Lunedì 21.I.19
Dopo aver esaminato
nei giorni scorsi il contratto di locazione di Désiré, oggi sono
riuscito a recuperare da gmail un allegato del 2016 contenente tutte
le mie considerazioni di allora per il suo rinnovo.
Poi le cose sono
andate diversamente, ma resta il fatto che qualsiasi proprietario di
immobile con contratto prossimo alla scadenza avrebbe reagito come ha
fatto lui quando da qui si è partiti a chiedere alla società
elettrica di aumentare la fornitura di amperaggio in funzione della
formazione relativa alla saldatura metalli senza preventivamente
interpellarlo.
E' toccato a me
sistemare la faccenda; oggi ho proposto a Luca un testo da inviare
rapidamente onde poter poi procedere in sicurezza alla richiesta di
aumento dell'amperaggio.
La parte più
divertente della giornata è stata quella dell'imbrunire.
Quasi ogni giorno,
quando le attività a G.I. sono appena terminate, arriva nel nostro
cortile la figlia più piccola del proprietario dell'immobile dopo l'uscita da scuola.
Lui poi passa a
prenderla, a volte in ritardo ed altre con molto ritardo.
Ora Leokadi deve avere
nove anni, ma io la conosco da quando forse non ne aveva ancora sei.
E' una bimba riservata
dalla voce delicata il cui corpo snello è sorretto da due
sgambirulin da merlo.
Nell'attesa dell'arrivo di papà io la
intrattengo in qualche modo, ma da quando l'ho invitata a disegnare
alla lavagna lei sembra molto più contenta.
Fino a poco tempo fa,
sapendo più o meno l'orario del suo arrivo, quando la vedevo la
salutavo con un bonsoir mademoiselle al quale lei rispondeva con un
sorriso appena accennato.
Qualche volta offrivo
un biscotto, un bicchiere d'acqua, qualche volta ho messo a
disposizione le immagini nel mio P.C. e qualche altra volta dei
filmati particolarmente carini che ho ricevuto e conservato sul
telefono.
Oggi, mentre lei
iniziava a disegnare sulla lavagna, io mi sono assentato, convinto di
ritrovarla al mie rientro, ma quando sono tornato non l'ho vista:
oggi il suo papà non l'ha fatta attendere troppo così lei, dopo
essersi informata bene interpellando Amadou le guardien circa il mio
nome, mi ha lasciato un saluto scritto sulla lavagna.
Succede, per carità,
niente di così strano, ma qui in Africa una cosa come questa può
prendere connotazioni diverse e quasi commuovere: ho sentito nella
mente qualche passaggio de “Il vecchio e il bambino” di Guccini
(Un vecchio e un bambino si presero per mano e andarono insieme
incontro alla sera).
Martedì 22
Quando mi stavo
ritirando per una pausa verso le 14.15 ecco presentarsi Leokadi con
una sua urgenza scolastica da sottoporre alla mia attenzione.
Mi deve vedere come un
grande saggio a conoscenza di ogni cosa visto che si è rivolta a me
con il suo quaderno aperto su delle operazioni di trasformazione da
chilometri quadrati in decimetri quadrati sicura che avrei saputo
aiutarla.
Li per li mi sono
sentito impreparato a tale prova, anche perché inizialmente non
avevo capito bene la sua grafia: penso comunque che la matematica non
sia la sua materia preferita.
Ho inquadrato il
problema ma volevo essere sicuro di aver capito; allora le ho chiesto
di prendere il libro dei “calcul” e lei è corsa fuori a cercarlo
nella cartella.
Con il libro in mano
ho trovato la pagina delle conversioni e ho messo in fila le quantità
trasformate per l'addizione, continuando a spiegarle che non ero
sicurissimo del risultato.
Lei si è limitata a
copiare ciò che avevo scritto su un foglio volante e poi, felice e
sorridente è tornata a scuola mentre io pensavo che rischiavo di
perdere tutti i punti guadagnati con una semplice addizione!
In serata avevo
convocato Désiré per la consegna della lettera ricevuta da Luca Presidente e stavo in cucina
davanti al P.C. quando lui è arrivato; quindi ho parlato della
questione che gli sta a cuore e dopo un po', al momento del commiato,
lo stavo accompagnando verso il salone per farlo uscire quando ho
visto Leokadi seduta silenziosa in attesa della fine della
conversazione fra me e suo padre.
Appena ho incontrato i
suoi occhi le ho chiesto come fosse andata con il calcul: successo
pieno!
Ho quasi esultato nel
modo dei calciatori alzando le braccia a pugno chiuso verso l'alto:
ce l'abbiamo fatta!
Speravo andasse così,
ma il dubbio mi era rimasto per tutto il pomeriggio.
A quel punto fuori
c'erano anche le due sorelle più grandi: dovevano imbarcarsi sul
motorino e sulla bici, le due grandi sulla bici e papà con la petite
sul ciclomotore.
All'ultimo anche una
delle grandi ha deciso di salire sul motorino stringendo come il
contenuto di un panino la piccola la quale non ha fatto una piega; ha semplicemente fatto ruotare verso l'esterno lo zaino e mentre papà invertiva
marcia ha continuato a salutarmi con una manina seguendomi con gli
occhi sorridenti.
Credo che non farò a
tempo in questa vita a diventare nonno biologicamente parlando, ma lo
sto facendo ormai da tanto tempo, specialmente in Africa dove i
bambini sono privi di inutili sovrastrutture e mi sembra così facile
essere capito nel linguaggio universale dell'amore = prestare
attenzione mettendosi in una posizione paritetica.
Mercoledì, 23.I.19
Giornata trascorsa
all'interno di G.I..
Problematiche con un
allievo segnalate all'educatore; il formatore della carrozzeria mi ha
chiesto di potersi assentarsi così ho trascorso buona parte della
mattinata a sorvegliare quella attività mentre gli allievi stavano
saldando dei pezzi come fosse una verifica sul livello di
apprendimento. Sono poi passato a stendere un lungo
rapporto indirizzato a Luca e Bruna: Luca mi ha riscontrato quasi
subito manifestando il suo accordo sulle mie considerazioni e
proposte.
A chiusura delle
attività mi sono fatto accompagnare da Bea a fare gli acquisti per
la sopravvivenza.
Poi ho cucinato
preparando i fagiolini con un sugo di cipolla aglio pomodoro carote,
lavando per bene un'insalata che in parte ho subito consumato
arricchita con carote pomodoro olive e tonno.
A seguire ho preparato
delle arachidi mentre la voce di
Cesaria Evoria proveniva dalle casse collegate al mio p.c..
Anche oggi ho avuto
qualche buon riscontro circa la raccolta fondi: sarà contenta Soeur
Rosalie, persona che ha mantenuto l'abito pur essendosi staccata
dalla sua originale congregazione.
Le sue cape avrebbero preferito un indirizzo
diverso alle sue attività, così lei ha coraggiosamente fatto la sua scelta.
E' una donna in cui
alla mitezza esteriore si accompagna una grande forza interiore: mi
piace!
Giovedì 24.I.19
Questa notte ho
dormito senza A/C tenendo aperta la finestra; quando mi sono ritirato
c'erano oltre 29° nella camera, temperatura che è scesa durante la
notte, ma poi mica così tanto visto che alle 6 ce n'erano quasi 25
di gradi!
Oggi dovrebbe essere
una giornata da 34°/16°; per fortuna che da qualche giorno la
temperatura non supera i 35° perché stavo già cominciando ad avere
delle manifestazioni cutanee all'addome, ma non nella zona critica
della cintura vita.
Ho alleviato il
fastidio con una pomata omeopatica che avevo già portato tre anni fa e
che sembra funzionare ancora: peccato ne sia rimasta ormai solo uno
zic.
Potrei provare ad
utilizzare quella senegalese a base di karité, ma è troppo oleosa e
non voglio impiastricciarmi.
Mattinata regolare; ad
un certo punto sento bussare e quando mi muovo dalla cucina/studio
trovo l'artista Abass.
Egli ha veramente
molte difficoltà nella comprensione e anche sulle date; in questi
giorni è impegnato in una esposizione collettiva presso il Museo
Nazionale: alla mia domanda sino a quando sarebbe possibile visitare tale mostra
mi ha risposto “sino al 18 gennaio”.
Ma guarda che oggi
siamo al 24 di gennaio e il 18 è già passato; vuoi dire sino al 18
febbraio?
No, è iniziata il 18
gennaio e finisce a fine mese: questa la sua ultima versione!
Sarei curioso di farci
un salto, ma con il parco macchine praticamente fermo in attesa dello
svolgimento delle pratiche burocratiche non so se ce la farò: non
voglio rischiare di incappare in un controllo per trovarmi senza
difese.
Quando gli ho chiesto
perché è venuto mi ha detto che è per consegnarmi un “cadeau”:
l'ho molto ringraziato, ma ancora una volta ha cannato le date.
Più volte gli avevo
ricordato che sarei partito a fine febbraio, ma lui deve essere
rimasto colpito da quella volta che mi aveva visto trafficare con gli
scatoloni del magazzino, manovra che probabilmente lo ha indotto a
pensare che mi stessi appropinquando a traslocare!
Intanto si è messo ad
estrarre l'opera realizzata per me: una tela con “titre: passage de
futur garagiste”.
Commovente: ci ha
inserito il deserto per via di Bambini nel Deserto, i cammelli che lo
attraversano, in cima una ruota sorretta lateralmente da attrezzi e
la figura di un allievo con la tuta ed una chiave inglese in mano da
una parte e di visitatori bianchi dall'altra.
Mi è piaciuto subito
questo suo lavoro e mi sono molto complimentato.
Poi gli ho chiesto se
potesse completare un drappo già parzialmente disegnato per
trasformarlo in un Batik riportante anche il logo di BnD e lui ha
subito dato il suo assenso.
Poi ha deciso di
fermarsi per intrattenere un gruppo di allievi nel disegno tecnico.
Nel frattempo io mi
sono mosso verso Fatimata detta Fati, la poderosa simpatica sarta
utilizzata da Gabriella e Jessica prima e da me poi, ma parliamo di tre anni fa!
Anche allora l'avevo interpellata per le divise dei ragazzi e male feci a
considerare il suo preventivo più caro di quello accettato; è vero
che era più caro, ma non avrei avuto tutte le grane che ho avuto,
inoltre il lavoro sarebbe sicuramente risultato migliore.
Ora che ho avuto via
libera per dotare i ragazzi di una seconda divisa ho deciso di
affidarmi a lei; oltre a tutto è proprio qui dietro l'angolo.
In questa occasione
avevo preparato una lista con i nomi degli allievi e la loro statura,
aggiungendo anche il capo meccanico e il vice, per i quali sarà
confezionata una giacca con tasche come da loro richiesta: tanto per
darle un'idea e metterla in condizione di scrivere un preventivo.
Mi ha chiesto il
contatto di Gabriella e così io ho lasciato via Wapp un messaggio
vocale coinvolgendola.
Prima di lasciarla ha
chiesto anche il mio contatto Wapp mentre il numero B.F. l'avevo già
scritto sulla lista: è sempre divertente incontrarla e ricordo che
tre anni fa avevo pensato che, se non fosse stato per vari altri
motivi, avrei potuto invitarla a cena almeno una volta.
Dopo il mio rientro ho
controllato i lavori dei ragazzi constatando che Mohamadi, Abulico 2,
sembra portato verso il disegno tecnico.
Successivamente mi ha
chiesto di essere curato per un'abrasione al dito della mano dx.
Alla fine Abass ha
deciso di tornare nel pomeriggio per far lavorare i ragazzi al batik
BnD: l'ho fornito dei quattrini per acquistare il materiale
necessario e più tardi vedrò il risultato.
Hanno lavorato quasi
tutti nelle varie laboriose fasi in parte effettuate all'interno ed
altre all'esterno; nel frattempo era in corso la formazione nel
settore carrozzeria e ha fatto capolino anche JR, lo psicologo, che mi è sembrato
poco soddisfatto del nuovo governo nominato oggi (32 ministri!).
Mi ha subito
comunicato che la visita medica per gli allievi è stata fissata per
la giornata di sabato mattina; essendoci alfabetizzazione in corso
per allora, dovrò sgombrare la cucina e farla diventare uno pseudo
ambulatorio.
Alla fine del Batik mi
sono soffermato con Abass per discutere una mia idea consistente nel
fargli realizzare dei souvenir da destinare a tutti coloro che ancora stanno partecipando alla raccolta fondi da me lanciata in favore di Soeur Rosalie e il suo centro per malati mentali collocato in piena "brousse".
Dopo aver spiegato al
meglio la mia richiesta, l'ho ripetuta per metterlo sulla strada giusta:
questa volta dovrebbe essere più semplice della precedente.
Venerdì 25.I.19
Fin dal mattino ho
cominciato a darmi da fare per liberare da tante cianfrusaglie
l'ambiente destinato a cucina: domani dovrà essere utilizzato come
ambulatorio medico per le visite alle quali abbiamo deciso di
sottoporre gli allievi dopo aver riscontrato, a fronte di una mini
indagine, che molti fra loro accusano problemi vari.
Abulico 1 e abulico 2
continuano a comportarsi da....abulici, ma ho constatato fra ieri e
oggi che manifestano delle capacità. Stamane i due erano gli unici
con il vestito da lavoro per metà irriconoscibile: quando ho
verificato che sotto alle camice avevano il corretto indumento ho
chiesto di invertire l'ordine: che mettessero sotto le loro camice e
sopra le nostre T-shirt.
Bea si è presentata
presto per i lavori di pulizia e lavaggio indumenti, ma quando del
tutto inatteso è arrivato le vieux ad accompagnare Martin
chiedendomi di lei verso la quale nutre una passione sfacciata, ho
risposto che era in giro impegnata in qualche cosa.
Fuori il lavoro stava
procedendo diviso fra meccanica e carrozzeria quando è arrivato
Roland per informatica; è così che ho visto abulico 1 lavorare
spedito: bene, un punto a suo vantaggio.
Più tardi gli ho
chiesto se preferisse informatica alla meccanica, ma lui, molto
abilmente, ha risposto che gli piacciono entrambe.
Come è ormai noto,
Martin quando arriva si piazza davanti ad un monitor ed ascolta
musica o guarda films; dopo aver consumato il pasto uno stuolo di
ragazzi si era accodata a lui per seguire un film che stava
già guardando.
Fra di loro c'era
anche abulico 2 al quale ho ricordato che sarebbe stata l'ora di cambiare
la medicazione al dito ferito.
Quando ero verso la
fine dell'operazione il ragazzo ha fatto un sussulto ed è scappato
di corsa verso la porta di uscita dal salone, ma non ha fatto a tempo
a superarla che il conato di vomito ha vinto le sue resistenze ed in
parte si è spiaccicato a terra.
Ho pensato se potesse
essere il segnale di qualcosa di una certa gravità, ma poi l'ho
visto vispo aiutare il buon Mustapha nelle operazioni di pulizia.
Più tardi è tornato
per un altro cerotto e così l'ho sistemato; nel rapporto 1 a 1
questi ragazzi sono meno peggio di come si atteggiano quando se ne stanno
sempre insieme con uno sguardo come se fossero da tutta un'altra
parte: sarà il fumo?
Il pomeriggio di
lavoro si è concluso in aula per teoria meccanica: a quel punto sono
intervenuto per informarli che domani verrà il medico per le visite
individuali e pertanto li ho invitati a presentarsi puliti in ogni
dove prendendosi una doccia e lavandosi con il
sapone.
E se l'ho detto è
perché c'era bisogno di dirlo.
Verso la fine del
pranzo consumato con Bea l'ho messa in condizione di parlare del MAU,
dei lavori mai terminati da Inoussa il quale però aveva ritirato i
quattrini per questo, della sua situazione alla bella età di 42/43
anni.
Sembra proprio una
ragazzina con scarsa fiducia in se stessa, ha bisogno di essere
tirata per mano in ogni passaggio; ha un bel dire che ha perso il
papà all'età di cinque anni e che ha poi avuto una vita
travagliata, però ora non è più quella bambina direbbe un
occidentale; invece sembra proprio esserlo ancora.
I discorsi troppo
articolati non sono alla sua portata: lei vuole sentirsi dire cosa deve fare e basta.
E' pura nella sua
ingenuità, ma c'è poco da fare, deve sapersela cavare da sola
pensando a se stessa e alla figlia, lavorando e guadagnando il
necessario per mantenersi.
Le ho ricordato ciò
che mi disse quattro anni fa: in Burkina una donna sola non è
niente, come dire che aveva bisogno di un marito per essere
considerata.
E lei cosa ha fatto? Da un anno o forse più si è messa
con questo Inoussa che è parecchio più giovane di lei, e può andar bene, ma sino ad ora non era stata in grado di valutarne i contenuti.
A me era stato
presentato come un bravo ragazzo intraprendente, ma alla prova dei
fatti tutto mi è sembrato meno che quello: è di una situazione come quella che si è
palesata con il mio arrivo che questa donna ha bisogno?
Un uomo
“tradizionale” che vuole tradizionalmente la donna sottomessa e
che non ha né arte né parte nella vita? Che racconta bugie, che non
si prende le responsabilità di ciò che fa, che perde tempo: avrà
altre qualità, ma sarei portato ad escluderlo conoscendo il modo di
relazionarsi secondo “tradizione” corrente da queste parti.
Sto pensando di
accollarmi l'affitto del posto dove abita almeno per un po' di tempo,
tanto per darle la possibilità di mettere da parte qualche
centesimo, anche se alla luce di come sono andate le cose non lo
meriterebbe.
Prima di andarsene mi
ha informato di una telefonata intercorsa con Inoussa dicendomi che
se andrò verso il tardi al MAU lo dovrei vedere al lavoro!
Visto che sono uscito
per acquisti in realtà un giro al MAU l'ho fatto, ma sapevo già
come l'avrei trovato.
Pertanto sono tornato
a casa e mentre stavo entrando Bea mi ha preannunciato
telefonicamente che Inoussa era già a G.I. per parlarmi.
E vero, era già qui,
ma non gli ho dato attenzione sin tanto che non ho scaricato le mie
cose; poi gli ho chiesto perché fosse qui.
Quando ha cominciato a
dilungarsi nelle solite storie ho tagliato corto e probabilmente ho
anche alzato un pò la voce nel comunicargli che al momento per lui ci sono
solo tre scelte possibili:
- completare al volo i lavori con i quattrini già prelevati dal conto MAU che gestisco personalmente;
- restituire seduta stante il denaro nel caso non volesse più effettuare i lavori;
- non restituire il denaro e non finire i lavori beccandosi una denuncia alla Gendarmeria.
E' chiaro che nessuno
di questi argomenti gli andava bene, ma ogni volta che iniziava una
“storia” io lo bloccavo chiedendogli di scegliere fra le tre
opzioni.
Quando si è reso
conto che si trovava davanti ad un muro che aveva eretto con le sue
mani, ha detto poche parole: vado a riflettere, mentre si avviava
all'uscita.
Gli ho ricordato che è
dal 10/01 che doveva completare il lavoro e che quindi il tempo per
riflettere lo aveva già avuto.
Sono convinto che ha deciso di non lavorare più al MAU con Bea e che i quattrini
avuti per i lavori se li sia incamerati come compenso per aver
ricollocato la struttura.
D'altronde anche lei
oggi mi diceva che è arrivato il momento di andare ognuno per la
propria strada.
Quindi potrò
ricordarmi che questa volta sono venuto in Burkina per Soeur Rosalie,
per stringere le viti di G.I. con il cacciavite di Lucio Battisti fra le mani, lanciare la formazione carrozzeria e
saldatura metallica, nonché per registrare Bea sia nel lavoro che
altrove.
Forse ce n'è
abbastanza da sentirsi soddisfatti, anche se prima di partire pensavo di toccare almeno uno dei paesi limitrofi, sarà difficile poterlo fare con tutta la carne che ho messo al fuoco.
Dopo è arrivato anche
Abass per sottopormi alcuni bozzetti che ho trovato interessanti,
salvo accennargli a piccole modifiche da apportare per i prossimi da
realizzare.
Anche lui è un
bambino che va condotto con ferma dolcezza.
Dato che Martin era
ancora qui ed io non avevo nessuna intenzione di riportarlo a casa, ho
chiesto ad Abass che è di strada di farlo e lui ha accettato volentieri.
Così ho potuto
dedicarmi alla cucina e concludere quella che è stata una lunga
giornata da 34/17 gradi: ho capito che il mio limite è sui 32/33,
quando si sfora quella quota accuso subito.
Sabato 26.I.19
Già prima di alzarmi
ho cominciato a trovare notifiche provenienti da vari fronti: forse
la prima in assoluto è arrivata dal Senegal.
Non erano ancora le 8
che JR mi è venuto a cercare in cucina dove avevo appena terminato di fare
colazione: mi ha informato che c'è già un medico dell'equipe alla porta.
Quindi mi sono sbrigato a
togliere tutto di mezzo per allestire l'ambulatorio e sono andato di là ad
accogliere la signora alla quale, nell'attesa dell'arrivo di altri
due colleghi, ho chiesto se fosse un medico generico o specialistico: la
risposta che ho ottenuto è: generico.
Poco dopo è arrivata una
grossa Toyota 4x4 nera con a bordo due medici di entrambi i sessi.
Come primo approccio
la prima signora mi è sembrata una, seppur con vestito tradizionale, che
se la tira, la seconda un donnone poco significativo, mentre l'uomo,
molto alto, simpatico e amichevole.
Iniziano subito le
consultazioni nel salone divenuto sala oculistica con tanto di
tabelloni appesi alla lavagna. Uno per gli alfabetizzati comprendenti
le lettere dell'alfabeto, il secondo per i non alfabetizzati
comprendente simboli.
Mi sono intrattenuto
ad assistere e mi sono reso conto che parecchi ragazzi presentano
delle limitazioni, ma mai avrei pensato che fra di loro ce ne fosse
uno - appartenente alla categoria degli alfabetizzati – che
dall'occhio destro vede ZERO!
Ha diciotto anni e la
sua vita ne risentirà non poco: mi auguro solo che
nell'approfondimento all'ospedale non emergano risvolti
ancora più gravi come a suo tempo fu per Martin.
Ad un certo punto ho
ricevuto una video-chiamata Wapp da parte di una vecchia amica
trentina e quindi mi sono distolto da ciò che stava continuando ad
accadere attorno a me.
Quando le visite sono
continuate nell'ambulatorio ho lasciato i medici al loro lavoro
occupandomi di altro.
Alle 11 l'équipe
aveva terminato e pertanto mi sono avvicinato sia per riscontrare la
situazione rilevata che per ricevere e pagare contestualmente la
fattura.
Il 50% è risultato
privo di patologie, ma l'altro 50% abbisogna di approfondimenti: il 30.01 e 01.02 dovrò fare il taxidriver sull'itinerario Garage
Italia-Ospedale, ma a parte questo è prevista la sverminazione per
tutti attraverso la somministrazione di una capsula Albendazole al
giorno per tre giorni e per sette o otto fra loro una cura di 15 gg. a base
di un complesso vitaminico B1+B2.
Liberato il salone Bea
ha potuto lavorare per l'alfabetizzazione: ho assistito
per un po', ma c'è qualcosa che non mi torna.
Possibile che il
metodo di insegnamento applicato da Bea incontri tante
difficoltà/resistenze da parte dei ragazzi?
Sabato scorso con sei
di loro avevo eseguito un “divertissement” con i numeri da uno a
dieci passando dal francese al mooré per poi arrivare all'italiano:
i ragazzi erano rimasti sempre attenti e alla fine ho riscontrato che
avevano appreso, ma soprattutto venerdì pomeriggio avevo chiesto
loro di ripetere in italiano e cinque su sei lo avevano fatto
abbastanza disinvoltamente.
Ripeto, il mio era
stato un “diverissement”: quindi li avevo coinvolti
costantemente, facevo vedere come tenere la lingua sul palato a
seconda dei suoni, usavo la mimica facciale e le braccia come un
direttore d'orchestra per arrivare allo scopo.
Infatti i ragazzi si
sbracciavano costantemente per intervenire nel momento in cui un
compagno si trovava in difficoltà.
Tutto ciò non avviene
nell'alfabetizzazione: comportamento diverso dal mio sia da parte
dell'insegnante che da parte degli allievi.
Bea è una donna di
oltre quarant'anni che non avrebbe titolo per svolgere questa
mansione, mansione che in precedenza svolgeva in una scuola non
lontana da qui. E' una persona sola con una figlia la quale, come in
uso da queste parti, vive nella famiglia del marito deceduto, ma lei
deve provvedere a fornire risorse economiche per diverse voci, come –
ad esempio - la scolarizzazione.
Inoltre ha una vecchia madre al
villaggio alla quale deve provvedere; insomma, è una persona che sta
nel circuito BnD da anni e che si cerca di aiutare in tutti i modi,
salvo verificare ogni volta i suoi enormi limiti.
E' affezionata e di
fiducia, ma deve sempre essere condotta per mano. Da quando mi trovo
qui le ho affidato l'incarico di ripulire la zona abitativa ed il lavaggio dei panni una volta alla settimana: questo per lei è un reddito che
durerà troppo poco, ma è un reddito straordinario in tutti i sensi,
anche nell'importo che le riconosco.
Per la riapertura del
MAU mi sono dato da fare parecchio: i miei interventi sono serviti
quantomeno a fare chiarezza nei rapporti fra lei e Inoussa, o almeno
lo spero.
Sto considerando
seriamente di accollarmi il costo dell'affitto del suo appartamento,
Fcfa 20.000/mese = € 30, almeno per un certo periodo di tempo, tanto per
consentirle di ripartire con l'attività del MAU che tante
vicissitudini ha subito in questi anni.
Sarebbe come
l'adozione a distanza pro tempore di un adulto!
Già Bruna la sostiene per la scolarizzazione della figlia; capisco che di situazioni come
questa fuori dalla porta ne potrei incontrare una al secondo, ma qui
l'aggravante è che si tratta di una donna sola in un ambito dove,
come lei sostiene, in quelle condizioni sei nulla (probabilmente è
vero!).
Al momento della pausa
pranzo avevo già riordinato le idee sul come procedere sotto
l'aspetto medico: tutte le pastiglie per la sverminatura le ho
trattenute e da lunedì inizierò la somministrazione; per il
complesso vitaminico ho fatto assumere a chi di competenza la prima
pastiglia mettendo nelle loro mani quelle necessarie a mantenere il
ritmo sino a domenica; le altre le distribuirò quotidianamente; ho
estratto dai libretti sanitari consegnati dall'équipe medica i
nominativi da portare all'ospedale la prossima settimana; ho estratto
le ricette con le quali mi sono recato in farmacia per la provvista
e, una volta rientrato, ho convocato i ragazzi singolarmente per
procedere.
Quelli fra loro che
erano esenti da prescrizioni li ho “drogati” con bustine
contenenti sali minerali che mi sono portato appresso da casa, ma che
risultano in eccesso per il mio consumo quotidiano ( e poi avevano
già viaggiato troppo!).
Terminato il tutto si
erano già fatte le 14 e la signora qui di fronte aveva terminato
qualsiasi tipo di cibo predisposto (la scelta è inferiore a quella
di tre anni fa): ho così preparato una pasta al volo partendo
dall'idea dell'aglio olio e peperoncino, ma al momento giusto ho
intercettato il cavolo che ieri non avevo consumato e l'ho sminuzzato
per aggiungerlo e inventare così una ricetta Burkinabè a base di
pasta!
Bea mi ha fatto
compagnia e alla fine, tanto per “festeggiare”, ho diviso in due
l'ultima tortina del mattino e ce la siamo mangiata senza porre
particolare enfasi alla ricorrenza.
Dopo il caffè Bea
sembrava avere poca voglia di tornare alla sua casa, ma alla fine le
ho fatto capire che avrebbe potuto “demander la route” e così se
ne è andata mentre io sono andato a cercare ristoro nella camera
condizionata.
Ad un certo punto,
verso le 17/17.30, sono entrato nel salone dal quale avevo sentito provenire
qualche rumore: Amadou il guardiano? No: Leokady, la petite, che nel
salone non illuminato quasi non avevo visto inizialmente, mentre lei non
si aspettava che io fossi per la casa.
Non pensavo che anche
al sabato pomeriggio passasse da qui nell'attesa del padre!
Le ho chiesto se
volesse disegnare alla lavagna: risposta affermativa. Le ho anche
chiesto quali sono le sue materie preferite e mi ha risposto
geografia e poi storia.
Al che le ho replicato per sapere del
“calcul”, ma come avevo intuito quella non è materia che la
interessa.
Dovendo uscire le ho
anche chiesto se voleva ascoltare della musica sul computer: altra
risposta affermativa. Mi ha chiesto in particolare di rintracciare il nome di una cantante ed io sono
riuscito a trovarlo.
Ad un certo punto è
venuta ad avvisarmi di qualche cosa ed io sono andato a vedere di che
si trattasse: in precedenza avevo preso accordi con dei muratori per
sistemare l'accesso a G.I. Ormai malconcio e loro avevano portato i
materiali per lavorare domani: cemento e ferro dentro, sabbia e
ghiaia fuori.
Quindi parecchi
bambini stavano giocando con la sabbia e Amadou non riusciva a farli
smettere; quando mi sono presentato, la petite è sbucata da dietro
me e si è lanciata verso i piccoletti con tale aggressività da
rimanerne sorpreso per quanto invece è delicata e quasi parlante a
volume zero normalmente con me.
Comunque ero sicuro
che durante la mia uscita sarebbe venuto il padre a riprendersela,
invece non è stato così.
Al rientro ho trovato
anche Amadou ad ascoltare la stessa musica che stava ascoltando la petite.
Ho cominciato a
dedicarmi alla cucina quando è giunta una chiamata da Désiré, il
papà: mi informava di essere andato al villaggio e che oramai si era
fatto troppo buio per rientrare con il motorino e pertanto si sarebbe
fermato là.
Non mi ha chiesto
esplicitamente di accudire sua figlia, pertanto pensavo che se ne
sarebbe occupato Amadou che detiene una qualche forma di
legame/parentela con Désiré.
Invece passava il
tempo e non vedevo Amadou preoccuparsi per sfamare la piccola così
intanto avevo dato loro delle banane fritte a mo di patatine, tanto
per bloccare lo stomaco.
A un certo punto la
bimba è venuta a chiedermi di fare la doccia: manovra che mi ha
colto di sorpresa.
Le ho scaldato
dell'acqua da aggiungere in un secchio ad altra fredda in modo da
stemperarla, le ho dato degli asciugamani, la schiuma per il corpo,
lo shampoo e la spugna: penso che mai prima una persona di così
giovane età avesse utilizzato i servizi della casa!
A seguire si è
proposto il problema dell'abbigliamento: ho cercato una T-shirt
Niagara Falls dalla mia collezione e lei l'ha indossata come fosse un
vestito: Charmant!
Ho cucinato del riso e
delle zucchine miste a fagiolini e carote, altro non avevo: questo è
il mio cibo, ma è stato gradito anche da Amadou che sosteneva di
aver già mangiato un po' (penso invece che non avesse mangiato nulla
ancora), meno da Leonkady che a un certo punto ha dichiarato di
essere sazia avvicinando il piatto con il residuo ad Amadou il quale
ha spazzolato tutto.
Bene, anche la
funzione ristoro è andata, ora resta quella dell'assegnazione del
posto letto perché avevo intuito che mai la petite avrebbe potuto
dormire per terra nell'angusto spazio a disposizione del guardiano.
Ho offerto il letto di
Bruna e lei ha subito accettato: oramai era stanca ed aveva bisogno
di riposare.
Mi sono preoccupato
per la temperatura della stanza dove era in funzione A/C, sicuramente adatta a me: ma a lei?
Le ho fatto infilare
dei pantaloni non miei e le ho messo a fianco un mio pile nel caso ne
avesse bisogno: si è raggomitolata ed è subito approdata nel mondo
dei sogni.
Io mi sono messo a
scrivere e a rispondere a coloro che hanno voluto augurarmi un buon
anniversario.
Poi mi sono docciato
con acqua miscelata a mano fra fredda e riscaldata sul fornello,
infine sono entrato nella camera buia con una pila fra le dita
intenzionato a cercare qualcosa di meglio per proteggere la petite
durante la notte.
Mi sono ricordato del
secondo sacco lenzuolo che ho con me: confezionato in seta vietnamita
e un po' stretto per la mia taglia dovrebbe andare benissimo a lei.
Le ho sollevato una
gamba alla volta e l'ho infilata sino a che ha avuto un movimento
brusco e si è rigirata, ma senza svegliarsi. A quel punto mi è
sembrata sufficientemente coperta e mi sono coricato.
Durante la notte ho
sentito uno starnuto ed ho pensato al peggio, ma al risveglio tutto
bene. Per non infierire poco dopo le tre ho deciso di spegnere A/C.
Domenica 27.I.19
Ero già sveglio, ma
quando la petite è andata in bagno verso le 6.30 ho rotto gli indugi
e poco dopo mi sono alzato; prima ho chiesto se avesse avuto
freddo (risposta NO) e poi le ho detto che poteva stare a letto
quanto voleva.
In realtà si è
alzata prima delle otto ed ha cominciato la giornata prendendosi una
doccia, ma solo dopo averle fornita dell'acqua calda.
Ho pensato che fosse
una esagerazione, ma in seguito ho saputo che l'usanza delle donne
della sua famiglia è di 3 - diconsi tre - docce al giorno, come per
le medicine:mattina mezzogiorno e sera!
Anzi, prima della
doccia le ho preparato la petit déjuner che, secondo la sua
abitudine, è consistita in nestcafe+latte in polvere, il resto l'ho proposto e lei l'ha accettato: cake+pane e
pane con le spezie; invece ha rifiutato pane e marmellata.
A seguire si è messa
al computer per musica, filmati popolari e cartoni mentre io ero
impegnato sul mio P.C. e ogni tanto andavo a controllare il lavoro
dei muratori all'opera dalle 8 e 15'.
Ad un certo punto è
venuta a cercarmi ma non sono riuscito a capire per che cosa: pareva
volesse nascondersi da qualcuno che le aveva messo addosso paura.
Invece c'era una sua
compagna fuori e lei avrebbe voluto chiamarla, ma non osava: le ho
chiesto se voleva che io la facessi entrare e la risposta è stata
affermativa.
E' venuta a cercarmi
una seconda volta per chiedermi di chiamare suo padre, cosa che ho
fatto al volo in quanto non volevo essere io a cercarlo ma al tempo stesso avrei
voluto capire a che ora sarebbe passato.
Désiré aveva la voce di
uno che è stato svegliato in quel momento o che si è svegliato da
poco; l'ho informato che la figlia mi aveva chiesto di chiamarlo e
lui mi ha accennato che sarebbe venuto in un orario indefinito.
La piccola ha quindi parlato con il padre e poi si è fatta passare la madre: ha dialogato in Moorè allegra e contenta e quando mi ha ripassato il telefono la conversazione era già terminata.
La piccola ha quindi parlato con il padre e poi si è fatta passare la madre: ha dialogato in Moorè allegra e contenta e quando mi ha ripassato il telefono la conversazione era già terminata.
Sono stato così messo al
corrente da lei che i suoi genitori sono al villaggio e ci resteranno tutto
il giorno: ah, buono a sapersi, quindi dovrò provvedere a pranzo e
cena senza avere più nulla in casa!
Le chiedo delle
preferenze sul cibo ed io memorizzo solo ciò che sono in grado di
fare: quindi pasta con soffritto di cipolla alla quale aggiungere i
pomodori e poi insalata, la prima a pranzo e la seconda a cena.
L'arrivo della
compagna ed amica Nafi ha reso più autonoma la sua presenza che
continua fra P.C., lavagna, giochini.
Dopo un controllo ai
lavori in corso raggiungo a piedi il mercato facendo un giro breve a
colpo sicuro; solo la sosta dalla donna dell'avocado che oggi non ce
l'ha è andata a vuoto.
Tornando a casa mi
fermo da una tipa che mi aveva poco prima offerto delle ciotole
metalliche e decido di prenderne un paio in quanto la dotazione di
G.I. è assai scarsa in questo settore. Solito saluto al ciabattino
ghanese e poi, a sorpresa, lungo la strada un ragazzo alto ed
elegante si rivolge a me in inglese facendo sfoggia di una buona
conoscenza della lingua.
A casa mi metto
all'opera con le due giovincelle curiose di vedere il mio lavoro;
anzi, nel momento in cui ho dovuto rispondere al telefono Leokady si
è impossessata del tagliere ed ha continuato ad affettare la
cipolla.
Poi l'ho sorpresa con la sbollentatura dei pomodori per
sbucciarli senza fatica; quindi ho attivato la padella
e l'acqua della pasta: prescelte le farfalle che qui chiamano
pilinpiku, come il luogo del barrage che nella giusta stagione
presumo sarà invaso da questi insetti.
Ho chiesto a Nafi se
avrebbe gradito mangiare con noi: si! Allora dovresti avvisare la tua
famiglia, ho detto: ma non c'è stata nessuna reazione.
Mi è sembrato che
Leokady gustasse di più il cibo; ad un certo punto ha lanciato nel
mio piatto parte del sugo dicendomi che lei ne aveva troppo, ed era
vero.
Alla fine ho dato loro
anche del pane, ma ne hanno fatto un uso improprio pur finendo nel
loro stomaco.
Alla fine la generosa
scarpetta che avevo loro offerto è finita nelle mie fauci:
effettivamente entrambe hanno mangiato tutta la pasta e devo dire che
per la loro stazza non era poca.
Dopo Leokady ha
sparecchiato ed insieme all'amica ha lavato i piatti: ragazze
allevate al sistema tradizionale!
Le ho fatte ridere
spesso mettendo in canzone ciò che stavo facendo al ritmo lento di
Et Maintenant, oppure facendo qualche mossa per loro divertente,
anche solo con delle espressioni facciali.
A questo punto mi sono
ritrovato Leokady avvolta dall'asciugamano violaceo pronta a farsi
un'altra doccia: è ben qui che ho capito quante ne fa al giorno!
Ho scaldato dell'altra
acqua e nel mentre ho raccontato che ci sono altri sistemi al mondo
per ottenere acqua calda a partire dai pannelli ad accumulo per
passare ai scaldaacqua elettrici: mi guardavano come un Messia ed
allora ho detto loro di riportare nelle loro case tutte le esperienze
odierne per rendere edotti i loro familiari.
Entrambe sono state
brave con i numeri in italiano da 1 a 20, Nafi meglio di Leokady.
Infatti quando le ho chiesto quale fosse la sua materia preferita ha
citato giusto la matematica.
Dopo essersi appartate
in camera a fare un po' di rumore servendosi di gomma da masticare senza chiedere
autorizzazione (beccate subito!), Nafi ci ha lasciato, ma poco dopo è
arrivato Josué in transito per un saluto. Ho invitato la petite a
spiegargli i numeri in italiano e lui si è messo a copiarli su un
foglio.
Poi me li sono fatti
ripetere ed è andato bene: se ne è andato soddisfatto.
Nel frattempo i lavori
sarebbero finiti se non fosse che chi ha lavorato allo scivolo
interno non ha capito che doveva realizzare due modeste rampe da 20
cm di lunghezza e ha invece realizzato un mezzo gradino che ora è in fase di
sistemazione; buono invece il lavoro della lavagna esterna.
Sistemata la parte
contabile con i muratori è rientrato Amadou mentre io e Leokady siamo andati a fare
un breve itinerario esterno che ci ha portati ancora al mercato e poi
al pseudo campo da calcio dove stavano giocando adulti sfruttando
gli spazi in tutti i sensi per lasciar giocare contemporaneamente più
gruppi: neanche da mettere con i senegalesi che vedevo giocare fra
il bagna asciuga ed il mare!
Appena rientrato ho
consegnato ad Amadou una lettera di Luca Presidente in risposta a
quella che il guardiano aveva affidato a Bruna; poi mi sono chiuso
nella stanza climatizzata per mettere a posto i quattrini laddove li
avevo anticipati prelevandoli da altre fonti onde far fronte alle
occorrenze immediate.
Solo verso sera mi
sono reso conto che domani non è il giorno 30 e quindi non dovrò
andare all'ospedale a perdere una mezza giornata; bene perché ho
bisogno di parlare con Antoine l'elettricista e con il saldatore sia
per gli acquisti di materiale che per il lavoro già approvato.
Leokady ha continuato
a restare davanti al P.C. sino a che mi ha raggiunto prima per la
doccia della sera dalla quale è uscita bardata con i vestiti da
notte già usati ma che io avevo riposto non immaginando che si
sarebbe trattenuta tanto: li aveva recuperati da sola ed indossati
come roba oramai sua.
Poi è stata molto
attiva nell'aiutarmi in tante operazioni obbligatorie prima di
sedersi a tavola.
Fra una cosa e l'altra
abbiamo mangiato un po' tardi visto che domattina dovrà alzarsi non
alle cinque come fa quando è a casa sua, ma almeno alle 6.30: ultimo
sguardo al P.C. mentre io sistemavo la cucina e poi a letto, previo
lavaggio denti con uno spazzolino mio.
Si è infilata nel
sacco lenzuolo, ha appoggiato il capino e mi è sembrata già bene
orientata per il mondo dei sogni: per aiutarla in tal senso le ho
posato un bacino sulla tempia.
Anche se fuori data,
sono arrivati ancora auguri da lontano, compreso lo Sri Lanka.
Gestire un nipotino
che parla un'altra lingua non è semplice, anzi è impegnativo, ma in compenso è tanto
divertente.