martedì 13 dicembre 2016

Dakar-Toubab Dialaw


                                                                       Premessa

Il giorno uno dicembre era già previsto una scadenza del tagliando salute a Milano e così sono partito dall'eremo del levante ligure con tutto il mio carico per poi essere in grado di proseguire verso l'Africa.
Intoppi se ne sono presentati diversi, a partire dagli apparecchi tecnologici sino all'esito del tagliando; ciononostante domenica mi sono fatto trovare pronto alla chiamata del volo Iberia che, via Madrid, mi ha depositato a Dakar alle dieci di sera L.T..


Domenica 04.12.2016
Nulla di particolare da segnalare circa il volo a parte l'emozionante visione iniziata poco dopo il decollo e durata per un po': la giornata grigia a terra, una volta superata la coltre di nubi, in quota era tutta un'altra cosa.
E' stato allora che ai miei occhi si è presentata una visione antartica: quella che sembrava una distesa di ghiaccio in realtà erano nuvole, ma la parte delle montagne innevate che da lì svettavano, quelle sì erano vere.



A Dakar, sebbene mi fossi tolto gli strati di vestiario necessari alla sopravvivenza in Europa, ho trovato una temperatura esagerata; a seguire mi sono infilato in una grande coda ad imbuto per passare il controllo di Polizia; coda africana di quelle che durano parecchio.
Ciò mi ha messo in condizione di trovare le valige già pronte per essere arpionate dal nastro subito dopo aver ottenuto il timbro sul passaporto in cambio del rilevamento delle impronte digitali dei miei indici.
All'ingresso ho trovato ad accogliermi Giacomo, un connazionale conosciuto qualche mese fa: egli vive stabilmente in Senegal ormai da diversi anni.
Nel buio della notte, quando stavo per salire sul sedile anteriore del suo pick-up, sono stato invitato a salire dietro in quanto il posto anteriore era occupato dalla moglie con un piccolo di undici mesi dormiente in braccio: della loro silenziosa presenza non mi ero reso minimamente conto!
A quell'ora notturna Giacomo non ha avuto difficoltà a condurci velocemente a casa, anche perché ora esiste una autostrada che da Dakar punta a sud; la parte già realizzata arriva giusto vicino al bivio per Toubab Dialaw.
Una volta guadagnata la camera è stato il momento di aprire il bagaglio: “malasuerte”!
Ho subito capito che dentro alla valigia rigida era avvenuta la rottura del contenitore di uno sciroppo.
Ho impiegato un po' di tempo per decidere che non avrei potuto sciacquare ogni cosa subito così sono passato all'altra che nel frattempo era rimasta chiusa a terra.
Sorpresa: vi erano già entrate un tot di formiche!
Le malefiche, attratte da una confezione di pastiglie zuccherine, stavano colonizzando tutta la biancheria contenuta!
Altro lavoro inatteso al quale è seguita una doccia ed infine il letto quando erano le due passate.


Lunedì 05.12.2016
Ad un certo punto della notte ho iniziato ad accusare un fastidio: sembravano stilettate date con un ago sulla pelle.
Ho iniziato a strofinarmi e a grattarmi al buio senza la possibilità di accendere una luce: ho cercato di adottare un comportamento Zen per tirare avanti sinché, alle prime luci dell'alba, mi sono sollevato per osservare: ciò che ho visto è stato del tutto inatteso.
Il mio sacco lenzuolo che avevo poggiato sul lenzuolo in dotazione era invaso da una colonia di formiche che mi aveva attaccato sino ad allora torturandomi nella zona della nuca e delle spalle per parecchio tempo.
Mi sono alzato al volo ripiegando il mio lenzuolo in modo da andare a sbatterlo fuori; poi però ho visto che le formiche erano ovunque sul letto: allo specchio è risultato che le mie spalle ed il collo erano piene di rigonfiamenti assai bruttini a vedersi.


Si comincia bene, ho pensato; mi sono unto utilizzando una pomata specifica per fatti come questo e li per li non mi è sembrato un avvenimento degno di nota. Solo che col passar del tempo quei rigonfiamenti hanno iniziato a prudere e la pomata, per quanto curativa, non è stata in grado di fare più di quanto stava già facendo.
Dopo colazione ho ripreso il lavoro interrotto nella notte: pulizia della valigia e risciacquo degli indumenti.
Per la valigia risultato accettabile, per gli indumenti meno.
Verso le 14, con il sole verso il massimo della sua capacità termica che, ahimè, è ancora tanta, ho consumato un pasto senegalese al desco di Giacomo.
Dopo un momento di pausa, verso le 16 sono stato condotto a visionare i lavori in corso d'opera nella sua proprietà, lavori che, una volta terminati, faranno di questo posticino un angolo di paradiso.
Quindi escursione sul territorio per cominciare a vedere dal vivo la realtà locale. Intanto questi sono giorni che manca l'acqua dell'acquedotto e la gente si concentra ai pozzi con le loro taniche nell'attesa del proprio turno, oppure attende che un carro trainato da un ronzino consegni a domicilio le solite taniche bianche,gialle, verdi o blu.
Ho potuto avvicinare fugacemente l'organizzazione “les enfantes de Ornella” prima di rientrare alla base via spiaggia.


Nel frattempo sto prestando ascolto a tutto quanto Giacomo mi racconta della sua esperienza di vita qui, esperienza che reputa in sintonia con le sue attuali aspettative.
Il suo bimbo è socievole e sua moglie appare come una Noemi, forse anche più alta dell'originale: due pillole che ben si accompagnano alle sue positive considerazioni circa la sua vita attuale.
Il calore di oggi mi ha fatto ulteriormente riflettere sull'escursione al sud di alcuni giorni a partire da domani pomeriggio, ma oramai l'ambientamento climatico è iniziato e...che vada come deve andare!.



Nessun commento:

Posta un commento