venerdì 14 dicembre 2018

Burkina Faso nel Sahel

13.XII.18
L'intervento chirurgico è stato eseguito il giorno nove di novembre: da lì è iniziata la corsa per rendere operativa la missione con Bambini nel Deserto – destinazione Sahel.

Tolti i punti il giorno diciotto novembre, tralascio tutti i numerosi tasselli che sono andati via via al loro posto sino ad arrivare al fotofinish, ma con il VISA già acquisito durante un blitz a Milano fra il 25 ed il 26 novembre.
Dopo il terzo trattamento Shiatsu resosi necessario post intervento ho pensato che la mia schiena sarebbe stata pronta a sostenere il periodo che mi vede ora logisticamente accasato a Garage Italia – Ouagadougou, come tre anni addietro.
Quindi saluti in ambiente Yoga e non solo, la preparazione del bagaglio, l'inserimento di oggetti provenienti da lontano e destinati qui, recuperati alla vigilia della partenza nella casa di mio fratello a Milano.

Il giorno sette dicembre mio fratello mi ha accompagnato di buonora al Bus navetta per Malpensa:due bagagli al limite dei 23 Kg. non sono facili da spostare, ma sapevo che ce l'avrei fatta in tutti i casi.
Il volo Tunisair al quale mi sono affidato è stato onesto con me; inoltre Tunisi è davvero vicina.
Alle 16.30 ancora Tunisair sino ad Ouagadougou: in questa tratta molti Burkinabé rientranti a casa; con alcuni ci sono stati dei simpatici scambi.
Le operazioni all'arrivo avvenuto alle 20 circa sono state assai più veloci che in passato; quando ho informato il tipo del controllo passaporto che si trattava della seconda volta per me, egli mi ha risparmiato la presa delle impronte digitali!
Appena fuori ho incontrato lo sguardo di Bruna e di Bea accompagnate da Stefano, il conduttore da Siena a qui della Opel Frontera 4X4 denominata Folgore.
Subito siamo andati al ristorante dove ci attendevano Francesca e Antonio, i motociclisti dell'Africa Twin lasciata in dono a Garage Italia, ma all'ingresso è accaduto un fatto speciale.
Un ragazzo ha visto Bruna e l'ha salutata, ma lei non si ricordava di lui. Poi ha visto me e c'è stato un grande abbraccio spontaneo e sincero: era Gerard, un ex allievo G.I. che al momento della mia partenza nel 2016 inizialmente si era defilato per un attacco di commozione profonda che lo aveva portato al pianto.
E' stato bello riprendere contatto con un territorio già conosciuto e già praticato in questo modo!
A seguire, dopo aver consumato una omlette (mio terzo pasto odierno), per primo è stato accompagnato all'aereo Stefano e dopo un paio d'ore Francesca e Antonio: incontro breve con loro, ma intenso.
Alla fine G.I., Amadou le guardien, Bea ed il suo buon amico che mi hanno presentato un dono di benvenuto, il materasso che avevo comprato allora ad attendermi in una camera dotata da pochissimo tempo di A/C!

Il giorno seguente Bruna mi ha presentato agli allievi, dodici, e ai formatori presenti: e già, ora l'offerta formativa si sta ampliando e l'organizzazione risulta meglio strutturata.
E' stato redatto un regolamento interno e ogni settimana vi è un calendario sull'impiego dei tempi: alla meccanica di base che fa capo al solito Moustapha aiutato da Hervé, si affiancano un educatore dell'Action Sociale presente quasi sempre, uno psicologo, un artista, un elettricista, un informatico oltre a Bea per l'alfabetizzazione.
A breve forse si aggiungerà anche l'offerta per imparare a saldare: io qui dovrò usare il cacciavite per regolare le viti del sistema e coordinare il lavoro degli adulti.
Il resto sono optional quotidiani generati dai numerosi imprevisti costanti e continui.
Come l'incontro con Achille, il trivellatore che per conto di BnD a breve realizzerà un forage nella brousse a circa due ore di macchina da qui e con il quale si è concordato un sopralluogo per mercoledì.

Domenica commissioni varie e poi la visita di Kaka, persona sulla quale Bruna conta molto, seguita a quella di Roland, l'informatico.

Lunedì mattina, dopo qualche ragionamento operativo, via per comprare la scheda telefonica locale e quindi puntare AICS, la sede della cooperazione Italiana per la presentazione e l'accreditamento: ho guidato sciolto ritrovando i punti di riferimento senza nulla sbagliare, ma AICS ora è diventato un avamposto italiano in terra straniera e si è trasformato in un fortino dopo i plurimi attacchi terroristici avvenuti in città. A parte che il Direttore era impegnato in riunione, ma ora l'ammissione avviene solo per appuntamento! Ciononostante una impiegata ci aveva pregato di tornare prima delle 13, ma al secondo giro ci è stata ricordata la ferrea procedura da seguire: OK, intanto ho lasciato l'informativa che mi aveva inviato Luca Presidente BnD.
Il Grand Marché l'avrei evitato volentieri, ma Bruna doveva andarci e così sono stato anche in quel girone dantesco prima di poter godere di A/C sul 4x4 rientrando a casa.
Nel pomeriggio ancora Roland che è in procinto di aprire la realtà Cyber per la quale sono qui accumulati i computer rastrellati nel tempo da BnD, in attesa di trovare spazio nella loro sede, quindi Sama, altro uomo di punta di Bruna e di BnD.

Il giorno 11 dicembre, festa dell'Indipendenza Nazionale, durante la mattinata Roland ci ha guidati insieme a Marcel, Presidente AJDS, nella visita ai locali destinati al Cyber, ora finalmente in fase di allestimento.
Ma prima c'è stata la sorpresa di trovare Folgore, parcheggiata sullo scivolo di ingresso a G.I., violata nella notte: è stata asportata la batteria! Ho allora convocato Moustapha che si è precipitato per montare quella di scorta lasciata dal gruppo italico appena partito.
In questa occasione ho appreso che qui non c'è più un carica batterie perché alcuni mesi fa, alla chiusura per un fine settimana, era stato lasciato nell'atelier: qualcuno aveva scavalcato e lo aveva fatto sparire. 
Quindi Bruna è rientrata nella sua sede di Nagreongo così l'ambiente è rimasto completamente a mia disposizione.

Mercoledì mi sono reso attivo sin dal primo mattino per farmi trovare pronto ad accogliere i ragazzi alle 7.30; poi ho usato l'auto rimasta qui, una Scenic con oltre 270.000km., prima di essere prelevato da Achille per l'itinerario nella brousse.
Al Total concordato abbiamo imbarcato Kaka, quindi ci siamo trovati con Bruna in un Maquis dove ho consumato un Igname al ragout assolutamente non confrontabile con quello di Tiébélé. A seguire via per il villaggio: ad un incrocio ci attendeva il direttore della scuola locale con la sua mobilette perché senza di lui mai si sarebbe potuta raggiungere la meta.
La brousse comunica serenità con i suoi spazi ed i tempi lunghi rispetto a quelli ai quali siamo abituati: il benvenuto dei notabili, il tradizionale acquisto delle noci di Cola da donare al capo villaggio, l'incontro in assise plenaria nel luogo a ciò deputato, i discorsi a giro quasi sussurrati in lingua Moré tradotti da Kaka, i nostri in francese sempre tradotti da Kaka, la soddisfazione di tutti all'annuncio che la loro richiesta di un forage ha trovato un donatore italico e che oggi si presentava loro il professionista che avrebbe poi trivellato il suolo, il commiato dal Capo e le foto con alcuni allievi della scuola locale che ha già goduto di un intervento Bnd consistente nella piantumazione di un certo numero di alberi i quali, crescendo, daranno riparo alla scuola stessa dal vento e la possibilità di coltivare fra una pianta e l'altra.
Con la guida della mobilette ho riconquistato il goudron fermandomi al maquis per una bibita fresca: qui Bruna ci ha lasciato ed è tornata alla sua base mentre noi tre abbiamo iniziato il rientro fermandoci in un altro posto nella brousse, dalle parti di Université Ouaga 2, dove il trivellatore avrebbe dovuto incontrare Soeur Rosalie che da sola gestisce un gruppo di malati mentali in un posto dotato di nulla, salvo un forage attualmente mal funzionante, frutto di una donazione, che consente comunque di coltivare ortaggi.
Non c'è una struttura, c'è solo una rete di protezione che non impedisce alle caprette di andare ogni tanto a brucare i fagiolini; ci sono delle tende ex protezione civile italiana messe a disposizione da una organizzazione umanitaria italiana che opera all'interno delle carceri e che ha la sede non lontano da qui.
La Soeur mi ha colpito per il suo coraggio e la sua soavità, sicuramente in sua dotazione per il credo profondo nel Superiore che ci vede dall'alto e ci mette una pezza quando necessario; qui di pezze deve averne messe già parecchie, tante da continuare ad alimentare il suo entusiasmo: per certi versi mi ha ricordato Madre Teresa di Calcutta!
La visita si è rivelata interessante sia per me che per Kaka: ma come fa costei da sola ad occuparsi di tanti casi appartenenti a tutte le età? Mantenendo tutto in ordine e con fiori qua e la come se non si trovasse nella brousse! Entrambi, con modalità diverse, siamo stati presi dell'impulso di darle una mano.
Con il buio ci siamo rimessi in marcia percorrendo la strada privata in capo all'organizzazione italica della quale ho fatto cenno prima; giunti davanti alla sua sede abbiamo trovato il responsabile in sella ad una bici,
Achille si è rivolto a lui in italiano mentre io scendevo per presentarmi e chiedere ammenda, ma quando ha saputo che venivamo dalla suora e che io sono un volontario BnD ci ha informati di conoscere molto bene la nostra ONG attraverso i ragazzi di Cinema du Desert. Dopo un veloce scambio che mi ha fatto apprezzare il lavoro che viene svolto all'interno delle carceri, abbiamo proseguito.
Lasciato Kaka mi è sembrato che non si arrivasse mai a casa sia per il traffico che per il buio vestito di un inquinamento solito, ma più impressionante alla luce dei fari.
La giornata per me non era ancora terminata in quanto ho trovato ad attendermi tutte le verdure che erano state acquistate da Bea su mia indicazione: mi sono fatto coraggio e così mi sono passato ai ferri l'equivalente di tre melanzane e due zucchine giganti mentre pulivo i fagiolini e mondavo le carote. Dopo aver cenato con sardine marocchine e pomodori all'olio mi sono sentito esausto, tale per cui avrei potuto andarmene solo a letto,

Oggi giovedì quattordici me lo immaginavo come un giorno da trascorrere tranquillamente all'interno di GI: invece il meccanico venuto per la Scenic mi ha tenuto in ballo a più riprese per un tempo indefinito senza nulla concludere.
Quindi approccio informativo con i ragazzi, conversazione con l'artista Abass, qualche parole con Basil, vari interventi con Moustapha e Amadou. Infine la mia richiesta telefonica ad Achille per poter incontrare Soeur Rosalie in termini più professionali onde capirne i bisogni e come sarebbe possibile soddisfarli, magari solo per una parte.

Le temperature qui a Ouaga sono ancora calde, ma per il momento sopportabili; entrare in camera da letto alla sera è sempre un sollievo: lì la temperatura cerco di mantenerla fra i 26 ed i 27°.

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