Dopo aver sistemato la cucina e spento il frigo (causa soste prolungate e vento Harmattan sono arrivato al 89% di carica sulle batterie di servizio, mai così in basso), decido di recarmi a piedi al Baobab sacro, accompagnato da Djim.
Lungo il percorso vedo tante ville, i loro giardini, vedo anche un allevamento di pesce il cui brevetto è di un Ingegnere di Montpellier, fino ad arrivare alla pianta sacra, dove in passato veniva issato il corpo del maraboutto deceduto, pratica questa vietata dal primo presidente del Senegal, Sengor.
Vi sono anche altre pratiche vietate per legge, ma impunemente praticate di nascosto, come quella del matrimonio precoce, dell'infibulazione, etc. etc.
Da quanto capisco, sia la religione cristiana che quella islamica convivono con le credenze animiste, pertanto non è facile far cambiare le cose.
Apprendo anche che le ragazze di qui fanno di tutto per sposare un bianco, così come i ragazzi fanno di tutto per sposare una bianca; spesso l'operazione va in porto, ma quasi sempre fallisce dopo un po'. Djim è critico verso queste ricerche di unione che nulla hanno a che fare con l'amore e mi mette al corrente che, fra me e lui, qualsiasi ragazza di qui, anche giovanissima, sceglierebbe me!
Allora gli racconto l'episodio, vissuto in prima persona qualche anno addietro, relativo alla corrispondenza via e-mail con una russa alla quale, per troncare le continue spedizioni di foto, avevo chiaramente detto che non mi interessava e che probabilmente suo nonno poteva essere più giovane di me, ottenendo per risposta un “non importa”. Qui sembra stia succedendo la stessa cosa , i locali si tuffano in internet cercando di procurarsi il contatto buono.
Mentre sto rientrando a casa giunge la telefonata che Babacar mi ha promesso di eseguire ogni giorno, nel frattempo è arrivato il momento del commiato; il mio saluto è sincero, gli regalo un paio di capi d'abbigliamento e gli metto in mano un tot. di CFA , tutto ciò che posso per ringraziarlo delle sue attenzioni e di tutte le informazioni che mi ha fornito. Djim gradisce, mi comunica la sua gioia per la conoscenza avvenuta, mi parla della mia carica di umanità come non facile da trovare, ricordandomi l'episodio del cibo di ieri, poi, dandomene spiegazione, mi porge la mano sinistra per stringere la mia sinistra, in augurio di buona salute e bene.
Forse è anche un mezzo sciamano, quando scende dal Nomade so che non avrà più attenzioni per me, e così è, infatti, esattamente lo stesso comportamento dignitoso di Gwen, la welsh terrier che mi ha vissuto come suo capo branco sino a che ho abitato la casa di Milano; grandi feste nel rivedermi, ma nessuna attenzione al momento del commiato.
Allora gli racconto l'episodio, vissuto in prima persona qualche anno addietro, relativo alla corrispondenza via e-mail con una russa alla quale, per troncare le continue spedizioni di foto, avevo chiaramente detto che non mi interessava e che probabilmente suo nonno poteva essere più giovane di me, ottenendo per risposta un “non importa”. Qui sembra stia succedendo la stessa cosa , i locali si tuffano in internet cercando di procurarsi il contatto buono.
Mentre sto rientrando a casa giunge la telefonata che Babacar mi ha promesso di eseguire ogni giorno, nel frattempo è arrivato il momento del commiato; il mio saluto è sincero, gli regalo un paio di capi d'abbigliamento e gli metto in mano un tot. di CFA , tutto ciò che posso per ringraziarlo delle sue attenzioni e di tutte le informazioni che mi ha fornito. Djim gradisce, mi comunica la sua gioia per la conoscenza avvenuta, mi parla della mia carica di umanità come non facile da trovare, ricordandomi l'episodio del cibo di ieri, poi, dandomene spiegazione, mi porge la mano sinistra per stringere la mia sinistra, in augurio di buona salute e bene.
Forse è anche un mezzo sciamano, quando scende dal Nomade so che non avrà più attenzioni per me, e così è, infatti, esattamente lo stesso comportamento dignitoso di Gwen, la welsh terrier che mi ha vissuto come suo capo branco sino a che ho abitato la casa di Milano; grandi feste nel rivedermi, ma nessuna attenzione al momento del commiato.
Riguadagno Mbour e la supero, intenzionato a raggiungere Toubab Dialaw, indicato come villaggio di pescatori. Come al solito devo intuire la deviazione da prendere, questa volta l'azzecco al primo tentativo. Dopo una sosta tecnica ed una breve pausa a Popenguine, il goudron cessa per dare spazio ad una pista dura che affronto con calma.
L'area che sto attraversando è priva di alberi, piuttosto brulla, con dei dislivelli da affrontare a ripetizione, vista mare gradevole quando ci si avvicina, in fase di sviluppo edilizio eccessivo: ricorda il mio approccio alla Sicilia negli anni 70, case costruite ovunque, sin sulla spiaggia, nessuna terminata, per la maggior parte abusive.
Forse qui non saranno abusive, ma sono veramente troppo: capisco che questa è l'area di sfogo per chi vive a Dakar; la Liguria , al confronto, risulta essere un gioiello incontaminato.
Mentre procedo ad andatura da pattugliamento, noto un pick-up Ford a targa locale, alla guida un bianco che, come per accordi pattuiti, si ferma avanti a me lasciando salire sul cassone un bel po' di ragazzini, quindi riparte per lasciarli scendere in fondo al paese. Nel frattempo il Nomade si è fermato a bordo strada per foto, quindi è facile per il pick-up affiancarlo. Quale sorpresa nel sentire che il bianco è un italico, questi decide di fermarsi fuori goudron per scambiare qualche parola.
E' così che inizio a conoscere la sua storia; ma egli deve spostarsi per incontrare qualcuno, perciò mi invita ad attenderlo. Quando si ripresenta si riprende il discorso, fitto di quesiti posti da parte mia sulla sua scelta di stabilirsi qui. Sono circa le 15.30; è allora che, avendo il pranzo pronto a casa sua, mi invita a condividerlo per poter parlare più facilmente. Qui conosco la moglie, una bella ragazza trentenne che porta in grembo una creatura di cinque mesi; è presente anche una sua amica della Casamance.
Onde evitare di incentrare la conversazione fra uomini, parlo in francese in maniere da coinvolgere le donne. Finito il pasto tutti hanno qualche cosa da fare; vengo invitato a parcheggiare nel cortile interno e a passarci la notte: mi sembra una buona idea, così domani posso provare a puntare direttamente l'imbarcadero per Gorée, sperando di trovarvi un parcheggio custodito.
L'area che sto attraversando è priva di alberi, piuttosto brulla, con dei dislivelli da affrontare a ripetizione, vista mare gradevole quando ci si avvicina, in fase di sviluppo edilizio eccessivo: ricorda il mio approccio alla Sicilia negli anni 70, case costruite ovunque, sin sulla spiaggia, nessuna terminata, per la maggior parte abusive.
Forse qui non saranno abusive, ma sono veramente troppo: capisco che questa è l'area di sfogo per chi vive a Dakar; la Liguria , al confronto, risulta essere un gioiello incontaminato.
Mentre procedo ad andatura da pattugliamento, noto un pick-up Ford a targa locale, alla guida un bianco che, come per accordi pattuiti, si ferma avanti a me lasciando salire sul cassone un bel po' di ragazzini, quindi riparte per lasciarli scendere in fondo al paese. Nel frattempo il Nomade si è fermato a bordo strada per foto, quindi è facile per il pick-up affiancarlo. Quale sorpresa nel sentire che il bianco è un italico, questi decide di fermarsi fuori goudron per scambiare qualche parola.
E' così che inizio a conoscere la sua storia; ma egli deve spostarsi per incontrare qualcuno, perciò mi invita ad attenderlo. Quando si ripresenta si riprende il discorso, fitto di quesiti posti da parte mia sulla sua scelta di stabilirsi qui. Sono circa le 15.30; è allora che, avendo il pranzo pronto a casa sua, mi invita a condividerlo per poter parlare più facilmente. Qui conosco la moglie, una bella ragazza trentenne che porta in grembo una creatura di cinque mesi; è presente anche una sua amica della Casamance.
Onde evitare di incentrare la conversazione fra uomini, parlo in francese in maniere da coinvolgere le donne. Finito il pasto tutti hanno qualche cosa da fare; vengo invitato a parcheggiare nel cortile interno e a passarci la notte: mi sembra una buona idea, così domani posso provare a puntare direttamente l'imbarcadero per Gorée, sperando di trovarvi un parcheggio custodito.
Sistemato il Nomade ho anche la possibilità di caricare il serbatoio dell'acqua, quindi assisto alle operazioni di Andrea nell'orto che è attivo sulla sabbia, dove, bagnando con l'acqua del pozzo, cresce di tutto.
Al rientro dal lavoro, come promesso, invito Maimuna a bordo; è una persona dall'espressione del volto prevalentemente serio, calma e dalle movenze eleganti, ma alla vista della Maison si lascia andare a manifestazioni che esprimono stupore e meraviglia, tanto da porre vari quesiti ai quali fornisco tutte le spiegazioni del caso.
Per la cena metto a disposizione la mia ratatouille che Andrea usa come condimento di una pasta corta, successivamente lo assisto nella fase finale della realizzazione della mozzarella dopo che in precedenza aveva svolto tutte le attività preliminari; si tratta ancora di tentativi in previsione di poter realizzare una produzione artigianale, infatti questa è la terza volta che la produce, ma deve ancora modificare qualcosa nella sua formula.
Prima di ritirarmi mi fa assaggiare anche lo yogurt appena fatto, mentre la ricotta non gli riesce: i prodotti sono sani e gustosi, spero che in breve tempo Andrea riesca a migliorarli e gli auguro di riuscire a metterli in produzione.
Al rientro dal lavoro, come promesso, invito Maimuna a bordo; è una persona dall'espressione del volto prevalentemente serio, calma e dalle movenze eleganti, ma alla vista della Maison si lascia andare a manifestazioni che esprimono stupore e meraviglia, tanto da porre vari quesiti ai quali fornisco tutte le spiegazioni del caso.
Per la cena metto a disposizione la mia ratatouille che Andrea usa come condimento di una pasta corta, successivamente lo assisto nella fase finale della realizzazione della mozzarella dopo che in precedenza aveva svolto tutte le attività preliminari; si tratta ancora di tentativi in previsione di poter realizzare una produzione artigianale, infatti questa è la terza volta che la produce, ma deve ancora modificare qualcosa nella sua formula.
Prima di ritirarmi mi fa assaggiare anche lo yogurt appena fatto, mentre la ricotta non gli riesce: i prodotti sono sani e gustosi, spero che in breve tempo Andrea riesca a migliorarli e gli auguro di riuscire a metterli in produzione.
P.S.:
Lui è della provincia di Como, Lentate sul Seveso, si chiama Andrea, 38 anni, qui da sei, con precedenti esperienze come elettrotecnico pendolare in Lombardia; stufo della routine, convinto che si può guadagnare meno e spendere meno e avere più tempo per se stessi (scalatore-lavora per una organizzazione nel settore degli aiuti umanitari focalizzati sui bambini mal nutriti NutriAid) ha in mente di fare delle cose in proprio, prima fra queste il formaggio e gli yogurt, poi il gelato. Guadagna € 550/mese e vive in una casa in affitto che si prende un terzo delle sue entrate. Vive in maniera piuttosto tirata (qui non gode di assistenza sanitaria), mi informa che ci vorrebbero almeno € 750 per vivere in sicurezza.
La moglie, Maimuna, conosciuta durante il primo viaggio effettuato qui in stile Routard, ha una boutique da parrucchiera con la quale non si arricchisce, le serve per restare impegnata, anche adesso che attende di procreare entro giugno.
La moglie, Maimuna, conosciuta durante il primo viaggio effettuato qui in stile Routard, ha una boutique da parrucchiera con la quale non si arricchisce, le serve per restare impegnata, anche adesso che attende di procreare entro giugno.
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