lunedì 6 febbraio 2012

03 & 04 & 05.02.2012 Kaolack-Delta Du Saloun-Kaolack


Giornata che si preannuncia difficile per il suo calore sin dal mattino, che ti mette addosso poca voglia di fare qualsiasi cosa; ma io ho qualcosa da fare, a partire dal prelevamento: al secondo sportello ci riesco, quindi cerco di sistemare Orange. Qui la cosa risulta più complicata: primo contatto con delle venditrici, queste mi indirizzano all'ufficio dall'altra parte della strada. Qui, in ambiente climatizzato, ripresento la questione all'accueil; vengo fatto accomodare. Mentre sono comodo, dopo un po' arriva una tipa a chiedermi il motivo della visita. Ripeto la favoletta e mi dice di attendere. 
Ci sono due impiegate al lavoro con scrivanie e computer, solo che sono costantemente al telefono, e per quanto se la spassano sono portato a pensare che è per fatti estranei al lavoro. Quando arriva il mio turno, la tipa, sempre incollata al telefono, in qualche modo mi ascolta, prende il mio telefono nelle sue mani ed inizia a lavorarci. Dopo un bel po' mi fa capire che ora posso inviare sms. Ci provo al volo e la freccina sul display mi comunica che sì, il messaggio è partito. Allora sollecito l'altra parte del problema, scheda Orange Mali in Senegal, pure Orange, ma indipendente da quello: abbisogno di trasferimento credito, come indicatomi a Bamako da Orange. La comunicazione spassosa termina, la tipa si alza per andare a chiedere a qualcuno più competente di lei. Al ritorno la risposta è negativa. Mi accontento del fatto che ora posso comunicare by sms contando sull'esiguo credito residuo inferiore ai 5000 CFA; purtroppo non è così, tutti gli sms prova inviati non risultano pervenuti: grande bufala!
Arrivo dal meccanico pensando di trovarlo indaffarato su qualcuna delle carcasse parcheggiate all'interno del garage, invece è nel suo ufficio, leggi: sotto alla tettoia. Mi spiega che il suo lavoro è fare il meccanico, per il tubo di scappamento e la serratura della porta mi devo rivolgere ad altra tipologia di specialista, ma lui, che sostiene di avere fiducia in me, può far venire presso il suo garage ad eseguire l'intervento. E' proprio una mattinata africana! 
Si presenta un ragazzotto con bombola per la saldatura, il meccanico mi informa che servono 5000 CFA per il gas e per la serratura, lavoro che è affidato allo stesso individuo. Per il caldo avrei voglia di essere altrove. Invece sono qui ad assistere ad un lavoro eseguito buttandosi sotto al veicolo, senza alcuna protezione, testa direttamente nella sabbia polverosa, come il resto del corpo. Per la serratura della porta interviene anche il meccanico il quale ha capito che il problema è principalmente nella regolazione degli attacchi, solo che ci mette troppo entusiasmo, e l'intervento è sulla vetroresina, non sul metallo! Quando sono pronto a rinunciare alla sistemazione, la porta si chiude nel modo corretto. Allora la blocco per evitare altri inconvenienti. 
Rimane da fare il giro di prova ed il gonfiaggio dei pneumatici. Mentre guido per svincolarmi dal kaos della città, il meccanico sostiene che non avrò problemi a rientrare in Italia, me lo garantisce lui: ah si? Con che cosa? Con una dichiarazione scritta? 
Mi viene indicato un Michelin sulla strada dove mi fermo per verificare tutti i pneumatici e caricare maggiormente la sospensione ad aria; quando si arriva all'ultimo pneumatico la verifica risulta impossibile perché è stato montato in maniera non corretta il coprimozzo, quindi la valvola non è raggiungibile. Percorro una decina di km. e, limitatamente al quinto rapporto, si sentono rumori. Il meccanico dice che non è grave, che il rumore sparirà appena il cambio lavorerà un po' adattando le parti sulle quali è avvenuto l'intervento. Spero che sia così, saldo e vado per WiFi. Il primo luogo consigliato da Boubacar si paga a forfait giornaliero, allora si va da un'altra parte a 250 CFA/ora, la prima scelta economica effettuata in Senegal! 
Oggi si toccano i 40° ed è ancora inverno, non oso immaginare come sarà la primavera e poi l'estate. Invece penso alla giornata di domani in giro per il delta; spero solo di riuscire nell'intento, ma sono pronto ad abortirlo in qualsiasi momento se dovessi capire di andare incontro a delle difficoltà. Anche oggi, con questo clima, appetito zero, molta sete e voglia di frutta. 
Questa riesco ad acquistarla nella zona del mercato (anche perché il mercato coperto non c'è più da alcuni giorni essendo andato completamente bruciato), zona che ormai mi risulta indescrivibile, non ho più voglia di ripetermi e gli aggettivi qualificativi sono finiti da un pezzo. Vedo dei bei tessuti, ma mi manca lo stimolo ad osservarli meglio. 
Babacar, che ieri sera mi aveva fatto un certo discorso di natura economica relativo alla sua prestazione nei miei confronti, oggi, coinvolgendomi in questa visita al mercato, area materiali da costruzione, mi sembra stia cambiando qualche parametro, inoltre non condivido il suo modo di procedere, ma capisco che ora sono dentro al vortice e devo cercare di stare in piedi. In pratica vuole acquistare del legname utile a sistemare la tettoia della sua boutique, nonché delle piastrelle da mettere a terra, contando sui quattrini che ipotizza di guadagnare con i servizi che mi sta erogando, anzi, ricevendoli in anticipo per procacciarsi oggi il materiale in quanto da domani ci sono quattro giorni festivi. Solo che nella prima versione mi aveva detto che non mi avrebbe chiesto nulla se non l'acquisto dei materiali, 32.000 CFA pari a € 50,00, mentre oggi mi ha accennato a defalcare questo importo da quello che mi chiederà. L'uomo, molto critico verso il modo di fare africano, con questa iniziativa mi sembra stia scrivendo un altro episodio delle infinite storie africane. 
Dopo essere riuscito ad effettuate un secondo prelevamento, parcheggio davanti alla boutique con il sole che entra in cabina dal parabrezza generando un ambiente torrido. 
Cerco di contrastare lo stato di malessere utilizzando il magico Arena Body Dry, riuscendoci in parte, mentre Babacar torna al mercato per perfezionare quegli acquisti che può eseguire con i quattrini ricevuti da me. 
Vado ora a constatare che alle 18.30 ho a bordo 36° e la formica dei mobili risulta calda al tatto; intanto vedo arrivare un carro trainato da un asino recante il materiale da costruzione da me finanziato. In fin dei conti questo Babacar vive in condizione, a mio avviso, disagiata: la sua boutique, tettoia aperta su strada con un po' di muro alle spalle, è tutto ciò di cui dispone, il luogo dove lavora, dove dorme, dove cucina etc. etc. Forse è anche un po' sfigato, visto che ha un padre novantaquattrenne, ingegnere, che ha vissuto l'epopea dell'ultima parte della presenza attiva francese ricoprendo ruoli importanti, tuttora possiede la DS nera (modello De Gaulle) acquistata nel 1958, abita una casa con giardino nel centro città, mentre lui è poco più di un homeless, anche se sempre elegantemente vestito e dotato di spirito pungente. 
Inoltre mi ha parlato di una moglie, ma io, alla boutique, ho visto solo una ragazza che si trattiene sino ad orari inoltrati senza averne capito precisamente il ruolo, pur rendendomi conto che la boutique è posizionata su un incrocio e buona parte del suo tempo la tipa lo trascorre seduta su una sedia su strada, quasi a mettersi in mostra. 
Ieri sera mi ha detto di essere orfana, parla in un modo che non capisco sempre, anche perchè non credo abbia frequentato la scuola, ha 27 anni, ma, onestamente, non mi ha fatto nessuna avance, e se l'ha fatta, io non l'ho capita: tutto sommato a me sembra solo una ragazza come ce ne sono tante, un po' esibizionista, forse.
Ieri sera mi sono trattenuto al fresco seduto davanti alla boutique, Matar da una parte, con il quale ho conversato a lungo (indossava ancora l'abito tradizionale bianco ricamato utilizzato per la preghiera alla moschea), la squinzia dall'altra, praticamente muta, con un top ardito e un drappo attorno alla vita, mentre Babacar era intento a sbrigare varie faccende. Ad un certo punto è transitata sulla strada parecchia gente elegantemente vestita, specialmente gruppi di giovani donne, probabilmente dirette ad una festa.
Poco prima di ritirarmi la squinzia si è tolta il drappo mettendo in evidenza un hot pant bianco retto da due gambirulin da merlo color ebano chiaro, ha ritirato un pacchetto di sigarette e, salutando i presenti (nel mio caso appellandomi monsur), si è diretta in qualche locale di tendenza. 
E' stato a questo punto che Babacar mi ha offerto di dividere in due un pane e riempirne una metà con il cibo da lui cucinato: gradito e gustoso!
Inoltre mi ha invitato a portare a bordo i tre zampironi che aveva predisposto attorno alla sedia onde evitarmi punture: effettivamente si sono rivelati assai più efficaci di quelli alla citronella in dotazione al Nomade.
Per il Delta si parte per le 9.00, percorrendo strade cittadine in parzialmente bloccate per la festa religiosa, anche se questo particolare non ha contribuito in alcun modo ad effettuare una benché minima pulizia.
Una volta svincolati, eccoci sulla strada che porta a Toubakouta: sembra in ordine, ma dopo pochi km. bisogna effettuare una deviazione su sterrato che si ripete con una certa frequenza. 
Mi prende un po' di nervoso perché avevo chiesto esplicitamente a Babacar le condizioni della strada da percorrere; mentre sono concentrato alla guida Babacar continua a parlare, e tutte le volte che chiedo se siamo in vista dell'arrivo mi invita a procedere dritto. Ho il ricordo dei luoghi letti sulla mappa, mi sembra che stiamo andando troppo avanti; ad un certo punto la strada è sbarrata e mi vedo costretto ad un aggiramento, solo che questa è Karang, confine con il Gambia!
Babacar si scusa spiegandomi che, mentre parlava, non si è reso conto di dove fossimo, ma la scusa mi innervosisce ancora di più quando fa salire a bordo un conoscente che ci indicherà la deviazione per dove dobbiamo andare, che poi è Toubakouta, luogo superato in souplesse 30 km. prima! Appena il tipo scende comunico il mio pensiero a Babacar, il quale cerca di recuperare ripetendo la stessa scusa. 
Così non sono disposto al meglio quando, dopo che si è recato a cercarlo, si presenta con un amico responsabile sia di un campement in loco, Le Coquillage, che delle piroghe da escursione. Si è fatto quasi mezzogiorno e questi mi presenta due possibilità: la prima, imbarco alle 17.00, visita mangrovie ed uccelli che rientrano, costo 25.000 CFA, seconda, imbarco anche subito, percorso sotto il sole, visita mangrovie con possibili avvistamenti di uccelli, costo 30.000 CFA.
Dopo una precisazione esplicativa sul mio budget di spesa, tale per cui o faccio questo o faccio quello, o nessuno dei due, ma solo dopo aver acquisito preventivamente la conoscenza delle varie possibilità, quando vedo che Babacar ha capito, rifletto velocemente e decido per la prima ipotesi, quella con meno sole, pensando di fermarmi per la notte. Mi viene richiesto se desidero cenare, risposta affermativa sull'opzione capitaine grillè a 3000 CFA.
Il Delta Du Saloum è una delle più belle realtà del Senegal e difficilmente mi capiterà un'altra possibilità, tanto vale cogliere questa per come mi è possibile, tenuto conto che la petite cote, a seguire nel mio percorso, probabilmente la visiterò a volo d'uccello per come è descritta, piena di insediamenti turistici costosi, esattamente ciò che in me desta interesse pari a zero.
Quando resto solo con Babacar, questi continua a scusarsi, ma almeno ora ha capito meglio con chi ha a che fare. Nell'attesa dell'orario dell'imbarco ci separiamo in modo da poter procedere alla scrittura; quindi torno sotto al patio del campement dove esamino meglio, innamorandomene, sia delle pitture che adornano le case che la panca in teck ove mi sono accomodato.
Arrivato il momento di accedere al molo la temperatura è accettabile, il sole è opaco, l'impatto con le mangrovie risulta spettacolare, così come i riflessi delle fitte chiome nell'acqua risultano superbi e mi ricordano il periodo del primo impressionismo.



Il capitano della piroga è attento a cogliere la presenza di animali e a segnalarmeli; 
purtroppo da lui apprendo che gli animali sono impegnati altrove nella riproduzione già da qualche tempo.
Pertanto, dei pochi individuati, alla fine riesco a riprendere solo un cormorano perché, pur avvicinandoli a motore spento, il loro sistema di rilevamento percepisce e segnala il pericolo così, rispondendo all'istinto, si allontanano.




Approdo all'isola delle conchiglie per una breve escursione: si tratta di un accumulo di parecchi metri di materiale avvenuto nel tempo, materiale che spesso viene prelevato di frodo per utilizzarlo nelle costruzioni. 
Nel tornare alla piroga noto un gruppo disposto come un gregge, appena arrivato, che sta ascoltando quanto la guida dice loro: sicuramente si tratta di viaggio organizzato!

Anche le mangrovie, apprendo poi, vengono asportate di frodo: rappresentano una essenza lignea con caratteristiche molto apprezzate.


Nel rientro Babacar spinge per rinunciare alla cena e ritornare alla sua boutique in quanto sente di dover verificare il lavoro che è iniziato grazie alla mia magnanimità; gli spiego che ho dato la mia parola e la cena sarà già in corso di lavorazione, come in effetti è, ma lo rassicuro che possiamo partire alle prime luci del mattino successivo. 
Gli accenno anche alla panca per sapere quanto potrebbe costare; ora, dopo tutti i discorsi e le spiegazioni, dice di considerarmi come un padre, pertanto mi accompagnerà al mercato di Kaolack e tratterà come se dovesse essere lui ad acquistare: ascolto attentamente ma non nascondo di avere un minimo di prevenzione su questi argomenti.
Intanto il gestore del campement mi spiega che gli uccelli non sono riuscito a vederli perché i francesi stanno facendo delle esercitazioni ed il rumore di queste li ha impauriti facendoli spostare altrove: ad ogni domanda posta si palesa una nuova verità!
Su mia richiesta mi comunica il valore delle sedie e del tavolo pari ad un ipotetico valore 75, ma io desidero conoscere quello della panca, allora rettifica includendola nel totale e portando il valore complessivo a 100. Facile per me dedurre che il valore della panca è pari a 100 -75 = 25, invece non è così, perché la panca da sola prende un valore 40! E' pur vero che il tipo sarebbe stato disponibile a vendermela, ma la mia razionalità prende il sopravvento e, senza termini di paragone, lascio perdere.
La cena si rivela ottima, di completo gradimento, arricchita da una fetta di papaya omaggio della maison. 
Nel frattempo arrivano alle mie orecchie rumori di tamburi; si tratta di uno spettacolo in corso in un albergo vicino, il gruppo che si esibisce in musica e danze è locale, conosciuto da Babacar. Lui è deciso ad andare ad assistere ed io mi accodo; l'ambiente è assai gradevole, lo spettacolo è in corso su una pedana a filo dell'acqua della piscina, gli artisti sono pieni di energie che usano con grande scioltezza in movimenti rapidi e acrobatici, il tutto destinato ad un gruppo di anziani in vacanza, tipo pensionati in gita sociale, già incrociati all'isola delle conchiglie nel pomeriggio. Pur essendo stato presentato a parecchi componenti del gruppo, ciò non ha impedito, alla fine, ad uno di questi di avvicinarmi per propormi l'acquisto di un Grisgris (fonicamente questo è il nome), braccialetto esoterico appartenente alla cultura animista sul quale viene scritto a che cosa deve servire, da che cosa deve proteggere, presentato come ottimo sia per la salute che per le prestazioni sessuali. Ringrazio e declino adducendo il motivo che non è adatto alla mia fascia di età.
La giornata è andata, ed è stata piena di contenuti vari, come quasi tutte le giornate africane sviluppate sugli incontri con le persone.

Per la notte appena trascorsa avevo sistemato Babacar nel mio letto, così io sono tornato al vecchio caro basculante, che è risultato molto più arioso e meno frequentato dalle zanzare: se le è beccate tutte Babacar; devo dire che ne ho viste moltissime, anche perché lui, a differenza di come mi comporto io, le ha subite senza mai cercare di eliminarne almeno un po'. Stamane si sente affaticato dalla notte, capisce meglio ciò che gli avevo raccontato in proposito circa le battaglie notturne, non si rende conto come io sia comunque tonico dopo tante notti trascorse come per lui è stata quest'ultima. Mentre i suoi lavori procedono, mi chiede ancora di intervenire per l'acquisto di certe stuoie da mettere prima di posare la copertura; il fatto è che ha cominciato a chiamarmi papì, dunque è arrivato il momento di allontanarmi. 
La giornata scorre calda mentre io mi spingo con la bici un po' ovunque: prima pattuglio il centro ed il relativo mercato andato bruciato dove mi vedo costretto sulla difensiva a causa dalle richieste di aiuto economico dei commercianti; mi viene in mente di spacciarmi per giornalista, forte di alcune info ricevute precedentemente da Babacar, spiegando loro che il mio aiuto sta nella pubblicazione dell'articolo e delle relative foto. Con calma olimpica supero il momento difficile e vado oltre. Mi addentro nei meandri delle esposizioni a terra all'aperto di frutta e verdura, deciso a fare quegli acquisti che ho in mente. 
Infatti scelgo un po' qua e un po' là per cercare di ampliare il più possibile i beneficiari della mia azione, restando colpito per l'onestà nell'applicazione dei prezzi, anche se mi sento esattamente come vengo chiamato da loro, il bianco (per giunta l'unico per tutto il tour). 
Ora che ho gli spiccioli necessari, cerco di arrivare all'edificio della Gouvernance dove effettuare una comoda connessione wi fi: lo trovo chiuso per festività, pazienza. Mi rimetto in sella e intercetto un'area di falegnami; dopo averla pattugliata, scendendo dalla bici vengo avvicinato da uno del mestiere al quale pongo il quesito della panca, dopo avergliela fatta vedere in foto. Ho capito che non sarà così facile trovarla, non so se domani ci farò un altro passaggio, meglio metterci una pietra sopra. 
Prima di rientrare a casa mi spingo in una direzione sperando di trovare il mare, e così è! 
Anzi, trovo più uccelli acquatici qui che fra le mangrovie! 

Mentre mi sposto lungo la riva per cercare di avvicinare le mie prede fotografiche, resto colpito dalla precisa delimitazione fra sabbia e sabbia ricoperta di sale, con relativo permanente effetto neve dopo l'avvenuta evaporazione dell'acqua. 
Guardandomi attorno, in lontananza noto delle case, perfettamente inserite in un ambiente altamente contaminato dove, oltre a qualche umano intento a suonare il tamburo, vedo muoversi maiali, pecore, cani, uccelli che volteggiano sulla rumenta, intenti a planare di tanto in tanto per recuperare qualche cosa che si portano stretto nel becco, e immobili vedo carcasse di animali morti lasciati sul bagnasciuga.
Sento anche qualche voce infantile che mi si fa sempre più vicina sino ad entrare in contatto con un ragazzo ed una bimbetta. Subito dopo i saluti iniziali mi chiede se ho ripreso le piroghe, anzi, mi chiede di verificare sul display; immagino volesse chiedermi del denaro nel caso avesse trovato immagini appartenenti alle barche di famiglia, ma le piroghe non le ho riprese, così insegno il giochino che si fa battendo le mani alla piccola che non parla il francese per guadagnare tempo, mentre si fa vivo per un attimo anche un fratello più grande. Al momento del commiato mi viene richiesto un pallone, come se fosse normale per un turista qualsiasi portarsi dei palloni nella sacca!
Spiego che sono desolato e mi scuso, ma palloni non ne ho!
Rientro a casa soddisfatto dell'itinerario percorso, deciso a chiarire a Babacar che non ho più bisogno dei suoi servizi e che non ho altro denaro da allungargli; questo perché mi aveva già accennato ad un programma per domani, dopo che sin dal mattino avevo avuto modo di spiegargli che l'insediamento megalitico della zona non rientra fra i miei interessi.
Quando parlo a Babacar dell'esperienza odierna, in pratica capisco di aver effettuato il giro che aveva proposto per domani; circa la panca gli comunico la mia rinuncia, ma ciò non lo fa desistere dal chiedere al falegname che sta completando la tettoia se è in grado di realizzare ciò che ho visto ieri. Il tipo esamina la foto, parla con me attraverso Babacar, dice che è in grado di eseguire l'opera al prezzo di 60.000 CFA. 
La mia reazione è immediata: quella già pronta mi era stata proposta a 40.000 CFA "a debattre", il che vuol dire una riduzione di almeno 10.000 CFA, pertanto è un NO deciso. Allora inizia il discorso sulla essenza del legno da utilizzare, che per me deve essere teck, della forma e della rifinitura; il tipo propone una decorazione che in un primo momento escludo, dopo qualche tempo si arriva a 40.000 CFA, ma servono due giorni di lavoro per fornire l'opera impregnata. 
Dichiaro che posso rinunciare all'impregnante, ma allora desidero esaminare la possibilità della decorazione. Il falegname inizia così a disegnare su un cartone di recupero, alla mia domanda per come realizzerebbe la decorazione, mi risponde: scolpendola a mano. La cosa mi ingolosisce. E che tipo di decorazione potresti fare? Qualunque. Si, ma che significato ha ciò che andresti a scolpire? Probabilmente non comprende il senso della mia indagine, allora gli spiego che l'oggetto realizzato deve avere il sapore del Senegal, quindi deve essere molto caratterizzato, da cui l'essenza lignea, la forma, e la scultura deve rappresentare qualche cosa di tipico. Allora lui, per togliersi dall'imbarazzo, mi dice: decidi tu ciò che vuoi ed io lo realizzo. 
Detto fatto, mi metto a disegnare uno schizzo sulla base della forma della parte dello schienale che lo deve ricevere. Lui è soddisfatto, io pure, per rispettare i tempi di consegna lo informo che posso prestare la mia opera nel suo laboratorio, e questa cosa lo aggrada tantissimo per cui stringiamo l'accordo. Domattina lo chiamerò, usando un codice, attorno alle 7.30, lui mi verrà a prendere ed io farò una nuova ed esclusiva esperienza: quanti turisti di passaggio sarebbero in grado di farla?
E mi fermo qui, saltando il passaggio della chiavetta USB e di un cyber (scopo: fornire un'immagine a cui attenersi all'artigiano).   

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