Venerdì 08.01.2016
La situazione mi sembra
in miglioramento ed anche la consulenza della lontana amica medico mi
ha confermato via email che le medicine in corso di assunzione vanno
bene, anzi, sono persino eccedenti alla necessità!
In questi giorni la
temperatura si è rialzata parecchio: si viaggia dai 34° in su di
giorno e fra i 18° ed i 20° durante la notte.
Spero solo che la
crescita abbia dei tempi lenti, anche se al momento il clima risulta
ancora sopportabile.
Mi sto dannando con
l'insegnamento delle tabelline agli allievi, allievi che un noto
opinionista italico non esiterebbe a definire come “capre”: in
realtà taluni sembrano assorbire più che altri sul breve periodo,
ma ogni volta che ritorno indietro spesso sembra di essersi sperduti
fra le dune di un deserto sabbioso della Mauritania.
Pazienza, il mio sforzo –
che è a tempo determinato - arriverà sin dove potrà arrivare;
ciascuno profitta o getta al vento la propria chance, e qui non è
diverso rispetto ad altre dislocazioni.
Luca ha trovato il modo
per chiedermi se sarei interessato a proseguire l'esperienza a Ouaga,
ma la mia risposta è stata rapida e negativa: quest'aria è
deleteria ai polmoni di chiunque ed ai miei in particolare.
Già sto vagheggiando
discorsi di Cina quando pronta è arrivata una replica di Luca per un
nuovo progetto nascente a S.Louis, antica capitale dei francesi in
Senegal, apprezzata città coloniale sul mare, indubbiamente un posto
interessante che ricordo con piacere.
Questa notte rientreranno
gli amici dopo aver percorso un lungo itinerario effettuato
utilizzando vari mezzi di trasporto: la loro permanenza qui è alla
fine durata tanto quanto il battito d'ali d'un fringuello.
Sabato 09.01.16
Dopo l'arrivo di D &
D ieri sera ci siamo raccontati le nostre rispettive avventure sino a
notte: loro sarebbero intenzionati a raggiungere con mezzi pubblici
Tiébélé per rientrare quasi all'orario della partenza del volo.
Quindi questa mattina ho
proposto una variante consistente nell'utilizzo di Toyota 4Runner
come vettore al posto del Bus Rakieta.
Ho poi controllato i
documenti del veicolo rilevando che non sono stati riconsegnati tutti
quelli che avevo fornito, e fra questi la scheda tecnica attestante
l'idoneità del veicolo a circolare.
Preso atto di ciò sono
rimasto perplesso circa il fatto di mettermi alla guida in queste
condizioni mentre Duilio si è manifestato affermando che secondo lui
non ci sarebbero stati problemi; un po' tirato ma alla fine ho
accettato di usare T4R anche per testarne il reale stato di
salute su una distanza complessiva di km. 360, distanza che tanto
piccola non è.
Fra una cosa e l'altra
siamo riusciti a partire dopo le ore 15 in direzione Pò consapevoli
che negli ultimi 40 km. ci sarebbe stato da percorrere una pista:
quindi sarà già buio al momento di raggiungere la meta e le
condizioni di visibilità saranno le peggiori per me.
L'uscita dalla città è
sempre caotica sia per il traffico che per i dissuasori di velocità
che si susseguono ad ogni piè sospinto e non consentono di viaggiare
che a 60 km/h al massimo.
Dopo il villaggio di
Koubri si può dire che la città e le sue appendici sono oramai alle
spalle: la giornata è particolarmente calda in quanto sono già
alcuni giorni che vengono indicate temperature diurne che sfiorano i
39° e pertanto si viaggia a finestrini aperti, anche se il veicolo è
dotto di A/C.
Il percorso è conosciuto
per la presenza di un banditismo diffuso e le forze dell'ordine sono
ampiamente dislocate qua e là, quindi si sapeva che saremmo stati
soggetti a controlli.
Infatti il primo è
arrivato subito e quando mi è stato fatto cenno di accostare fuori
dal goudron ho immediatamente capito che la cosa sarebbe stata
complicata.
All'inizio il tipo ha
cominciato con le solite richieste circa la carte gris che qui non
c'è a causa della temporanea importazione; ho dovuto spiegare di che
si tratta e credo che non lo abbia ben compreso, ma ciò non gli ha
impedito di chiedere la mia patente, l'assicurazione e il documento
tecnico che mancava. Gli ho messo fra le carte quello già scaduto e
poi sono stato costretto a comunicare che quello valido doveva essere
rimasto in ufficio: il patatrack ormai era avvenuto, ora si trattava
di rimanere calmi ed essere convincenti con il responsabile del posto
di blocco presso il quale sono stato accompagnato: questi era
sigillato dentro alla 4x4 con aria condizionata a manetta abbigliato
come una testa di cuoio tedesca.
Ha ascoltato la mia
verità e poi è stato irremovibile; anzi, secondo lui mi stava
facendo un favore nello scrivere un processo verbale attestante la
sola mancata esibizione del malefico documento anziché l'inesistenza
dello stesso: nel primo caso mi sarebbe stato concesso di continuare
il viaggio accollandomi fcfa 25.000 di multa, nel secondo caso il
veicolo sarebbe stato temporaneamente sequestrato e messo fuori dalla
circolazione.
In queste situzioni ci
sarebbe sempre la manovra alternativa da giocare consistente nel dare
una mancia che, se accettata, avrebbe chiuso lì la partita; ma io
non sono idoneo a giocare questo gioco così come anche altri:
riconoscendo i miei limiti ho preferito apprezzare la professionalità
del corpo di polizia espresso attraverso il ligio ufficiale
lasciandogli il dovuto dopo aver sottoscritto il processo verbale
scritto con una grafia comprensibile.
Mi sembra di aver capito
che sarebbe possibile ricorrere contro il provvedimento, ma
onestamente non credo di avere la forza per poterlo fare.
Quindi solo dopo la
prolungata sosta il veicolo è riuscito a prendere i 2500giri
angolari/1' che erogano la potenza bastevole per viaggiare fra gli 80
ed i 90 km/h..
Così a Pò era già buio
quando Duilio ha chiesto uno stop bancomat che si è prolungato oltre
il dovuto; poi via alla ricerca della pista imbroccata al secondo
colpo.
Come avevo presunto le
condizioni di visibilità sono risultate tropo scarse in dipendenza
dei fari scadenti, della polvere in aria tendente ad oscurare come nebbia la visibilità negli incroci con altri veicoli, ma il dramma maggiore è stato
quello dei carretti trainati da asini o l'esagerato quantitativo di
bici lungo il percorso, oltre ad un attraversamento di vacche colore
della strada che mi ha colto con un attimo di ritardo: in questo caso
frenare un veicolo tanto pesante senza grip sullo sterrato significa
slittare, ma fortunatamente la sequenza non ha lasciato danni a
nessuno.
Mi sono sentito dire che
sono stato persino troppo bravo a tenere i 60-70 Km/h in simili
condizioni, ma devo aggiungere che volevo oramai chiudere
l'esperienza il più in fretta possibile; quando ho stimato con i
tempi che la meta doveva essere lì sono comparse delle luci che
hanno confermato la mia intuizione, salvo il fatto che una deviazione
per lavori in corso mi ha gettato quasi nel panico.
Mentre stavo manovrando
per fare inversione di marcia due tipi hanno cominciato a proporre
alberghi per la notte e visite guidate per il domani; Duilio aveva
parlato di “chez Pierre” da raggiungere e uno dei due si è
offerto di accompagnarci.
E' stato un bene averlo
preso a bordo perché il percorso ora si stava sviluppando fra le
case del villaggio che sono simili ad un greto di torrente e pertanto
T4Runner ha proceduto in seconda piuttosto lentamente: tutto ciò al
buio più completo ha indotto a pensare a distanze più lunghe del
vero anche a causa della stanchezza accumulata, ma che cielo stellato
ho potuto godermi mentre D & D si recavano a visionare l'ambiente
assai caratteristico nella sua particolarità.
Non so nemmeno come sia
maturata l'idea di tornare indietro per visionare un'altra proposta,
ma a quel punto per me sarebbe andato bene tutto e quindi ero
predisposto a chiuderla lì, invece a D&D l'altro era sembrato
più di charme e quindi siamo ritornati là dopo aver lasciato la
guida più o meno dove l'avevamo tirata a bordo, ma con la proposta
di risentirci per un giro alle corti reali le cui case sono state
dotate dalle donne di quelle meravigliose decorazioni a colori
naturali che hanno reso celebre il posto.
Appena raggiunto lo
spazio comune coperto ci siamo imbattuti in un cavaliere solitario
tosco/italico originario della Versilia il cui cavallo d'acciaio non
mi era sfuggito, uno di quei duri e puri che lavorano indefessamente
la stagione per potersi godere periodi in cui muoversi per il mondo
nel modo più gradito, in questo caso in moto (Africa Twin: che bel
veicolo...nostalgia per quel modo di viaggiare!).
Con Roberto è stato
facile intendersi parlando interrottamente sino a che, dopo un
gradevole pasto, io mi sono ritirato nel mio loculo dotato di
zanzariera.
Domenica 10.01.2016
Sono stato anche il primo
a mettermi in moto al mattino in modo da visitare con attenzione
l'auberge costruito come una corte reale, molto piacevole, tranquillo
e in questo momento in mano agli italici.
Il gestore, di fede
Rasta, è una persona discreta e gentile che si da da fare assieme
alla moglie: almeno due sono i figli, una coppia di gemelline molto
diverse fra loro nei comportamenti.
Il secondo a muoversi è
stato Roberto: raggiungerà Ouaga per un controllo dopo essere stato
curato per malaria e quindi proseguirà verso Togo e Benin dove conta
di terminare la sua lunga cavalcata nel Nord West Africa.
Poi si sono visti anche
D&D e tutti insieme abbiamo condiviso la colazione con poca
voglia di schiodarci da lì: in effetti il luogo sprigiona una malia
che induce a godersela il più a lungo possibile.
Ma con un volo schedulato
per le 22.50 e senza essere riusciti a dare alcuna conferma
telefonica D&D dovranno approcciare l'aeroporto entro le 19.30,
quindi bisogna agitarsi!
Intanto Bernard, la guida, dopo vari scambi telefonici intercorsi con Duilio, ha pensato bene di venire a prendersi l'osso da spolpare a domicilio.
Intanto Bernard, la guida, dopo vari scambi telefonici intercorsi con Duilio, ha pensato bene di venire a prendersi l'osso da spolpare a domicilio.
Ci stava indirizzando
verso l'albergo ieri scartato a fianco del quale vi è una corte
reale, ma io avevo sentito da Roberto di un'altra struttura e mi sono
impuntato per iniziare da lì la visita.
Il discorso è che ogni
corte ha la sua associazione, le sue guide, i suoi costi e pertanto
Bernard era diretto alla sua base quando è stato stoppato per
“venderci” temporaneamente ad un'altra associazione.
Vendita che quasi quasi
stava per non essere perfezionata di fronte all'esosità della
richiesta iniziale: dopo tanto Burkina mi viene facile affrontare
queste discussioni spuntando sovente il risultato voluto.
Per fortuna che le cose
sono andate così perché questa corte è risultata nettamente
superiore a quella visitata successivamente, salvo il fatto che tutte
le spiegazioni fornite dalle guide coincidono quasi a sovrapporsi le
une alle altre.
E non può che essere
così trattandosi di realtà costituitesi nella stessa epoca e
rispettose delle stesse tradizioni: quelle in cui la donna fa tutto e
l'uomo, salvo qualche lavoro nei campi, mette a disposizione il
proprio sesso per fornire sino a sette/otto donne il seme per la
riproduzione della specie, donne che devono prima essere bene
addestrate dalla nonna all'uso dell'oggetto senno' il maschio, se
insoddisfatto, le molla per andarsene a cercare altre meglio
preparate in un villaggio vicino!
Il caldo stava
raggiungendo i massimi livelli quando alle ore 13.00 T4Runner ha
puntato il muso verso Ouaga: con la luminosità del giorno la pista è
stata più semplice da affrontare, ma la velocità praticata non è
stata molto diversa.
A Pò è stato facile
prendere la direzione giusta: ora sarà tutto goudron e la mia lotta
sarà solo con eventuali colpi di sonno, visto che D&D si sono
presto azzittiti chiudendo gli occhi.
Ai posti di blocco solo
una volta mi è stato chiesto il passaporto e riconoscendolo per
italiano non è mancato l'accenno alla moto italica transitata
qualche ora prima.
Il traffico a quest'ora è
assai rarefatto, fatta eccezione per i camion a targa Ghana che hanno
appena passato la frontiera diretti a Ouaga.
Il posto di blocco
“cattivo” era ancora in postazione, ma oggi è stato fatto un
cenno che ci ha autorizzati a procedere senza controlli!
Alle 16 sosta
rifornimento gasolio e ultimi acquisti per D&D, quindi
sistemazione bagagli con particolare attenzione per le “Antichità”
provenienti dai villaggi Lobi: ho chiesto e Duilio ha accettato di
esportare dal Burkina la mia valigia carica di 15 kg. di bronzi tutti
documentati.
Prima di partire per
l'aeroporto è stata effettuata una breve sosta chez Anika; all'aeroporto, dopo il
saluto di rito, ognuno si è indirizzato sulla propria strada, ma con
il sapore in bocca che i bei momenti trascorsi insieme spesso
lasciano a chi li ha vissuti.
Lunedì 11.01.2016
Il caldo è già
insopportabile sin dal mattino; oggi anche alcuni ragazzi lo sono, ed
anche il sarto che finalmente si è deciso a portare a termine il
lavoro inerente ai vestiti da lavoro degli allievi: ma quante inutili
discussioni con costui, tanto che ho deciso di chiudere il rapporto
senza procedere oltre, rapporto che forse sarebbe valso la pena non
aprire mai.
T4Runner ha lasciato a
terra i segni delle sue perdite d'olio e Luca, dovendo utilizzarla
fra dieci giorni per recarsi a Kao, mi ha invitato a farla vedere da
qualcuno e per questo mi sono rivolto ad Eugenio.
Dopo una giornata
complessivamente pesante fra le 17 e le 19 ho intrattenuto Bea in una
sessione di formazione; alla fine non ne potevo più e, tanto per
cambiare argomento, mi sono messo a cucinare qualcosa di diverso dal
solito riso in bianco olio e limone: verdure alla griglia con erbe di
Provenza, sapori quasi di casa!
Martedì, 12.01.2016
Non immaginavo che già
prima della metà di gennaio si verificassero condizioni ambientali
così calde: i 38°/39° ora li reggo in quanto sono secchi ed io
sono allenato, ma le ore centrali cerco di rimanermene rintanato.
Oggi Eugenio ha voluto
dare un'occhiata a T4R e la sua opinione (ha lavorato in Iveco e
quindi sa quello che dice) non è stata diversa da quella di Duilio:
quindi notizie incoraggianti da sviluppare.
Poi mi ha proposto di
andare a visitare un villaggio a 25 km. da qui, Koubiri;
fortunatamente l'orario di partenza è stato spostato dalle iniziali
ore 12.30 per ben due volte così ci siamo mossi che erano già le
16.00, ma che fatica!
Lungo la strada del
rientro sono rimasto temporaneamente solo in auto ad attenderlo
mentre svolgeva una commissione e subito sono stato circondato da
gruppi di donne, ognuna con la sua roba da vendere, ognuna con la sua
storia da raccontare per incantarti.
L'incanto non è loro
riuscito perché io l'ho messa subito sul ridere e loro pure si sono
messe a ridere; una che parlava il francese traduceva poi alle altre
in Morè e poi grandi risate di tutte.
Finita una infornata se
ne presentava subito un'altra e così via per ben tre volte. Verso la
fine mi sono reso conto del razzismo etnico che serpeggia fra i Mossi
(la maggioranza) ed i Peul, per esempio (gli allevatori
nomadeggianti): una donna Mossi ha cacciato una Peul che si era
avvicinata.
Allora ho chiesto se è
ammesso il matrimonio fra un Peul ed una Mossi e mi è stato detto
che no, non è ammesso, mentre è fattibile fra un Mossi ed una Peul.
Ho chiesto cosa hanno
tanto di diverso queste Peul (oltre ad avere lineamenti esteticamente
più eleganti) inducendole a farmi degli esempi.
Sono arrivate a dirmi che
hanno occhi diversi, naso diverso, bocca e denti diversi, tette
diverse e per il resto........si sono fatte una risata ancora più grande!
Una di queste, quella che
più ha parlato con me, voleva che diventassi il suo capo a tutti i
costi, ma io quasi quasi non sono nemmeno il capo di me stesso, posso
mai diventare il capo di una così come appare nella foto che ha
voluto le scattassi?
Una volta rientrato sono
stato contento di non aver trovato Bea per il corso di formazione; in
compenso si è presentato un italico torinese che si trova a
trascorrere tre settimane di vacanza a pochi cancelli da qui, ospite
di una famiglia Burkinabé della quale qualche componente lavora
nella sua città e con questi intrattiene rapporti di amicizia:
quanti intrecci ho già incontrato sul percorso, anche di natura più
stretta.
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