mercoledì 13 gennaio 2016

Burkina Faso: riscaldamento climatico anomalo in corso.



Venerdì 08.01.2016
La situazione mi sembra in miglioramento ed anche la consulenza della lontana amica medico mi ha confermato via email che le medicine in corso di assunzione vanno bene, anzi, sono persino eccedenti alla necessità!
In questi giorni la temperatura si è rialzata parecchio: si viaggia dai 34° in su di giorno e fra i 18° ed i 20° durante la notte.
Spero solo che la crescita abbia dei tempi lenti, anche se al momento il clima risulta ancora sopportabile.


Mi sto dannando con l'insegnamento delle tabelline agli allievi, allievi che un noto opinionista italico non esiterebbe a definire come “capre”: in realtà taluni sembrano assorbire più che altri sul breve periodo, ma ogni volta che ritorno indietro spesso sembra di essersi sperduti fra le dune di un deserto sabbioso della Mauritania.


Pazienza, il mio sforzo – che è a tempo determinato - arriverà sin dove potrà arrivare; ciascuno profitta o getta al vento la propria chance, e qui non è diverso rispetto ad altre dislocazioni.
Luca ha trovato il modo per chiedermi se sarei interessato a proseguire l'esperienza a Ouaga, ma la mia risposta è stata rapida e negativa: quest'aria è deleteria ai polmoni di chiunque ed ai miei in particolare.
Già sto vagheggiando discorsi di Cina quando pronta è arrivata una replica di Luca per un nuovo progetto nascente a S.Louis, antica capitale dei francesi in Senegal, apprezzata città coloniale sul mare, indubbiamente un posto interessante che ricordo con piacere.
Se ne parlerà fra quindici giorni ed io ascolterò attentamente.


Questa notte rientreranno gli amici dopo aver percorso un lungo itinerario effettuato utilizzando vari mezzi di trasporto: la loro permanenza qui è alla fine durata tanto quanto il battito d'ali d'un fringuello.


Sabato 09.01.16
Dopo l'arrivo di D & D ieri sera ci siamo raccontati le nostre rispettive avventure sino a notte: loro sarebbero intenzionati a raggiungere con mezzi pubblici Tiébélé per rientrare quasi all'orario della partenza del volo.
Progetto rischioso!


Quindi questa mattina ho proposto una variante consistente nell'utilizzo di Toyota 4Runner come vettore al posto del Bus Rakieta.
Ho poi controllato i documenti del veicolo rilevando che non sono stati riconsegnati tutti quelli che avevo fornito, e fra questi la scheda tecnica attestante l'idoneità del veicolo a circolare.
Preso atto di ciò sono rimasto perplesso circa il fatto di mettermi alla guida in queste condizioni mentre Duilio si è manifestato affermando che secondo lui non ci sarebbero stati problemi; un po' tirato ma alla fine ho accettato di usare T4R anche per testarne il reale stato di salute su una distanza complessiva di km. 360, distanza che tanto piccola non è.



Fra una cosa e l'altra siamo riusciti a partire dopo le ore 15 in direzione Pò consapevoli che negli ultimi 40 km. ci sarebbe stato da percorrere una pista: quindi sarà già buio al momento di raggiungere la meta e le condizioni di visibilità saranno le peggiori per me.
L'uscita dalla città è sempre caotica sia per il traffico che per i dissuasori di velocità che si susseguono ad ogni piè sospinto e non consentono di viaggiare che a 60 km/h al massimo.



Dopo il villaggio di Koubri si può dire che la città e le sue appendici sono oramai alle spalle: la giornata è particolarmente calda in quanto sono già alcuni giorni che vengono indicate temperature diurne che sfiorano i 39° e pertanto si viaggia a finestrini aperti, anche se il veicolo è dotto di A/C.
Il percorso è conosciuto per la presenza di un banditismo diffuso e le forze dell'ordine sono ampiamente dislocate qua e là, quindi si sapeva che saremmo stati soggetti a controlli.
Infatti il primo è arrivato subito e quando mi è stato fatto cenno di accostare fuori dal goudron ho immediatamente capito che la cosa sarebbe stata complicata.



All'inizio il tipo ha cominciato con le solite richieste circa la carte gris che qui non c'è a causa della temporanea importazione; ho dovuto spiegare di che si tratta e credo che non lo abbia ben compreso, ma ciò non gli ha impedito di chiedere la mia patente, l'assicurazione e il documento tecnico che mancava. Gli ho messo fra le carte quello già scaduto e poi sono stato costretto a comunicare che quello valido doveva essere rimasto in ufficio: il patatrack ormai era avvenuto, ora si trattava di rimanere calmi ed essere convincenti con il responsabile del posto di blocco presso il quale sono stato accompagnato: questi era sigillato dentro alla 4x4 con aria condizionata a manetta abbigliato come una testa di cuoio tedesca.
Ha ascoltato la mia verità e poi è stato irremovibile; anzi, secondo lui mi stava facendo un favore nello scrivere un processo verbale attestante la sola mancata esibizione del malefico documento anziché l'inesistenza dello stesso: nel primo caso mi sarebbe stato concesso di continuare il viaggio accollandomi fcfa 25.000 di multa, nel secondo caso il veicolo sarebbe stato temporaneamente sequestrato e messo fuori dalla circolazione.
In queste situzioni ci sarebbe sempre la manovra alternativa da giocare consistente nel dare una mancia che, se accettata, avrebbe chiuso lì la partita; ma io non sono idoneo a giocare questo gioco così come anche altri: riconoscendo i miei limiti ho preferito apprezzare la professionalità del corpo di polizia espresso attraverso il ligio ufficiale lasciandogli il dovuto dopo aver sottoscritto il processo verbale scritto con una grafia comprensibile.
Mi sembra di aver capito che sarebbe possibile ricorrere contro il provvedimento, ma onestamente non credo di avere la forza per poterlo fare.


Quindi solo dopo la prolungata sosta il veicolo è riuscito a prendere i 2500giri angolari/1' che erogano la potenza bastevole per viaggiare fra gli 80 ed i 90 km/h..
Così a Pò era già buio quando Duilio ha chiesto uno stop bancomat che si è prolungato oltre il dovuto; poi via alla ricerca della pista imbroccata al secondo colpo.


Come avevo presunto le condizioni di visibilità sono risultate tropo scarse in dipendenza dei fari scadenti, della polvere in aria tendente ad oscurare come nebbia la visibilità negli incroci con altri veicoli, ma il dramma maggiore è stato quello dei carretti trainati da asini o l'esagerato quantitativo di bici lungo il percorso, oltre ad un attraversamento di vacche colore della strada che mi ha colto con un attimo di ritardo: in questo caso frenare un veicolo tanto pesante senza grip sullo sterrato significa slittare, ma fortunatamente la sequenza non ha lasciato danni a nessuno.
Mi sono sentito dire che sono stato persino troppo bravo a tenere i 60-70 Km/h in simili condizioni, ma devo aggiungere che volevo oramai chiudere l'esperienza il più in fretta possibile; quando ho stimato con i tempi che la meta doveva essere lì sono comparse delle luci che hanno confermato la mia intuizione, salvo il fatto che una deviazione per lavori in corso mi ha gettato quasi nel panico.
Mentre stavo manovrando per fare inversione di marcia due tipi hanno cominciato a proporre alberghi per la notte e visite guidate per il domani; Duilio aveva parlato di “chez Pierre” da raggiungere e uno dei due si è offerto di accompagnarci.
E' stato un bene averlo preso a bordo perché il percorso ora si stava sviluppando fra le case del villaggio che sono simili ad un greto di torrente e pertanto T4Runner ha proceduto in seconda piuttosto lentamente: tutto ciò al buio più completo ha indotto a pensare a distanze più lunghe del vero anche a causa della stanchezza accumulata, ma che cielo stellato ho potuto godermi mentre D & D si recavano a visionare l'ambiente assai caratteristico nella sua particolarità.
Non so nemmeno come sia maturata l'idea di tornare indietro per visionare un'altra proposta, ma a quel punto per me sarebbe andato bene tutto e quindi ero predisposto a chiuderla lì, invece a D&D l'altro era sembrato più di charme e quindi siamo ritornati là dopo aver lasciato la guida più o meno dove l'avevamo tirata a bordo, ma con la proposta di risentirci per un giro alle corti reali le cui case sono state dotate dalle donne di quelle meravigliose decorazioni a colori naturali che hanno reso celebre il posto.
Appena raggiunto lo spazio comune coperto ci siamo imbattuti in un cavaliere solitario tosco/italico originario della Versilia il cui cavallo d'acciaio non mi era sfuggito, uno di quei duri e puri che lavorano indefessamente la stagione per potersi godere periodi in cui muoversi per il mondo nel modo più gradito, in questo caso in moto (Africa Twin: che bel veicolo...nostalgia per quel modo di viaggiare!).
Con Roberto è stato facile intendersi parlando interrottamente sino a che, dopo un gradevole pasto, io mi sono ritirato nel mio loculo dotato di zanzariera.


Domenica 10.01.2016
Sono stato anche il primo a mettermi in moto al mattino in modo da visitare con attenzione l'auberge costruito come una corte reale, molto piacevole, tranquillo e in questo momento in mano agli italici.



Il gestore, di fede Rasta, è una persona discreta e gentile che si da da fare assieme alla moglie: almeno due sono i figli, una coppia di gemelline molto diverse fra loro nei comportamenti.



Il secondo a muoversi è stato Roberto: raggiungerà Ouaga per un controllo dopo essere stato curato per malaria e quindi proseguirà verso Togo e Benin dove conta di terminare la sua lunga cavalcata nel Nord West Africa.



Poi si sono visti anche D&D e tutti insieme abbiamo condiviso la colazione con poca voglia di schiodarci da lì: in effetti il luogo sprigiona una malia che induce a godersela il più a lungo possibile.





Ma con un volo schedulato per le 22.50 e senza essere riusciti a dare alcuna conferma telefonica D&D dovranno approcciare l'aeroporto entro le 19.30, quindi bisogna agitarsi!
Intanto Bernard, la guida, dopo vari scambi telefonici intercorsi con Duilio, ha pensato bene di venire a prendersi l'osso da spolpare a domicilio.
Ci stava indirizzando verso l'albergo ieri scartato a fianco del quale vi è una corte reale, ma io avevo sentito da Roberto di un'altra struttura e mi sono impuntato per iniziare da lì la visita.




Il discorso è che ogni corte ha la sua associazione, le sue guide, i suoi costi e pertanto Bernard era diretto alla sua base quando è stato stoppato per “venderci” temporaneamente ad un'altra associazione.
Vendita che quasi quasi stava per non essere perfezionata di fronte all'esosità della richiesta iniziale: dopo tanto Burkina mi viene facile affrontare queste discussioni spuntando sovente il risultato voluto.




Per fortuna che le cose sono andate così perché questa corte è risultata nettamente superiore a quella visitata successivamente, salvo il fatto che tutte le spiegazioni fornite dalle guide coincidono quasi a sovrapporsi le une alle altre.




E non può che essere così trattandosi di realtà costituitesi nella stessa epoca e rispettose delle stesse tradizioni: quelle in cui la donna fa tutto e l'uomo, salvo qualche lavoro nei campi, mette a disposizione il proprio sesso per fornire sino a sette/otto donne il seme per la riproduzione della specie, donne che devono prima essere bene addestrate dalla nonna all'uso dell'oggetto senno' il maschio, se insoddisfatto, le molla per andarsene a cercare altre meglio preparate in un villaggio vicino!




Il caldo stava raggiungendo i massimi livelli quando alle ore 13.00 T4Runner ha puntato il muso verso Ouaga: con la luminosità del giorno la pista è stata più semplice da affrontare, ma la velocità praticata non è stata molto diversa.




A Pò è stato facile prendere la direzione giusta: ora sarà tutto goudron e la mia lotta sarà solo con eventuali colpi di sonno, visto che D&D si sono presto azzittiti chiudendo gli occhi.
Ai posti di blocco solo una volta mi è stato chiesto il passaporto e riconoscendolo per italiano non è mancato l'accenno alla moto italica transitata qualche ora prima.




Il traffico a quest'ora è assai rarefatto, fatta eccezione per i camion a targa Ghana che hanno appena passato la frontiera diretti a Ouaga.
Il posto di blocco “cattivo” era ancora in postazione, ma oggi è stato fatto un cenno che ci ha autorizzati a procedere senza controlli!





Alle 16 sosta rifornimento gasolio e ultimi acquisti per D&D, quindi sistemazione bagagli con particolare attenzione per le “Antichità” provenienti dai villaggi Lobi: ho chiesto e Duilio ha accettato di esportare dal Burkina la mia valigia carica di 15 kg. di bronzi tutti documentati.
Prima di partire per l'aeroporto è stata effettuata una breve sosta chez Anika; all'aeroporto, dopo il saluto di rito, ognuno si è indirizzato sulla propria strada, ma con il sapore in bocca che i bei momenti trascorsi insieme spesso lasciano a chi li ha vissuti.



Lunedì 11.01.2016
Il caldo è già insopportabile sin dal mattino; oggi anche alcuni ragazzi lo sono, ed anche il sarto che finalmente si è deciso a portare a termine il lavoro inerente ai vestiti da lavoro degli allievi: ma quante inutili discussioni con costui, tanto che ho deciso di chiudere il rapporto senza procedere oltre, rapporto che forse sarebbe valso la pena non aprire mai.
T4Runner ha lasciato a terra i segni delle sue perdite d'olio e Luca, dovendo utilizzarla fra dieci giorni per recarsi a Kao, mi ha invitato a farla vedere da qualcuno e per questo mi sono rivolto ad Eugenio.
Dopo una giornata complessivamente pesante fra le 17 e le 19 ho intrattenuto Bea in una sessione di formazione; alla fine non ne potevo più e, tanto per cambiare argomento, mi sono messo a cucinare qualcosa di diverso dal solito riso in bianco olio e limone: verdure alla griglia con erbe di Provenza, sapori quasi di casa!


Martedì, 12.01.2016
Non immaginavo che già prima della metà di gennaio si verificassero condizioni ambientali così calde: i 38°/39° ora li reggo in quanto sono secchi ed io sono allenato, ma le ore centrali cerco di rimanermene rintanato.
Oggi Eugenio ha voluto dare un'occhiata a T4R e la sua opinione (ha lavorato in Iveco e quindi sa quello che dice) non è stata diversa da quella di Duilio: quindi notizie incoraggianti da sviluppare.


Poi mi ha proposto di andare a visitare un villaggio a 25 km. da qui, Koubiri; fortunatamente l'orario di partenza è stato spostato dalle iniziali ore 12.30 per ben due volte così ci siamo mossi che erano già le 16.00, ma che fatica!



Lungo la strada del rientro sono rimasto temporaneamente solo in auto ad attenderlo mentre svolgeva una commissione e subito sono stato circondato da gruppi di donne, ognuna con la sua roba da vendere, ognuna con la sua storia da raccontare per incantarti.


L'incanto non è loro riuscito perché io l'ho messa subito sul ridere e loro pure si sono messe a ridere; una che parlava il francese traduceva poi alle altre in Morè e poi grandi risate di tutte.


Finita una infornata se ne presentava subito un'altra e così via per ben tre volte. Verso la fine mi sono reso conto del razzismo etnico che serpeggia fra i Mossi (la maggioranza) ed i Peul, per esempio (gli allevatori nomadeggianti): una donna Mossi ha cacciato una Peul che si era avvicinata.
Allora ho chiesto se è ammesso il matrimonio fra un Peul ed una Mossi e mi è stato detto che no, non è ammesso, mentre è fattibile fra un Mossi ed una Peul.
Ho chiesto cosa hanno tanto di diverso queste Peul (oltre ad avere lineamenti esteticamente più eleganti) inducendole a farmi degli esempi.
Sono arrivate a dirmi che hanno occhi diversi, naso diverso, bocca e denti diversi, tette diverse e per il resto........si sono fatte una risata ancora più grande!


Una di queste, quella che più ha parlato con me, voleva che diventassi il suo capo a tutti i costi, ma io quasi quasi non sono nemmeno il capo di me stesso, posso mai diventare il capo di una così come appare nella foto che ha voluto le scattassi?


Una volta rientrato sono stato contento di non aver trovato Bea per il corso di formazione; in compenso si è presentato un italico torinese che si trova a trascorrere tre settimane di vacanza a pochi cancelli da qui, ospite di una famiglia Burkinabé della quale qualche componente lavora nella sua città e con questi intrattiene rapporti di amicizia: quanti intrecci ho già incontrato sul percorso, anche di natura più stretta.

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