giovedì 22 ottobre 2015

19X15  Primo giorno operativo a Garage Italia



Anche senza sveglia qui ci si trova ad occhi aperti abbastanza sul presto; ciò è dovuto sia alla luce solare sia al fatto che le due ragazze volontarie ed esperte di sanità si mettono in movimento fra le 5.30 e le 6 per poi raggiungere il loro posto di lavoro presso un dispensario non troppo vicino.
Ieri si è fermata a dormire anche Bruna in previsione del lavoro da svolgere oggi.
Bisogna fare una premessa: questo progetto denominato "Garage Italia" gode del finanziamento di alcuni sponsor italici, ma ha subito varie vicissitudini e pertanto non è mai realmente decollato.
Si tratta di una iniziativa tendente a formare giovani meccanici capaci di occuparsi di motoveicoli, in verità di motorini dei quali Ouaga pullula.


Vi sono alcuni salariati come il guardiano: questi vive fisso qui in una piccola cubatura contigua all'area delle riparazioni, ed un meccanico che ha il compito di far partecipare ad ogni lavoro che approda all'officina i ragazzi che ogni uno/due anni cambiano dopo aver frequentato il corso.
Ad apprendistato concluso i ragazzi ricevono un attestato e una borsa da lavoro contenente gli utensili per avviare una propria attività, oppure un importo equivalente in CFA, purché abbiano già compiuto i 18 anni.


Il problema è dato dal fatto che l'affluenza di allievi è sempre stata scarsa, la situazione contabile locale è sempre rimasta confusa, di allievi che hanno avviato l'attività non c'è traccia, i costi fissi mensili sono esagerati se comparati con le entrate dell'officina (in rapporto di 25 a 1),  feed - back nessuno e via andare.
Per far sopravvivere il progetto sono stati interessati i Servizi Sociali (Action Social) i quali, in prima battuta, hanno  spinto affinché l'attività continui con il sostegno economico italico e l'apporto di allievi preselezionati da loro: questa mia esperienza corrisponderà alla prima volta del new deal!





La prima parte della mattinata è stata quindi dedicata alla registrazione dei nuovi allievi: se ne sono presentati tre inviati da una organizzazione umanitaria locale nota a BnD e per quanto riguarda l'Action Social si è presentato un giovane responsabile distinto e dotato di una bella moto il quale ha affermato che gli allievi selezionati arriveranno domani.




Così ho iniziato a discutere con Bruna circa le mie elaborazioni abbozzate sul progetto, quindi abbiamo intervistato i tre salariati per cercare di capire di più sui movimenti di uomini, clienti, incassi e costi finanziati da questi ultimi.
E' stato un po' complicato e alla fine non sono convinto che tutti abbiano recepito come, pur avendo un contratto con delle mansioni scritte, debbano sostanzialmente eseguirle con entusiasmo senza che qualcuno debba costantemente rincorrerli per ricordandogliele.


A serata già decisamente buia ho proposto alle ragazze di andare a mangiare tutti insieme in uno dei ristorantini che si succedono lungo il nastro di goudron: proposta accettata e partenza immediata.
Ci siamo fermati ad un banchetto che esponeva due bei pescioni (forse Carpe) ed abbiamo chiesto di prepararli alla griglia insieme a delle patate: il risultato si è materializzato dopo diverso tempo ed è consistito in due pescioni grigliati, ricoperti di verdure crude.


Che bello, abbiamo esclamato all'unisono Gabriella e il sottoscritto! ma che state per fare, disgraziati! volete prendervi qualcosa? ha subito tuonato Jessica. Così abbiamo desistito dal mangiare le verdure ed abbiamo atteso ancora un po le stoviglie, ma quando abbiamo visto che in giro non ce n'erano proprio ci siamo resi conto che avremmo dovuto mangiare con le stoviglie fornite da madre natura agli animali, di qualsiasi specie essi  siano.


Così facendo abbiamo apprezzato il gusto del pesce ed abbiamo capito perché sotto al tavolo c'era una specie di teiera in dotazione: conteneva l'acqua per sciacquare le mani alla fine dell'impresa!
Rientrati prima di mezzanotte ho provato ancora la connessione nella speranza di trovarla più vivace, ma invece era ancora come prima.

20X15 Secondo giorno operativo a G.I.

Solite procedure mattutine e poi attesa degli allievi.
Alle 7.30 i sono presentati per salutarmi i primi due e poco dopo altri due, ma di tutti quelli che si attendevano nessuna notizia.
Nel frattempo ho provato ad usare la SIM Airtel di internet nel telefono e finalmente sono riuscito a comunicare sia qui che in Italia, ma per una questione che continuo ad ignorare non riesco ad inviare sms nè qui nè altrove.
Ho parlato prima con Amadou, il serafico guardiano, il quale ha trovato modo di comunicarmi che i suoi compiti sono quelli scritti nel contratto, e ciò ancora prima di averli svolti stamane; successivamente è stata la volta di Moustafà, il meccanico dalle qualità ancora da comprendere ma apparentemente capace,  che ho esortato a tenere in ordine l'officina in modo che il cliente, "casomai arrivasse", potesse trovarsi in un ambiente ordinato e professionale.


Quando si sono fatte le 9.30, non vedendo arrivare più nessuno, ho comunicato con Bruna: aspettiamo di vedere cosa accadrà domani!
Allora, stimolato dall'assenso avuto via email da Luca, ho iniziato a progettare le modifiche che dovrebbero apportare delle migliorie al comfort ambientale per i volontari che continueranno a frequentare questo posto, attualmente tanto spartano da non disporre nemmeno di un lavello in cucina e neanche di un contenitore in camera per gli oggetti personali.
Verso mezzogiorno sono tornate le ragazze piene di voglia di andare al mercato: ma come si fa a muoversi proprio nelle ore centrali della giornata con questo sole e questo caldo umido? Sono tornate in fretta perché oggi non c'era ciò che stavano cercando.
Allora ci siamo recati, dotati di un grande ciotolone, al banchetto all'angolo dove ci siamo riforniti di riso cotto con fagioli oltre ad un pò di cavolfiore cotto a parte con altri legumi: c'era la fila di locali e la mia valutazione sulla qualità del cibo è stata positiva.
Con 200 CFA a testa si è mangiato senza dover cucinare e quindi senza surriscaldare ulteriormente la cucina già di per se calda.


Le attività di G.I. restano in pausa dalle 12 alle 14.30, e non so proprio come si potrebbe fare altrimenti con le temperature correnti.
Ad un certo punto, dopo la ripresa del "lavoro", mi sono recato con Moustafà ed il suo vecchio Yamha alla ricerca di bici usate da far utilizzare a tre allievi che vengono da lontano: ho visto dei veri rottami al prezzo di CFA 15.000 (circa € 23), ma mi è stato assicurato che sarebbero state messe in ordine di marcia per domani alle 14.00.
Solo che io domani prima delle cinque del pomeriggio non avrei alcuna intenzione di muovermi, a meno che il clima non debba cambiare: oggi sono tornato affaticato e per fortuna che c'era H2O disponibile al rubinetto tanto da poterla utilizzare subito per una doccia, però la sensazione generale è di un vago malessere.

21X15 Terzo giorno a G.I.

E' con una certa soddisfazione che comincio a vedere sin dal mattino l'atelier in ordine come da disposizioni emanate.
Ragazzi nuovi ZERO!
Bea, l'apprendista contabile, mi ha consegnato del materiale fotocopiato, inclusi i fascicoli per i ragazzi.
E' arrivata Bruna alla quale ho comunicato il mio senso di spossatezza; ciononostante mi sono imposto di accompagnarla al mercato come se nulla fosse.
E' l'orario di pausa della vicina scuola ed i ragazzi sono per strada allegri e vocianti come in ogni parte del mondo: la loro curiosità li spinge verso di me ed io mi diverto a fare qualche mossetta con loro.
Ho bisogno di liquidi, ma non ho voglia di acqua e pertanto mi tuffo su una aranciata.
Poi acquisto qualche mandarino e banane che praticamente saranno il mio pasto a causa della disappetenza che mi ha preso; da ieri mi è venuto in mente di assumere Polase e prodotti affini: credo sia stato un bene ricordarsene.
Tutto il pomeriggio sono rimasto rintanato qui e di uscire non ne ho alcuna voglia: Jessica mi ha tranquillizzato dicendomi che anche lei la prima settimana pensava di non sopravvivere, ed io sono qui solo da venerdì sera quindi spero nello stesso effetto recupero, anche se io ho circa un quarto di secolo sulle spalle più che lei.
 

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