Giornata
che si preannuncia difficile per il suo calore sin dal mattino, che
ti mette addosso poca voglia di fare qualsiasi cosa; ma io ho
qualcosa da fare, a partire dal prelevamento: al secondo sportello ci
riesco, quindi cerco di sistemare Orange. Qui la cosa risulta più
complicata: primo contatto con delle venditrici, queste mi
indirizzano all'ufficio dall'altra parte della strada. Qui, in
ambiente climatizzato, ripresento la questione all'accueil; vengo
fatto accomodare. Mentre sono comodo, dopo un po' arriva una tipa a
chiedermi il motivo della visita. Ripeto la favoletta e mi dice di
attendere.
Ci sono due impiegate al lavoro con scrivanie e computer,
solo che sono costantemente al telefono, e per quanto se la spassano
sono portato a pensare che è per fatti estranei al lavoro. Quando
arriva il mio turno, la tipa, sempre incollata al telefono, in
qualche modo mi ascolta, prende il mio telefono nelle sue mani ed
inizia a lavorarci. Dopo un bel po' mi fa capire che ora posso
inviare sms. Ci provo al volo e la freccina sul display mi comunica
che sì, il messaggio è partito. Allora sollecito l'altra parte del
problema, scheda Orange Mali in Senegal, pure Orange, ma indipendente
da quello: abbisogno di trasferimento credito, come indicatomi a
Bamako da Orange. La comunicazione spassosa termina, la tipa si alza
per andare a chiedere a qualcuno più competente di lei. Al ritorno
la risposta è negativa. Mi accontento del fatto che ora posso
comunicare by sms contando sull'esiguo credito residuo inferiore ai
5000 CFA; purtroppo non è così, tutti gli sms prova inviati non
risultano pervenuti: grande bufala!
Arrivo dal meccanico
pensando di trovarlo indaffarato su qualcuna delle carcasse
parcheggiate all'interno del garage, invece è nel suo ufficio,
leggi: sotto alla tettoia. Mi spiega che il suo lavoro è fare il
meccanico, per il tubo di scappamento e la serratura della porta mi
devo rivolgere ad altra tipologia di specialista, ma lui, che
sostiene di avere fiducia in me, può far venire presso il suo garage
ad eseguire l'intervento. E' proprio una mattinata africana!
Si
presenta un ragazzotto con bombola per la saldatura, il meccanico mi
informa che servono 5000 CFA per il gas e per la serratura, lavoro
che è affidato allo stesso individuo. Per il caldo avrei voglia di
essere altrove. Invece sono qui ad assistere ad un lavoro eseguito
buttandosi sotto al veicolo, senza alcuna protezione, testa
direttamente nella sabbia polverosa, come il resto del corpo. Per la
serratura della porta interviene anche il meccanico il quale ha
capito che il problema è principalmente nella regolazione degli
attacchi, solo che ci mette troppo entusiasmo, e l'intervento è
sulla vetroresina, non sul metallo! Quando sono pronto a rinunciare
alla sistemazione, la porta si chiude nel modo corretto. Allora la
blocco per evitare altri inconvenienti.
Rimane da fare il giro di
prova ed il gonfiaggio dei pneumatici. Mentre guido per svincolarmi
dal kaos della città, il meccanico sostiene che non avrò problemi a
rientrare in Italia, me lo garantisce lui: ah si? Con che cosa? Con
una dichiarazione scritta?
Mi viene indicato un Michelin sulla strada
dove mi fermo per verificare tutti i pneumatici e caricare
maggiormente la sospensione ad aria; quando si arriva all'ultimo
pneumatico la verifica risulta impossibile perché è stato montato
in maniera non corretta il coprimozzo, quindi la valvola non è
raggiungibile. Percorro una decina di km. e, limitatamente al quinto
rapporto, si sentono rumori. Il meccanico dice che non è grave, che
il rumore sparirà appena il cambio lavorerà un po' adattando le
parti sulle quali è avvenuto l'intervento. Spero che sia così,
saldo e vado per WiFi. Il primo luogo consigliato da Boubacar si paga
a forfait giornaliero, allora si va da un'altra parte a 250 CFA/ora,
la prima scelta economica effettuata in Senegal!
Oggi si toccano i
40° ed è ancora inverno, non oso immaginare come sarà la primavera
e poi l'estate. Invece penso alla giornata di domani in giro per il
delta; spero solo di riuscire nell'intento, ma sono pronto ad
abortirlo in qualsiasi momento se dovessi capire di andare incontro a
delle difficoltà. Anche oggi, con questo clima, appetito zero, molta
sete e voglia di frutta.
Questa riesco ad acquistarla nella zona del
mercato (anche perché il mercato coperto non c'è più da alcuni
giorni essendo andato completamente bruciato), zona che ormai mi
risulta indescrivibile, non ho più voglia di ripetermi e gli
aggettivi qualificativi sono finiti da un pezzo. Vedo dei bei
tessuti, ma mi manca lo stimolo ad osservarli meglio.
Babacar, che
ieri sera mi aveva fatto un certo discorso di natura economica
relativo alla sua prestazione nei miei confronti, oggi,
coinvolgendomi in questa visita al mercato, area materiali da
costruzione, mi sembra stia cambiando qualche parametro, inoltre non
condivido il suo modo di procedere, ma capisco che ora sono dentro al
vortice e devo cercare di stare in piedi. In pratica vuole acquistare
del legname utile a sistemare la tettoia della sua boutique, nonché
delle piastrelle da mettere a terra, contando sui quattrini che
ipotizza di guadagnare con i servizi che mi sta erogando, anzi,
ricevendoli in anticipo per procacciarsi oggi il materiale in quanto
da domani ci sono quattro giorni festivi. Solo che nella prima
versione mi aveva detto che non mi avrebbe chiesto nulla se non
l'acquisto dei materiali, 32.000 CFA pari a € 50,00, mentre oggi
mi ha accennato a defalcare questo importo da quello che mi chiederà.
L'uomo, molto critico verso il modo di fare africano, con questa
iniziativa mi sembra stia scrivendo un altro episodio delle infinite
storie africane.
Dopo essere riuscito ad effettuate un secondo
prelevamento, parcheggio davanti alla boutique con il sole che entra
in cabina dal parabrezza generando un ambiente torrido.
Cerco di
contrastare lo stato di malessere utilizzando il magico Arena Body
Dry, riuscendoci in parte, mentre Babacar torna al mercato per
perfezionare quegli acquisti che può eseguire con i quattrini
ricevuti da me.
Vado ora a constatare che alle 18.30 ho a
bordo 36° e la formica dei mobili risulta calda al tatto; intanto vedo
arrivare un carro trainato da un asino recante il materiale da
costruzione da me finanziato. In fin dei conti questo Babacar vive in
condizione, a mio avviso, disagiata: la sua boutique, tettoia aperta
su strada con un po' di muro alle spalle, è tutto ciò di cui
dispone, il luogo dove lavora, dove dorme, dove cucina etc. etc.
Forse è anche un po' sfigato, visto che ha un padre
novantaquattrenne, ingegnere, che ha vissuto l'epopea dell'ultima
parte della presenza attiva francese ricoprendo ruoli importanti,
tuttora possiede la DS nera (modello De Gaulle) acquistata nel 1958,
abita una casa con giardino nel centro città, mentre lui è poco più
di un homeless, anche se sempre elegantemente vestito e dotato di
spirito pungente.
Inoltre mi ha parlato di una moglie, ma io, alla
boutique, ho visto solo una ragazza che si trattiene sino ad orari
inoltrati senza averne capito precisamente il ruolo, pur rendendomi
conto che la boutique è posizionata su un incrocio e buona parte del
suo tempo la tipa lo trascorre seduta su una sedia su strada, quasi a
mettersi in mostra.
Ieri sera mi ha detto di essere orfana, parla in
un modo che non capisco sempre, anche perchè non credo abbia
frequentato la scuola, ha 27 anni, ma, onestamente, non mi ha fatto
nessuna avance, e se l'ha fatta, io non l'ho capita: tutto sommato a
me sembra solo una ragazza come ce ne sono tante, un po'
esibizionista, forse.
Ieri sera mi sono
trattenuto al fresco seduto davanti alla boutique, Matar da una
parte, con il quale ho conversato a lungo (indossava ancora l'abito
tradizionale bianco ricamato utilizzato per la preghiera alla
moschea), la squinzia dall'altra, praticamente muta, con un top
ardito e un drappo attorno alla vita, mentre Babacar era intento a
sbrigare varie faccende. Ad un certo punto è transitata sulla strada
parecchia gente elegantemente vestita, specialmente gruppi di giovani
donne, probabilmente dirette ad una festa.
Poco prima di ritirarmi
la squinzia si è tolta il drappo mettendo in evidenza un hot pant
bianco retto da due gambirulin da merlo color ebano chiaro, ha
ritirato un pacchetto di sigarette e, salutando i presenti (nel mio
caso appellandomi monsur), si è diretta in qualche locale di
tendenza.
E' stato a questo punto che Babacar mi ha offerto di
dividere in due un pane e riempirne una metà con il cibo da lui
cucinato: gradito e gustoso!
Inoltre mi ha invitato a
portare a bordo i tre zampironi che aveva predisposto attorno alla
sedia onde evitarmi punture: effettivamente si sono rivelati assai
più efficaci di quelli alla citronella in dotazione al Nomade.
Per il Delta si parte per le 9.00,
percorrendo strade cittadine in parzialmente bloccate per la festa
religiosa, anche se questo particolare non ha contribuito in alcun
modo ad effettuare una benché minima pulizia.
Una volta svincolati,
eccoci sulla strada che porta a Toubakouta: sembra in ordine, ma dopo
pochi km. bisogna effettuare una deviazione su sterrato che si ripete
con una certa frequenza.
Mi prende un po' di nervoso perché avevo
chiesto esplicitamente a Babacar le condizioni della strada da
percorrere; mentre sono concentrato alla guida Babacar continua a
parlare, e tutte le volte che chiedo se siamo in vista dell'arrivo mi
invita a procedere dritto. Ho il ricordo dei luoghi letti sulla
mappa, mi sembra che stiamo andando troppo avanti; ad un certo punto
la strada è sbarrata e mi vedo costretto ad un aggiramento, solo che
questa è Karang, confine con il Gambia!
Babacar si scusa spiegandomi che, mentre parlava, non si è reso conto di dove fossimo,
ma la scusa mi innervosisce ancora di più quando fa salire a
bordo un conoscente che ci indicherà la deviazione per dove dobbiamo
andare, che poi è Toubakouta, luogo superato in souplesse 30 km.
prima! Appena il tipo scende comunico il mio pensiero a Babacar, il
quale cerca di recuperare ripetendo la stessa scusa.
Così non sono
disposto al meglio quando, dopo che si è recato a cercarlo, si
presenta con un amico responsabile sia di un campement in loco, Le
Coquillage, che delle piroghe da escursione. Si è fatto quasi
mezzogiorno e questi mi presenta due possibilità: la prima, imbarco
alle 17.00, visita mangrovie ed uccelli che rientrano, costo 25.000
CFA, seconda, imbarco anche subito, percorso sotto il sole, visita
mangrovie con possibili avvistamenti di uccelli, costo 30.000 CFA.
Dopo una precisazione
esplicativa sul mio budget di spesa, tale per cui o faccio questo o
faccio quello, o nessuno dei due, ma solo dopo aver acquisito
preventivamente la conoscenza delle varie possibilità, quando vedo
che Babacar ha capito, rifletto velocemente e decido per la prima
ipotesi, quella con meno sole, pensando di fermarmi per la notte. Mi
viene richiesto se desidero cenare, risposta affermativa sull'opzione
capitaine grillè a 3000 CFA.
Il Delta Du Saloum è una
delle più belle realtà del Senegal e difficilmente mi capiterà
un'altra possibilità, tanto vale cogliere questa per come mi è
possibile, tenuto conto che la petite cote, a seguire nel mio
percorso, probabilmente la visiterò a volo d'uccello per come è
descritta, piena di insediamenti turistici costosi, esattamente ciò
che in me desta interesse pari a zero.
Quando resto solo con
Babacar, questi continua a scusarsi, ma almeno ora ha capito meglio
con chi ha a che fare. Nell'attesa dell'orario dell'imbarco ci
separiamo in modo da poter procedere alla scrittura; quindi torno
sotto al patio del campement dove esamino meglio, innamorandomene,
sia delle pitture che adornano le case che la panca in teck ove mi
sono accomodato.
Arrivato il momento di
accedere al molo la temperatura è accettabile, il sole è opaco,
l'impatto con le mangrovie risulta spettacolare, così come i
riflessi delle fitte chiome nell'acqua risultano superbi e mi
ricordano il periodo del primo impressionismo.
Il capitano della piroga
è attento a cogliere la presenza di animali e a segnalarmeli;
purtroppo da lui apprendo che gli animali sono impegnati altrove
nella riproduzione già da qualche tempo.
Pertanto, dei pochi
individuati, alla fine riesco a riprendere solo un cormorano perché,
pur avvicinandoli a motore spento, il loro sistema di rilevamento
percepisce e segnala il pericolo così, rispondendo all'istinto, si
allontanano.
Approdo all'isola delle
conchiglie per una breve escursione: si tratta di un accumulo di
parecchi metri di materiale avvenuto nel tempo, materiale che spesso
viene prelevato di frodo per utilizzarlo nelle costruzioni.
Nel
tornare alla piroga noto un gruppo disposto come un gregge, appena
arrivato, che sta ascoltando quanto la guida dice loro: sicuramente
si tratta di viaggio organizzato!
Anche le mangrovie,
apprendo poi, vengono asportate di frodo: rappresentano una essenza
lignea con caratteristiche molto apprezzate.
Nel rientro Babacar
spinge per rinunciare alla cena e ritornare alla sua boutique in
quanto sente di dover verificare il lavoro che è iniziato grazie
alla mia magnanimità; gli spiego che ho dato la mia parola e la cena
sarà già in corso di lavorazione, come in effetti è, ma lo
rassicuro che possiamo partire alle prime luci del mattino
successivo.
Gli accenno anche alla panca per sapere quanto potrebbe
costare; ora, dopo tutti i discorsi e le spiegazioni, dice di
considerarmi come un padre, pertanto mi accompagnerà al mercato di
Kaolack e tratterà come se dovesse essere lui ad acquistare:
ascolto attentamente ma non nascondo di avere un minimo di
prevenzione su questi argomenti.
Intanto il gestore del
campement mi spiega che gli uccelli non sono riuscito a vederli
perché i francesi stanno facendo delle esercitazioni ed il rumore di
queste li ha impauriti facendoli spostare altrove: ad ogni domanda
posta si palesa una nuova verità!
Su mia richiesta mi
comunica il valore delle sedie e del tavolo pari ad un ipotetico
valore 75, ma io desidero conoscere quello della panca, allora
rettifica includendola nel totale e portando il valore complessivo a
100. Facile per me dedurre che il valore della panca è pari a 100
-75 = 25, invece non è così, perché la panca da sola prende un
valore 40! E' pur vero che il tipo sarebbe stato disponibile a
vendermela, ma la mia razionalità prende il sopravvento e, senza
termini di paragone, lascio perdere.
La cena si rivela ottima,
di completo gradimento, arricchita da una fetta di papaya omaggio
della maison.
Nel frattempo arrivano alle mie orecchie rumori di
tamburi; si tratta di uno spettacolo in corso in un albergo vicino,
il gruppo che si esibisce in musica e danze è locale, conosciuto da
Babacar. Lui è deciso ad andare ad assistere ed io mi accodo;
l'ambiente è assai gradevole, lo spettacolo è in corso su una
pedana a filo dell'acqua della piscina, gli artisti sono pieni di
energie che usano con grande scioltezza in movimenti rapidi e
acrobatici, il tutto destinato ad un gruppo di anziani in vacanza,
tipo pensionati in gita sociale, già incrociati all'isola delle
conchiglie nel pomeriggio. Pur essendo stato presentato a parecchi
componenti del gruppo, ciò non ha impedito, alla fine, ad uno di
questi di avvicinarmi per propormi l'acquisto di un Grisgris
(fonicamente questo è il nome), braccialetto esoterico appartenente
alla cultura animista sul quale viene scritto a che cosa deve
servire, da che cosa deve proteggere, presentato come ottimo sia per
la salute che per le prestazioni sessuali. Ringrazio e declino
adducendo il motivo che non è adatto alla mia fascia di età.
La giornata è andata, ed
è stata piena di contenuti vari, come quasi tutte le giornate
africane sviluppate sugli incontri con le persone.
Per la notte appena
trascorsa avevo sistemato Babacar nel mio letto, così io sono
tornato al vecchio caro basculante, che è risultato molto più
arioso e meno frequentato dalle zanzare: se le è beccate tutte
Babacar; devo dire che ne ho viste moltissime, anche perché lui, a
differenza di come mi comporto io, le ha subite senza mai cercare di
eliminarne almeno un po'. Stamane si sente affaticato dalla notte,
capisce meglio ciò che gli avevo raccontato in proposito circa le
battaglie notturne, non si rende conto come io sia comunque tonico
dopo tante notti trascorse come per lui è stata quest'ultima. Mentre
i suoi lavori procedono, mi chiede ancora di intervenire per
l'acquisto di certe stuoie da mettere prima di posare la copertura;
il fatto è che ha cominciato a chiamarmi papì, dunque è arrivato
il momento di allontanarmi.
La giornata scorre calda mentre io mi
spingo con la bici un po' ovunque: prima pattuglio il centro ed il
relativo mercato andato bruciato dove mi vedo costretto sulla
difensiva a causa dalle richieste di aiuto economico dei
commercianti; mi viene in mente di spacciarmi per giornalista, forte
di alcune info ricevute precedentemente da Babacar, spiegando loro
che il mio aiuto sta nella pubblicazione dell'articolo e delle
relative foto. Con calma olimpica supero il momento difficile e vado
oltre. Mi addentro nei meandri delle esposizioni a terra all'aperto
di frutta e verdura, deciso a fare quegli acquisti che ho in mente.
Infatti scelgo un po' qua e un po' là per cercare di ampliare il più
possibile i beneficiari della mia azione, restando colpito per
l'onestà nell'applicazione dei prezzi, anche se mi sento esattamente
come vengo chiamato da loro, il bianco (per giunta l'unico per tutto
il tour).
Ora che ho gli spiccioli necessari, cerco di arrivare
all'edificio della Gouvernance dove effettuare una comoda connessione
wi fi: lo trovo chiuso per festività, pazienza. Mi rimetto in sella
e intercetto un'area di falegnami; dopo averla pattugliata, scendendo
dalla bici vengo avvicinato da uno del mestiere al quale pongo il
quesito della panca, dopo avergliela fatta vedere in foto. Ho capito
che non sarà così facile trovarla, non so se domani ci farò un
altro passaggio, meglio metterci una pietra sopra.
Prima di rientrare
a casa mi spingo in una direzione sperando di trovare il mare, e così
è!
Anzi, trovo più uccelli acquatici qui che fra le mangrovie!
Mentre mi sposto lungo la riva per cercare di avvicinare le mie prede
fotografiche, resto colpito dalla precisa delimitazione fra sabbia e
sabbia ricoperta di sale, con relativo permanente effetto neve dopo
l'avvenuta evaporazione dell'acqua.
Guardandomi attorno, in
lontananza noto delle case, perfettamente inserite in un ambiente
altamente contaminato dove, oltre a qualche umano intento a suonare
il tamburo, vedo muoversi maiali, pecore, cani, uccelli che
volteggiano sulla rumenta, intenti a planare di tanto in tanto per
recuperare qualche cosa che si portano stretto nel becco, e immobili
vedo carcasse di animali morti lasciati sul bagnasciuga.
Sento anche qualche voce
infantile che mi si fa sempre più vicina sino ad entrare in contatto
con un ragazzo ed una bimbetta. Subito dopo i saluti iniziali mi
chiede se ho ripreso le piroghe, anzi, mi chiede di verificare sul
display; immagino volesse chiedermi del denaro nel caso avesse
trovato immagini appartenenti alle barche di famiglia, ma le piroghe
non le ho riprese, così insegno il giochino che si fa battendo le
mani alla piccola che non parla il francese per guadagnare tempo,
mentre si fa vivo per un attimo anche un fratello più grande. Al
momento del commiato mi viene richiesto un pallone, come se fosse
normale per un turista qualsiasi portarsi dei palloni nella sacca!
Spiego che sono desolato
e mi scuso, ma palloni non ne ho!
Rientro a casa
soddisfatto dell'itinerario percorso, deciso a chiarire a Babacar che
non ho più bisogno dei suoi servizi e che non ho altro denaro da
allungargli; questo perché mi aveva già accennato ad un programma
per domani, dopo che sin dal mattino avevo avuto modo di spiegargli
che l'insediamento megalitico della zona non rientra fra i miei
interessi.
Quando parlo a Babacar
dell'esperienza odierna, in pratica capisco di aver effettuato il
giro che aveva proposto per domani; circa la panca gli
comunico la mia rinuncia, ma ciò non lo fa desistere dal chiedere al
falegname che sta completando la tettoia se è in grado di realizzare
ciò che ho visto ieri. Il tipo esamina la foto, parla con me
attraverso Babacar, dice che è in grado di eseguire l'opera al
prezzo di 60.000 CFA.
La mia reazione è immediata: quella già
pronta mi era stata proposta a 40.000 CFA "a debattre", il che vuol
dire una riduzione di almeno 10.000 CFA, pertanto è un NO deciso.
Allora inizia il discorso sulla essenza del legno da utilizzare, che
per me deve essere teck, della forma e della rifinitura; il tipo
propone una decorazione che in un primo momento escludo, dopo qualche
tempo si arriva a 40.000 CFA, ma servono due giorni di lavoro per
fornire l'opera impregnata.
Dichiaro che posso rinunciare
all'impregnante, ma allora desidero esaminare la possibilità della
decorazione. Il falegname inizia così a disegnare su un cartone di
recupero, alla mia domanda per come realizzerebbe la decorazione, mi
risponde: scolpendola a mano. La cosa mi ingolosisce. E che tipo di
decorazione potresti fare? Qualunque. Si, ma che significato ha ciò
che andresti a scolpire? Probabilmente non comprende il senso della
mia indagine, allora gli spiego che l'oggetto realizzato deve avere
il sapore del Senegal, quindi deve essere molto caratterizzato, da
cui l'essenza lignea, la forma, e la scultura deve rappresentare
qualche cosa di tipico. Allora lui, per togliersi dall'imbarazzo, mi dice: decidi tu ciò che vuoi
ed io lo realizzo.
Detto fatto, mi metto a disegnare uno schizzo
sulla base della forma della parte dello schienale che lo deve
ricevere. Lui è soddisfatto, io pure, per rispettare i tempi di
consegna lo informo che posso prestare la mia opera nel suo
laboratorio, e questa cosa lo aggrada tantissimo per cui stringiamo
l'accordo. Domattina lo chiamerò, usando un codice, attorno alle
7.30, lui mi verrà a prendere ed io farò una nuova ed esclusiva
esperienza: quanti turisti di passaggio sarebbero in grado di farla?
E mi fermo qui, saltando
il passaggio della chiavetta USB e di un cyber (scopo: fornire
un'immagine a cui attenersi all'artigiano).
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