Premessa
Il
giorno uno dicembre era già previsto una scadenza del tagliando
salute a Milano e così sono partito dall'eremo del levante ligure con tutto il
mio carico per poi essere in grado di proseguire verso l'Africa.
Intoppi
se ne sono presentati diversi, a partire dagli apparecchi tecnologici
sino all'esito del tagliando; ciononostante domenica mi sono fatto
trovare pronto alla chiamata del volo Iberia che, via Madrid, mi ha
depositato a Dakar alle dieci di sera L.T..
Domenica
04.12.2016
Nulla
di particolare da segnalare circa il volo a parte l'emozionante
visione iniziata poco dopo il decollo e durata per un po': la
giornata grigia a terra, una volta superata la coltre di nubi, in
quota era tutta un'altra cosa.
E'
stato allora che ai miei occhi si è presentata una visione
antartica: quella che sembrava una distesa di ghiaccio in realtà
erano nuvole, ma la parte delle montagne innevate che da lì
svettavano, quelle sì erano vere.
A
Dakar, sebbene mi fossi tolto gli strati di vestiario necessari alla
sopravvivenza in Europa, ho trovato una temperatura esagerata; a
seguire mi sono infilato in una grande coda ad imbuto per passare il
controllo di Polizia; coda africana di quelle che durano parecchio.
Ciò
mi ha messo in condizione di trovare le valige già pronte per essere
arpionate dal nastro subito dopo aver ottenuto il timbro sul
passaporto in cambio del rilevamento delle impronte digitali dei miei
indici.
All'ingresso
ho trovato ad accogliermi Giacomo, un connazionale conosciuto qualche
mese fa: egli vive stabilmente in Senegal ormai da diversi anni.
Nel
buio della notte, quando stavo per salire sul sedile anteriore del
suo pick-up, sono stato invitato a salire dietro in quanto il posto
anteriore era occupato dalla moglie con un piccolo di undici mesi
dormiente in braccio: della loro silenziosa presenza non mi ero reso
minimamente conto!
A
quell'ora notturna Giacomo non ha avuto difficoltà a condurci
velocemente a casa, anche perché ora esiste una autostrada che da
Dakar punta a sud; la parte già realizzata arriva giusto vicino al
bivio per Toubab Dialaw.
Una
volta guadagnata la camera è stato il momento di aprire il bagaglio:
“malasuerte”!
Ho
subito capito che dentro alla valigia rigida era avvenuta la rottura
del contenitore di uno sciroppo.
Ho
impiegato un po' di tempo per decidere che non avrei potuto
sciacquare ogni cosa subito così sono passato all'altra che nel
frattempo era rimasta chiusa a terra.
Sorpresa:
vi erano già entrate un tot di formiche!
Le
malefiche, attratte da una confezione di pastiglie zuccherine,
stavano colonizzando tutta la biancheria contenuta!
Altro lavoro inatteso al quale è seguita una doccia ed infine il
letto quando erano le due passate.
Lunedì
05.12.2016
Ad
un certo punto della notte ho iniziato ad accusare un fastidio:
sembravano stilettate date con un ago sulla pelle.
Ho
iniziato a strofinarmi e a grattarmi al buio senza la possibilità di
accendere una luce: ho cercato di adottare un comportamento Zen per
tirare avanti sinché, alle prime luci dell'alba, mi sono sollevato
per osservare: ciò che ho visto è stato del tutto inatteso.
Il
mio sacco lenzuolo che avevo poggiato sul lenzuolo in dotazione era
invaso da una colonia di formiche che mi aveva attaccato sino ad
allora torturandomi nella zona della nuca e delle spalle per
parecchio tempo.
Mi
sono alzato al volo ripiegando il mio lenzuolo in modo da andare a
sbatterlo fuori; poi però ho visto che le formiche erano ovunque sul
letto: allo specchio è risultato che le mie spalle ed il collo erano
piene di rigonfiamenti assai bruttini a vedersi.
Si
comincia bene, ho pensato; mi sono unto utilizzando una pomata
specifica per fatti come questo e li per li non mi è sembrato un
avvenimento degno di nota. Solo che col passar del tempo quei
rigonfiamenti hanno iniziato a prudere e la pomata, per quanto
curativa, non è stata in grado di fare più di quanto stava già
facendo.
Dopo
colazione ho ripreso il lavoro interrotto nella notte: pulizia della
valigia e risciacquo degli indumenti.
Per
la valigia risultato accettabile, per gli indumenti meno.
Verso
le 14, con il sole verso il massimo della sua capacità termica che,
ahimè, è ancora tanta, ho consumato un pasto senegalese al desco di
Giacomo.
Dopo
un momento di pausa, verso le 16 sono stato condotto a visionare i
lavori in corso d'opera nella sua proprietà, lavori che, una volta
terminati, faranno di questo posticino un angolo di paradiso.
Quindi
escursione sul territorio per cominciare a vedere dal vivo la realtà
locale. Intanto questi sono giorni che manca l'acqua dell'acquedotto
e la gente si concentra ai pozzi con le loro taniche nell'attesa del
proprio turno, oppure attende che un carro trainato da un ronzino
consegni a domicilio le solite taniche bianche,gialle, verdi o blu.
Ho
potuto avvicinare fugacemente l'organizzazione “les enfantes de
Ornella” prima di rientrare alla base via spiaggia.
Nel
frattempo sto prestando ascolto a tutto quanto Giacomo mi racconta
della sua esperienza di vita qui, esperienza che reputa in sintonia
con le sue attuali aspettative.
Il
suo bimbo è socievole e sua moglie appare come una Noemi, forse
anche più alta dell'originale: due pillole che ben si accompagnano
alle sue positive considerazioni circa la sua vita attuale.
Il
calore di oggi mi ha fatto ulteriormente riflettere sull'escursione
al sud di alcuni giorni a partire da domani pomeriggio, ma oramai
l'ambientamento climatico è iniziato e...che vada come deve andare!.
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