venerdì 9 dicembre 2011

Traversata e primi passi in Nord Africa

Partenza da Sestri Levante ore 13.30, contachilometri 218.250, condizioni meteo in netto miglioramento.
A Genova riesco a trovare facilmente la sede del corriere ove mi attendono i colli che la ONG Bambini nel Deserto mi ha affidato per il trasporto sino al Mali; inizialmente ne vengono trovati solo alcuni, ma quando cerco meglio fra le mie carte rintraccio i numeri delle spedizioni e l'operazione va a buon fine.
E' il momento di organizzare al meglio lo stivaggio, il tempo c'è perciò libero il garage per poter sfruttare ogni spazio.

Soddisfatto del risultato ottenuto, raggiungo un parcheggio nelle vicinanze, grazie IKEA, per montare con calma gli scudi del parabrezza. In sede di progettazione e realizzazione in officina è stato fatto un buon lavoro, tanto che in un attimo sono in grado di fissare le lastre di plexiglass nei loro alloggiamenti.
Non mi resta che raggiungere il porto e attendere la chiamata a bordo. Sono fra gli ultimi veicoli a salire sul ferry Excellent GNV, forse sarò fra i primi a sbarcare.
La nave parte in ritardo sullo schedulato, con un carico di passeggeri e veicoli molto ridotto: ciò mi fa pensare che nel mio posto letto in cabina condivisa potrei essere solo, ma non è così.
Ho il tempo per un pasto frugale prelevato dal Nomade e per seguire alla TV “l'infedele”, quindi mi ritiro e trovo che tutti gli altri letti sono occupati da persone già dormienti.
Accidenti come si mettono presto in movimento al mattino per le preghiere i cabincomunisti! Io me ne sto a cuccia sino alle 7.30 e poi vado alla colazione: spremuta d'arancio espressa, cornetto e cappuccio “special price “ € 5,00. Dopo aver gironzolato alla scoperta delle facility della nave sento l'annuncio per i passeggeri diretti a Tangeri: convocazione per le operazioni di Polizia e Dogana.
Compilate le fiches e atteso il mio turno mi libero in fretta dell'incombenza; dopo lo sbarco pensarò alla copertura assicurativa del veicolo. Un simpatico chiaccherone di nome Redoune, marocchino sposato con torinese, cassintegrato Pininfarina, diretto a Casablanca, mi riconosce come cabincomunista mentre mi trovo seduto nell'area bar e allaccia con me una conversazione che riprenderà in vari momenti della giornata, sino a “Ballarò” che conclude la serata lasciandomi infelice e impotente di fronte agli argomenti di attualità trattati, tutti inerenti alla manovra economica approvata dal governo.
Gradevole è stato lo scalo a Barcellona; temperatura primaverile, dal ponte riprendo la città che avvicino utilizzando lo zoom della Canon SX 230 HS, dotazione entrata per ultima sul Nomade e non ancora “studiata”; riconosco i luoghi visitati nella primavera del 2000, quando ancora viaggiavo in assetto “famiglia”.
La seconda notte è contraddistinta da tanti movimenti rumorosi generati da cabincomunisti, quindi colazione e pensate su dove dirigermi dopo lo sbarco che, per quanto ci sia un fuso che fa guadagnare un'ora, sempre con il buio avverrà; inoltre il porto di arrivo è quello nuovo che dista 47 km. Dal centro di Tangeri. Perciò sarà gioco forza dirigersi verso la zona del Rif.
Quando si arriva, il controllo di dogana, a causa del cambio di turno degli addetti, blocca tutti per parecchio tempo. 
Superata l'incombenza trovo Redoune ad attendermi davanti alla zona assicurazioni. Mi assiste in tutto e per tutto dando prova della sua generosità; prima il cambio, poi l'assicurazione, quindi la scheda per il telefono con relativa ricarica e successivo scambio di numeri telefonici con l'invito a chiamarlo per qualsiasi evenienza.
Volendo complicarmi la vita, anziché sostare per la notte nella zona (dove avevo visto qualche altro camping car) decido per inoltrarmi verso Cabo Negro, subito dopo l'enclave spagnola di Ceuta., e ciò contravvenendo alla regola che mi ero dato di non viaggiare con il buio. Lungo la strada vengo colto dal primo imprevisto, la nebbia! Il secondo è dato dal fatto che il Re del Marocco sta sviluppando a 360° anche la costa mediterranea che risulta, per quel che vedo, cioè poco, piena di case nuove, dotata di larghe strade illuminate, apparentemente disabitata. In qualche modo raggiungo il luogo e lì, come per ogni capo, non solo la strada finisce, e le alternative sono solo due: o si torna indietro o si accede ad un gigantesco piazzale buio quasi vuoto. A poca distanza c'è segnalato un insediamento Club Med dotato di guardie all'ingresso, ma sembra del tutto chiuso. Decido di spostarmi a Martil: sempre strada illuminata senza traffico, il luogo sembra moderatamente in vita nel centro, ma il grande parcheggio fronte spiaggia che trovo è periferico. Sono stanco e desidero fermarmi. Vedo che c'è già in sosta un camping car francese dall'altra parte; lo avvicino e percepisco il fastidioso rumore del generatore di corrente posto al suo esterno. Anche allontanandomi si sente. Mi sistemo allora molto più lontano, sotto un faro che illumina l'area. Comincio ad affrontare tutte quelle sistemazioni che ho trascurato dato il trambusto fra dogana e operazioni accessorie successive quando sento bussare alla porta: si presenta un giovane che mi spiega che il parcheggio è custodito, che lui è il sorvegliante, che il prezzo da pagare lo posso leggere su un'insegna poco lontano. Lo seguo ed apprendo che per la grand nuit ci vogliono 12 D.. Mentre mi sposto verso il Nomade seguito dal tipo, estraggo dalla tasca ciò che la mano riesce a prendere per poi selezionare il dovuto. E' allora che il “guardiano”, con uno scatto felino, preleva dalla mia mano ciò che può facendo cadere il portamonete sul quale cerca di avventarsi. Mettendoci un piede sopra riesco ad evitare di perdere anche quello. Nel frattempo si sono materializzati altri due compari: faccio a tempo a guardarli negli occhi, la distanza è tale che potrebbero facilmente aggredirmi. Per qualche ignoto motivo decidono invece di darsela a gambe con il maltolto, dirigendosi verso il buio più completo che porta ad una via di fuga. Non ci provo nemmeno ad inseguirli e salgo a bordo un po' scombussolato.
Cerco di capire quanto è fruttata loro la rapina: non si è trattato di molto, ma dopo quella azione movimentata non riesco più a trovare la scheda telefonica italiana che avevo temporaneamente messo in tasca avvolta nella carta di uno scontrino (caricata abbondantemente per l'occasione!). Lo scontrino c'è, la scheda è svanita. Scendo con una pila e batto il breve tratto di asfalto dove penso possa essersi dissolta: nulla. Forse è rimasta impigliata nelle banconote sparite, oppure non sono riuscito a vederla a terra.
Decido comunque di rimanere sul posto, mettendo la sveglia all'alba. In realtà non ne ho bisogno perché sono le cinque quando mi metto in movimento; questa è stata una scelta azzeccata perché mi ha fatto trovare pronto a muovermi quando un altro sedicente guardiano è venuto a bussare. Non ho aperto e gli ho fatto capire che era meglio per lui dileguarsi, azione che ha subito eseguito. La cosa strana è che mi è sembrato lo stesso che mi aveva già lavorato, ma capisco che, statisticamente parlando, non può essere vero.
Mi sono così diretto a Tetouan dopo aver cercato di ripulire gli scudi del parabrezza, carichi di umido sia dal lato esterno che da quello interno: se in Norvegia quest'estate ho guidato con pioggia battente mentre il tergi era fuori uso, mi sono detto che ora posso farlo anche in queste condizioni! La distanza da percorrere fra le due località è breve e arrivo velocemente a destinazione, ma trovo difficoltoso cercare un parcheggio adatto con quel buio, sin tanto che, gira e rigira, mi decido a fermarmi in uno spiazzo sapendo che probabilmente non andrà bene.
Qui, visto la devozione della popolazione, molti sono da tempo per strada, avvolti nelle loro tuniche con cappuccio; fin che non ci si fa l'abitudine possono incutere un certo timore.
Appena si fa chiaro si intensificano anche gli autobus per le strade. Chiedo ad una coppia di vigili se è consentito parcheggiare dove mi trovo e mi sento rispondere che devo spostarmi in un parcheggio lì vicino (dal quale ho visto muoversi molti autobus). Lo raggiungo e mi viene detto che è privato, ma più avanti ne troverò uno adatto. Forse non sono riuscito a identificare l'indicazione, o forse non c'è proprio, fatto sta che sono stufo di girovagare e così chiedo ad altri due vigili che sorvegliano l'accesso ad una stradina in salita che porta verso la Medina, al momento bloccata da transenne. 
Sono gentili e mi indicano un garage che sta giusto aprendo il portone poco più avanti; interpellano l'addetto e questi fa cenno che si può fare. Avuto il consenso avvicino il garage, una specie di scantinato pieno di colonne, di spazzatura e di veicoli. Il tipo ne sposta un tot. e poi mi aiuta nella difficile manovra di inserimento. Non parla il francese, ma capisco che posso chiudere a chiave il Nomade ed allontanarmi: per fortuna! Per un attimo ho temuto che mi chiedesse di lasciarle sul cruscotto per eventuali manovre in mia assenza.
Abbastanza velocemente raggiungo una piazza tutta transennata e guardata a vista da tutti gli organi di polizia ed esercito dei quali il Marocco dispone. Sono le otto del mattino, ancora tutte le attività sono chiuse, per questo sono ancora più visibile nella mia giacca a vento arancione; subito vengo intercettato da un tipo che si offre di farmi da guida per 20 D. Ci penso un attimo, alla fine sono 2 €, accetto e lo invito a bere un caffè che mi vale anche per colazione in quanto messo insieme ad un panino tondo farcito di un uovo strapazzato nell'olio (2 caffè e panino circa 2 €!). Prima di iniziare la visita di questa città andalusa, contesa all'infinito alla Spagna con fasi alterne, sino all'indipendenza del Marocco, apprendo che lo schieramento di forze è dato proprio dalla presenza del Re in città.
E' tutto un salire e scendere in quanto la città vecchia è abbarbicata sulle pendici del Rif, stradine poco più che viottoli con lo scolo dei liquidi al centro, nella parte alta capre libere così come nella vasta area occupata dal cimitero (diviso per appartenenza religiosa). Via via che il tempo passa cominciano ad animarsi le botteghe: dal tipo di abbigliamento che la maggior parte della gente indossa, intuisco che queste Berberi devono essere molto tradizionalisti. Tutto sta procedendo bene sin quando vengo introdotto nel negozio di una cooperativa berbera che produce tappeti. Inutile raccontare come è andata a finire! La merce che mi viene presentata è bella, ma io non ho alcun interesse a comprare oggetti, almeno per ora. Riesco a cavarmela con poco, anche se la richiesta iniziale era stata di € 140: proprio il mio disinteresse ha fatto si che, piuttosto che non vendere, venisse accettato un quid più basso di quello ultimo proposto dallo stesso venditore. Chissà quale percentuale ci guadagna questo cinquantacinquenne che si propone sulla strada come accompagnatore!
Ma la vera avventura è avvenuta nel momento in cui avremmo dovuto lasciarci, quando il tipo mi indirizza in una certo modo per ritrovare il garage. Dalle spiegazioni che mi da non mi ritrovo; a fronte di altri particolari da me forniti sembra capire tutto. Comincia così una passeggiata a spron battuto che ci porta a ripercorrere ogni dove. A un certo punto viene interpellato un altro soggetto (saranno stati d'accordo?) incontrato “per caso” proprio lì, e anche questo super esperto dice la sua prendendo le redini della ricerca. Dopo un bel po' di tempo trascorso senza risultati apprezzabili a fronte di miei nuovi apporti esplicativi, certo imprecisi, ma sicuramente più orientanti dell'intuizione messa in campo dai due, si decide di salire tutti e tre su un “petit taxi” che si lancia subito sulla ricerca, con un proprio apporto di indicazioni. 
Sono le 11.30 quando si decide di lasciare il “petit taxi” in quanto i miei ulteriori apporti hanno convinto tutti che ormai ci siamo, anche perché alla vista di un certo distributore di carburante avevo dichiarato che il luogo era lì attorno, ma il guidatore aveva seguito l'onda del traffico spostandosi in altra direzione. Solo adesso il “socio” della “guida” capisce tutto e in pochi minuti raggiungiamo il garage. Chiaro che per tutte queste prestazioni extra, oltre ai 12 D. per il taxi ho dovuto sborsarne altri 100 per i due consiglieri. Alla fine tutto il pacchetto di 112 D è pari a poco più di € 10; così almeno posso scrivere questo racconto senza inventare nulla!
Finalmente solo, vengo interpellato sulla prestazione della “strana coppia” dal garagista, che non è più il ragazzo del mattino, bensì il titolare, e assomiglia tantissimo a Ibrahimovic ( ma non glielo dico).
In compenso è proprio lui che ha voglia di parlare con me; mi fa accomodare nel suo “studio” dotato di TV sempre accesa e sintonizzata su canali internazionali, mi mette al corrente di una notizia clamorosa data dall'arresto di un imprecisato figuro molto vicino all'ex premier di casa nostra (non sa dirmi di più sull'argomento). Così si apre una vivace conversazione ad ampio spettro che tende a non trascurare quasi nulla; in compenso, si rende disponibile a guidarmi con un suo amico sino all'imbocco della strada per Chefchaouen e mi dice di pagare quanto preferisco per la sosta. Purtroppo ho solo una banconota da 50 D e gliela offro. Con molta signorilità mi dice che è troppo e si accontenta dei pochi spiccioli disponibili nel portamonete. Dopo avermi aiutato nella manovra di rinculo per uscire dal garage ed avermi fornito il suo numero telefonico per qualsiasi necessità, mantiene la promessa di farmi strada e, al momento di salutarlo definitivamente, scende dall'auto insieme al suo amico raccomandandomi attenzione, augurandomi buona strada e lanciandomi baci con la mano: chissà se tutto questo è avvenuto perché ho la stessa età di suo padre, e quindi lui potrebbe essersi identificato come figlio, o se è stata una manifestazione di generosità che qui la gente tende ad offrire a fronte di una breve conoscenza avvenuta nel tempo dedicato ad una conversazione!
Fatto sta che sono su strada, non ho fame, ma comincia a farsi sempre più presente un intontimento da caldo e sonno: mi fermo a bordo strada dove si può, mi rilasso prendendo un caffè dopo aver consumato della frutta.
Lungo la strada, sapendo che ci sono tipi che tendono a fermarti per offrire Hascish che si produce abbondantemente in questa zona del Rif, ho capito in ritardo che chi mi faceva segnali mi stava in realtà offrendo delle cose apparentemente rotonde e rosse, forse pomodorini: ho saputo guardare altrove, così come quando mi è stato chiesto a più riprese un passaggio.
Arrivato a destinazione, senza alcun indugio seguo l'indicazione dell'unico campeggio e mi ci piazzo.
Ottenuta la connessione WiFi mi preoccupo subito di segnalare il mio nuovo numero telefonico (00212634507139) mentre ricevo la chiamata di Redoune; aggiornato sugli ultimi avvenimenti, mi invita a consegnare in fretta il materiale Bambini nel Deserto e a raggiungerlo a Casablanca dove dispone di un appartamento nel quale può ospitarmi, ma io non ho alcuna intenzione di rinunciare alla mia mission!
Ottenuta la connessione WiFi mi preoccupo subito di segnalare il mio nuovo numero telefonico (00212641313917) mentre ricevo la chiamata di Redoune; aggiornato sugli ultimi avvenimenti, mi invita a consegnare in fretta il materiale Bambini nel Deserto e a raggiungerlo a Casablanca dove dispone di un appartamento nel quale può ospitarmi, ma io non ho alcuna intenzione di rinunciare alla mia mission!

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