martedì 7 gennaio 2025

ALBANIA 2024

31.VIII.2024

Superando tanti contrattempi sono riuscito a staccarmi dall'Eremo per realizzare due obbiettivi: visitare Elide e poi i miei familiari prima di assentarmi con ALIBI. 

09.IX.2024

Mi trovo in sosta a Theth nelle Alpi Albanesi dopo aver camminato per 9 km. stamattina sino a raggiungere la base del gigantesco muro di roccia che costituisce come un anfiteatro alla zona; era l'obbiettivo massimo che mi ero prefissato e sono rimasto soddisfatto di averlo raggiunto. Da ieri pomeriggio inoltrato, dopo essere stato avvicinato da un tipo curioso della livrea di ALIBI, ho parlato a lungo con lui che di nome fa Iliri, se ho ben capito; anche oggi prima della mia spedizione. Si tratta di una persona che pur non conoscendo l'Italia parla correntemente l'italiano così come tante altre lingue. Origini albanesi, studi effettuati in Ungheria, ha vissuto in Polonia e Germania: persona eclettica, specialmente sul versante della conoscenza delle religioni antiche, argomento questo che lo ha fatto avvicinare ad ALIBI per via dell'immagine zoroastriana che fa parte della sua livrea. Stamane mi ha messo al corrente del sito di Gobekli tepe, in Turchia sul confine con la Siria, risalente a oltre 10.000 anni fa nel mitico territorio della mezza luna la cui fertilità tanto influì sugli umani di allora e quelli successivi. Per continuare a conversare con lui, su sua richiesta da me condivisa, mi sono spostato di alcuni km. per recarmi dove fa sosta questa sera con il gruppo di 11 escursionisti nordici che accompagna. Dopo tante esperienze di vita attualmente è rientrato a Scutari da dove svolge l'attività di guida turistica.

Da quando ho lasciato l'Eremo sabato 31, dopo la sosta a Camaiore per un saluto agli amici motociclisti prossimi ad una partenza per una destinazione ancora non ben definita, mi ero soffermato a Monteriggioni quasi non riconoscendolo. Successivamente mi sono entusiasmato per la visita ad Orvieto effettuata lunedì 2, località che avevo raggiunto per strade e stradine, sempre belle ma alquanto tortuose. Lasciando Orvieto a un certo punto le stradine sono diventate  più complicate in concomitanza con una giornata particolarmente calda, tanto che a Todi ho deciso per un cambiamento di percorso. Bella la strada delle tre valli umbre, poi la connessione con la Salaria e la stessa Salaria regolamentate da frequenti semafori a traffico alternato che hanno rallentato molto la mia marcia, ma alla fine sono arrivato a Porto d'Ascoli dove ho effettuato rifornimenti. Quindi mi sono recato al faro di S.B.Tr dove mi ero trovato bene in passato: questa volta ho trovato lavori in corso nel parcheggio e lo spazio dimezzato, tanto da essere poi rimasto bloccato durante la giornata successiva dai troppi veicoli in sosta. In compagnia di Grazia e a bordo della sua auto, dopo esserci incontrati all'ombra di un parco fronte palazzina azzurra ed aver consumato il pranzo in un self service già collaudato dove ho assaggiato anche le olive ripiene di pesce (meglio però rimanere sul tradizionale!) e poi esserci soffermati all'ombra per un caffè, siamo partiti alla volta di Ripatransone, località piacevole e fresca sia per l'orario di arrivo che per la sua quota. La pseudo cena l'abbiamo consumata in un posto in cui Grazia ci teneva a mettere il naso, ma entrambi eravamo ancora sotto l'effetto del pranzo e pertanto si è optato per verdure grigliate ed un sorbetto al limone che sarebbe stato meglio evitare. Mi sono reso conto all'improvviso che la cucina marchigiana non è leggera per niente: questo posto sarebbe famoso per le lumache oltre per una miriade di piatti a base di carne. Riposizionata l'auto al suo posto mi sono diretto a piedi a casa mia: avendone la possibilità l'ho spostata a fianco del ristorante di pesce dove prima avevo notato in sosta un veicolo a targa spagnola ed io mi sono collocato proprio li, fronte mare. Infatti il mattino successivo sono andato a “paciolare” nell'acqua per un po', con soddisfazione. Dopo sono tornato a Porto d'Ascoli per Decathlon dove mi sono dotato di attrezzature in previsione delle escursioni sulle Alpi Albanesi. All'ora concordata ho raggiunto il parcheggio dell'auto dove ho lasciato ALIBI e da li, con Grazia, via per Grottammare e poi Monte Rubbiano e Moresco, altri due centri assai gradevoli. Giovedì 5, giorno dell'imbarco, mi sono messo in moto su strada normale (una pizza!) con l'idea di visitare il Conero prima di giungere ad Ancona. Sul percorso mi sono lasciato prendere da un momento di sconforto quando ho realizzato che non avevo con me il passaporto: per l'Albania non serve, però sulla mia carta di identità non ho trovato alcuna scritta indicante che è valida per l'espatrio. Ho pensato di dover correre a recuperare il passaporto cambiando la data di imbarco, ma dopo una telefonata con Adria Ferry ho deciso di calmarmi. La visita al Conero è stata praticamente resa impossibile per come è attualmente stata orientata la viabilità mentre ad Ancona ho avuto una piccola incomprensione con il navigatore e ciò ha comportato di dover seguire un percorso alternativo più trafficato, ma soprattutto non sono arrivato al posto giusto. Con un po' di peripezie alla fine l'ho recuperato sbrigando velocemente le pratiche necessarie all'imbarco. Nell'attesa ho pranzato a bordo con pomodori gialli pomodorini e basilico di Sabrina più foglie di insalata del mio orto. Una volta a bordo ho approfittato della cabina in esclusiva per me per un riposino da disteso. Quindi ho letto/riletto info in previsione dello sbarco a Durazzo. La cena a bordo non mi ha soddisfatto (meglio il self service della tratta Tanger Genova), così poi sono tornato alle mie attività in cabina. Lo sbarco a Durazzo è avvenuto con una certa lentezza: prima di lasciare il porto mi sono dotato di assicurazione e scheda sim, mentre per il cambio ho dovuto raggiungere il centro della città impattando subito nelle usanze degli albanesi al volante; già le strade sono strette, in più la sosta indiscriminata in seconda fila è normale e spazi per ALIBI zero. Fortunatamente a un certo punto ho visto fra le auto in seconda fila un posto abbastanza lungo lungo il marciapiede: ho manovrato un po' ma mi sono collocato. Quindi sull'itinerario per il cambio effettuato presso WU ho incrociato le attrazioni del luogo sulle quali mi sono soffermato lo stretto necessario. Quindi ho proseguito sul lungomare con la speranza di trovare un posto all'ombra per sosta pranzo. In fondo al lungomare la strada si stringe e diventa sterrata con costruzioni ancora non terminate ovunque. Ho trovato un posto ombroso in modo da finire i pomodorini e la mia insalata e poi ho pensato di visitare il museo archeologico trovandolo chiuso. Me ne sono fatto una ragione ed ho puntato su Capo Rodoni. Strade strette con buche, il tratto per raggiungere il capo oltremodo impegnativo; per accedervi si pagano 1000 lek e finalmente si arriva in uno spiazzo per niente pianeggiante dove mi sono fermato in modo da raggiungere la chiesa di S.Antonio sul mare proprio quando dei giovani albanesi stavano lasciando la spiaggia. Il senso di un certo abbandono, la vista di rifiuti ovunque non mi ha aiutato, comunque ho cenato e dormito in solitudine con una vecchia toyota a targa polacca occupata da due ragazzi e un'altra vettura tipo Fiorino a targa Ceca più lontana abitata da una coppia. Il mattino successivo ho raggiunto Capo Rodoni, sicuramente un bel posto, ma anche qui ho riscontrato le stesse cose della sera precedente. Me ne sono andato sperando di terminare presto la strada percorsa ieri sperando di approcciare strade più adatte, ma non è stato assolutamente così. Mi sono trovato veramente su strade minuscole, curvose, salite e discese continue, sino a che, raggiunta la pianura, mi sono deciso a cambiare le impostazioni del navigatore consentendo l'accesso alle strade che prevedono il pedaggio. Ciò ha solo parzialmente modificato la situazione; raggiunto Lezhe (Alessio) altra complicazione su una stradina che finiva in salita nel nulla. Mi sono districato senza riuscire a trovare un posto per sostare e poter visitare le due cose segnalate come di interesse. Dopo una breve pausa pranzo ho ripreso la marcia in direzione di Scutari. L'indicazione di park4night per un parcheggio allo stadio non mi hanno soddisfatto, il castello Skanderberg è risultato non visitabile per mancanza di parcheggio, la moschea di piombo idem per chiusura, il ponte che avevo visto nella guida non è risultato quello sul quale sono passato guadagnando la direzione del lago. Ho chiesto info e poi le ho seguite a piedi, ma evidentemente non ci eravamo capiti sul ponte. Il Kindle che sta dando i numeri ed è diventato poco utilizzabile, in questa circostanza mi è venuto in aiuto e così ho potuto raggiungere il ponte ottomano di Mes. Per fortuna che ho portato il pc, altro strumento a rischio di malfunzionamento, che però mi consente di leggere con più facilità la guida LP. Rientrando a Scutari ho trovato fortunosamente un parcheggio centrale come da indicazione P4N e mi ci si sono fiondato. Dopo una passeggiata nelle strade della movida il mattino successivo ho percorso un po' la città incrociando riconoscimenti a Madre Teresa che ho immortalato per Rosalie, per poi concludere con la visita al museo Marubi. La voglia di raggiungere Theth sulle Alpi Albanesi l'ho avuta sin dall'apprendimento delle info relative, info che però evidenziano le difficoltà per raggiungere il luogo imputabili alla strada sterrata adatta solo ai 4x4. Mi sono detto che mi sarei fermato al passo se le condizioni non mi avessero permesso di andare oltre. Mentre ero in sosta pranzo ho effettuato un'ulteriore ricerca sul web dove ho trovato prima la conferma dell'impraticabilità e dopo un video recente di un italico che evidenzia come ora la strada sia totalmente asfaltata. Detto fatto e dopo il pranzo ho proseguito sostando per foto, ma senza mai incontrare difficoltà particolari; così sono arrivato a destinazione. Attraversato il ponte che introduce a Teth il terreno diventa sassoso: essendo domenica qui è pieno di macchine, ma dopo un po' ho trovato una sistemazione adeguata. Così non ho perso troppo tempo e mi sono indirizzato, anche in mancanza di segnalazioni, verso la chiesetta e la Kulla. E' stato al mio rientro che è avvenuto l'incontro di cui ho parlato prima, incontro che questa sera non si è ripetuto nel luogo concordato che avevo raggiunto per tempo; dopo una breve indagine con il personale di un locale che avevo avvicinato per rintracciarlo ho capito che sarebbe stato inutile attendere. Così sono tornato nel posto precedente in continuità di pioggia. Con la temperatura ribassata sino a 18° il display, dopo tanto tempo, mi ha nuovamente segnalato di far controllare le candelette del motore!


12.IX.2023

Lasciato Theth con temperatura allo scollinamento di 10°, dovendo effettuare rifornimenti alimentari e di acqua, avevo ipotizzato un transito da Scutari; ben più contento sono stato quando ho risolto entrambi i problemi lungo la strada. Ciò mi ha consentito di sfiorare Scutari mentre ero diretto a Koman. Anche oggi strade sullo stretto, ma l'apice l'ho raggiunto nella salita a Koman quando la strada ha cominciato a presentare un pessimo fondo stradale, poi buche e quindi mancanza di asfalto. La mia destinazione era a rischio sia a causa delle previsioni meteo che della decisione da prendere circa l'imbarco o meno di ALIBI: o fare un giretto turistico di tre ore e poi percorrere nuovamente la strada da incubo o effettuare la traversata di tre ore sino a Fienze per poi proseguire sino a Valbona. Prima dello stretto tunnel che porta all'imbarcadero ho cercato info senza possibilità di ottenerle in maniera a me comprensibile; non mi è rimasto altro da fare che procedere oltre sperando nella buona sorte. Il rischio è stato premiato: appena messo il muso fuori dal tunnel ho dovuto arrestarmi per mancanza di spazi così sono stato avvicinato da un giovane di una compagnia di ferry che parlando la mia lingua madre mi ha dato tutte le risposte ai miei quesiti che mi hanno indotto a decidere per l'imbarco con ALIBI da subito con partenza l'indomani mattina al costo di € 106+5 di tasse non meglio identificate. Nel caso di ritorno avrei goduto di uno sconticino, ma l'idea di percorrere ancora quella strada mi ha orientato diversamente. A bordo c'era già un Van olandese ed io, seguendo le indicazioni del personale addetto, ho manovrato per salire a bordo in retromarcia accostando al millimetro alla fiancata. Il giorno dopo il ferry si è riempito di veicoli, principalmente Van tedeschi, qualche moto e passeggeri vari, anche se io ho sentito parlare molti nell'inglese storpiato dagli statunitensi. La giornata è iniziata radiosa e la navigazione ha continuato ad offrire paesaggi interessanti, ma uccelli di nessun genere a volteggiare lungo il canyon. Il lago si è dimostrato subito carente di acqua per + o – 2 m. di altezza, ma è stato all'arrivo che la situazione si è fatta problematica per mancanza di pontile di attracco. Il ferry ha abbassato la passerella sulla riva in contropendenza rispetto alla rampa di terra non compatta: subito il personale si è dato da fare per colmare il buco fra passerella e terreno piazzando dei sassi e delle tavole di legno, ma io avevo già deciso che in quelle condizioni non sarei sbarcato! Infatti il primo Van a tentare la manovra ha dovuto ripeterla N volte causa interramento pur essendo aiutato dalla spinta dal personale. Scene pietose! Sarebbero bastate due lastre di ferro opportunamente sagomate da mettere sul terreno e la cosa, per quanto molto “africana”, si sarebbe risolta così come ai tempi dei miei due insabbiamenti, il primo in Mauritania ed il secondo in Senegal. Dopo le prime uscite di veicoli avvenute nella modalità già descritta, ma alla guida un addetto del ferry, una volta alleggeritosi di parte del carico, la barca ha eseguito una manovra di riposizionamento della passerella, pur sempre in una situazione di precarietà. Quando sono stato invitato a muovermi inizialmente ho rifiutato di cedere la guida, ma il tentativo di salire la rampa, seppur per poco, non è andato a buon fine e così ho ceduto il volante all'addetto. Costui, pur facendo slittare le ruote, è riuscito a portare ALIBI in salvo. A quel punto, mentre mi dirigevo a Fierze, ho incrociato l'attracco dell'altra compagnia di ferry ed ho capito che quella da me utilizzata non era certo il numero uno (proprietà di albanesi in parte rientrati anche dall'Italia che dispongono pure di altre imbarcazioni e di un albergo mi aveva informato un elegante lungilineo diciannovenne dotato di barba ben curata parlante benissimo l'italiano seppur con accento torinese, città dalla quale è da poco rientrato per ricomporre il “clan” attirato dalla possibilità di accumulare denaro lavorando con “i suoi”). Fierze mi è sembrata di nessun interesse così ho proseguito su strada asfaltata impegnativa sino a raggiungere Valbona collocando ALIBI dove altri Van erano parcheggiati, proprio alla fine della strada asfaltata da dove iniziano gli itinerari a piedi che, per un lungo tratto, condividono il percorso con i 4x4 ed i furgoni ad uso taxi su un fondo costituito da ciottoli di un fiume che attualmente non si vede, il Valbona per l'appunto. Dopo essermi rifocillato mi sono messo sul sentiero indossando gli scarponcini professionali in goretex che non usavo da tempo e utilizzando le racchette. Inizialmente nuvole chiare sulle cime, ma con la presenza del sole, poi via via sempre più nuvole grigie sino a dove il sentiero inizia ad inerpicarsi sulla via per raggiungere Theth. Ho smesso di avanzare in prossimità di un casale abbandonato perché era giusto così, oltre al fatto che Bruna mi aveva cercato via Wapp per una problematica ABASMEI ed io ho voluto risponderle subito. La conca nella quale ho camminato mi ha subito preso, inoltre ho adocchiato delle chiazze di neve qua e la in quota, ma non così tante. Anche qui niente uccelli in cielo, zero aquile descritte da Lonely Planet come presenti in abbondanza. Ho camminato come unico e solo nella direzione di ascesa mentre, vista l'ora, i camminatori incontrati marciavano tutti in senso contrario al mio, molti giovani con zaini sulle spalle, parecchie donne sole, diversi statunitensi. Marciare nel silenzio stimola i neuroni a fare considerazioni, a ritrovare ricordi nel lontano passato, a costruire pensieri: in particolare mi sono ritrovato a mettere in fila una serie di eventi a partire dalla prima guerra del golfo, poi la seconda, l'Afganistan, la Libia, i paesi del Sahel, sino all'Ucraina, a Gaza, e a tanti altri paesi martoriati dalla guerra. Dunque l'epoca di pace della quale sembravamo essere detentori noi “Occidentali” non è finita all'improvviso due anni fa, è stata pianificata nell'arco di un trentennio in modo tale che i popoli non dovessero ostacolarla inizialmente. Tutti eventi costruiti sulle menzogne fatte passare per verità sacrosante in modo che il gregge rimanesse compatto ad accettare e persino “volere” tutto ciò che è accaduto e che sta accadendo. Insomma, sempre i pochi che costringono i molti ad entrare nel labirinto dal quale poi è sempre più difficile districarsi sino a che la gente si convince di non avere scelta: o stai di qua o stai di là: INSOPPORTABILE! Durante il rientro ho cominciato ad avere problemi con lo scarponcino del piede dx: la tomaia non era più aderente alla suola e nella fessura incameravo sassolini. Ho capito subito che la situazione avrebbe potuto diventare grave e quindi ho cercato di contrastare l'avaria adottando un passo da tacchino per la gamba dx, in modo da evitare al massimo l'impatto della suola aperta con il terreno. Ciò ha rallentato la marcia e comunque non ha rappresentato una valida soluzione anche perché oramai era solo la talloniera della suola ancorata alla tomaia. Avevo incontrato dei sacchi di rifiuti a margine del sentiero mentre salivo ed ora non attendevo altro che sbirciarci dentro nella speranza di trovare qualcosa di utile alla bisogna. Così è stato: a salvarmi è emerso uno spago mezzo sfilacciato che ho utilizzato per tenere stretta la punta della suola alla tomaia. Il cammino così ha ripreso una certa velocità e mi ha consentito di rientrare a casa senza troppe noie. Lo scarponcino è durato poco; per fortuna che a Porto D'Ascoli mi ero dotato di una scarpa anti acqua adatta a questo tipo di utilizzo.

Già a pranzo avevo usato dei fusilli pre cotti a bordo del ferry la sera dell'imbarco dopo averli conditi con olio e parmigiano, anche per contrastare dei movimenti intestinali sospetti, allora per cena ho pensato di cavarmela con patate piselli e fagiolini, sempre cibo preparato la sera precedente, sperando in una azione equilibratrice vantaggiosa per il mio intestino.

Oggi avvisaglia di vertigine parossistica al primo risveglio: con uno stato di malessere passa la voglia per svolgere delle attività. Utilizzando l'esperienza acquisita nel tempo mi sono messo in piedi. Presto ho ricevuto una chiamata da Daniel preoccupato per un crollo parziale di muro che ha coinvolto due alberi di agrumi. Mi ha girato un nuovo filmato via Wapp più comprensibile di quello di ieri ed io, nel tentativo di inoltrarlo a Sako per invitarlo ad un sopralluogo, in realtà l'ho fatto finire nel mio Stato creando la condizioni per fare sapere a tutti della vicenda, cosa che non è nel mio stile. Ho provato ad annullare l'operazione, ma senza successo. Ad un certo punto, con un bel sole sulle vette, ho deciso di spingermi sino al paese per acquistare almeno il pane. Camminare in una direzione diversa mi ha consentito di apprezzare altre vette mentre il neurone mi ha riportato ai tempi di Imér quando conquistai la cima Rosetta nel gruppo di San Martino di Castrozza insieme ai miei cugini Roberto e Mario; a casa la nonna Adele ci accudiva come poteva. E poi un'altra volta Cant del Gall con Silvia che mi guardava adorante, ma che io disdegnavo perché ritenuta troppo piccola e dai costumi troppo tradizionali. Cammina e cammina per scoprire che il paese non esiste: solo Guesthouse, camping e case vacanze. Strano perché una scuola l'ho intercettata. Vabbè, non mi è rimasto che tornare a casa avendo percorso 6 km.. Oggi, dopo il pranzo nelle modalità di ieri, mi sono sdraiato per un po'; quindi ho provveduto a riempire il serbatoio con l'acqua delle taniche e poi a riempire le taniche con acqua fresca trovata a pochi passi da casa. Dopo il caffè mi sono messo in marcia per rivedere lo scenario di ieri con il sole, ma mentre andavo il sole ha lasciato spazio a nuvole scure che hanno fatto maturare il momento per rientrare. Mentre camminavo avevo pensato di girare un breve video da inviare ad Amélie Rose: una volta a casa ne ho preparati due brevi e li ho inviati a Pamela, ma credo proprio che non mi riconoscerà. Però mi è sembrato un modo furbo per farle sentire la mia presenza nel tempo in cui non c'è la possibilità di essere vicini fisicamente.

Sempre per aiutare l'intestino ho improvvisato una cena con patate bollite + mais + sardine spagnole, ma quando si fa sentire con dei brontolii vuol dire che è entrato in modalità sospetta. Vedremo: ora nel parcheggio ci sono solo io e da poco è arrivata la pioggia prevista. Accenderò il riscaldamento come ieri sera e domani riprenderò a viaggiare. P.S.: da giorni accuso un forte mal di schiena che mi rende difficile mettermi in piedi. Finalmente mi sono deciso a pescare fra le medicine Dolostop, il prodotto acquistato a febbraio in Marocco all'epoca di una differente avaria. Vertigine parossistica ha fatto un accenno di presenza e si è ritirata presto. Ora capirò cosa sta succedendo a livello gastro intestinale in costanza di alimentazione controllata.


15.IX.2924

Da quando ho lasciato Valbone mi sono portato appresso anche la pioggia, a volte più intensa e a volte meno, con spiragli di sole ogni tanto. Il percorso che mi ha portato ad effettuare stop notturno a Kruje è stato faticoso per la necessaria concentrazione fra curve a raggio corto, contro curve, tornanti, salite, discese, fondo stradale a volte mancante; paesaggi incantevoli parzialmente minati alla vista dal maltempo e poi, raggiunta Kukes, una buona strada da 80 km/h mi ha rilassato, per quanto anch'essa con dislivelli e pendenze non da poco. Durante il tratto percorso sotto pioggia battente ho notato il peggioramento di stato della spazzola del tergicristallo lato guida così, da quel momento, in ogni attraversamento urbano mi sono allertato per cercare una sostituzione incocciando in persone con le quali solo l'esperienza acquisita in giro per il mondo mi ha consentito di intuire qualcosa di ciò che mi veniva detto. Alla fine ce l'ho fatta: non so se il prezzo di 20€ pagato per una spazzola possa considerarsi giusto (credo di no), ma di fronte alle emergenze bisogna saper pagare anche lo scotto. L'arrivo a destinazione è avvenuto attorno alle 18 per disguidi di google che non riconosce l'esistenza di una autostrada chiamata A1 utilizzata nella parte finale. O meglio, l'ha indicata come tale, solo che poi avrebbe voluto farmela abbandonare sfondando il guard rail in mancanza della connessione con la strada secondaria da lui individuata. Per farla breve sono arrivato all'uscita per l'aeroporto di Tirana ed ho dovuto affrontare a passo d'uomo tutto il tratto aeroportuale prima di ritrovarmi su una sana SH che mi ha portato a destinazione, anche se con un po' di trilling dovuto al fatto che google in questo caso mi ha portato su una stradina strettissima, a doppio senso di marcia, che sale inerpicandosi alla città vecchia dove P4N mi ha dato la possibilità di fermarmi a 500L notte inclusa. Divertente il fatto che con l'operatore non ci si capisse bene circa l'orario che rimaneva coperto dall'importo pattuito e quindi costui, vedendo scendere a piedi lungo la strada un suo conoscente, lo ha chiamato per utilizzarlo come interprete. Il discorso è partito in inglese virando presto all'italiano in quanto questa cortese persona, pur non essendo mai stato in Italia, lo conosce bene e lo parla correntemente avendolo appreso guardando la TV nostrana! Subito dopo ho fatto a tempo a raggiungere il castello soprastante ed a visitare il museo dedicato all'eroe nazionale, ma che evidenzia anche le antiche origini degli albanesi attuali negli Illiri di Pirro, considerato pure lui un eroe per la difesa del territorio dai prepotenti Romani. Anche in sede museale l'approccio è stato in inglese per poi passare all'italiano; sono stato l'ultimo visitatore a lasciare il luogo che oramai era chiuso e pertanto, chi è venuto a liberarmi, si è dilungato con me circa la visita effettuata da Sgarbi tempo fa, riferendomi di come il noto “operatore culturale” avesse definito di grande importanza il contenuto del museo che evidenzia la difesa del cattolicesimo dall'avanzata dell'Islam ottomano che poi comunque è avvenuta, anzi, credo proprio che sia attualmente la religione dominante in Albania e in tutti i Balcani. Ho trovato divertente il fatto che l'Eroe che si è battuto con tanto ardore contro gli Ottomani durante il periodo giovanile della sua vita trascorso a Costantinopoli si fosse convertito all'Islam, che fosse diventato un importante comandante delle truppe Ottomane e che avesse preso possesso del castello locale presentando una falsa lettera di accredito a chi ne era responsabile, atto che gli facilitò il compito della sua conquista. Quindi astuzia, utilizzo delle bugie e poi anche la forza: c'è costanza nel tempo degli atteggiamenti umani!

Notte con pioggia che verso mattina si è alternata con dei spiragli di sole. Prima di partire per visitare il museo etnografico e la Tekke del culto Dervisho che mise sede proprio qui sin dall'antichità, mentre mi accingevo a chiudere ALIBI due giovani tedeschi con auto parcheggiata vicino al mio veicolo mi hanno chiesto soccorso per problemi di batteria. Loro mi hanno parlato dei cavi per fare un collegamento, ma io li ho stupiti mettendo in azione per la prima volta il Booster: operazione riuscita alla perfezione con tanti ringraziamenti. Quindi mi sono dedicato alle mie attività mentre stavano cominciando ad arrivare i turisti dei pullman, in particolare molti spagnoli. Mentre mi aggiravo nel giardino del museo riconoscendo le piante che sono identiche alle nostre (agrumi, kako, melograno, prunus) ne ho vista una con un piccolo frutto che non conoscevo. Utilizzando Lens ho scoperto trattarsi di un nespolo europeo antico. A seguire ho raggiunto la Tekke, completamente in restaurazione e quindi poco visitabile. Ma una persona dell'organizzazione mi ha fatto cenno con la mano e mi ha introdotto nel cantiere: doveva essere un gioiellino perché anche in queste condizioni disastrate mi è stato possibile intuirlo. Per ultimo ho messo il naso al Bazar descritto da LP come interessante e dove erano concentrati tutti i turisti dei pullman: il risultato è stato di allontanarmene in breve tempo, sia per le cianfrusaglie esposte che per il vociare spesso alterato delle persone, in particolare proprio tre italiani (un figlio quarantenne accompagnato da una fidanzata, innervosito per qualcosa si rivolgeva alla madre in maniera disdicevole per tono e contenuti). Per tornare a valle non me la sono sentita di percorrere a ritroso la stessa strada del giorno prima e quindi ho guadagnato l'arteria più importante. Giunto a valle solito attraversamento dell'area inurbata a passo d'uomo, ma con un colpo di fortuna ho potuto parcheggiare a regola d'arte proprio di fronte a dei venditori di frutta e verdura. Quando ho scelto dove servirmi ho avuto la sorpresa di avere a che fare con una signora che parlava italiano in quanto ci sono tre suoi fratelli che vivono in Italia (Napoli, Bari e Perugia) e che ogni anno passano del tempo in famiglia. Al momento di pagare avevo estratto una banconota troppo grossa e così lei mi ha fatto capire, dopo aver pesato la merce e tirato le somme, che le dovevo molto meno: Onestà allo stato puro! Ho chiesto anche per un panificio e con le sue indicazioni l'ho raggiunto; anche qui una ragazza molto onesta che mi ha addirittura praticato uno sconto quando, dopo il pane, ho visto un sacchetto con delle fette biscottate ed ho deciso di aggiungerlo al conto: 100L in tutto, incluso lo sconto di 10L. Con il sole ho ripreso la marcia verso Tirana con l'intenzione di raggiungere il luogo un po' decentrato del Mosaico sperando di trovare più facilmente parcheggio. L'app. P4N non evidenzia zone disponibili; quelle che c'erano le dichiara chiuse. Ancora una volta google mi ha giocato uno scherzo sempre inerente alla A1 che avrebbe voluto farmi prendere da una stradina di campagna dalla quale non si può accedervi: SIC! Finalmente entro nel perimetro urbano, il traffico aumenta con tutto ciò che ne consegue visto che probabilmente il codice stradale albanese si differisce da quello a me noto. Quando si è sui vialoni tipo autostrada urbana basta niente per dover allungare il percorso sino a trovare la possibilità di inversione. Finalmente vedo il cartello indicante MOSAIC che mi rincuora (mentre sto scrivendo fermo a bordo strada ogni tanto sono costretto ad ascoltare il rumore assordante di avvisatori acustici di auto che procedono in corteo: si tratta di matrimoni. Adesso ne è passato uno con un'auto a sportello posteriore aperto per consentire le riprese cinematografiche da parte di un operatore. Avendo prima timidamente messo il naso a Lin, mi chiedo dove si collocheranno visto che la strada non ha seguito); peccato che alla svolta a dx mi trovo sullo stretto, senza più né indicazioni né possibilità di parcheggiare. Ho provato ancora alcune volte senza riuscire ad individuare esattamente il posto, però ho capito che è impossibile la sosta non solo lì, ma anche nei paraggi di altri siti indicati da LP come must da non perdere. Non posso certo dire di aver visitato Tirana, ci ho solo girato dentro incrociando i “must” senza poterli nemmeno guardare. La scelta di Tirana veniva come il cacio sui maccheroni in quanto sono previsti giorni uggiosi e la presenza di tanti musei da visitare mi era sembrata la scelta giusta. Niente da fare: qui nella capitale ovunque ci sono segnali di divieto di sosta che nessuno osserva, anzi, i parcheggi effettuati fuori luogo dai locali mi hanno costretto a tante manovre al pelo con il rischio che se si tocca sei pure il responsabile del danno! Non mi è restato altro da fare che proseguire per Elbasan dove P4N segnala diverse possibilità. Raggiunta la prima, dopo essermi sistemato sono stato avvicinato da un addetto che mi ha messo al corrente dell'impossibilità di passare lì la notte. Ho replicato facendo vedere ciò che dice l'app. e allora costui ha chiamato telefonicamente il proprietario il quale prima ha detto che non era possibile dormire a bordo per la presenza di un bar che fa parte del sito, poi ha lanciato un costo di 10€, ma io ormai ero deciso a cambiare. Detto fatto: ho raggiunto una seconda opzione che sul terreno non sono riuscito ad identificare, quindi via per una terza opzione che è risultata adatta al conveniente costo di 400L (comoda sia con il centro che con un supermercato Spar, oltre che ad essere collocata in una via importante dotata di ogni cosa. Quindi subito sono partito per una prima ricognizione trovando che proprio la strada che costeggia le mura dell'antico castello era senza illuminazione: guasto o scelta? Non lo saprò mai! Ho trovato la via Egnatia e la moschea, nonché la torre dell'orologio e poi sono tornato a casa sfiorando la pioggia che è poi arrivata. Quando stamane ho sentito che la zona si era messa in movimento non avevo capito che si trattava dei vari operatori agricoli che stavano predisponendo il mercato domenicale dei loro prodotti stesi a terra sotto la pioggia. Sono rimasto impressionato dalla quantità di peperoncini di media taglia e di vari colori, molto richiesti dal pubblico locale. Ho tentennato prima di comprare due cose temendo l'aspetto comunicativo, invece tutto è andato benissimo con gente che si è rivelata seria ed onesta. Mi sono quindi spostato per Spar, che in futuro vorrei evitare in quanto i prodotti in vendita sembrano avere tutti una palese origine nostrana, mentre io vorrei trovare prodotti locali. Con i formaggi ci sono riuscito acquistando l'equivalente della Feta a buon prezzo e gustandomela più tardi nella composizione di una insalata all'albanese con cavolo rosso, carote, pomodori, olive verdi: mi è sembrata buona. La strada per raggiungere Lin è una buona strada, peccato che la pioggia non mi abbia consentito di apprezzarla. Solo quando ho raggiunto Lin ho capito che li la strada termina in un cul de sac; avevo notato due veicoli tedeschi parcheggiati poco lontano da dove è poi meglio evitare di arrivare per non dover manovrare sullo stretto così sono stato tentato di affiancarmi, ma poi ho preferito raggiungere un posto più all'esterno che avevo notato arrivando. E' qui che ho fatto sosta pranzo e che ho passato il tempo successivo, ma ora tornerò in paese sperando in una soluzione.


22.IX.2024

Sono arrivato nel luogo più a sud del mio itinerario, Butrinto, e già ieri arrivandoci ho preso atto che me la stavo prendendo molto comoda nell'inconsapevole desiderio di non dover già virare di 180° per puntare a Nord. Sin dal mattino del giorno 21 la visita al monastero bizantino fuori Mesopotam non avrei mai voluto concluderla. Successivamente, girato l'angolo di una montagna, motivato dalla vista improvvisa del luccichio del mare in un contesto superbo mi sono fermato, ormai a pochi km. dalla meta, sempre per tenere in sospeso mentalmente l'idea del ritorno. Ripartendo da lì ho effettuato un ulteriore stop in un piazzale ormai in vista della laguna e del sito archeologico. Inevitabilmente verso le 15.30 ho raggiunto l'area archeologica dove ho trovato un posto per sostare: ho lasciato ALIBI con l'idea di dare un'occhiata di orientamento, invece, anche a causa di un comportamento poco accorto, per prendere l'immagine della fortezza veneziana al di là dello stretto istmo, ho messo i piedi su certi assi di legno che mentre operavo mi son sembrati meno stabili: infatti mi ero collocato sull'assito di doghe di legno della piattaforma tirata a fune che costantemente si sposta da un versante all'altro dell'istmo con il suo carico di auto, moto e passeggeri. Non era mia intenzione passare di là, ma a quel punto ho perlustrato la fortezza prima di tornare con lo stesso e unico sistema, incredibilmente a costo zero in quanto nessuno mi ha avvicinato: strano perché nel ritorno a bordo ero l'unico e visibile passeggero in compagnia di un'auto locale. Dalla piattaforma all'entrata del Parco Archeologico ci sono pochi metri; quando ho chiesto sino a che ora sarebbe rimasto aperto il sito mi è stato risposto che in entrata avrebbe chiuso verso le 18.30, ma che in uscita sarebbe rimasto sempre aperto. Ho replicato dicendo che allora mi sarei fermato a dormire lì per la notte! Sono così entrato dopo aver lasciato il mio obolo previsto in 1000L; situazione ottimale, poca gente, luogo ameno a sua volta posto all'interno del parco naturale di Butrinto, sensazione di relax dovuta anche al clima mitigato dall'ombra degli alberi e da una brezza gentile. Nel complesso ho trovato che sia stata una buona idea procedere subito alla visita quando invece pensavo di rimandarla alle prime ore del mattino successivo immaginando temperature fastidiose nell'arco della giornata. Come ultimo atto mi sono dato da fare con l'hotel Livia, proprietario del piazzale dove ero già fermo, per avere il consenso a rimanere per la notte ricevendolo facilmente a costo zero.

Tornando indietro a Lin, luogo posto sul lago Ohrid Patrimonio UNESCO, solo per ricordare alcuni episodi vissuti durante il viaggio. Là, verso sera, stavo cercando di raggiungere un monastero sotto una pioggia sottile quando ho incrociato un tipo che mi ha fatto capire che non ero nella giusta direzione, mi ha accompagnato per un tratto e mi ha offerto un piccolo grappolo d'uva bianca. Il giorno successivo sul lungolago prossimo al confine con la Macedonia del Nord, mentre osservavo le colonie di uccelli acquatici, un pensionato in cammino ha gradito scambiare qualche parola con me. Dopo, a Voscopoje, luogo posto a m.1150 slm ricco di spiritualità religiosa antica manifestata concretamente in monasteri e chiese, presto da me considerato come un luogo del cuore di questo viaggio, un ragazzino con stivali da me interpellato sulla direzione da seguire senza possibilità di capirci, quando oramai eravamo lontani mi ha richiamato per farmi dei segnali con le mani: probabilmente solo allora aveva intuito la mia richiesta e mi stava dando una mano a modo suo. Luogo splendido ai miei occhi, le case tutte in pietra, molte in fase di recupero edilizio, chiese e monasteri pure in fase di restauro, gente in giro pari a zero: il mio habitat! Stop successivo a Korçe dove al mattino ho visto un anziano aggirarsi sul piazzale dove avevo trovato ospitalità per la notte intento alla riscossione abusiva di 100L da ogni automobilista in arrivo per la sosta; io ho voluto dargliene il doppio e quando sono rientrato dalla visita ai luoghi prescelti mi è venuto a cercare per donarmi due mele. Altre persone mi hanno manifestato il loro impegno nel dedicarmi del tempo per aiutarmi a trovare un museo il cui indirizzo su LP è risultato inesatto. Oppure la mia ricerca di Buke, pane fresco, ricevendo indicazioni da un venditore di strada. A Permet invece mi è sembrato un po' interessato l'aiuto ricevuto da una addetta dell'ufficio turistico (il primo che intercetto durante il viaggio) quando mi ha accompagnato in un negozio poco lontano dove ho acquistato la specialità del posto: frutta caramellata che poi non so se sarà di mio gradimento. Invece si è dimostrato cordiale il responsabile di una grande stazione di servizio del luogo al quale ho chiesto ospitalità per la notte: accordata subito a costo zero. A Gjirokaster invece ho trovato una venditrice in un negozio nell'area del bazar che non parlava italiano, ma conosceva lo spagnolo. Io ero fortemente indeciso su un piccolo acquisto da 8€, stava piovendo e c'era poca gente in giro così ci siamo dilungati a parlare. Lei, Evi, con titolo di studio tipo ragioniere giuridico, 26 anni, non trovando un lavoro adeguato opera nel bazar di proprietà di parenti a 500€/mese, ha parenti a Pisa che fanno i parrucchieri e a lei piacerebbe raggiungerli; insomma, a un certo punto mi ha offerto l'oggetto a 6€ anziché 8 senza che io intavolassi nessuna trattativa, solo perché avevo parlato con lei a lungo di vari argomenti a lei ignoti. Nello stesso giorno ho ricevuto prima una notifica Vrbo per un ospite nuovo che arriverà a fine settembre e si tratterrà per dieci giorni (ho pensato: soldi inattesi da allocare con leggerezza un po' a me e un po' al Burkina Faso) e poi una comunicazione dall'avvocato inerente alla vicenda truffa per la quale devo sborsare metà di quanto incasserò da Vrbo (fine dei sogni). E poi il giorno 20 quando, salendo su un nastrino d'asfalto che sembrava dovermi portare in cielo, ho raggiunto un complesso monastico trovandolo chiuso. Un cartello indica un numero telefonico da contattare, operazione che io ho tentato due volte senza ottenere risposta. Nel frattempo è arrivata un'auto locale ed io ho cercato di farmi aiutare in qualche modo. Sono stato invitato ad accomodarmi al bar di proprietà di queste persone nell'attesa. Quando ho richiamato quel numero finalmente ho sentito lo squillo e alla voce che rispondeva ho avuto la prontezza di passare l'apparecchio al tipo del bar che ha spiegato della mia presenza per la visita. Poco dopo si è manifestato il tipo che non solo mi ha consentito la visita, ma anche di riprendere foto a volontà. Ovviamente il tutto nella lingua dei segni, si fa per dire. Questi ed altri sono tutti ricordi che mi faranno tenere questo paese ed il suo popolo in una giusta considerazione, sottolineando che dove è minore la presenza turistica meglio è, come ovunque nel mondo. Per questo ho rivalutato SH (con un numero al seguito identificano le strade secondarie) dalle S e dalle A (strade veloci e autostrade).


24.IX.2024

Torno alla scrittura perché ieri ho vissuto una giornata con degli aspetti entusiasmanti. Dopo Ksamil inizia la tanto decantata riviera albanese dove le spiagge sarebbero da sogno. Più che le spiagge a me sono piaciuti i panorami che si godono lungo la strada, una specie di costiera amalfitana con continui sali e scendi, tanto che le spiagge sono sempre lontane e spesso impegnative da raggiungere, ma soprattutto, sono strutture private organizzate sul modello Versilia: inoltre costruzioni nuove in corso da per tutto, sbancamenti di montagna come se si trattasse di un gioco da bambini. Il mare invece è un'altra cosa, sempre magnifico. Ad un certo punto vedo la possibilità di raggiungere molto facilmente la località chiamata Porto Palermo e pertanto mi infilo sulla strada che in poche centinaia di metri mi consente di parcheggiare con il muso quasi nell'acqua vicino ad altri tre simili ad ALIBI, tutti di nazionalità francese. Il luogo è costituito da una piccola baia con l'essenziale o poco più, ma con un mare super. Mi decido per un giro di orientamento prima di salire sulla collina per ammirare una fortezza triangolare che è nota per una storia che ritengo poco veritiera. Girando lo sguardo ovunque incrocio una scritta “fish shop” e mi ci dirigo curioso di vedere la tipologia di pesce disponibile per il pubblico. Già il tipo mi è sembrato molto greco (questa zona è molto abitata da persone con quella origine e le indicazioni spesso sono bilingue), non parla l'italiano e così in inglese ho chiesto che cosa avrei potuto comprare con tutte le limitazioni del mio stato. Sul piccolo banco ho visto solo orate di medio/piccola dimensione. Mentre ero lì si è presentato presumibilmente un pescatore che ha lasciato due sacchetti di plastica pieni di altro pesce, ma sempre della stessa specie. Intanto il greco ha aperto il frigo per farmi vedere: l'alternativa sarebbe stata la spigola, ma le misure non sarebbero state compatibili con la mia pentola a pressione. Dopo avermi suggerito pesce da zuppa o la cottura all'aperto, cioè alla griglia, vedendo la mia perplessità è tornato al frigo pescando alcune orate sotto taglia per un peso complessivo di kg. 0,8 (probabilmente di taglia poco vendibile) offrendomele in regalo: sono rimasto spiazzato e l'ho ringraziato molto calorosamente con una stretta di mano che lui ha tardato a ricevere per potersi prima lavare le mani. A quel punto ho messo in frigo il prezioso dono e sono andato a perlustrare la fortezza, ma al ritorno ho deciso di mettermi subito a cucinare le 4 orate. A seguire ho indossato indumenti da spiaggia e mi sono messo con i piedi a bagno nell'acqua trasparente dove il fondo è costituito da minuscoli sassolini chiari. Non facile camminarci sopra senza protezione, ma il piacere di farsi scartavetrare e ripulire dalla natura è stata una grande sensazione: mi ha fatto pensare ai pesciolini che in oriente vengono utilizzati per la pulizia della pelle. Giocoforza Porto Palermo è diventato il mio secondo posto del cuore in Albania.

Ad Orikum, poco lontano da Vlore/Valona, oggi ho invece potuto risolvere facilmente il problema del colecalciferolo che non avevo al seguito attraverso l'aiuto di una farmacista dal volto assai grazioso, dotato di un sorriso accattivante, laurea a Siena, rientrata da una decina d'anni, contenta della scelta perché qui è la titolare della sua impresa, dotata di una padronanza della lingua italiana come solo i toscani hanno. Le condizioni meteo mi hanno portato a decidere di lasciar perdere l'escursione sulla montagna e a fermarmi in un posto diverso da dove avevo trascorso la notte (poco lontano dalla base navale), all'inizio del lungomare dove erano presenti un paio di camper tedeschi. Nel pomeriggio è apparso il sole, il che mi ha consentito di muovermi per la spiaggia e mettere i piedi a mollo per la seconda volta in Albania, ma la terza in stagione considerando anche SBTr.


02.X.2024

Dal giorno 25 ad oggi si è portata a conclusione l'esperienza del viaggio in Albania; non era né previsto né voluto, ma si è trattato di un crescendo. La sosta a volo d'uccello a Vlore non mi è dispiaciuta per niente, poi Zvermec, l'isoletta raggiungibile a piedi percorrendo un ponte in legno a filo d'acqua, quindi il parco archeologico di Apollonia dove ho avuto la conferma che mi sono trasformato anche in un esploratore da museo. Senza perdere tempo, conclusa la visita subito via per Berat, altra località Patrimonio UNESCO, città in stile ottomano abbarbicata su un costone di ripida collina, ma raggiungibile su strade semplici e con la facilitazione della sistemazione notturna identificata al primo colpo. Le visite alla cittadella e al museo Onofri sono filate via benissimo, ancora quasi in assenza di turisti. E già, perché dopo essermi fatto la ripida salita sino alle porte della cittadella, ho potuto constatare che da un'altra parte possono salire i pullman a scaricare frotte di turisti, in particolare francesi e spagnoli nel momento della mia visita. Scendendo ho poi puntato il Museo Etnografico, ma arrivato al dunque l'ho trovato chiuso per lavori: Uffa! La giornata era soleggiata e calda ed io non ero intenzionato a rientrare a casa. Quindi mi sono dato ad una esplorazione a Gorica, il quartiere al di là del fiume storicamente abitato dai non islamici e poi, rientrando, mi sono dedicato agli edifici di culto: tutti inaccessibili a quell'ora.

Restare ancora una notte o penetrare la valle dell'Osum alla ricerca della cascata e dei canyon? Vinta la stanchezza con un caffè della casa ho lasciato il parcheggio indirizzandomi su una stradina impegnativa che riserva panorami indimenticabili sulla vallata. Coltivazioni ovunque, sia a fondo valle che sulle pendici delle montagne, tanti ulivi, melograni, vigne, altri alberi da frutta nonché ortaggi e coltivazioni in serra (le prime e uniche che ho visto), piccoli gruppi di ovini e caprini condotti da pastori, in lontananza anche bovini: un paradiso terrestre! Dopo oltre un'ora di viaggio per percorrere poche manciate di chilometri, all'improvviso, sul lato sinistro della strada, noto una indicazione per la cascata di Bogova e non me la lascio scappare. Una volta imboccata la strada diventa strettissima e poi picchia in discesa mentre l'asfalto finisce. Per fortuna che ho avuto il buon senso di fermarmi su un ampio pianoro appena iniziato . A quel punto si è materializzato uno spartano VW tedesco che si è sistemato a debita distanza. Il driver è subito sceso alla ricerca di legna per il fuoco su cui cucinare mentre io lo osservavo apprezzando questo modo di viaggiare tipo carovana del west. Silenzio assoluto e presto buio totale: il cielo mi è sembrato un concentrato di stelle per quante se ne vedevano. La mattina successiva sono partito a piedi per raggiungere la cascata, ma oramai con il passo che ho chiunque mi supera, specialmente in salita; infatti a breve sono stato raggiunto dalla coppia tedesca con la quale ho scambiato qualche parola invitandoli poi a proseguire essendo loro palesemente più veloci di me. Nel mentre stavo per arrivare alla meta mi hanno superato altri tre tedeschi. E poi la cascata: l'acqua si raccoglie in due vasche comunicanti dove predominano le tonalità del verde. Il tedesco VW si era già denudato e si è tuffato nella prima vasca, ma la sua permanenza in acqua non è durata molto; mentre usciva gli ho detto che forse era troppo calda? Così, fra una risata e l'altra abbiamo conversato. Mi ha chiesto se conosco il Tagliamento dove loro avevano frequentato un sito simile a questo: ne erano rimasti entusiasti. Lui si chiama Stefano e lei Gabry, vengono da un villaggio della Baviera, conoscono la Liguria, ma solo quella di ponente nella parte montagnosa che va poi a confinare con il cuneese. Ho saputo dei loro nomi perché ho citato S.Stefano d'Aveto come zona di probabile interesse per loro, quindi lui mi ha detto che si chiama Stefano ed io l'ho messo al corrente che abito in una via con il nome Stefano. Dopo loro si sono messi a conversare con i connazionali. Il lui si è tuffato quasi subito, la lei dopo essere arrivata a bagnare il ventre ha temporaneamente rinunciato, ma al secondo tentativo effettuato poco dopo ce l'ha fatta. Io ho salutato tutti e mi sono avviato soddisfatto. Quando è venuto il momento di abbandonare il pianoro tutto il gruppo tedesco era attorno al VW: gli ultimi tre curiosi del veicolo lo stavano ammirando ricevendo spiegazioni dai due proprietari. Ho chiamato Gabry e ci siamo salutati a braccio da lontano. Ho avuto un momento di perplessità prima di affrontare la ripida salita sterrata, ma poi mi ci sono buttato tirando la prima fino a guadagnare l'asfalto, fortunatamente senza incrociare nessuno. Da lì ho proseguito per un'oretta sino ad arrivare a cogliere il canyon. Non sono rimasto particolarmente impressionato, ma questa valle che non ha sbocco l'ho trovata estremamente attraente. Ora non mi è rimasta che Tirana da raggiungere e visitare. Da giorni ho verificato P4N e ho identificato un paio di posti da testare, ma dopo la precedente esperienza che si era tramutata in un transito senza possibilità di fermarsi mai, ho optato per l'opzione in zona Blloku. Da Berat la strada è stata ottima; ad un certo punto sono entrato in autostrada, il che mi ha consentito di guidare alla folle velocità di 90 km/h. Per un errore mio di impostazione della destinazione stavo rischiando il fallimento (avevo scritto il nome della Rruga), ma questa volta ho prontamente ripreso in mano la situazione partendo direttamente dall'applicazione e al secondo giro ho identificato il parcheggio sito a fianco allo stadio di calcio della Dynamo. Un po' sullo stretto ed affollato, ma era giusto l'ora in cui molte auto se ne stavano andando e così, con un po' di pazienza, mi sono sistemato. Erano presenti vari camper furgonati, principalmente tedeschi, ma la zona migliore era quella dove ne avevo notato uno spagnolo. Dopo aver fatto la posta per un po' ho deciso che inizialmente sarei stato dove mi ero messo. Subito sono andato in esplorazione nella zona trovandola piena di vita. Durante la notte, verso le quattro del mattino se ne è andato un furgone da lavoro che era sistemato a fianco a me che già occupava una posizione migliore rispetto ad ALIBI, ma io avevo in mente quella dello spagnolo e quindi non mi sono mosso. Alle sei ho dato un'occhiata fuori e ho visto che si era liberato uno spazio assolutamente migliore vicino allo spagnolo e pertanto ho dato motore ed ho manovrato per conquistarlo. Nei giorni scorsi mi ero preparato un itinerario a piedi da percorrere e così sono partito puntando inizialmente alla piazza intitolata a Madre Teresa (Nene Tereza) e poi via via puntando al centro (l'immensa piazza Skanderberg) dove avrei visitato sia il Museo nazionale di storia che la Galleria nazionale d'Arte. Con grande sorpresa ho appreso da una vigilessa alla quale mi ero rivolto che entrambi erano chiusi per grandi lavori: Uffa per l'ennesima volta! Mi sono visto “costretto” a visitare Bunk'Art2, visita angosciosa che mi ha fatto fare tante considerazioni fra ciò che li avveniva durante il periodo comunista – tutto molto ben documentato - che non era nulla di diverso da quanto avveniva in Italia o in Germania o altrove, ma soprattutto da quanto tuttora avviene in molte parti del mondo (Israle, Siria, Russia, Ucraina, U.S., etc. etc.,) e con le nuove restrittive leggi emanate dal governo italico non so dove si andrà a finire. Per ripulirmi la testa dai pensieri ho poi girovagato sempre all'aperto che qui è molto piacevole, specialmente dove gli alberi sono più presenti e ci si può muovere all'ombra senza sentire il peso dei 30°. La Piramide, tanto criticata da LP, l'ho trovata gradevole così come i vari grattacieli tutti con caratteristiche peculiari e diversi fra loro. Ho appreso che così come l'architetto Bosio aveva dato il suo incisivo contributo ai tempi dell'occupazione italiana, in epoca più recente lo studio dell'architetto Boeri - richiesto da Rama allora sindaco della città - ha dato l'impronta alla Tirana di oggi. Quindi, non avendo potuto visitare i due musei più significativi di tutta l'Albania, ho goduto degli spazi e delle nuove opere, apprezzando però moltissimo anche la Moschea Et'hem, peraltro affrescata da maestranze veneziane al tempo che fu. Persino il Museo della Banca nazionale era chiuso. Sempre marciando ho iniziato il rientro con divagazioni quando ritenute necessarie. In giro tanta gente, tanti giovani, qui anche turisti italiani di ogni età condotti da guide, giovani coppie italiche autonome. Rientrato a causa esausto per le 17.30, il giorno successivo ho optato per un giro in bici alla caccia dei palazzi impreziositi dagli schemi colorati apportati sulle facciate da importanti artisti, così come segnalato da LP, inserendo nell'itinerario anche la villa dove aveva vissuto il dittatore, il ponte dei conciatori, Pazar i Ri e il Centro Mondiale Bektashi. Le facciate dipinte sono state una bufala, ciò che più ha destato il mio interesse è stata l'ultima meta che, per raggiungerla, oltre ad essere fuori mano, bisogna pure pedalare in salita, cosa che con una bici pieghevole a ruota piccola rende l'impresa impegnativa. In ogni caso ho trovato incredibile come in ogni Rruga della città ci siano ristoranti e caffè, bar e chioschi per spremute di melograno etc. A me i prezzi sono sembrati elevati: eppure so che ci sono persone che qui vivono con 500€/mese. Ma girano anche tanti prestigiosi SUV, si vedono preferenzialmente marchi come Audi, Mercedes, BMW, Range Rover etc. Sono passati solo poco più di 30 anni dagli esodi via nave verso l'Italia e l'Albania, con soldi puliti o sporchi riciclati delle sue organizzazioni criminali, presenta disparità sociali ed economiche evidenti. I nomi delle famiglie importanti che storicamente hanno detenuto ricchezza e potere sono sempre gli stessi sin dal Medio Evo, forse ora ci saranno anche i nomi dei grandi trafficanti internazionali, o forse non compariranno perché occultati da società di comodo. Ho lasciato Tirana domenica nel tardo pomeriggio e sull'autostrada verso Durazzo, in senso di marcia opposto al mio, le auto viaggiavano a passo d'uomo in coda: il grande rientro da una giornata al mare. La distanza è breve e si copre in fretta; allo svincolo mi sono indirizzato verso la spiaggia, ma il primo approccio è stato molto negativo. Qui le costruzioni, principalmente alberghi, poggiano sulla sabbia fronte mare; a seguire verso la strada principale si susseguono tre parallele strette piene di altre costruzioni. In pratica l'accesso libero al mare non c'è, è tutto privato. Mentre stavo percorrendo la prima parallela dietro agli alberghi, ad un certo punto questa piega a 90° per indirizzarsi sulla strada principale ed è così che ho notato sulla seconda parallela uno spazio favorevole: mi sono fermato e ci ho trascorso due notti mentre di giorno ho camminato sulla spiaggia, ho messo i piedi in acqua (l'Adriatico è molto più caldo dello Ionio), ho esplorato ed ho usato anche la bici per andare verso sud dove però la presenza di insediamenti militari rende impossibile raggiungere il mare per lunghi tratti. Sono stato a fare acquisti di prima necessità, ho visto i pensionati all'opera chi con gli scacchi chi con il domino come avevo già notato a Scutari, ho acquistato delle olive da un venditore su marciapiede senza che fra noi fosse possibile spiaccicare una parola condivisa (amarissime le olive, forse non trattate con i vari lavaggi di acqua fredda) .

E così il viaggio è finito; trascurando piccole problematiche personali o riguardanti ALIBI, ho trascorso le ultime ore parcheggiato davanti allo stadio comunale di Durazzo preparandomi i bagagli da portare a bordo (questa volta anche la cena dopo l'esperienza poco positiva dell'andata). Le operazioni sono filate vie veloci e senza intoppi; l'avventura con ALIBI sulla parte sud dei Balcani si è conclusa scrivendo da varie postazioni della nave, evidenziando che questo piccolo paese è pieno di sorprese e di bellezze naturali, la gente spesso appare burbera, ma è sempre disponibile, ci sono tante contraddizioni e forse anche questo lo rende un paese interessante da scoprire. Personalmente ho gradito maggiormente i luoghi dove girano meno SUV, ma credo che presto li si troveranno ovunque. Ricorderò le SH dove apparentemente ero l'unico sul percorso, terrò memoria in particolare di Voscopoje e Porto Palermo come posti del cuore.

Il Nomade: dopo aver avuto un inizio e poi un durante è giunta la sua fine.

Il giorno 18 luglio 2024 ho completato gli ultimi interventi su Il Nomade asportando parti in vetroresina che utilizzerò in cima alla collina dove desidero realizzare una testimonianza a lui dedicata. 

Il trasporto all'ultima tappa del suo vissuto è fissato per domani. Strane coincidenze: il suo inizio avvenne nel 2011 con cerimonia in stile tibetano sul piazzale antistante la salita per la Chiesa di S.Stefano, il suo addio avverrà sullo stesso piazzale, ma dalla parte opposta ed in direzione contraria. Sarà nel giorno che per tanto tempo è coinciso con l'anniversario di mia mamma. 

Da Pilote R850S dell'aprile 1990, anno di nascita di Marta, eri diventato - attraverso varie trasformazioni culminate nel 1998 - MonPilote (in particolare dal 2003 quando un contrastato passaggio di proprietà ti rese “mio” in esclusiva) per poi essere completamente riorganizzato a cavallo del 2010/2011 con l'obbiettivo di partire per il Grande Viaggio con motore rigenerato in ogni sua parte a 209.000 km: allora vestisti la livrea de Il Nomade e la mantenesti sempre con coraggio, anche nelle occasioni di maggior sofferenza che non ti sono mancate. 

Tu eri incolpevole di ciò: i colpevoli sono stati gli umani nella persona dell'allestitore e in quella mia che hanno creduto alla favola che dopo i lavori di ristrutturazione la situazione dei carichi da portare non sarebbe cambiata. Partendo da questo falso presupposto svelato al momento di renderti più tonico, per rinforzare il tuo avantreno con molle e ammortizzatori più potenti, solo allora mi resi conto che tu eri omologato per sopportare 31 q.li, ma nella nuova versione, a vuoto, eri già sulla soglia dei 42! 

E come se non bastasse in Belize ti costrinsi ad un carico ulteriore di quattro umani; tu sei stato eroico ed io sono sempre stato dalla tua parte, cercando di accudirti al meglio in ogni occasione, sino a che ho capito che non sarebbe stato possibile andare oltre. Sei stato a riposo nell'area del frutteto senza più vedere né strade asfaltate né piste sterrate, così come invece eri stato abituato per una parte dei 300.656 km. percorsi, dei quali ben 277.000 al servizio della mia famiglia e poi esclusivamente mio (complessivamente oltre trentuno anni di avventure su strade europee, africane e delle Americhe).

Anche Gwen ti ha molto amato. Ma tu ultimamente non eri felice di startene lì fermo: addio parte di me, che tu abbia le giuste ricompense, tutte meritate, e che ci si possa incontrare ancora da qualche parte, magari su qualche sia composta da delle stelle. Quanti posti abbiamo visto, quanta gente abbiamo incontrato, quanta fatica abbiamo fatto: tutto questo resterà in me fin che avrò aria da respirare, e anche dopo, fuori di me, per chi volesse conoscere le nostre complicità avventurose cliccando www.nomadesempre.blogspot.com 

Siamo stati bene insieme, siamo stati una coppia ben affiatata: ringrazierò sempre per il tempo che ci è stato dato da trascorrere uniti.

Prima vera esperienza a bordo di ALIBI attraversando Francia, Spagna e Marocco fra gennaio e marzo 2024

29.II.2024

Incredibile, non riesco a capacitarmi come questo file che avevo aggiornato con miei scritti sino a pochi giorni prima della partenza (21.I.2024) sia sparito dalla sezione documenti: questa è la copia recuperata su Time Machine in data 08.XII.2023, il che vuol dire che ho perso considerazioni espresse durante circa due mesi di tempo, e me ne ricordo alcune molto interessanti! Peccato, ma di fronte a casi come questo, simile a quello del furto del p.c. alla fine del viaggio nella penisola scandinava, non resta che accettare la situazione, anzi, mi fa capire che scrivo per un piacere personale del tutto effimero: come tale tutto scomparire da un momento all'altro.

Mi ero accorto di questa vicenda mentre ero in Spagna quando, volendo aggiornare il “diario”, non sono riuscito a rintracciarlo. Quindi, anche perché i ritmi del viaggio non me lo consentivano, ho deciso di lasciar perdere, per quanto con una punta di amarezza. Oggi è il giorno in cui, dopo essermi imbarcato sulla nave Excellent di GNV diretto a Genova, ho per la prima volta il tempo e la voglia di indagare sull'accaduto. Le mie competenze in materia non aiutano e così mi sto accontentando di operare su una copia conservata formattata.


22.I.2024 Sono pronto a partire abbastanza presto senza aver visto Ugo al quale ho predisposto il servizio dispenser per il cibo; giornata resa complicata sul far del mezzogiorno quando sono in area Imperia: il display sul cruscotto segnala insistentemente problema al motore. Interpellato Alberto - meccanico di fiducia -, accetto il suo consiglio di effettuare uno stop in casa Fiat finalizzato ad effettuare una diagnosi. Quindi esco dall'autostrada e mi dirigo presso uno degli indirizzi trovati sul web dove apprendo che lì non è possibile procedere e vengo indirizzato ad un altro operatore che però aprirà dopo le ore 14. Alla fine la diagnosi viene realizzata ed evidenzia un problema del sistema catalitico; sia il meccanico locale che Alberto mi dicono che posso continuare. Guido a lungo per raggiungere Port de la Tour Fondue, imbarco per Les Porquerolles, mia prima meta da visitare in questo viaggio. Mi sistemo in qualche modo per l'escursione del giorno successivo in un parcheggio lato strada; c'è un buio che più buio non si può, ma sulla strada non c'è stato alcun movimento durante tutta la notte.

23.I.2024 Alle nove del mattino sono a bordo di un ferry in una giornata tersa e ventosa. Esploro l'isola percorrendo 12,6 km. che sono soddisfazione pura per l'ambiente nel quale mi sono trovato a muovermi senza alcun umano a distanza percepibile dagli occhi. Al rientro sulla terraferma mi sento con le energie per proseguire e guido sino ad Arles dove, a causa di lavori in corso e traffico, manco per due volte il punto individuato per la sosta notturna, ma alla fine lo colgo nell'area adiacente ad un museo affacciato sul fiume il quale, nel proseguire verso il mare, crea l'area magica denominata “Camargue”. Si tratta di un parcheggio auto e sono l'unico camper in sosta notturna.

24.I.2024 Partenza su stradine di campagna gradevoli con pit stop ad Aigues-Mortes, poi a Port-Vendres, quindi a Banylus-sur-Mer, Cerbère e Llançà, il che vuol dire che sono in Spagna: sono da poco passate le 17, il cielo è limpido, si vede già la luna e sono in grado di effettuare una esplorazione del luogo avendo parcheggiato in un ambito protetto dove ci sono altri due simili.

25.I.2024 La strada è tortuosissima, ma anche bellissima: stop brevi e ripetuti per panorami unici come El Port de la Selva, quindi Cadaqués e Port Lligat che vuol dire casa del grande artista contemporaneo di Picasso, Salvador Dalì. Anche se il parcheggio sarebbe stato invitante per fermarsi più tempo, nel pomeriggio io allungo a Port de Roses, gradevole centro con difficoltà per la sosta, dove apprendo con piacere di quanto il gasolio sia più conveniente che in Francia/ Italia (1,45€/lt). Ma non mi fermo e proseguo sino a Besalù, località dell'interno che mi consente di apprezzare strada, panorami ed il piccolo borgo stesso dove sosto per la notte trovando un posto defilato con tanti fratelli.

26.I.2024 Oggi è il giorno del mio anniversario e desidero festeggiare iniziando con la visita di Pals, altro borgo piacevolissimo, quindi Palafrugell che è un'altra cosa rispetto a Pals, ed infine Tossa de Mar dove, appena trovato un posto con tanti compagni, parto in esplorazione della cittadina quando sono già passate le 17. Sono giusto in tempo per arrampicarmi verso il faro e godere di un bel tramonto; molti turisti transoceanici in giro, ma come cala il buio nel centro storico non ci rimane nessuno: tutto chiuso! Con difficoltà, su segnalazione di una tabaccaia gentile, rintraccio un ristorante e mi sistemo per la cena: in un luogo così tanto turistico, come altri visitati precedentemente, ho notato che i locali non parlano l'inglese! Comunque ci capiamo e vado di pesce, anche esagerando un pò!

27.I.2024 La meta odierna è Tarragona: una volta raggiunta la località mi sistemo non lontano da un centro commerciale e da lì parto a piedi per la mia esplorazione che, in otto km., mi consente di apprezzare il centro storico Patrimonio UNESCO. Rientrando metto il naso per qualche acquisto nel centro commerciale prima di ritirarmi per la notte: sto ultimando il cibo pre cotto che mi ero portato al seguito e sono contento che a bordo stia funzionando tutto a dovere. Il display è la mia croce: ora segnala problemi alle candelette e continua ad emettere fastidiosi segnali sonori in dipendenza della chiusura delle porte.

28.I.2024 Lasciando Tarragona è d'obbligo lo stop all'imponente acquedotto Romano, quindi Reus, luogo che diede i natali ad Antoni Gaudi: altro centro che mi conquista. Trovo un posticino alla stazione ferroviaria e poi via a piedi per visitare Il Centro Gaudi che risulta di mio gradimento. Apprendo anche che Salvador Dalì fu suo conterraneo. Poi procedo per la foce dell'Ebro pensando di trovare similitudini con il delta del Po o della Camargue, ma non è così, piacevole ma non dello stesso livello. Allora, su segnalazione di Park4Night raggiungo in maniera fortunosa per una stradina che è già tanto chiamarla così, La Basilica de Santa Maria del Lledò. Questa si è rivelata essere una buona scelta: da solo, ma con acqua a disposizione, trascorro una notte tranquilla.

29.I.2024 Meta odierna Valencia. Arrivo e mi trovo attorniato dal traffico di una grande città, le indicazioni per parcheggiare dell'applicazione risultano tutte inutili; ad un certo punto adocchio da lontano un furgone parcheggiato, lo raggiungo e mi sistemo al suo fianco tirando un sospiro di sollievo. Nel dirigermi verso il centro della città prendo prima nota del posto: memorizzo il nome Gomez-Ferrer. Raggiunto l'Ufficio del Turismo ottengo una mappa e trovo conferma che proprio qui non ne vogliono sapere di parlare altre lingue al di fuori delle loro, in questo caso il Valenciano e lo Spagnolo. Comunque ci si capisce. Inizio la visita dal Mercato in modo da sistemare anche lo stomaco con una paella e poi, prima di puntare i vari monumenti, mi costruisco un programma in modo da raggiungere Gomez-Ferrer in prosecuzione dall'ultima meta. Detto fatto: questo è il giorno in cui cammino per 15 km. con sorpresa finale che mi lascia nel panico. Vedo tutto ciò che posso vedere, fatti salvi certi musei chiusi, e, come da programma, dopo Torres de Serranos, vado verso quel Gomez-Ferrer che il gps mi segnala. Arrivato non mi ci ritrovo così comincio ad andare avanti e indietro sino a che, non trovando nessuno in grado di aiutarmi, mi decido a chiamare un certo numero telefonico a disposizione dei visitatori: da qui iniziano i rimpalli con la polizia locale, che pure chiamo, senza trovare risposta al mio quesito circa l'aver parcheggiato in una piazza Gomez-Ferrer mentre ora mi trovo in una strada per cui vorrei sapere se esiste una piazza intitolata allo stesso nome. Mentre sto dialogando con difficoltà mi si avvicina una signora che ha sentito il mio grido di dolore e mi vuol aiutare. Infatti sul suo cellulare trova l'esistenza di una piazza con quel nome, ma nelle mie mappe non è rintracciabile! Mi accompagna ad un posto di polizia non lontano che poi è la Guardia Civil dove lei è sicura che non mi lasceranno per strada. In effetti una Guardia in particolare si prende cura di me, coinvolge telefonicamente la polizia locale la quale continua ad affermare che non esiste una piazza con quel nome in tutta Valencia. Alla fine, essendosi fatto tardi, decido di trascorrere una notte in albergo per riprendere la ricerca con il chiaro mentre tutti mi dicono che sarà come cercare un ago nel pagliaio. Io non perdo la calma, ma sono provato: raggiungo l'albergo più vicino, prendo una camera e pongo lo stesso quesito alla reception chiedendo una mappa più dettagliata onde trovare la piazza che la generosa signora aveva identificato, ma niente da fare; allora mi infilo in doccia, non ho fame e quindi mi metto a letto dove però trascorro una notte agitata.

30.I.2024

Verso le sei mi alzo e mi dedico all'indagine tendente al recupero di ALIBI; provo varie ipotesi, ma alla fine quella che si è rivelata vincente è maturata nel modo seguente: aprendo al massimo le mappe sulla base dei tentativi di parcheggio Park4Night andati a vuoto e sulla base dei ricordi mi sono concentrato su un luogo che prevedeva 35' per arrivare all'ente del turismo, esattamente il tempo che ricordavo mi era stato indicato da google maps al momento del parcheggio. A quel punto ho trovato un riscontro con ciò che mi aveva indicato la signora che mi aveva accudito ieri sera: una piazza con il nome che ricordavo. Utilizzando una linea metropolitana ho avvicinato il luogo verso il quale ho proseguito a piedi. Purtroppo lungo la strada non trovavo riscontri visivi, ma poi, arrivandoci da una direzione diversa, ho visto in lontananza le immagini dei fari che ALIBI porta sulle portiere posteriori: sono stato assalito da un sentimento di estrema incontenibile felicità! Lui era li pronto ad accogliermi, ma soprattutto io ero riuscito nell'impresa da solo seppur con quella preziosa indicazione della signora di ieri sera. Ho voluto fotografare il nome della piazza a futura memoria dell'accaduto: Plaça de Rafael Gòmez-Ferrer Sapina (Notar). Il posto sbagliato invece era solo Gòmez-Ferrer (medico). Quando ho raccontato l'accaduto a Giorgio egli mi ha insegnato come fare a fissare sulla mappa il punto del parcheggio proprio per non dover incorrere in situazioni simili in futuro. Complessivamente è stata una esperienza del tutto inattesa e difficile da affrontare, alla quale ero totalmente e forse ingenuamente impreparato.

Ricomposto l'equipaggio ALIBI, in una giornata tendenzialmente grigia, si è diretto verso la zona delle moderne realizzazioni architettoniche trovandole fantastiche, poi il porto e quindi Alfafar, la zona umida che comprende El Saler. Lì ho incontrato una comunità di Flamingos: entusiasmante.

Proseguendo abbiamo raggiunto Cartagena dove la sosta è avvenuta sul grande piazzale di un centro commerciale dotato di Carrefour. Mi ci sono subito fiondato per acquisti, decidendo successivamente di trascorrervi la notte.

31.I.2024

Spostandomi con Alibi verso il porto trovo un parcheggio dal quale, a piedi, raggiungo il centro storico dove mi dedico alla visita del Teatro Romano. Dopo essere tornato al centro commerciale punto Decathlon dove mi decido per l'acquisto di una scarpa più leggera rispetto alla Clark in dotazione per questo viaggio: tutta un'altra cosa poter camminare più leggeri ora che dovrei muovermi sempre di più in ambienti asciutti.

Dopo effettuo una puntata a San Javier – La Manga del Mar Menor che in passato doveva essere un luogo molto affascinante, ma non ora che si presenta completamente occupato dal cemento! Inversione di marcia e via per Murcia dove punto direttamente al parcheggio Ikea che so essere ospitale per chi viaggia a bordo di camper. Infatti vi trovo una camperopoli dove mi sistemo dignitosamente per trascorrere la notte. All'arrivo svolgo le solite procedure, ma questa volta Webasto Dual Top, dopo essere regolarmente partito, si spegne e non ne vuole più sapere di ripartire: il led emette un segnale verde lampeggiante che il libretto di istruzioni non mi lascia comprendere di che si tratta. Allora chiamo Mario e chiedo le coordinate del riparatore Webasto di Rho che mi aveva molto ben impressionato a suo tempo tanto da segnalarlo anche a lui in modo da poterlo contattare domattina.

01.II.2024

Nottata in sofferenza per come mi ero abituato: niente aria calda, niente acqua calda! Prima di contattare Pasquale di Webasto Rho chiedo a Mario di anticipare la mia chiamata con una spiegazione introduttiva. Mario poi mi riferisce che sarò chiamato da loro; in effetti dopo un po' ricevo la chiamata durante la quale ho molto apprezzato il mio interlocutore il quale mi ha chiesto di mettermi in videochiamata, prendendomi tutto il tempo necessario, per poter effettuare un intervento comandato a distanza. Si è trattato di staccare i cavi di connessione dalla batteria per poi riconnetterli: dovrebbe servire come reset, ma non ottengo nessun risultato. Pasquale non mi abbandona e mi fornisce successivamente un indirizzo di un riparatore Webasto al quale rivolgermi. Strano, in centro a Murcia, comunque ci vado, ma sul posto non trovo riscontro. Indagando sul WEB identifico il nome del riparatore che risulta in una località a circa 20 km di distanza; dopo varie conversazioni con Mario (Tiziana sul web aveva notato lo stesso indirizzo) ed aver riparlato con Pasquale, mi dirigo a Las Torres dove il tecnico dovrebbe essere disponibile dopo le 14.30. In realtà quando metto il naso dentro al negozio trovo due donne al lavoro, delle quali una è la moglie. Costei mi vorrebbe dare un appuntamento fra qualche giorno, ma io replico che sono in transito e che a qualsiasi ora sarei felice di avere la visita del marito il quale, come avevo immaginato, esegue assistenza mobile in giro per campeggi e/o camperopoli autoformatesi in quest'area. Dopo avermi informato che in fuori orario ci sarà un sovrapprezzo, formalizziamo per l'intervento in serata; vengo indirizzato in un'area camper sul territorio e da quel momento mi metto in attesa, ma non resto fermo. Contatto Claudio Allvin al quale chiedo la posizione dei fusibili Webasto che non sono riuscito a trovare; egli, schemi e foto alla mano, mi indirizza dietro ai cassetti, ma mi spiega che il problema non riguarda l'impianto elettrico e quindi non può aiutarmi oltre. Allora preparo il terreno per l'intervento smontando la zona letto e togliendo i cassetti. Verso le 18 il tecnico si fa vivo: spiego ciò che ho già fatto sotto la guida del suo italico collega e poi lui comincia proprio dai fusibili. Ne trova uno bruciato e lo cambia, mi accenna che probabilmente il problema potrebbe essere generato dalla ventola, il fusibile salta ancora un paio di volte sin tanto che Webasto sembra in condizione di lavorare. Purtroppo dopo circa 30' dal suo intervento ed i 40 € pagati l'apparecchiatura va in blocco nuovamente. Posso continuare il viaggio anche con questa avaria, a patto di trovare luoghi per la notte che non subiscono un elevato delta termico rispetto al giorno. Il problema si sente non tanto durante la notte – basta coprirsi di più – ma quando mi alzo dal letto al mattino. Sopperisco preparando l'acqua calda per il tè e contemporaneamente scaldando dell'altra acqua per lavarmi come fanno gli uccellini!

02.II.2024

Lascio questa località non senza aver raggiunto un meccanico Fiat per la sostituzione della lampada anabagliante lato passeggero che avevo trovato già alcuni giorni fa fuori uso. Anche qui ci capiamo, anzi parliamo anche un po' con tanti sorrisi e battute, dei 15 € richiesti alla fine ne vanno bene solo 10 per mancanza di cambio per il resto.

Parto volendo percorrere un itinerario su strade secondarie montagnose che, seppur impegnativo, si rivela particolarmente interessante: Alguazas, Mula, Lorca, Veléz-Rubio e soprattutto Vélez-Blanco, sino a raggiungere in serata Cuevas del Almanzora dove colgo un tramonto da fotografare in un ambiente naturale ampio sul mare con tanti fratelli già sistemati, molti dei quali con auto o moto al seguito.

03.II.2024

Primo stop a Mojàcar, insediamento che trovo affascinante arroccato su un cucuzzolo con vista sul mare; qui scopro anche il simbolo di quest'area che non esito a fotografare. Poi via per Carboneras, strada impegnativa che offre meravigliosi panorami, sino a raggiungere Parco Natural Cabo de Gata-Nijar in località Las Negras dove mi lascio prendere dalla bellezza della Natura in concorso di assenza di presenza umana. E' qui che ho prima un incontro affettuoso con un gatto e dopo un'altro, molto più affettuoso, con un Border Collie incrociato alla fine di una escursione sul promontorio non facile da percorrere a causa della consistenza del terreno assai sdrucciolevole.

Riprendo poi la strada, sempre impegnativa e piena di scorci affascinanti, sino a raggiungere Almeria, dove mi infilo al Porto e mi sistemo dignitosamente per la notte.

04.II.2024

Per la prima volta decido di muovermi usando la bici pieghevole, della quale ho esperienza pari a zero, e si vede subito nel momento in cui inizio a prepararla sino a metterla in ordine di marcia. Quindi raggiungo il Centro Històrico dove visito la Alcazaba a costo zero.

Nel pomeriggio via per Granada, scelta questa che mi ha impedito di incontrare Pam che si trova sulla costa del Sol, solo che lei mi ha informato tardivamente ed io oramai ero già qui. Arrivando in una grande città inizialmente, come già accaduto in situazioni simili, non trovo conferme nelle soluzioni proposte dall'applicazione per il parcheggio. A volte è veramente scoraggiante, ma anche in questo caso, viaggiando lentamente e con gli occhi tesi, giunto sulla Carretera de la Sierra colgo uno spazio possibile sulla destra e parcheggio, tanto per scendere a terra e guardarmi attorno dopo aver zigzagato senza possibilità alcuna di sosta. E' così che dietro l'angolo vedo una soluzione favorevole: rapido ragionamento prima di passare all'azione che è consistita nell'effettuare un percorso a U che mi ha portato su una parallela interna del tutto residenziale molto tranquilla con possibilità di market, lavanderia automatica e fermata autobus per il centro. Preso dall'entusiasmo scelgo di effettuare una prova con il bus, prova che poi mi ha fatto affinare la scelta sulla linea da prendere più vantaggiosamente l'indomani. Infatti la prima scelta è stata quella di scendere in zona Alcazar, però a monte del manufatto, che solo per scendere in centro città senza vedere nulla perché oramai era già buio ci ho impegnato almeno 30'. Una volta arrivato a San Pedro ho ritrovato la vita e, poco lontano, anche un autobus per il rientro a casa.

05.II.2024

Giornata entusiasmante durante la quale ho percorso 10 km. partendo dal centro storico e poi concentrandomi nel quartiere che parte da San Pedro e prosegue nel Rìo Darro che prende il nome dell'Albaicìn salendo sino alla Plaza Mirador de San Nicolàs da dove si possono ammirare sia la Sierra Nevada che l'Alcazar. Dopo essermi concesso una pausa pranzo all'aperto di un ristorante, completato l'itinerario sono tornato a casa giusto in tempo per poter utilizzare la lavanderia automatica dove, con 10 €, mi sono lavato ed asciugato tutto ciò che avevo accumulato; poi qualche acquisto al market fronte casa: mi sono proprio trovato bene qui.

06.II.2024

A fronte di una giornata entusiasmante come quella di ieri, oggi ne è arrivata una un po' tribolata sin dal mattino quando, in uscita da Granada, ho schivato a pelo un blocco di trattori che si stava organizzando. Mi sono infilato in autostrada contando di avere vita facile, ma dopo un po' la Guardia Civil stava fermando tutti sempre causa trattori. Mi son sentito fortunato perché dove iniziava la coda vi era un'uscita nella quale mi sono fiondato con l'idea di muovermi su strade secondarie, peraltro bellissime. Credevo di averla scampata transitando da Illora, ma giunto nei pressi di Alcalà la Real, centro che deve essere di una certa importanza, il blocco dei trattori sistemati strategicamente attorno ad un rondò ha tenuto in scacco il traffico sino alle 17.30. Pur circolando la Guardia Civil non è successo nulla sin tanto che, appunto alle 17.30, come se ci fosse un accordo sotterraneo, sono arrivate molte auto della Guardia Civil e a quel punto, in poco tempo, il blocco si è dissolto. Il che mi ha consentito di raggiungere Cordova piuttosto tardi, ma, senza fare lo schizzinoso, ho deciso di sistemarmi nel grande parcheggio del campo sportivo, come unica e sola presenza, anche se sotto i fari della potente illuminazione della zona attorno allo stadio.

07.II.2024

La giornata inizialmente è stata dedicata a cercare di capire meglio certe da me ritenute possibili anomalie meccaniche. Ancora un interpello ad Alberto il quale non è stato in condizione, ascoltando il rumore del motore al telefono, di esprimersi se non per invitarmi ad avvicinare un meccanico Fiat. Detto fatto: sul posto sono stati rapidi a darmi udienza senza confermare le mie ipotesi e invece intervenendo sulla portiera scorrevole che secondo loro è stata la colpevole dei continui segnali sonori di anomalia. Devo dire che avevano ragione loro: nel giro di un'oretta, dopo aver anche effettuato una prova su strada, ho potuto lasciare il luogo senza avere più quel fastidio sonoro che era diventato ormai una costante: ora è un'altro vivere, inoltre, anche se non diventata perfetta, la scorrevole risponde assai meglio ai comandi di apertura e chiusura centralizzata e non. Ci siamo lasciati con tanti sorrisi dopo aver lasciato 50 € ed aver riempito tutti i bidoni di acqua della quale cominciavo ad aver bisogno. Ritornando verso il centro, in prossimità del ponte Romano, girando a dx su strada residenziale ho trovato un prezioso parcheggio che mi ha consentito di raggiungere in poco tempo Campo de la Verdad-Miraflores e, superato il Rio Guadalquivir, la Catedral dalla quale ho iniziato l'esplorazione della città. Il complesso della cattedrale sorge sul precedente corpo di fabbrica arabo del quale è stato utilizzato l'impianto completo, ben visibile nel riciclaggio del Minareto in Torre campanaria. Ciudad Patrimonio de la Humanidad, mi ha convinto per i suoi contenuti. Dopo una pausa pranzo al ristorante mi sono spinto ad ampio raggio volendo intercettare le statue dedicate sia ad Averroes (Avicenna) che a Seneca, entrambi eccelsi nativi del posto. Quindi il quartiere Judios che è sempre interessante e dove vi è una targa marmorea inneggiante all'immortale genio del giudaismo! Poi Palacio de Viana dove ho scoperto gli agrumi coltivati a spalliera e per ultimo, dopo aver sfiorato il tempio romano di Cordova, il Museo Julio Romero de Torres, dedicato all'omonimo pittore in quella che fu la sua residenza.

Credendo di fare una cosa furba mi sono spostato prima in un piazzale di un centro commerciale sperando di poter risolvere presso Media World un problema insorto alla protezione dello schermo di Iphone (non è stato possibile perché non si tratta della protezione bensì dello schermo stesso) e quindi sino alla Medina Azahara per visita il mattino dopo, ma non ho trovato le condizioni adatte e quindi sono tornato indietro sino a che mi sono sistemato sul piazzale di una stazione di servizio dove mi ero fermato in precedenza per effettuare rifornimento. Comunque notte senza alcun problema.

08.II.2024

Giornata umida e nebbiosa, ma ciò non impedisce ad ALIBI di raggiungere per la seconda volta il sito Medina Azahara, ex città di rappresentanza del Sultano che, pur avendola dotata di realizzazioni splendide, non ebbe vita lunga per vicissitudini dovute alla prematura fine della possibilità di difendere e mantenere il possesso dell'area. Il contesto è fantastico, purtroppo ciò che rimane visitabile non è tanto, ma lascia comunque intuire gli splendori del passato. Transitando per Almodòvar del Rio Alibi ha raggiunto Carmona dove, non senza difficoltà, si è sistemato su terra in pendenza color senape dove vi erano altri fratelli, nella speranza che non venisse a piovere.

09.II.2024

Invece la pioggia accompagnata da vento è arrivata durante la notte ed è andata avanti sino alle 15: il terreno era diventato un torrente, ma verso mezzogiorno, in un momento apparentemente favorevole, bardato di tutto punto mi sono spinto in esplorazione. Dopo il pranzo, quando ALIBI si è mosso, all'improvviso è arrivato il sole a ridare i colori alla natura circostante, splendida ma resa precedentemente invisibile dalla nebbia. Con il sole decido per una sosta più centrale avendo visto un posto utile: così completo l'esplorazione sentendomi di riportare ciò che ho letto scritto su un muro bianco vicino al Palazzo di Giustizia: ILA JUSTICIA ESTA' CIEGA PERO EL PUEBLO SI' VE!

Arrivo a Siviglia dove ALIBI, visti i risultati di tre tentativi Park4Night andati a vuoto, trova una sistemazione in zona El Tradon – El carmen in area residenziale tranquilla servita da Bus e Metro.

10.II.2024

Ieri sera ho trafficato per prenotare alcune visite, tipo: la Gironda, l'Alcazar. Quindi stamani, by bus, approdo per le 9 al centro storico, controllo gli orari delle visite programmate trovando una novità: per Cattedrale e Gironda l'orario della visita è stato annullato! Mi viene proposto un altro orario che però non è compatibile con la visita rimasta possibile. Mi convinco che era destino che non dovessi entrare in chiesa così comincio, dopo aver ottenuto una mappa all'ufficio del turismo, un itinerario ragionato che mi porta all'Archivio delle Indie, davanti al Real Alcàzar, attorno alla cattedrale e alla Gironda - per la quale è immediato colpo di fulmine -, Università, Plaza de Espana – altro colpo di fulmine – Palazzo di San Telmo, la Torre dell'Oro, pausa pranzo con tacos, Plaza Nueva, quindi il Real Alcàzar; a seguire cammino ancora sino ad intercettare il bus per il rientro (complessivamente oltre 17 km.!). Soddisfatto.

11.II.2024

Il tempo è cambiato, ma non la meta odierna rappresentata dalla visita a Itàlica in località Santiponce. Del Teatro Romano poco da dire perché chiuso per lavori di manutenzione, ma per il resto, anche se sotto pioggia sottile, ho trovato l'area molto interessante e mi sono continuato a chiedere a quale nazionalità saranno appartenuti gli artigiani che hanno lasciato stupendi mosaici anche qui. Forse truppe della zona di Aquileia? Adriano e Traiano, entrambi imperatori romani di un certo calibro, erano nativi di questi luoghi. Successivamente mi sono diretto a Niebla: ancora non so se proseguirò sino a raggiungere l'Algarve o se è arrivato il momento di dirigermi verso Tarifa/Marocco. L'umidità di oggi e quella prevista per i prossimi giorni consiglierebbero l'Africa. Per le 17.30 mi sono parcheggiato in zona tranquilla sotto le mura in compagnia di un motorhome, giusto in tempo per effettuare una esplorazione al centro storico prima di notte.

12.II.2024

Il tempo è in via di peggioramento e pertanto rinuncio a spingermi sino in Algarve: è arrivato il momento del Marocco. Per arrivare a Tarifa ALIBI deve tornare a Siviglia: sull'autostrada i trattori creano uno stop che si risolve velocemente. Transitando da Siviglia, oltre a vedere zone in uscita verso Jerez che ignoravo (sono passato sul lungo fiume che avevo già frequentato), pit stop Carrefour con il sole e poi decisamente via per La Cartuja. Ancora problemi di trattori, ma niente di grave. Alle 17 arrivo alla meta per trovarla chiusa! Quindi si prosegue per Cadiz con pioggia, lì ALIBI arriva per le 18. Sul posto, a causa delle caratteristiche topografiche dei luoghi, è stato impossibile fermarsi, ma ho avuto una sensazione abbastanza gradevole. Per Tarifa strada sempre interessante – mi ricorda l'Irlanda –, e arrivo con pioggia intermittente. Indispensabile prenotare il ferry da Tanger a Genova prima di toccare il territorio africano, onde non rimanere imbottigliati per il rientro. Lavorando online sino a tardi fisso la data del 29. Poi mi spingo sino al porto sotto una pioggerella sottile, ma trovo tutto chiuso: ciononostante mi trattengo sino a dopo le 22 osservando possibilità di avvicinamento al centro storico per la notte: alla fine decido che è meglio stare dove mi trovo, per quanto su terreno fangoso causa pioggia, ma insieme a molti altri.

13.II.2024

Bello risvegliarsi con il sole! Per le 10 ALIBI cerca di avvicinarsi al porto trovando un parcheggio favorevole. Ciò mi consente di provvedere subito a prenotare la tratta Tarifa – Tanger per le ore 13 così ho il tempo per continuare l'esplorazione della città iniziata ieri sera. Quindi ALIBI si avvia all'imbarco. Traversata rapida e con mare calmo; poi le procedure di entrata in Marocco si rivelano più impegnative di come mi aspettassi, ma non avendo a bordo nulla di contrastante con le leggi marocchine, alla fine mi sono trovato sul territorio pronto a provvedere per la copertura assicurativa e la scheda telefonica. Ero un po' frastornato così ho accettato di cambiare denaro presso un venditore di articoli per turisti, ma non è stato un errore, semmai lo è stato, una volta entrato nella stazione marittima dove c'è lo sportello assicurativo, accettare di essere circuito da una “guida” che si è offerta di provvedere alla scheda telefonica per 10 € mentre ero in attesa di sistemare la pratica assicurativa. Pensavo che si sarebbe mosso in zona, invece è andato in centro da un suo conoscente; il tipo era un po' invadente e ha cominciato a smanettare sul mio cellulare, ma senza ottenere i risultati sperati. Allora mi ha invitato ad andare insieme dal suo conoscente utilizzando ALIBI; nella piazza dove ho sostato per le sistemazioni telefoniche non era possibile fermarsi. Ho vissuto come un incubo quel momento, con i vigili che continuavano a fischiare per farmi andare via. Sistemata la cosa ci siamo lasciati dopo avergli conferito altri 10 €, e vabbè; a quel punto non avevo voglia di visitare la medina di Tanger e mi sono diretto a Cap Spartel con qualche difficoltà per trovare la direzione, segno che non ero ancora in stato di grazia/sintonia con usi&costumi del continente africano. La scelta è stata giusta innanzitutto per riequilibrarmi: alle 17.20 ho parcheggiato ed iniziato l'esplorazione attorniato da una natura splendida: divisione fra Oceano Atlantico e Mare Mediterraneo, faro edificato dai francesi simile a quelli della Bretagna. Poi via per Assilah attraverso un territorio molto vario e bello andando diretto ad un campeggio dove trovo sistemazione su terreno fangoso.

14.II.2024

Mattinata di sistemazioni: doccia, lavatrice, stampa biglietto GNV con aiuto del titolare del campeggio, itinerario a piedi alla medina sia al mattino che al pomeriggio. Il posto mi piace! Fronte porto noto la presenza di un numero considerevole di case rodanti per la maggior parte di nazionalità francese.

15.II.2024

Durante la serata di ieri ho pianificato una visita a Tanger utilizzando il treno; pertanto ALIBI si è spostato nel parcheggio della Stazione Ferroviaria con l'intenzione di raggiungere al rientro altri fratelli visti ieri in zona porto, parcheggiati su asfalto con guardiania notturna. Tutto è filato liscio: ottimo il treno, poi con bus e a piedi ho raggiunto la piazza dove all'arrivo ero già stato per la scheda telefonica, quindi, mentre stavo cercando di raggiungere la Kasbah, in maniera molto furba sono stato agganciato da un tipo che inizialmente si è limitato a darmi un'informazione e poi, procedendo qualche passo avanti a me di fatto mi ha guidato sino alla Kasbah chiedendomi, dopo la visita, di visitare il negozio di famiglia. Così è stato e non ho potuto fare a meno di effettuare un acquisto per Amèlie Rose ed i suoi genitori, ritenendo così di aver soddisfatto anche la “guida”. Ma mi sbagliavo. Costui mi ha poi accompagnato alla Legazione Americana e successivamente mi ha messo su un taxi per la stazione ferroviaria dopo avermi chiesto 30 € per la sua prestazione: non avevo voglia di discutere, anche perché avrei dovuto pattuire prima, e quindi ho pagato e sono salito sul treno contento dell'escursione. Poi ho avuto ancora il tempo, una volta sistemato ALIBI al porto per la notte, per effettuare alcuni acquisti addentrandomi sulle vie commerciali vicino al mercato. In serata arrivano foto di mia nipote: che gioia vederla!

16.II.2024

Lasciando Assilah ALIBI ha effettuato il primo pit stop a Lixus, alle porte di Larache, trovando un clima inizialmente nebbioso. Nella zona archeologica non c'era ancora nessuno. Prima di entrare nella zona dell'accoglienza una cagnetta in allattamento che non aveva ben accettato il mio transito, mi ha pure morso il polpaccio: si vede che ha sentito minacciata la tana dei suoi piccoli! Sito molto interessante e ricco di storia: qui pare siano stati i Fenici ad installarsi attorno al X secolo a.c.. Dopo ottima sosta pranzo a Larache: Calamaro gigante alla piastra preceduto da timballo di riso e gamberi, più piattino con gamberi trattati in altro modo, zuppetta di pesce, olive, il tutto per 100D, circa 10 €. Poi per stradine ho raggiunto Moulay Bousselham dove ho apprezzato lagune sinuose e terreni fertili coltivati sia in serra che all'aperto scoprendo che qui si coltiva l'Avocado alla grande. A fine giornata si arriva a Kenitra dove, dopo aver fallito due Park4Night in quanto inadeguati, mi becco una multa per inserimento su strada precluso dalla segnaletica a terra, nel traffico poi tocco con il retrovisore dx un altro veicolo mettendo in avaria la lampadina in esso contenuta, ma finalmente raggiungo l'area comunale dove trovo ospitalità su prato e molti altri fratelli, ma un pò provato dalla guida al buio con traffico.

17.II.2024

Prima di lasciare Kenitra ho cercato di sistemare l'avaria al ripetitore di segnalazione senza successo. Quindi Salé dove ALIBI arriva circondato dal traffico con poche speranze di trovare parcheggio; sembrava impossibile trovare un buco, invece l'omino del parcheggio sotto le mura mi fa cenno di mettere ALIBI in un angolino: detto fatto e si parte per una galoppata alla ricerca di ricordi da confermare. In realtà mi ricordavo poco e nulla, ma è stata gradevole l'escursione senza mai essere tampinato da nessuno.

La giornata si conclude a El Jadida dove si arriva prima delle 18.30: vento, mare, attività varie di gente sulla spiaggia, stimolo ad andare subito in esplorazione. I Portoghesi anche qui si erano ben organizzati: oggi è patrimonio UNESCO la cittadella. Sorpresa: apprendo che le cisterne di acqua dolce non sono visitabili. Il sito è chiuso dal 2019 e le indicazioni che trovo nel palazzo che le conserva sono contrastanti con la realtà e non aggiornate, tanto da indurmi a pensare che avrei potuto effettuare la visita il giorno dopo. Per le ore 20 sono a casa (fronte oceano), questa sera con ruote su asfalto in compagnia di vari fratelli e servizio di guardiania notturna.

18.II.2024

Lasciata El Jadida non posso fare a meno di effettuare vari pit stop lungo la strada che esercita una grande presa su di me: giornata tersa, oceano rombante, prima scogli e poi dune sino ad arrivare a Oualidia, posto magico per sosta stanziale di tanti camper. Dopo la pausa pranzo proseguo per Safi ammirando costantemente i panorami; arrivato a destinazione attorno alle 17 trovo facilmente posto vicino alla Medina tramite Park4Night: anche qui ruote su asfalto e guardiano notturno. Questo è un luogo dove si produce ceramica e se ne vede esposta ovunque. E' anche un luogo segnato dalle attività dei portoghesi; per le 20 sono di rientro a casa soddisfatto.

19.II.2024

Uscendo da Safi diretto a Essaouira sono incappato in una grandiosa zona industriale con tutte le attività ben recintate nel pieno delle loro funzioni altamente inquinanti: è con amarezza, avendo girato un po' per il mondo, che mi sento di dire come la civiltà attualmente presente in questo pianeta debba scomparire, e lo farà per le autonome ed egoistiche scelte economiche che non hanno mai tenuto conto dell'ambiente e di chi verrà dopo di noi. Superato il polo industriale i territori incontrati sono sempre stati di mio gradimento; e poi ecco materializzarsi la meta del mio itinerario in Africa. L'approccio non è stato dei più felici in quanto ho notato indicazioni stradali che inibiscono l'accesso dei camper al centro; forse avrei dovuto ignorarli visto che ALIBI è un furgone, invece io mi ci sono attenuto sino a fare una sosta per riorganizzare le idee in quanto il luogo mi è sembrato non voler avere a che fare con la tipologia di viaggiatori alla quale appartengo. Zero campeggi, zero parcheggi con custode: comincio con il raggiungere un Carrefour sia per acquisti che per valutare la possibilità di sostare nel piazzale. Non va bene. Rileggo Park4Night e apprendo di qualcuno che ha lasciato il veicolo sul piazzale di una stazione di servizio pagando un fee per la notte e così decido di verificare. La S/S è vicina, la raggiungo, parlo con un responsabile ed ottengo il consenso: mi sento rinascere. Quindi mi sistemo e con un taxi condiviso veramente economico raggiungo la Medina: ora comincia la vera conoscenza del luogo, per me mitico per tutto quanto ne avevo appreso nel tempo. Per 12 anni ho coltivato il sogno di poter essere dove finalmente sono! Certo, capisco subito che il luogo è molto cambiato e che ora privilegia un turismo meno naif rispetto ad un tempo, ma il fascino è rimasto lo stesso: esploro sapendo che mi sarei perso, ma contando sul fatto che uscendo dalle mura mi sarei orientato. Infatti, quando mi sembra di avere difficoltà ad uscire dal labirinto dei vicoli spesso a fondo cieco, guadagno l'extra muros dirigendomi al porto, forse il più importante per la pesca della sardina, dove dal banco di acquisto il pesce, se si vuole, può essere cucinato al momento e consumato sul posto. Peccato non sia l'ora giusta per me! Dopo aver esplorato tutto ciò che mi è stato possibile, con un taxi raggiungo casa soddisfatto recando con me un cartoccio di pesce fritto che consumerò per cena.

20.II.2024

Dopo l'esplorazione di ieri, oggi cercherò di completare le mie conoscenze con il quartiere giudaico; in ogni caso inizio dal porto che esercita su di me una grande attrazione. Quindi decido di dedicarmi ai murales ed ai portoncini delle case, oltre alla sinagoga. Pausa pranzo al Restaurant Baghdad, fuori dai flussi, e successivamente sosta riposante disteso sulla spiaggia. Il vento però mi sta riempendo di sabbia e quindi desisto. Continuo a girare sino a che sento affiorare la stanchezza; altro taxi e rientro a casa. Da ieri mi ha cercato il Presidente BnD per una necessità ad Asni, zona dell'Atlante posta a 70 km. da Marrakech, area particolarmente colpita dal potente terremoto del settembre dello scorso anno. C'è bisogno di acquisire info sulla situazione per organizzare delle spedizioni di aiuti alle popolazioni. Una veloce puntata a Marrakech l'avevo prevista e a questo punto, avendo dato la mia disponibilità a BnD, diventa necessaria.

21.II.2024

Mentre mi sto preparando alla partenza arriva anche la richiesta di olio di Argan; senza tornare in centro acquisto quanto necessario presso Carrefour dove avevo già notato il prodotto precedentemente. Poi via per strada normale con temperature che arrivano sino ai 29 gradi e panorami sempre più desertici: zero ombra per pit stop pranzo, fin tanto che vedo uno spazio possibile e leggermente ombroso, l'unico, e mi fermo. Poco dopo un poliziotto motociclista si avvicina per accertarsi che non fossi in panne: non immaginavo un servizio così accurato! Per la sosta a Marrakech Danilo (conosciuto durante il viaggio del 2011/2012 Marocco-Mauritania-Mali-Senegal-Mauritania-Marocco in panne poco dopo il confine e rientro con assistenza stradale su camion da Dakhla) mi aveva fornito un paio di indirizzi di campeggi ed io raggiungo il primo che incontro: mi sembra un posto lussuoso con tanto di piscina. Dopo essermi docciato vado per il centro trovando un taxi collettivo giunto al campeggio per altre persone: il mio obbiettivo è quello di rivedere la Koutoubia e la piazza Jemaa el-Fnaa nel pieno dell'attività serale/notturna. Con il taxi appuntamento per essere prelevato alle ore 23 davanti al ristorante Portofino per il rientro. Avendo voluto essere pagato subito mi ha colto l'idea che non si facesse vivo, invece le cose sono andate per il meglio. La visita è stata di soddisfazione, ma ho notato dei cambiamenti che hanno reso la piazza meno interessante ai miei occhi: sono sparite tutte le attività ruspanti, come quelle degli acrobati e dei circensi, e tutto è indirizzato prevalentemente al cibo, oltre ai venditori di qualsiasi cosa ed i gruppi musicali. Dopo aver selezionato con cura il posto con terrazza dove consumare la cena sulla base del menu esposto, sbagliandomi clamorosamente mi sono trovato seduto in uno vicino dove non era disponibile il menu che avevo scelto! 

All'ora prevista sono stato recuperato e poi ci siamo fermati a prelevare altre due persone di nazionalità magiara. Una di queste parlava l'italiano e così ho appreso che il tipo è l'organizzatore dei rally Budapest-Bamako e che viaggia a bordo di una Trabant, il veicolo DDR con carrozzeria in amianto diventato un'icona dopo la caduta del muro di Berlino.

22.II.2024

Prima di lasciare Marrakech visito il magiaro il quale mi fornisce altre info su di lui e poi parto diretto ad Asni. Non mi accorgo quasi di salire in quota sino a oltre 1.200 mslm forse perché già Marrakech si trova sui 500 mslm. Bei panorami, strada in ordine, il posto non mi sembra in cattive condizioni, ci sono tende organizzate dalla Protezione Civile del Marocco nella zona delle quali cerco di entrare essendo però fermato dalla gendarmeria. Mi inoltro su una strada che sale oltre, ma i lavori in corso, la ristrettezza del nastro d'asfalto con scarpate laterali assai pendenti mi convincono a rinunciare e a tornare indietro. Già avevo avuto modo di parlare con due persone circa la situazione attuale, ma mentre avvicino un ristorante sono agganciato da un tipo che poi si siede al mio tavolo e cominciamo a parlare. Vorrebbe vendermi qualcosa, ma io spiego il motivo della mia presenza per dissuaderlo, anche se poi decido di acquistare un po' di merce per ripagarlo delle info e della visita alla tendopoli resa possibile perché accompagnato da lui proprio nella sua tenda; nel frattempo si era agganciato anche un altro ed io, prima di andarmene, registro i loro nomi e numeri telefonici che poi girerò a Luca con le mie impressioni. Nei prossimi giorni anche un motociclista di area BnD in rientro da Senegal potrebbe effettuare un secondo sopralluogo. Rispetto a ciò che vidi ad Amatrice e zone contigue qui non sono rimasto particolarmente impressionato, anche se ho saputo che le situazioni peggiori sono più in quota e per me irraggiungibili. Non volendo sostare ancora a Marrakech mi dirigo per El Jadida con qualche sosta come quella nella zona di Sidi Bennour/Ouhat Sidi Brahim in pieno paesaggio desertico. Dopo una epica cavalcata arrivo al porto sicuro verso le 19.30 e mi fermo al solito posto.

23.II.2024

In mattinata mi rendo conto che forse ho mangiato qualcosa di avariato ed il mio sistema gastrointestinale me lo sta dimostrando. Comunque sono in grado di tornare ad effettuare un bel giro in centro, questa volta utilizzando la bici. Avevo in mente di concedermi dei ristoranti da qui al rientro a casa, ma meglio evitare.

24.II.2024

Nulla è cambiato circa l'intestino, in più sono afflitto da dolori vaganti fra le spalle e la nuca che si fanno maggiormente sentire durante la fase notturna. Mi indirizzo prima a Azemmour e poi Mohammedia utilizzando strada normale. Il primo stop è avvenuto con il sole e l'ho trovato interessante, ma poi si è messo a piovere e la strada, fra traffico e fondo stradale, ha cominciato ad annoiarmi. Ad un certo punto, dopo la pausa pranzo con agrumi, onde evitare Casablanca, mi sono infilato in autostrada sino a destinazione dove mi dirigo inizialmente alla stazione dei pullman trovando un parcheggio. A piedi raggiungo la Medina senza riscontrare alcun interesse. Quindi punto già con il buio ad un campeggio. Una volta raggiunto lo trovo chiuso. Mentre sto cercando l'indirizzo di un altro la porta si apre ed io vengo accolto. Non ho apprezzato troppo il posto, ma oramai non avrei voluto mettermi a cercare ulteriormente con il fastidio dei dolori che mi hanno costretto subito a stendermi sul letto. Solo alle 23 mi risveglio per mangiare qualcosa prima di affrontare una notte di dolori che non ho potuto contrastare.

25.II.2024

Oggi via per Kenitra su autostrada,  Lungo il percorso incontro una miriade di vecchie R4 impegnate in un rally chiamato 4L Trophy. Sono svogliato e mi sto nutrendo con fette biscottate e banane. Giunto al campeggio comunale già frequentato all'andata ho ancora il tempo per un giro in centro che trovo di scarso interesse.

26.II.2024

Prima di mettermi su strada dopo una notte di pioggia che ancora persiste al momento della partenza, raggiungo una farmacia dove acquisto del paracetamolo in funzione antidolorifica, quindi Marjane dove acquisto del petto di pollo da inserire nella mia dieta. Dopo aver viaggiato su strada normale decido di passare all'autostrada sino a Larache dove nel ritrovo il sole ed un forte vento. Interessante visita alla località, purtroppo dovendo rinunciare ad una sosta che sognavo al ristorante del calamaro alla piastra. Ad Assilah sosta al porto. Devo decidere come avvicinare il porto d'imbarco per il rientro, intanto starò qui che si sta bene.

27.II.2024

Al mattino me la prendo comoda così vedo arrivare un veicolo particolare con l'adesivo del rally Budapest-Bamako: allora è tutto vero ciò che mi ha raccontato il magiaro! Durante il pomeriggio vado ad aggirarmi per il porto e prima di rientrare a casa torno dove ero già stato ad acquistare olive di vari gusti. Peccato non poter godere di una cena di pesce nemmeno qui. I dolori ora sono sotto controllo, lo stomaco sta migliorando ma ancora non ci siamo. Nel frattempo decido che domani visiterò le grotte d'Ercole e poi raggiungerò Med Port nell'attesa di espletare le pratiche di registrazione in primissima mattinata del giorno dopo.

28.II.2024

Le grotte si trovano in area Cap Spartel, area che avevo già apprezzato in precedenza. Dopo la visita la strada porta a Tanger, così vedo zone che non conoscevo e dove decido di fermarmi in un Marjane con l'idea di spendere Dirham per non dovermeli portare a casa. Visito anche Decathlon trovandolo caro e con merce che mi è sembrata meno valida rispetto a quella venduta in Europa. Finalmente mi inserisco sulla statale per Med con salite, curve e discese notevoli e panorami gradevoli. Poco prima del porto rifornisco Gasolio e poi vi accedo trovando subito la sistemazione adatta sia per la notte che per le pratiche di imbarco.

29.II.2024

Alle 7.30 sono già allo sportello GNV dove espleto la pratica volutamente senza esibire il biglietto stampato, limitandomi a far vedere le conferme elettroniche sul telefono: nessun problema. Dopo inizia l'iter dei vari controlli, anche ripetuti, sino a che mi fermo sulla corsia di imbarco prima delle dieci. A questo punto svolgo tutte le operazioni mattutine e quindi mi metto in attesa. Verso mezzogiorno vedo un bar che prepara dei piatti/panini vari così decido di dar fondo agli spiccioli con un panino al pollo ottenuto con uno sconticino visto che oramai ero rimasto con pochi Dirham. Una volta arrivato il segnale di via libera salgo a bordo, parcheggio, e con il bagaglio predisposto salgo al settimo piano dove mi viene assegnato il posto letto. Sono il primo ad accedere alla cabina; poi arrivano gli altri tre, tutti trasportatori marocchini, chi vive in Sicilia, chi a Cesena e chi a Verona. Inizialmente dormo un po', poi raggiungo le zone delle caffetterie con il pc con l'intento di iniziare questo lavoro. Decido di acquistare un coupon da usare per i pasti al self service a cominciare dalla sera. Infine rientro in cabina dove tutti gli altri sono più o meno dormienti.

01.II.2024

Altra giornata con il pc, un po' noiosa e con mare che si sente. Viene annunciato il mancato scalo a Barcellona con arrivo a Genova per domattina alle 9.30. Si viene invitati a lasciare le cabine entro le 7.45. Devo dire che i prezzi a bordo sono ragionevoli, il personale in gran parte è filippino, peccato che il salone dove sto abbia una TV che continua a riproporre eventi calcistici e nulla più. Al rientro in cabina parlo un po' con i compagni e apprendo che dovrei essere parcheggiato nel Garage C in modo da seguire domani la fila giusta.

02.III.2024

Alle 6.30 siamo tutti già in movimento. Dopo i saluti ai compagni consumo una colazione che porta ad estinzione il mio Coupon e poi mi aggiro un pò qua ed un pò là, anche all'esterno: la costa è a vista, il cielo è grigio e finalmente, dopo l'attracco, c'è il via libera a raggiungere i veicoli. Per le 11, terminati i controlli (la ragazza al posto di polizia mi ha chiesto info sul mio viaggio dimostrano il suo interesse al Marocco che non ha ancora visitato), procedo per l'autostrada dove non trovo traffico. Alle 12 ALIBI si ferma davanti al box ed io salgo con l'indispensabile e poca voglia di essere rientrato. Per il cibo me la cavo con ciò che trovo in frigo e poi mi riposo. Ugo non si è visto, il suo dispenser è vuoto, un gatto che ho visto spesso aggirarsi da queste parti di colore bianco e nero sembra farsela da padrone. Nel pomeriggio salgo in cima alla collina in un momento in cui c'è il sole: il gatto bianco e nero spaparanzato sull'adirondack come mi vede prende la fuga. Capisco che durante tutto il periodo della mia assenza deve aver creato dei problemi a Ugo appropriandosi del suo territorio.