31.VIII.2024
Superando tanti contrattempi sono riuscito a staccarmi dall'Eremo per realizzare due obbiettivi: visitare Elide e poi i miei familiari prima di assentarmi con ALIBI.
09.IX.2024
Mi trovo in sosta a Theth nelle Alpi Albanesi dopo aver camminato per 9 km. stamattina sino a raggiungere la base del gigantesco muro di roccia che costituisce come un anfiteatro alla zona; era l'obbiettivo massimo che mi ero prefissato e sono rimasto soddisfatto di averlo raggiunto. Da ieri pomeriggio inoltrato, dopo essere stato avvicinato da un tipo curioso della livrea di ALIBI, ho parlato a lungo con lui che di nome fa Iliri, se ho ben capito; anche oggi prima della mia spedizione. Si tratta di una persona che pur non conoscendo l'Italia parla correntemente l'italiano così come tante altre lingue. Origini albanesi, studi effettuati in Ungheria, ha vissuto in Polonia e Germania: persona eclettica, specialmente sul versante della conoscenza delle religioni antiche, argomento questo che lo ha fatto avvicinare ad ALIBI per via dell'immagine zoroastriana che fa parte della sua livrea. Stamane mi ha messo al corrente del sito di Gobekli tepe, in Turchia sul confine con la Siria, risalente a oltre 10.000 anni fa nel mitico territorio della mezza luna la cui fertilità tanto influì sugli umani di allora e quelli successivi. Per continuare a conversare con lui, su sua richiesta da me condivisa, mi sono spostato di alcuni km. per recarmi dove fa sosta questa sera con il gruppo di 11 escursionisti nordici che accompagna. Dopo tante esperienze di vita attualmente è rientrato a Scutari da dove svolge l'attività di guida turistica.
Da quando ho lasciato l'Eremo sabato 31, dopo la sosta a Camaiore per un saluto agli amici motociclisti prossimi ad una partenza per una destinazione ancora non ben definita, mi ero soffermato a Monteriggioni quasi non riconoscendolo. Successivamente mi sono entusiasmato per la visita ad Orvieto effettuata lunedì 2, località che avevo raggiunto per strade e stradine, sempre belle ma alquanto tortuose. Lasciando Orvieto a un certo punto le stradine sono diventate più complicate in concomitanza con una giornata particolarmente calda, tanto che a Todi ho deciso per un cambiamento di percorso. Bella la strada delle tre valli umbre, poi la connessione con la Salaria e la stessa Salaria regolamentate da frequenti semafori a traffico alternato che hanno rallentato molto la mia marcia, ma alla fine sono arrivato a Porto d'Ascoli dove ho effettuato rifornimenti. Quindi mi sono recato al faro di S.B.Tr dove mi ero trovato bene in passato: questa volta ho trovato lavori in corso nel parcheggio e lo spazio dimezzato, tanto da essere poi rimasto bloccato durante la giornata successiva dai troppi veicoli in sosta. In compagnia di Grazia e a bordo della sua auto, dopo esserci incontrati all'ombra di un parco fronte palazzina azzurra ed aver consumato il pranzo in un self service già collaudato dove ho assaggiato anche le olive ripiene di pesce (meglio però rimanere sul tradizionale!) e poi esserci soffermati all'ombra per un caffè, siamo partiti alla volta di Ripatransone, località piacevole e fresca sia per l'orario di arrivo che per la sua quota. La pseudo cena l'abbiamo consumata in un posto in cui Grazia ci teneva a mettere il naso, ma entrambi eravamo ancora sotto l'effetto del pranzo e pertanto si è optato per verdure grigliate ed un sorbetto al limone che sarebbe stato meglio evitare. Mi sono reso conto all'improvviso che la cucina marchigiana non è leggera per niente: questo posto sarebbe famoso per le lumache oltre per una miriade di piatti a base di carne. Riposizionata l'auto al suo posto mi sono diretto a piedi a casa mia: avendone la possibilità l'ho spostata a fianco del ristorante di pesce dove prima avevo notato in sosta un veicolo a targa spagnola ed io mi sono collocato proprio li, fronte mare. Infatti il mattino successivo sono andato a “paciolare” nell'acqua per un po', con soddisfazione. Dopo sono tornato a Porto d'Ascoli per Decathlon dove mi sono dotato di attrezzature in previsione delle escursioni sulle Alpi Albanesi. All'ora concordata ho raggiunto il parcheggio dell'auto dove ho lasciato ALIBI e da li, con Grazia, via per Grottammare e poi Monte Rubbiano e Moresco, altri due centri assai gradevoli. Giovedì 5, giorno dell'imbarco, mi sono messo in moto su strada normale (una pizza!) con l'idea di visitare il Conero prima di giungere ad Ancona. Sul percorso mi sono lasciato prendere da un momento di sconforto quando ho realizzato che non avevo con me il passaporto: per l'Albania non serve, però sulla mia carta di identità non ho trovato alcuna scritta indicante che è valida per l'espatrio. Ho pensato di dover correre a recuperare il passaporto cambiando la data di imbarco, ma dopo una telefonata con Adria Ferry ho deciso di calmarmi. La visita al Conero è stata praticamente resa impossibile per come è attualmente stata orientata la viabilità mentre ad Ancona ho avuto una piccola incomprensione con il navigatore e ciò ha comportato di dover seguire un percorso alternativo più trafficato, ma soprattutto non sono arrivato al posto giusto. Con un po' di peripezie alla fine l'ho recuperato sbrigando velocemente le pratiche necessarie all'imbarco. Nell'attesa ho pranzato a bordo con pomodori gialli pomodorini e basilico di Sabrina più foglie di insalata del mio orto. Una volta a bordo ho approfittato della cabina in esclusiva per me per un riposino da disteso. Quindi ho letto/riletto info in previsione dello sbarco a Durazzo. La cena a bordo non mi ha soddisfatto (meglio il self service della tratta Tanger Genova), così poi sono tornato alle mie attività in cabina. Lo sbarco a Durazzo è avvenuto con una certa lentezza: prima di lasciare il porto mi sono dotato di assicurazione e scheda sim, mentre per il cambio ho dovuto raggiungere il centro della città impattando subito nelle usanze degli albanesi al volante; già le strade sono strette, in più la sosta indiscriminata in seconda fila è normale e spazi per ALIBI zero. Fortunatamente a un certo punto ho visto fra le auto in seconda fila un posto abbastanza lungo lungo il marciapiede: ho manovrato un po' ma mi sono collocato. Quindi sull'itinerario per il cambio effettuato presso WU ho incrociato le attrazioni del luogo sulle quali mi sono soffermato lo stretto necessario. Quindi ho proseguito sul lungomare con la speranza di trovare un posto all'ombra per sosta pranzo. In fondo al lungomare la strada si stringe e diventa sterrata con costruzioni ancora non terminate ovunque. Ho trovato un posto ombroso in modo da finire i pomodorini e la mia insalata e poi ho pensato di visitare il museo archeologico trovandolo chiuso. Me ne sono fatto una ragione ed ho puntato su Capo Rodoni. Strade strette con buche, il tratto per raggiungere il capo oltremodo impegnativo; per accedervi si pagano 1000 lek e finalmente si arriva in uno spiazzo per niente pianeggiante dove mi sono fermato in modo da raggiungere la chiesa di S.Antonio sul mare proprio quando dei giovani albanesi stavano lasciando la spiaggia. Il senso di un certo abbandono, la vista di rifiuti ovunque non mi ha aiutato, comunque ho cenato e dormito in solitudine con una vecchia toyota a targa polacca occupata da due ragazzi e un'altra vettura tipo Fiorino a targa Ceca più lontana abitata da una coppia. Il mattino successivo ho raggiunto Capo Rodoni, sicuramente un bel posto, ma anche qui ho riscontrato le stesse cose della sera precedente. Me ne sono andato sperando di terminare presto la strada percorsa ieri sperando di approcciare strade più adatte, ma non è stato assolutamente così. Mi sono trovato veramente su strade minuscole, curvose, salite e discese continue, sino a che, raggiunta la pianura, mi sono deciso a cambiare le impostazioni del navigatore consentendo l'accesso alle strade che prevedono il pedaggio. Ciò ha solo parzialmente modificato la situazione; raggiunto Lezhe (Alessio) altra complicazione su una stradina che finiva in salita nel nulla. Mi sono districato senza riuscire a trovare un posto per sostare e poter visitare le due cose segnalate come di interesse. Dopo una breve pausa pranzo ho ripreso la marcia in direzione di Scutari. L'indicazione di park4night per un parcheggio allo stadio non mi hanno soddisfatto, il castello Skanderberg è risultato non visitabile per mancanza di parcheggio, la moschea di piombo idem per chiusura, il ponte che avevo visto nella guida non è risultato quello sul quale sono passato guadagnando la direzione del lago. Ho chiesto info e poi le ho seguite a piedi, ma evidentemente non ci eravamo capiti sul ponte. Il Kindle che sta dando i numeri ed è diventato poco utilizzabile, in questa circostanza mi è venuto in aiuto e così ho potuto raggiungere il ponte ottomano di Mes. Per fortuna che ho portato il pc, altro strumento a rischio di malfunzionamento, che però mi consente di leggere con più facilità la guida LP. Rientrando a Scutari ho trovato fortunosamente un parcheggio centrale come da indicazione P4N e mi ci si sono fiondato. Dopo una passeggiata nelle strade della movida il mattino successivo ho percorso un po' la città incrociando riconoscimenti a Madre Teresa che ho immortalato per Rosalie, per poi concludere con la visita al museo Marubi. La voglia di raggiungere Theth sulle Alpi Albanesi l'ho avuta sin dall'apprendimento delle info relative, info che però evidenziano le difficoltà per raggiungere il luogo imputabili alla strada sterrata adatta solo ai 4x4. Mi sono detto che mi sarei fermato al passo se le condizioni non mi avessero permesso di andare oltre. Mentre ero in sosta pranzo ho effettuato un'ulteriore ricerca sul web dove ho trovato prima la conferma dell'impraticabilità e dopo un video recente di un italico che evidenzia come ora la strada sia totalmente asfaltata. Detto fatto e dopo il pranzo ho proseguito sostando per foto, ma senza mai incontrare difficoltà particolari; così sono arrivato a destinazione. Attraversato il ponte che introduce a Teth il terreno diventa sassoso: essendo domenica qui è pieno di macchine, ma dopo un po' ho trovato una sistemazione adeguata. Così non ho perso troppo tempo e mi sono indirizzato, anche in mancanza di segnalazioni, verso la chiesetta e la Kulla. E' stato al mio rientro che è avvenuto l'incontro di cui ho parlato prima, incontro che questa sera non si è ripetuto nel luogo concordato che avevo raggiunto per tempo; dopo una breve indagine con il personale di un locale che avevo avvicinato per rintracciarlo ho capito che sarebbe stato inutile attendere. Così sono tornato nel posto precedente in continuità di pioggia. Con la temperatura ribassata sino a 18° il display, dopo tanto tempo, mi ha nuovamente segnalato di far controllare le candelette del motore!
12.IX.2023
Lasciato Theth con temperatura allo scollinamento di 10°, dovendo effettuare rifornimenti alimentari e di acqua, avevo ipotizzato un transito da Scutari; ben più contento sono stato quando ho risolto entrambi i problemi lungo la strada. Ciò mi ha consentito di sfiorare Scutari mentre ero diretto a Koman. Anche oggi strade sullo stretto, ma l'apice l'ho raggiunto nella salita a Koman quando la strada ha cominciato a presentare un pessimo fondo stradale, poi buche e quindi mancanza di asfalto. La mia destinazione era a rischio sia a causa delle previsioni meteo che della decisione da prendere circa l'imbarco o meno di ALIBI: o fare un giretto turistico di tre ore e poi percorrere nuovamente la strada da incubo o effettuare la traversata di tre ore sino a Fienze per poi proseguire sino a Valbona. Prima dello stretto tunnel che porta all'imbarcadero ho cercato info senza possibilità di ottenerle in maniera a me comprensibile; non mi è rimasto altro da fare che procedere oltre sperando nella buona sorte. Il rischio è stato premiato: appena messo il muso fuori dal tunnel ho dovuto arrestarmi per mancanza di spazi così sono stato avvicinato da un giovane di una compagnia di ferry che parlando la mia lingua madre mi ha dato tutte le risposte ai miei quesiti che mi hanno indotto a decidere per l'imbarco con ALIBI da subito con partenza l'indomani mattina al costo di € 106+5 di tasse non meglio identificate. Nel caso di ritorno avrei goduto di uno sconticino, ma l'idea di percorrere ancora quella strada mi ha orientato diversamente. A bordo c'era già un Van olandese ed io, seguendo le indicazioni del personale addetto, ho manovrato per salire a bordo in retromarcia accostando al millimetro alla fiancata. Il giorno dopo il ferry si è riempito di veicoli, principalmente Van tedeschi, qualche moto e passeggeri vari, anche se io ho sentito parlare molti nell'inglese storpiato dagli statunitensi. La giornata è iniziata radiosa e la navigazione ha continuato ad offrire paesaggi interessanti, ma uccelli di nessun genere a volteggiare lungo il canyon. Il lago si è dimostrato subito carente di acqua per + o – 2 m. di altezza, ma è stato all'arrivo che la situazione si è fatta problematica per mancanza di pontile di attracco. Il ferry ha abbassato la passerella sulla riva in contropendenza rispetto alla rampa di terra non compatta: subito il personale si è dato da fare per colmare il buco fra passerella e terreno piazzando dei sassi e delle tavole di legno, ma io avevo già deciso che in quelle condizioni non sarei sbarcato! Infatti il primo Van a tentare la manovra ha dovuto ripeterla N volte causa interramento pur essendo aiutato dalla spinta dal personale. Scene pietose! Sarebbero bastate due lastre di ferro opportunamente sagomate da mettere sul terreno e la cosa, per quanto molto “africana”, si sarebbe risolta così come ai tempi dei miei due insabbiamenti, il primo in Mauritania ed il secondo in Senegal. Dopo le prime uscite di veicoli avvenute nella modalità già descritta, ma alla guida un addetto del ferry, una volta alleggeritosi di parte del carico, la barca ha eseguito una manovra di riposizionamento della passerella, pur sempre in una situazione di precarietà. Quando sono stato invitato a muovermi inizialmente ho rifiutato di cedere la guida, ma il tentativo di salire la rampa, seppur per poco, non è andato a buon fine e così ho ceduto il volante all'addetto. Costui, pur facendo slittare le ruote, è riuscito a portare ALIBI in salvo. A quel punto, mentre mi dirigevo a Fierze, ho incrociato l'attracco dell'altra compagnia di ferry ed ho capito che quella da me utilizzata non era certo il numero uno (proprietà di albanesi in parte rientrati anche dall'Italia che dispongono pure di altre imbarcazioni e di un albergo mi aveva informato un elegante lungilineo diciannovenne dotato di barba ben curata parlante benissimo l'italiano seppur con accento torinese, città dalla quale è da poco rientrato per ricomporre il “clan” attirato dalla possibilità di accumulare denaro lavorando con “i suoi”). Fierze mi è sembrata di nessun interesse così ho proseguito su strada asfaltata impegnativa sino a raggiungere Valbona collocando ALIBI dove altri Van erano parcheggiati, proprio alla fine della strada asfaltata da dove iniziano gli itinerari a piedi che, per un lungo tratto, condividono il percorso con i 4x4 ed i furgoni ad uso taxi su un fondo costituito da ciottoli di un fiume che attualmente non si vede, il Valbona per l'appunto. Dopo essermi rifocillato mi sono messo sul sentiero indossando gli scarponcini professionali in goretex che non usavo da tempo e utilizzando le racchette. Inizialmente nuvole chiare sulle cime, ma con la presenza del sole, poi via via sempre più nuvole grigie sino a dove il sentiero inizia ad inerpicarsi sulla via per raggiungere Theth. Ho smesso di avanzare in prossimità di un casale abbandonato perché era giusto così, oltre al fatto che Bruna mi aveva cercato via Wapp per una problematica ABASMEI ed io ho voluto risponderle subito. La conca nella quale ho camminato mi ha subito preso, inoltre ho adocchiato delle chiazze di neve qua e la in quota, ma non così tante. Anche qui niente uccelli in cielo, zero aquile descritte da Lonely Planet come presenti in abbondanza. Ho camminato come unico e solo nella direzione di ascesa mentre, vista l'ora, i camminatori incontrati marciavano tutti in senso contrario al mio, molti giovani con zaini sulle spalle, parecchie donne sole, diversi statunitensi. Marciare nel silenzio stimola i neuroni a fare considerazioni, a ritrovare ricordi nel lontano passato, a costruire pensieri: in particolare mi sono ritrovato a mettere in fila una serie di eventi a partire dalla prima guerra del golfo, poi la seconda, l'Afganistan, la Libia, i paesi del Sahel, sino all'Ucraina, a Gaza, e a tanti altri paesi martoriati dalla guerra. Dunque l'epoca di pace della quale sembravamo essere detentori noi “Occidentali” non è finita all'improvviso due anni fa, è stata pianificata nell'arco di un trentennio in modo tale che i popoli non dovessero ostacolarla inizialmente. Tutti eventi costruiti sulle menzogne fatte passare per verità sacrosante in modo che il gregge rimanesse compatto ad accettare e persino “volere” tutto ciò che è accaduto e che sta accadendo. Insomma, sempre i pochi che costringono i molti ad entrare nel labirinto dal quale poi è sempre più difficile districarsi sino a che la gente si convince di non avere scelta: o stai di qua o stai di là: INSOPPORTABILE! Durante il rientro ho cominciato ad avere problemi con lo scarponcino del piede dx: la tomaia non era più aderente alla suola e nella fessura incameravo sassolini. Ho capito subito che la situazione avrebbe potuto diventare grave e quindi ho cercato di contrastare l'avaria adottando un passo da tacchino per la gamba dx, in modo da evitare al massimo l'impatto della suola aperta con il terreno. Ciò ha rallentato la marcia e comunque non ha rappresentato una valida soluzione anche perché oramai era solo la talloniera della suola ancorata alla tomaia. Avevo incontrato dei sacchi di rifiuti a margine del sentiero mentre salivo ed ora non attendevo altro che sbirciarci dentro nella speranza di trovare qualcosa di utile alla bisogna. Così è stato: a salvarmi è emerso uno spago mezzo sfilacciato che ho utilizzato per tenere stretta la punta della suola alla tomaia. Il cammino così ha ripreso una certa velocità e mi ha consentito di rientrare a casa senza troppe noie. Lo scarponcino è durato poco; per fortuna che a Porto D'Ascoli mi ero dotato di una scarpa anti acqua adatta a questo tipo di utilizzo.
Già a pranzo avevo usato dei fusilli pre cotti a bordo del ferry la sera dell'imbarco dopo averli conditi con olio e parmigiano, anche per contrastare dei movimenti intestinali sospetti, allora per cena ho pensato di cavarmela con patate piselli e fagiolini, sempre cibo preparato la sera precedente, sperando in una azione equilibratrice vantaggiosa per il mio intestino.
Oggi avvisaglia di vertigine parossistica al primo risveglio: con uno stato di malessere passa la voglia per svolgere delle attività. Utilizzando l'esperienza acquisita nel tempo mi sono messo in piedi. Presto ho ricevuto una chiamata da Daniel preoccupato per un crollo parziale di muro che ha coinvolto due alberi di agrumi. Mi ha girato un nuovo filmato via Wapp più comprensibile di quello di ieri ed io, nel tentativo di inoltrarlo a Sako per invitarlo ad un sopralluogo, in realtà l'ho fatto finire nel mio Stato creando la condizioni per fare sapere a tutti della vicenda, cosa che non è nel mio stile. Ho provato ad annullare l'operazione, ma senza successo. Ad un certo punto, con un bel sole sulle vette, ho deciso di spingermi sino al paese per acquistare almeno il pane. Camminare in una direzione diversa mi ha consentito di apprezzare altre vette mentre il neurone mi ha riportato ai tempi di Imér quando conquistai la cima Rosetta nel gruppo di San Martino di Castrozza insieme ai miei cugini Roberto e Mario; a casa la nonna Adele ci accudiva come poteva. E poi un'altra volta Cant del Gall con Silvia che mi guardava adorante, ma che io disdegnavo perché ritenuta troppo piccola e dai costumi troppo tradizionali. Cammina e cammina per scoprire che il paese non esiste: solo Guesthouse, camping e case vacanze. Strano perché una scuola l'ho intercettata. Vabbè, non mi è rimasto che tornare a casa avendo percorso 6 km.. Oggi, dopo il pranzo nelle modalità di ieri, mi sono sdraiato per un po'; quindi ho provveduto a riempire il serbatoio con l'acqua delle taniche e poi a riempire le taniche con acqua fresca trovata a pochi passi da casa. Dopo il caffè mi sono messo in marcia per rivedere lo scenario di ieri con il sole, ma mentre andavo il sole ha lasciato spazio a nuvole scure che hanno fatto maturare il momento per rientrare. Mentre camminavo avevo pensato di girare un breve video da inviare ad Amélie Rose: una volta a casa ne ho preparati due brevi e li ho inviati a Pamela, ma credo proprio che non mi riconoscerà. Però mi è sembrato un modo furbo per farle sentire la mia presenza nel tempo in cui non c'è la possibilità di essere vicini fisicamente.
Sempre per aiutare l'intestino ho improvvisato una cena con patate bollite + mais + sardine spagnole, ma quando si fa sentire con dei brontolii vuol dire che è entrato in modalità sospetta. Vedremo: ora nel parcheggio ci sono solo io e da poco è arrivata la pioggia prevista. Accenderò il riscaldamento come ieri sera e domani riprenderò a viaggiare. P.S.: da giorni accuso un forte mal di schiena che mi rende difficile mettermi in piedi. Finalmente mi sono deciso a pescare fra le medicine Dolostop, il prodotto acquistato a febbraio in Marocco all'epoca di una differente avaria. Vertigine parossistica ha fatto un accenno di presenza e si è ritirata presto. Ora capirò cosa sta succedendo a livello gastro intestinale in costanza di alimentazione controllata.
15.IX.2924
Da quando ho lasciato Valbone mi sono portato appresso anche la pioggia, a volte più intensa e a volte meno, con spiragli di sole ogni tanto. Il percorso che mi ha portato ad effettuare stop notturno a Kruje è stato faticoso per la necessaria concentrazione fra curve a raggio corto, contro curve, tornanti, salite, discese, fondo stradale a volte mancante; paesaggi incantevoli parzialmente minati alla vista dal maltempo e poi, raggiunta Kukes, una buona strada da 80 km/h mi ha rilassato, per quanto anch'essa con dislivelli e pendenze non da poco. Durante il tratto percorso sotto pioggia battente ho notato il peggioramento di stato della spazzola del tergicristallo lato guida così, da quel momento, in ogni attraversamento urbano mi sono allertato per cercare una sostituzione incocciando in persone con le quali solo l'esperienza acquisita in giro per il mondo mi ha consentito di intuire qualcosa di ciò che mi veniva detto. Alla fine ce l'ho fatta: non so se il prezzo di 20€ pagato per una spazzola possa considerarsi giusto (credo di no), ma di fronte alle emergenze bisogna saper pagare anche lo scotto. L'arrivo a destinazione è avvenuto attorno alle 18 per disguidi di google che non riconosce l'esistenza di una autostrada chiamata A1 utilizzata nella parte finale. O meglio, l'ha indicata come tale, solo che poi avrebbe voluto farmela abbandonare sfondando il guard rail in mancanza della connessione con la strada secondaria da lui individuata. Per farla breve sono arrivato all'uscita per l'aeroporto di Tirana ed ho dovuto affrontare a passo d'uomo tutto il tratto aeroportuale prima di ritrovarmi su una sana SH che mi ha portato a destinazione, anche se con un po' di trilling dovuto al fatto che google in questo caso mi ha portato su una stradina strettissima, a doppio senso di marcia, che sale inerpicandosi alla città vecchia dove P4N mi ha dato la possibilità di fermarmi a 500L notte inclusa. Divertente il fatto che con l'operatore non ci si capisse bene circa l'orario che rimaneva coperto dall'importo pattuito e quindi costui, vedendo scendere a piedi lungo la strada un suo conoscente, lo ha chiamato per utilizzarlo come interprete. Il discorso è partito in inglese virando presto all'italiano in quanto questa cortese persona, pur non essendo mai stato in Italia, lo conosce bene e lo parla correntemente avendolo appreso guardando la TV nostrana! Subito dopo ho fatto a tempo a raggiungere il castello soprastante ed a visitare il museo dedicato all'eroe nazionale, ma che evidenzia anche le antiche origini degli albanesi attuali negli Illiri di Pirro, considerato pure lui un eroe per la difesa del territorio dai prepotenti Romani. Anche in sede museale l'approccio è stato in inglese per poi passare all'italiano; sono stato l'ultimo visitatore a lasciare il luogo che oramai era chiuso e pertanto, chi è venuto a liberarmi, si è dilungato con me circa la visita effettuata da Sgarbi tempo fa, riferendomi di come il noto “operatore culturale” avesse definito di grande importanza il contenuto del museo che evidenzia la difesa del cattolicesimo dall'avanzata dell'Islam ottomano che poi comunque è avvenuta, anzi, credo proprio che sia attualmente la religione dominante in Albania e in tutti i Balcani. Ho trovato divertente il fatto che l'Eroe che si è battuto con tanto ardore contro gli Ottomani durante il periodo giovanile della sua vita trascorso a Costantinopoli si fosse convertito all'Islam, che fosse diventato un importante comandante delle truppe Ottomane e che avesse preso possesso del castello locale presentando una falsa lettera di accredito a chi ne era responsabile, atto che gli facilitò il compito della sua conquista. Quindi astuzia, utilizzo delle bugie e poi anche la forza: c'è costanza nel tempo degli atteggiamenti umani!
Notte con pioggia che verso mattina si è alternata con dei spiragli di sole. Prima di partire per visitare il museo etnografico e la Tekke del culto Dervisho che mise sede proprio qui sin dall'antichità, mentre mi accingevo a chiudere ALIBI due giovani tedeschi con auto parcheggiata vicino al mio veicolo mi hanno chiesto soccorso per problemi di batteria. Loro mi hanno parlato dei cavi per fare un collegamento, ma io li ho stupiti mettendo in azione per la prima volta il Booster: operazione riuscita alla perfezione con tanti ringraziamenti. Quindi mi sono dedicato alle mie attività mentre stavano cominciando ad arrivare i turisti dei pullman, in particolare molti spagnoli. Mentre mi aggiravo nel giardino del museo riconoscendo le piante che sono identiche alle nostre (agrumi, kako, melograno, prunus) ne ho vista una con un piccolo frutto che non conoscevo. Utilizzando Lens ho scoperto trattarsi di un nespolo europeo antico. A seguire ho raggiunto la Tekke, completamente in restaurazione e quindi poco visitabile. Ma una persona dell'organizzazione mi ha fatto cenno con la mano e mi ha introdotto nel cantiere: doveva essere un gioiellino perché anche in queste condizioni disastrate mi è stato possibile intuirlo. Per ultimo ho messo il naso al Bazar descritto da LP come interessante e dove erano concentrati tutti i turisti dei pullman: il risultato è stato di allontanarmene in breve tempo, sia per le cianfrusaglie esposte che per il vociare spesso alterato delle persone, in particolare proprio tre italiani (un figlio quarantenne accompagnato da una fidanzata, innervosito per qualcosa si rivolgeva alla madre in maniera disdicevole per tono e contenuti). Per tornare a valle non me la sono sentita di percorrere a ritroso la stessa strada del giorno prima e quindi ho guadagnato l'arteria più importante. Giunto a valle solito attraversamento dell'area inurbata a passo d'uomo, ma con un colpo di fortuna ho potuto parcheggiare a regola d'arte proprio di fronte a dei venditori di frutta e verdura. Quando ho scelto dove servirmi ho avuto la sorpresa di avere a che fare con una signora che parlava italiano in quanto ci sono tre suoi fratelli che vivono in Italia (Napoli, Bari e Perugia) e che ogni anno passano del tempo in famiglia. Al momento di pagare avevo estratto una banconota troppo grossa e così lei mi ha fatto capire, dopo aver pesato la merce e tirato le somme, che le dovevo molto meno: Onestà allo stato puro! Ho chiesto anche per un panificio e con le sue indicazioni l'ho raggiunto; anche qui una ragazza molto onesta che mi ha addirittura praticato uno sconto quando, dopo il pane, ho visto un sacchetto con delle fette biscottate ed ho deciso di aggiungerlo al conto: 100L in tutto, incluso lo sconto di 10L. Con il sole ho ripreso la marcia verso Tirana con l'intenzione di raggiungere il luogo un po' decentrato del Mosaico sperando di trovare più facilmente parcheggio. L'app. P4N non evidenzia zone disponibili; quelle che c'erano le dichiara chiuse. Ancora una volta google mi ha giocato uno scherzo sempre inerente alla A1 che avrebbe voluto farmi prendere da una stradina di campagna dalla quale non si può accedervi: SIC! Finalmente entro nel perimetro urbano, il traffico aumenta con tutto ciò che ne consegue visto che probabilmente il codice stradale albanese si differisce da quello a me noto. Quando si è sui vialoni tipo autostrada urbana basta niente per dover allungare il percorso sino a trovare la possibilità di inversione. Finalmente vedo il cartello indicante MOSAIC che mi rincuora (mentre sto scrivendo fermo a bordo strada ogni tanto sono costretto ad ascoltare il rumore assordante di avvisatori acustici di auto che procedono in corteo: si tratta di matrimoni. Adesso ne è passato uno con un'auto a sportello posteriore aperto per consentire le riprese cinematografiche da parte di un operatore. Avendo prima timidamente messo il naso a Lin, mi chiedo dove si collocheranno visto che la strada non ha seguito); peccato che alla svolta a dx mi trovo sullo stretto, senza più né indicazioni né possibilità di parcheggiare. Ho provato ancora alcune volte senza riuscire ad individuare esattamente il posto, però ho capito che è impossibile la sosta non solo lì, ma anche nei paraggi di altri siti indicati da LP come must da non perdere. Non posso certo dire di aver visitato Tirana, ci ho solo girato dentro incrociando i “must” senza poterli nemmeno guardare. La scelta di Tirana veniva come il cacio sui maccheroni in quanto sono previsti giorni uggiosi e la presenza di tanti musei da visitare mi era sembrata la scelta giusta. Niente da fare: qui nella capitale ovunque ci sono segnali di divieto di sosta che nessuno osserva, anzi, i parcheggi effettuati fuori luogo dai locali mi hanno costretto a tante manovre al pelo con il rischio che se si tocca sei pure il responsabile del danno! Non mi è restato altro da fare che proseguire per Elbasan dove P4N segnala diverse possibilità. Raggiunta la prima, dopo essermi sistemato sono stato avvicinato da un addetto che mi ha messo al corrente dell'impossibilità di passare lì la notte. Ho replicato facendo vedere ciò che dice l'app. e allora costui ha chiamato telefonicamente il proprietario il quale prima ha detto che non era possibile dormire a bordo per la presenza di un bar che fa parte del sito, poi ha lanciato un costo di 10€, ma io ormai ero deciso a cambiare. Detto fatto: ho raggiunto una seconda opzione che sul terreno non sono riuscito ad identificare, quindi via per una terza opzione che è risultata adatta al conveniente costo di 400L (comoda sia con il centro che con un supermercato Spar, oltre che ad essere collocata in una via importante dotata di ogni cosa. Quindi subito sono partito per una prima ricognizione trovando che proprio la strada che costeggia le mura dell'antico castello era senza illuminazione: guasto o scelta? Non lo saprò mai! Ho trovato la via Egnatia e la moschea, nonché la torre dell'orologio e poi sono tornato a casa sfiorando la pioggia che è poi arrivata. Quando stamane ho sentito che la zona si era messa in movimento non avevo capito che si trattava dei vari operatori agricoli che stavano predisponendo il mercato domenicale dei loro prodotti stesi a terra sotto la pioggia. Sono rimasto impressionato dalla quantità di peperoncini di media taglia e di vari colori, molto richiesti dal pubblico locale. Ho tentennato prima di comprare due cose temendo l'aspetto comunicativo, invece tutto è andato benissimo con gente che si è rivelata seria ed onesta. Mi sono quindi spostato per Spar, che in futuro vorrei evitare in quanto i prodotti in vendita sembrano avere tutti una palese origine nostrana, mentre io vorrei trovare prodotti locali. Con i formaggi ci sono riuscito acquistando l'equivalente della Feta a buon prezzo e gustandomela più tardi nella composizione di una insalata all'albanese con cavolo rosso, carote, pomodori, olive verdi: mi è sembrata buona. La strada per raggiungere Lin è una buona strada, peccato che la pioggia non mi abbia consentito di apprezzarla. Solo quando ho raggiunto Lin ho capito che li la strada termina in un cul de sac; avevo notato due veicoli tedeschi parcheggiati poco lontano da dove è poi meglio evitare di arrivare per non dover manovrare sullo stretto così sono stato tentato di affiancarmi, ma poi ho preferito raggiungere un posto più all'esterno che avevo notato arrivando. E' qui che ho fatto sosta pranzo e che ho passato il tempo successivo, ma ora tornerò in paese sperando in una soluzione.
22.IX.2024
Sono arrivato nel luogo più a sud del mio itinerario, Butrinto, e già ieri arrivandoci ho preso atto che me la stavo prendendo molto comoda nell'inconsapevole desiderio di non dover già virare di 180° per puntare a Nord. Sin dal mattino del giorno 21 la visita al monastero bizantino fuori Mesopotam non avrei mai voluto concluderla. Successivamente, girato l'angolo di una montagna, motivato dalla vista improvvisa del luccichio del mare in un contesto superbo mi sono fermato, ormai a pochi km. dalla meta, sempre per tenere in sospeso mentalmente l'idea del ritorno. Ripartendo da lì ho effettuato un ulteriore stop in un piazzale ormai in vista della laguna e del sito archeologico. Inevitabilmente verso le 15.30 ho raggiunto l'area archeologica dove ho trovato un posto per sostare: ho lasciato ALIBI con l'idea di dare un'occhiata di orientamento, invece, anche a causa di un comportamento poco accorto, per prendere l'immagine della fortezza veneziana al di là dello stretto istmo, ho messo i piedi su certi assi di legno che mentre operavo mi son sembrati meno stabili: infatti mi ero collocato sull'assito di doghe di legno della piattaforma tirata a fune che costantemente si sposta da un versante all'altro dell'istmo con il suo carico di auto, moto e passeggeri. Non era mia intenzione passare di là, ma a quel punto ho perlustrato la fortezza prima di tornare con lo stesso e unico sistema, incredibilmente a costo zero in quanto nessuno mi ha avvicinato: strano perché nel ritorno a bordo ero l'unico e visibile passeggero in compagnia di un'auto locale. Dalla piattaforma all'entrata del Parco Archeologico ci sono pochi metri; quando ho chiesto sino a che ora sarebbe rimasto aperto il sito mi è stato risposto che in entrata avrebbe chiuso verso le 18.30, ma che in uscita sarebbe rimasto sempre aperto. Ho replicato dicendo che allora mi sarei fermato a dormire lì per la notte! Sono così entrato dopo aver lasciato il mio obolo previsto in 1000L; situazione ottimale, poca gente, luogo ameno a sua volta posto all'interno del parco naturale di Butrinto, sensazione di relax dovuta anche al clima mitigato dall'ombra degli alberi e da una brezza gentile. Nel complesso ho trovato che sia stata una buona idea procedere subito alla visita quando invece pensavo di rimandarla alle prime ore del mattino successivo immaginando temperature fastidiose nell'arco della giornata. Come ultimo atto mi sono dato da fare con l'hotel Livia, proprietario del piazzale dove ero già fermo, per avere il consenso a rimanere per la notte ricevendolo facilmente a costo zero.
Tornando indietro a Lin, luogo posto sul lago Ohrid Patrimonio UNESCO, solo per ricordare alcuni episodi vissuti durante il viaggio. Là, verso sera, stavo cercando di raggiungere un monastero sotto una pioggia sottile quando ho incrociato un tipo che mi ha fatto capire che non ero nella giusta direzione, mi ha accompagnato per un tratto e mi ha offerto un piccolo grappolo d'uva bianca. Il giorno successivo sul lungolago prossimo al confine con la Macedonia del Nord, mentre osservavo le colonie di uccelli acquatici, un pensionato in cammino ha gradito scambiare qualche parola con me. Dopo, a Voscopoje, luogo posto a m.1150 slm ricco di spiritualità religiosa antica manifestata concretamente in monasteri e chiese, presto da me considerato come un luogo del cuore di questo viaggio, un ragazzino con stivali da me interpellato sulla direzione da seguire senza possibilità di capirci, quando oramai eravamo lontani mi ha richiamato per farmi dei segnali con le mani: probabilmente solo allora aveva intuito la mia richiesta e mi stava dando una mano a modo suo. Luogo splendido ai miei occhi, le case tutte in pietra, molte in fase di recupero edilizio, chiese e monasteri pure in fase di restauro, gente in giro pari a zero: il mio habitat! Stop successivo a Korçe dove al mattino ho visto un anziano aggirarsi sul piazzale dove avevo trovato ospitalità per la notte intento alla riscossione abusiva di 100L da ogni automobilista in arrivo per la sosta; io ho voluto dargliene il doppio e quando sono rientrato dalla visita ai luoghi prescelti mi è venuto a cercare per donarmi due mele. Altre persone mi hanno manifestato il loro impegno nel dedicarmi del tempo per aiutarmi a trovare un museo il cui indirizzo su LP è risultato inesatto. Oppure la mia ricerca di Buke, pane fresco, ricevendo indicazioni da un venditore di strada. A Permet invece mi è sembrato un po' interessato l'aiuto ricevuto da una addetta dell'ufficio turistico (il primo che intercetto durante il viaggio) quando mi ha accompagnato in un negozio poco lontano dove ho acquistato la specialità del posto: frutta caramellata che poi non so se sarà di mio gradimento. Invece si è dimostrato cordiale il responsabile di una grande stazione di servizio del luogo al quale ho chiesto ospitalità per la notte: accordata subito a costo zero. A Gjirokaster invece ho trovato una venditrice in un negozio nell'area del bazar che non parlava italiano, ma conosceva lo spagnolo. Io ero fortemente indeciso su un piccolo acquisto da 8€, stava piovendo e c'era poca gente in giro così ci siamo dilungati a parlare. Lei, Evi, con titolo di studio tipo ragioniere giuridico, 26 anni, non trovando un lavoro adeguato opera nel bazar di proprietà di parenti a 500€/mese, ha parenti a Pisa che fanno i parrucchieri e a lei piacerebbe raggiungerli; insomma, a un certo punto mi ha offerto l'oggetto a 6€ anziché 8 senza che io intavolassi nessuna trattativa, solo perché avevo parlato con lei a lungo di vari argomenti a lei ignoti. Nello stesso giorno ho ricevuto prima una notifica Vrbo per un ospite nuovo che arriverà a fine settembre e si tratterrà per dieci giorni (ho pensato: soldi inattesi da allocare con leggerezza un po' a me e un po' al Burkina Faso) e poi una comunicazione dall'avvocato inerente alla vicenda truffa per la quale devo sborsare metà di quanto incasserò da Vrbo (fine dei sogni). E poi il giorno 20 quando, salendo su un nastrino d'asfalto che sembrava dovermi portare in cielo, ho raggiunto un complesso monastico trovandolo chiuso. Un cartello indica un numero telefonico da contattare, operazione che io ho tentato due volte senza ottenere risposta. Nel frattempo è arrivata un'auto locale ed io ho cercato di farmi aiutare in qualche modo. Sono stato invitato ad accomodarmi al bar di proprietà di queste persone nell'attesa. Quando ho richiamato quel numero finalmente ho sentito lo squillo e alla voce che rispondeva ho avuto la prontezza di passare l'apparecchio al tipo del bar che ha spiegato della mia presenza per la visita. Poco dopo si è manifestato il tipo che non solo mi ha consentito la visita, ma anche di riprendere foto a volontà. Ovviamente il tutto nella lingua dei segni, si fa per dire. Questi ed altri sono tutti ricordi che mi faranno tenere questo paese ed il suo popolo in una giusta considerazione, sottolineando che dove è minore la presenza turistica meglio è, come ovunque nel mondo. Per questo ho rivalutato SH (con un numero al seguito identificano le strade secondarie) dalle S e dalle A (strade veloci e autostrade).
24.IX.2024
Torno alla scrittura perché ieri ho vissuto una giornata con degli aspetti entusiasmanti. Dopo Ksamil inizia la tanto decantata riviera albanese dove le spiagge sarebbero da sogno. Più che le spiagge a me sono piaciuti i panorami che si godono lungo la strada, una specie di costiera amalfitana con continui sali e scendi, tanto che le spiagge sono sempre lontane e spesso impegnative da raggiungere, ma soprattutto, sono strutture private organizzate sul modello Versilia: inoltre costruzioni nuove in corso da per tutto, sbancamenti di montagna come se si trattasse di un gioco da bambini. Il mare invece è un'altra cosa, sempre magnifico. Ad un certo punto vedo la possibilità di raggiungere molto facilmente la località chiamata Porto Palermo e pertanto mi infilo sulla strada che in poche centinaia di metri mi consente di parcheggiare con il muso quasi nell'acqua vicino ad altri tre simili ad ALIBI, tutti di nazionalità francese. Il luogo è costituito da una piccola baia con l'essenziale o poco più, ma con un mare super. Mi decido per un giro di orientamento prima di salire sulla collina per ammirare una fortezza triangolare che è nota per una storia che ritengo poco veritiera. Girando lo sguardo ovunque incrocio una scritta “fish shop” e mi ci dirigo curioso di vedere la tipologia di pesce disponibile per il pubblico. Già il tipo mi è sembrato molto greco (questa zona è molto abitata da persone con quella origine e le indicazioni spesso sono bilingue), non parla l'italiano e così in inglese ho chiesto che cosa avrei potuto comprare con tutte le limitazioni del mio stato. Sul piccolo banco ho visto solo orate di medio/piccola dimensione. Mentre ero lì si è presentato presumibilmente un pescatore che ha lasciato due sacchetti di plastica pieni di altro pesce, ma sempre della stessa specie. Intanto il greco ha aperto il frigo per farmi vedere: l'alternativa sarebbe stata la spigola, ma le misure non sarebbero state compatibili con la mia pentola a pressione. Dopo avermi suggerito pesce da zuppa o la cottura all'aperto, cioè alla griglia, vedendo la mia perplessità è tornato al frigo pescando alcune orate sotto taglia per un peso complessivo di kg. 0,8 (probabilmente di taglia poco vendibile) offrendomele in regalo: sono rimasto spiazzato e l'ho ringraziato molto calorosamente con una stretta di mano che lui ha tardato a ricevere per potersi prima lavare le mani. A quel punto ho messo in frigo il prezioso dono e sono andato a perlustrare la fortezza, ma al ritorno ho deciso di mettermi subito a cucinare le 4 orate. A seguire ho indossato indumenti da spiaggia e mi sono messo con i piedi a bagno nell'acqua trasparente dove il fondo è costituito da minuscoli sassolini chiari. Non facile camminarci sopra senza protezione, ma il piacere di farsi scartavetrare e ripulire dalla natura è stata una grande sensazione: mi ha fatto pensare ai pesciolini che in oriente vengono utilizzati per la pulizia della pelle. Giocoforza Porto Palermo è diventato il mio secondo posto del cuore in Albania.
Ad Orikum, poco lontano da Vlore/Valona, oggi ho invece potuto risolvere facilmente il problema del colecalciferolo che non avevo al seguito attraverso l'aiuto di una farmacista dal volto assai grazioso, dotato di un sorriso accattivante, laurea a Siena, rientrata da una decina d'anni, contenta della scelta perché qui è la titolare della sua impresa, dotata di una padronanza della lingua italiana come solo i toscani hanno. Le condizioni meteo mi hanno portato a decidere di lasciar perdere l'escursione sulla montagna e a fermarmi in un posto diverso da dove avevo trascorso la notte (poco lontano dalla base navale), all'inizio del lungomare dove erano presenti un paio di camper tedeschi. Nel pomeriggio è apparso il sole, il che mi ha consentito di muovermi per la spiaggia e mettere i piedi a mollo per la seconda volta in Albania, ma la terza in stagione considerando anche SBTr.
02.X.2024
Dal giorno 25 ad oggi si è portata a conclusione l'esperienza del viaggio in Albania; non era né previsto né voluto, ma si è trattato di un crescendo. La sosta a volo d'uccello a Vlore non mi è dispiaciuta per niente, poi Zvermec, l'isoletta raggiungibile a piedi percorrendo un ponte in legno a filo d'acqua, quindi il parco archeologico di Apollonia dove ho avuto la conferma che mi sono trasformato anche in un esploratore da museo. Senza perdere tempo, conclusa la visita subito via per Berat, altra località Patrimonio UNESCO, città in stile ottomano abbarbicata su un costone di ripida collina, ma raggiungibile su strade semplici e con la facilitazione della sistemazione notturna identificata al primo colpo. Le visite alla cittadella e al museo Onofri sono filate via benissimo, ancora quasi in assenza di turisti. E già, perché dopo essermi fatto la ripida salita sino alle porte della cittadella, ho potuto constatare che da un'altra parte possono salire i pullman a scaricare frotte di turisti, in particolare francesi e spagnoli nel momento della mia visita. Scendendo ho poi puntato il Museo Etnografico, ma arrivato al dunque l'ho trovato chiuso per lavori: Uffa! La giornata era soleggiata e calda ed io non ero intenzionato a rientrare a casa. Quindi mi sono dato ad una esplorazione a Gorica, il quartiere al di là del fiume storicamente abitato dai non islamici e poi, rientrando, mi sono dedicato agli edifici di culto: tutti inaccessibili a quell'ora.
Restare ancora una notte o penetrare la valle dell'Osum alla ricerca della cascata e dei canyon? Vinta la stanchezza con un caffè della casa ho lasciato il parcheggio indirizzandomi su una stradina impegnativa che riserva panorami indimenticabili sulla vallata. Coltivazioni ovunque, sia a fondo valle che sulle pendici delle montagne, tanti ulivi, melograni, vigne, altri alberi da frutta nonché ortaggi e coltivazioni in serra (le prime e uniche che ho visto), piccoli gruppi di ovini e caprini condotti da pastori, in lontananza anche bovini: un paradiso terrestre! Dopo oltre un'ora di viaggio per percorrere poche manciate di chilometri, all'improvviso, sul lato sinistro della strada, noto una indicazione per la cascata di Bogova e non me la lascio scappare. Una volta imboccata la strada diventa strettissima e poi picchia in discesa mentre l'asfalto finisce. Per fortuna che ho avuto il buon senso di fermarmi su un ampio pianoro appena iniziato . A quel punto si è materializzato uno spartano VW tedesco che si è sistemato a debita distanza. Il driver è subito sceso alla ricerca di legna per il fuoco su cui cucinare mentre io lo osservavo apprezzando questo modo di viaggiare tipo carovana del west. Silenzio assoluto e presto buio totale: il cielo mi è sembrato un concentrato di stelle per quante se ne vedevano. La mattina successiva sono partito a piedi per raggiungere la cascata, ma oramai con il passo che ho chiunque mi supera, specialmente in salita; infatti a breve sono stato raggiunto dalla coppia tedesca con la quale ho scambiato qualche parola invitandoli poi a proseguire essendo loro palesemente più veloci di me. Nel mentre stavo per arrivare alla meta mi hanno superato altri tre tedeschi. E poi la cascata: l'acqua si raccoglie in due vasche comunicanti dove predominano le tonalità del verde. Il tedesco VW si era già denudato e si è tuffato nella prima vasca, ma la sua permanenza in acqua non è durata molto; mentre usciva gli ho detto che forse era troppo calda? Così, fra una risata e l'altra abbiamo conversato. Mi ha chiesto se conosco il Tagliamento dove loro avevano frequentato un sito simile a questo: ne erano rimasti entusiasti. Lui si chiama Stefano e lei Gabry, vengono da un villaggio della Baviera, conoscono la Liguria, ma solo quella di ponente nella parte montagnosa che va poi a confinare con il cuneese. Ho saputo dei loro nomi perché ho citato S.Stefano d'Aveto come zona di probabile interesse per loro, quindi lui mi ha detto che si chiama Stefano ed io l'ho messo al corrente che abito in una via con il nome Stefano. Dopo loro si sono messi a conversare con i connazionali. Il lui si è tuffato quasi subito, la lei dopo essere arrivata a bagnare il ventre ha temporaneamente rinunciato, ma al secondo tentativo effettuato poco dopo ce l'ha fatta. Io ho salutato tutti e mi sono avviato soddisfatto. Quando è venuto il momento di abbandonare il pianoro tutto il gruppo tedesco era attorno al VW: gli ultimi tre curiosi del veicolo lo stavano ammirando ricevendo spiegazioni dai due proprietari. Ho chiamato Gabry e ci siamo salutati a braccio da lontano. Ho avuto un momento di perplessità prima di affrontare la ripida salita sterrata, ma poi mi ci sono buttato tirando la prima fino a guadagnare l'asfalto, fortunatamente senza incrociare nessuno. Da lì ho proseguito per un'oretta sino ad arrivare a cogliere il canyon. Non sono rimasto particolarmente impressionato, ma questa valle che non ha sbocco l'ho trovata estremamente attraente. Ora non mi è rimasta che Tirana da raggiungere e visitare. Da giorni ho verificato P4N e ho identificato un paio di posti da testare, ma dopo la precedente esperienza che si era tramutata in un transito senza possibilità di fermarsi mai, ho optato per l'opzione in zona Blloku. Da Berat la strada è stata ottima; ad un certo punto sono entrato in autostrada, il che mi ha consentito di guidare alla folle velocità di 90 km/h. Per un errore mio di impostazione della destinazione stavo rischiando il fallimento (avevo scritto il nome della Rruga), ma questa volta ho prontamente ripreso in mano la situazione partendo direttamente dall'applicazione e al secondo giro ho identificato il parcheggio sito a fianco allo stadio di calcio della Dynamo. Un po' sullo stretto ed affollato, ma era giusto l'ora in cui molte auto se ne stavano andando e così, con un po' di pazienza, mi sono sistemato. Erano presenti vari camper furgonati, principalmente tedeschi, ma la zona migliore era quella dove ne avevo notato uno spagnolo. Dopo aver fatto la posta per un po' ho deciso che inizialmente sarei stato dove mi ero messo. Subito sono andato in esplorazione nella zona trovandola piena di vita. Durante la notte, verso le quattro del mattino se ne è andato un furgone da lavoro che era sistemato a fianco a me che già occupava una posizione migliore rispetto ad ALIBI, ma io avevo in mente quella dello spagnolo e quindi non mi sono mosso. Alle sei ho dato un'occhiata fuori e ho visto che si era liberato uno spazio assolutamente migliore vicino allo spagnolo e pertanto ho dato motore ed ho manovrato per conquistarlo. Nei giorni scorsi mi ero preparato un itinerario a piedi da percorrere e così sono partito puntando inizialmente alla piazza intitolata a Madre Teresa (Nene Tereza) e poi via via puntando al centro (l'immensa piazza Skanderberg) dove avrei visitato sia il Museo nazionale di storia che la Galleria nazionale d'Arte. Con grande sorpresa ho appreso da una vigilessa alla quale mi ero rivolto che entrambi erano chiusi per grandi lavori: Uffa per l'ennesima volta! Mi sono visto “costretto” a visitare Bunk'Art2, visita angosciosa che mi ha fatto fare tante considerazioni fra ciò che li avveniva durante il periodo comunista – tutto molto ben documentato - che non era nulla di diverso da quanto avveniva in Italia o in Germania o altrove, ma soprattutto da quanto tuttora avviene in molte parti del mondo (Israle, Siria, Russia, Ucraina, U.S., etc. etc.,) e con le nuove restrittive leggi emanate dal governo italico non so dove si andrà a finire. Per ripulirmi la testa dai pensieri ho poi girovagato sempre all'aperto che qui è molto piacevole, specialmente dove gli alberi sono più presenti e ci si può muovere all'ombra senza sentire il peso dei 30°. La Piramide, tanto criticata da LP, l'ho trovata gradevole così come i vari grattacieli tutti con caratteristiche peculiari e diversi fra loro. Ho appreso che così come l'architetto Bosio aveva dato il suo incisivo contributo ai tempi dell'occupazione italiana, in epoca più recente lo studio dell'architetto Boeri - richiesto da Rama allora sindaco della città - ha dato l'impronta alla Tirana di oggi. Quindi, non avendo potuto visitare i due musei più significativi di tutta l'Albania, ho goduto degli spazi e delle nuove opere, apprezzando però moltissimo anche la Moschea Et'hem, peraltro affrescata da maestranze veneziane al tempo che fu. Persino il Museo della Banca nazionale era chiuso. Sempre marciando ho iniziato il rientro con divagazioni quando ritenute necessarie. In giro tanta gente, tanti giovani, qui anche turisti italiani di ogni età condotti da guide, giovani coppie italiche autonome. Rientrato a causa esausto per le 17.30, il giorno successivo ho optato per un giro in bici alla caccia dei palazzi impreziositi dagli schemi colorati apportati sulle facciate da importanti artisti, così come segnalato da LP, inserendo nell'itinerario anche la villa dove aveva vissuto il dittatore, il ponte dei conciatori, Pazar i Ri e il Centro Mondiale Bektashi. Le facciate dipinte sono state una bufala, ciò che più ha destato il mio interesse è stata l'ultima meta che, per raggiungerla, oltre ad essere fuori mano, bisogna pure pedalare in salita, cosa che con una bici pieghevole a ruota piccola rende l'impresa impegnativa. In ogni caso ho trovato incredibile come in ogni Rruga della città ci siano ristoranti e caffè, bar e chioschi per spremute di melograno etc. A me i prezzi sono sembrati elevati: eppure so che ci sono persone che qui vivono con 500€/mese. Ma girano anche tanti prestigiosi SUV, si vedono preferenzialmente marchi come Audi, Mercedes, BMW, Range Rover etc. Sono passati solo poco più di 30 anni dagli esodi via nave verso l'Italia e l'Albania, con soldi puliti o sporchi riciclati delle sue organizzazioni criminali, presenta disparità sociali ed economiche evidenti. I nomi delle famiglie importanti che storicamente hanno detenuto ricchezza e potere sono sempre gli stessi sin dal Medio Evo, forse ora ci saranno anche i nomi dei grandi trafficanti internazionali, o forse non compariranno perché occultati da società di comodo. Ho lasciato Tirana domenica nel tardo pomeriggio e sull'autostrada verso Durazzo, in senso di marcia opposto al mio, le auto viaggiavano a passo d'uomo in coda: il grande rientro da una giornata al mare. La distanza è breve e si copre in fretta; allo svincolo mi sono indirizzato verso la spiaggia, ma il primo approccio è stato molto negativo. Qui le costruzioni, principalmente alberghi, poggiano sulla sabbia fronte mare; a seguire verso la strada principale si susseguono tre parallele strette piene di altre costruzioni. In pratica l'accesso libero al mare non c'è, è tutto privato. Mentre stavo percorrendo la prima parallela dietro agli alberghi, ad un certo punto questa piega a 90° per indirizzarsi sulla strada principale ed è così che ho notato sulla seconda parallela uno spazio favorevole: mi sono fermato e ci ho trascorso due notti mentre di giorno ho camminato sulla spiaggia, ho messo i piedi in acqua (l'Adriatico è molto più caldo dello Ionio), ho esplorato ed ho usato anche la bici per andare verso sud dove però la presenza di insediamenti militari rende impossibile raggiungere il mare per lunghi tratti. Sono stato a fare acquisti di prima necessità, ho visto i pensionati all'opera chi con gli scacchi chi con il domino come avevo già notato a Scutari, ho acquistato delle olive da un venditore su marciapiede senza che fra noi fosse possibile spiaccicare una parola condivisa (amarissime le olive, forse non trattate con i vari lavaggi di acqua fredda) .
E così il viaggio è finito; trascurando piccole problematiche personali o riguardanti ALIBI, ho trascorso le ultime ore parcheggiato davanti allo stadio comunale di Durazzo preparandomi i bagagli da portare a bordo (questa volta anche la cena dopo l'esperienza poco positiva dell'andata). Le operazioni sono filate vie veloci e senza intoppi; l'avventura con ALIBI sulla parte sud dei Balcani si è conclusa scrivendo da varie postazioni della nave, evidenziando che questo piccolo paese è pieno di sorprese e di bellezze naturali, la gente spesso appare burbera, ma è sempre disponibile, ci sono tante contraddizioni e forse anche questo lo rende un paese interessante da scoprire. Personalmente ho gradito maggiormente i luoghi dove girano meno SUV, ma credo che presto li si troveranno ovunque. Ricorderò le SH dove apparentemente ero l'unico sul percorso, terrò memoria in particolare di Voscopoje e Porto Palermo come posti del cuore.