Il posto si rivela tranquillo per la notte, salvo che per tutto il tempo ho continuato a fare un sogno in cui ho continuato ad esaminare le varie possibilità di manovra per togliermi dall'impaccio, svegliandomi ti tanto in tanto per controllare l'ora. Quando sono le 6.45 decido che il momento è giunto; avvio il motore, controllo con vista ed udito che non ci siano ostacoli in arrivo in entrambe le direzioni, parto con una retromarcia decisa cominciando a sterzare appena sento che le ruote posteriori sono salite sull'asfalto: questo è il momento della verità, o le ruote anteriori affondano o salgono anch'esse sull'asfalto con la spinta calibrata dell'acceleratore. Fila tutto liscio, anche il bip bip acustico che mi avvisa di ostacoli sul posteriore si azzittisce subito quando freno, in modo da evitare l'impatto con le fronde degli alberi. E via, devo solo fare molta attenzione alle buche, ma tutto procede bene. Ripercorro per l'ennesima volta questa strada che alla sua fine porta a due possibilità: svolta a sx per raggiungere il mare a Kayar, o svolta a dx verso un fantomatico Km.50, così è indicato, e questa è la mia direzione laddove mi ritrovo nuovamente su pista ondulata.
Impossibile capire come trovare il Monastero sin che non chiarisce un po', tanto vale fermarsi a bordo strada in un tratto che lo consente, tenendo le luci di posizione accese, e intanto eseguire tutte le normali operazioni post risveglio mattutino. Finalmente comincia a schiarirsi e il traffico, che in queste strade, per quanto rarefatto, non smette mai, c'è, ed è un bene visto che devo chiedere info. Prima di ripartire vedo transitare una bici, mi precipito a terra e pongo il quesito al ciclista: questi risponde a tono, secondo anche le indicazioni avute da Andrea, quindi vado avanti per un paio di km. nell'attesa di trovare una svolta da effettuare a dx. In realtà è dopo quattro km. che mi trovo ad attraversare un villaggio; sosto a chiedere conferme proprio con la svolta a dx pronta, procedo lentamente sin tanto che incontro un insediamento di suore! Pensando si tratti dello stesso complesso comprendente il monastero, così scendo per capire, ma l'unico essere vivente in circolazione è un cane che, è pur vero che lo fa per gioco, ma continua a puntarmi il polpaccio con i suoi denti aguzzi, fortunatamente senza stringere.
Sono in anticipo sull'orario della messa, così intanto vado a dare un'occhiata; sento canti e musiche provenire dalla chiesa, allora ci metto il naso. E' in corso una cerimonia con pochissimi fedeli, ma i canti ed i suoni mi prendono, così come la coreografia alle pareti, tutta giocata su tre colori, con tutte le figure evangeliche dalla pelle nera.
Dopo, nell'attesa della messa, torno a bordo a scrivere, infine mi accorgo che il Nomade è stato attorniato da tante vetture arrivate per l'appuntamento delle 10.
Guardandomi nuovamente attorno vedo materializzarsi una bimba, la saluto e chiedo per il monastero: parla il francese, è molto precisa nella spiegazione, è stata molto brava anche nel richiamare il cane, avendo capito che il suo modo di giocare poteva dar fastidio. Mi ha detto di andare ancora avanti e dopo il “bois de manguiers” lo avrei trovato.
Ci arrivo in un attimo e subito mi affascina trovare un posto tenuto come si deve, in ordine, dove la pubelle viene gestita attivamente e non abbandonata passivamente ovunque: l'idea di passarci la notte era buona, peccato non esserci riusciti.Sono in anticipo sull'orario della messa, così intanto vado a dare un'occhiata; sento canti e musiche provenire dalla chiesa, allora ci metto il naso. E' in corso una cerimonia con pochissimi fedeli, ma i canti ed i suoni mi prendono, così come la coreografia alle pareti, tutta giocata su tre colori, con tutte le figure evangeliche dalla pelle nera.
Dopo, nell'attesa della messa, torno a bordo a scrivere, infine mi accorgo che il Nomade è stato attorniato da tante vetture arrivate per l'appuntamento delle 10.
Quando entro i banchi sono quasi già completi, così mi infilo dove trovo posto; dopo ho notato che c'era una persona addetta ad indirizzare gli ultimi arrivati in modo da riempire ogni banco.
Le persone presenti sono a maggioranza nera, ma i bianchi non sono pochi. La particolarità di questa cerimonia, per come ho potuto capire, oltre alla presenza di tutti i monaci, di pelle nera ma con la tonaca bianca, esattamente come le figure rappresentate sulla parete dietro all'altare, oltre alla ritualità spinta di ogni passaggio cerimoniale, è data dal fatto che viene usata la lingua francese, la lingua wolof, ed il latino per il pater noster, le musiche sono dolcemente ritmate e suadenti, le voci dei monaci gregoriane ma non troppo, il pubblico molto partecipe, come si usa in Francia.
Dopo la messa apre la boutique, e quasi tutti entrano a fare acquisti: sugli scaffali c'è della frutta e della verdura, marmellate, sciroppi, aperitivi/digestivi, oltre ai CD della congregazione e ad altre cose che ogni santuario propone in vendita ai fedeli in ogni parte del mondo.
Personalmente ho comprato dei pompelmi fantastici, di taglia super, un paio di marmellate realizzate con frutti locali e due formaggette, una di latte vaccino ed una di capra, per le quali il monastero è molto noto ed apprezzato.
Sono stato in dubbio se trattenermi oltre o meno, ma alla fine la ragione mi ha fatto rimettere in marcia con destinazione Saint Louis; dopo aver acquistato altri articoli al villaggio, guardato dalla gente del posto come un marziano, anche se ormai non ci faccio più caso, mi muovo con naturalezza da una venditrice all'altra.
Le persone presenti sono a maggioranza nera, ma i bianchi non sono pochi. La particolarità di questa cerimonia, per come ho potuto capire, oltre alla presenza di tutti i monaci, di pelle nera ma con la tonaca bianca, esattamente come le figure rappresentate sulla parete dietro all'altare, oltre alla ritualità spinta di ogni passaggio cerimoniale, è data dal fatto che viene usata la lingua francese, la lingua wolof, ed il latino per il pater noster, le musiche sono dolcemente ritmate e suadenti, le voci dei monaci gregoriane ma non troppo, il pubblico molto partecipe, come si usa in Francia.
Dopo la messa apre la boutique, e quasi tutti entrano a fare acquisti: sugli scaffali c'è della frutta e della verdura, marmellate, sciroppi, aperitivi/digestivi, oltre ai CD della congregazione e ad altre cose che ogni santuario propone in vendita ai fedeli in ogni parte del mondo.
Personalmente ho comprato dei pompelmi fantastici, di taglia super, un paio di marmellate realizzate con frutti locali e due formaggette, una di latte vaccino ed una di capra, per le quali il monastero è molto noto ed apprezzato.
Sono stato in dubbio se trattenermi oltre o meno, ma alla fine la ragione mi ha fatto rimettere in marcia con destinazione Saint Louis; dopo aver acquistato altri articoli al villaggio, guardato dalla gente del posto come un marziano, anche se ormai non ci faccio più caso, mi muovo con naturalezza da una venditrice all'altra.
Lungo la strada tengo una condotta di guida molto attenta, ciò nonostante vengo fermato almeno tre/quattro volte, salvo che al dunque mi viene fatto cenno di proseguire. Probabilmente, da lontano, vengo preso per uno dei tanti furgoni che trasportano persone, una delle prede preferite dai controllori del traffico. Quando il vigile se ne accorge, o mi da il via libera o mi chiede comunque i documenti, tanto per non fare la figura dello sprovveduto; avendo avuto modo di toccare con mano la realtà, cerco di essere sempre di basso profilo, rispettando in maniera esagerata i limiti di velocità anche quando non ci sono, forse l'unico automobilista in tutto il Senegal.
Arrivato alla possibile deviazione per Lompoul, dopo aver rifornito ed aver avuto la certezza che la strada è buona, decido di andarci con l'idea che forse potrò anche sostare per la notte. Ora il cielo è grigio, non fa caldo, sulla strada sono l'unico; mi fermo ogni tanto per qualche foto perché il paesaggio va via via caratterizzandosi con dune di sabbia di varia altezza, spesso coltivate ad ortaggi.
Arrivo al mare trovandolo mosso, il vento è teso, fa quasi freddo, in giro ci sono persone sicuramente molto povere, mi sento un po' a disagio ad incrociare i loro sguardi mentre mi muovo con la macchina fotografica sul loro territorio, in mezzo alle loro piroghe.
Arrivato alla possibile deviazione per Lompoul, dopo aver rifornito ed aver avuto la certezza che la strada è buona, decido di andarci con l'idea che forse potrò anche sostare per la notte. Ora il cielo è grigio, non fa caldo, sulla strada sono l'unico; mi fermo ogni tanto per qualche foto perché il paesaggio va via via caratterizzandosi con dune di sabbia di varia altezza, spesso coltivate ad ortaggi.
Arrivo al mare trovandolo mosso, il vento è teso, fa quasi freddo, in giro ci sono persone sicuramente molto povere, mi sento un po' a disagio ad incrociare i loro sguardi mentre mi muovo con la macchina fotografica sul loro territorio, in mezzo alle loro piroghe.
Non trovando soluzioni per la notte, torno in direzione Saint Louis sapendo che anche oggi me la sto giocando sul filo di lana se voglio arrivare da qualche parte ancora con la luce del giorno.
Ora il traffico è molto diradato, per lunghi tratti inesistente, devo fermarmi per consultare le mie evidenze prima di arrivare troppo a ridosso della città. Ho in mente il camping Zebrabar, gestito da Ursula e Martin, di nazionalità svizzera, segnalato sia da Danilo che da Lonely Planet; come riparto colgo immediatamente la freccia che lo indica a soli 13 km., ma di pista: pazienza, non saranno questi a farmi scoppiare.
Mi sto addentrando in un'area bellissima, quella della Langue de Barbarie, e quando arrivo trovo conferma sulla bellezza del luogo in cui è inserito il campement, di per se assai spartano, senza possibilità di avere elettricità, senza lavatrice (ma con personale che può lavare a mano) e senza wi fi.
Per la stanchezza decido di cenare al ristorante; la sorpresa piacevole è che tutti i presenti condividono lo stesso tavolo e le portate sono le stesse per tutti: ah, questi svizzeri!
La cena è gradevole ed anche la conversazione, che si sviluppa sia in francese che in tedesco; anche la gente è interessante; due ragazzi belgi che ho a fianco mi dicono di aver già notato il Nomade a Bandiagara, in Mali, da dove sono riusciti a raggiungere i Pays Dogon con la loro 2CV (Deux Chevaux): altro che costose 4x4! .
Domani, contando su un passaggio di Ursula che deve accompagnare i figli a scuola, farò un salto a Saint Louis per capire come comportarmi con il passavant, e intanto darò un'occhiata alla città, magari cercando un wi fi.
Nessun commento:
Posta un commento