa che quella Mastercard sono in scadenza a fine mese, particolare che avevo rimosso, forte della Genius e del bancomt internazionle: forse questa volta la spedizione non riguarderà pezzi di ricambio ma solo plastica dai poteri magici!

Lunedì 14.01 – Sveglia 5.45 quando l'avifauna aveva provveduto da tempo ad animarsi.
Prima della partenza verifica email: la banca italica mi ha riposto prontamente ed io potrò replicare solo più tardi.
Il percorso del rientro è filato via liscio sino a quando, prima delle 8, il Nomade si è trovato a dover percorrere le stradine attigue al centro storico già convulse dal traffico.
E' venuto così il momento del dubbio: Garmin mi starà portando all'indirizzo della Bodega Aurrrera o mi starà portando dove vuole lui?
Ho provato a reimpostarlo ma lui ha continuato a dare le stesse indicazioni; alla fine mi è sembrato di riconoscere qualche particolare e mi sono tranquillizzato.
In realtà il posto di arrivo non corrispondeva con quello che ricordavo, allora ho seguito il flusso ma presto mi sono reso conto che non sarei approdato a nulla.
Ho quindi usato la tecnica cara ad Ezio, quella di chiedere a ripetizione, ed ho ottenuto subito un'indicazione che si è poi rivelata essere corretta.
In pratica Garmin mi aveva portato vicino all'obiettivo, ma il senso di marcia nel quale sono stato costretto ad immettermi non era quello giusto.
Invertita la marcia ho cominciato a ritrovarmi sino a raggiungere l'obiettivo.
Sono subito andato alla ricerca del gerente il quale si è dimostrato persona disponibile prestandosi ad effettuare tutta una serie di chiamate telefoniche senza ottenere risposte definitive e positive.
Alla fine mi ha suggerito di raggiungere una sede HSBC poco lontana dove riproporre la mia storia.
Una volta raggiunta ho dialogato con Vanessa la quale ha cominciato una trafila di telefonate dalla cui ragnatela ho capito che non sarebbe stato facile uscire vincitori.
In mancanza di chiarimenti precisi Vanessa ha allora inviato una mail invitandomi a tornare dopo un paio d'ore.
Il calore del sole si è intanto fatto velenoso, il peso dello zainetto mi ha fatto quasi grondare di sudore.
Giunto alla Bodega ho riparlato con Izmael il quale ha voluto fornirmi anche il numero telefonico del consolato italiano a Cancun.
Verso le 13 ho riaffrontato il percorso per raggiungere HSBC; come ormai avevo già capito non ci sono possibilità di recupero, ed anche se il guaio è imputabile al cattivo funzionamento di una loro macchina, la procedura non prevede deroghe.
Su mia specifica domanda mi è stato risposto che se la situazione si fosse verificata presso la sede della banca in orario di apertura la cosa si sarebbe potuta ricomporre in qualche modo: per il futuro vedrò di ricordarmelo, anche se non sempre sarà possibile attenersi a questa regoletta.
Prima di lasciare HSBC ho voluto provare ad effettuare un prelevamento con il bancomat internazionale: risultato positivo. Allora ho voluto provare a pagare degli acquisti effettuati alla Bodega con lo stesso sistema: risultato negativo.
Vanessa mi ha anche indicato un internet point non lontano; appena recuperato il Nomade cercherò di raggiungerlo sulla base delle scarne indicazioni ottenute.
Al primo tentativo sono andato in bianco, ma al secondo ho centrato il bersaglio.
Ho trascorso diverso tempo nel piccolo locale reso rumoroso da certi giochi elettronici in corso, ma almeno ho dato inizio alle procedure necessarie coinvolgendo, come al solito, San Mario.
Inoltre ho cercato di capire come muovermi da qui forse già domani: la direzione potrebbe essere verso Tulum e poi il Belize, ma prima dovrò trovare qualcuno in grado di dare un'occhiata alle saldature da poco effettuate, possibilmente inserendo degli spessori sugli attacchi dell'ammortizzatore per cercare di rimettere il Nomade in pareggio come lo era alcuni mesi fa, oltre ad aver bisogno di una convergenza supportata da strumentazione adeguata.

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