Giovedì 03; Con le temperature ascendenti che sto riscontrando in questi giorni è impossibile conservare la frutta che avevo acquistato due giorni or sono all'aria aperta per cui, prima di partire, ho fatto fuori tutto ciò che potevo.
Durante il viaggio iniziato alle 12 e terminato alle 18 il display del Green Bus ha continuato a eidenziare segnali preoccupanti circa la temperatura: esterna oscillante fra i 38° ed i 40°, interna oscillante fra i 16° ed i 20°!
Durante uno stop effettuato attorno alle 15 mi sono reso conto meglio della situazione quando sono sceso: a parte il passaggio repentino dal gelo polare all'equatore, l'aria mi è risultata irrespirabile.
Poco prima di risalire mi si è avvicinato un tipo grande, grosso e probabilmente più datato di me, presentandosi: sul biglietto che mi ha consegnato ho trovato scritto "fotogiornalista".
Mi ha spiegato che aveva saputo di me da Saw, il rifugiato birmano che collabora con Krio Hirundo e che mi accompagnerà da domani nei miei itinerari esplorativi a partire dal border sino ai villaggi dove vivono famiglie birmane coinvolte con Krio Hirundo nella gestione della scuola frequentata dai loro figli, in quanto lo conosce da tempo e si avvale dei suoi servizi; è stato semplice per lui identificare un italico dai capelli bianchi nell'unico modo in cui Saw poteva avermi descritto.
La cosa che mi aveva confuso quando mi stava spiegando il perché sapeva di me era data dal fatto che lui pronuncia Mae Sot facendo uscire un suono che il mio orecchio ha percepito come "Mesa"(ho poi accertato essere il modo giusto di pronunciare il nome di questa località: l'ignoranza crea incomprensioni ovunque!), per cui la testa mi è andata a Mesa Verde.
Successivamente gli ho spiegato l'equivoco e lui mi ha informato che la sua origine è poco lontana da quella località essendo nato nella città di Durango.
L'altra cosa strana è che lui era seduto a fianco di un ragazzo che avevo sentito parlare al telefono in italiano: fra di loro hanno chiacchierato a lungo e sicuramente, così come il colorado ha avuto modo di dire a me del suo vicino italico, avrà fatto la stessa cosa riferendo di me al giovane il quale comunque aveva sentito i nostri discorsi ma non ha minimamente accennato a voler avere uno scambio con me.
Questo americano "fotogiornalista" che vive a Ching Mai da alcuni anni e che è già la settima volta che viene in quest'area mi ha fatto pensare ad un incarico sotto copertura da parte dei servizi del suo paese, anche se visitando il sito che fa capo a lui si apprendono cose diverse, fra le quali un invito a supportare Mao Tao Clinic, la clinica che visiterò giusto domani.
Nell'ultima ora di viaggio la strada, dopo una continua discesa da Chiang Mai sino a Tak, si riporta in quota; nel frattempo si infittiscono i posti di controllo delle forze di polizia e poco prima di entrare nell'area urbana anche il Bus ha dovuto sostare per un controllo dei passeggeri: non ho capito se si è trattato di una casualità, ma assieme ai poliziotti sono scese anche due ragazze con i loro bagagli.
Al bus terminal Saw non c'era ancora così l'americano lo ha contattato telefonicamente per accertarsi che stesse arrivando e due minuti dopo il birmano si è materializzato a bordo di un Nissan pick-up blu piuttosto datato.
Krio Hirundo lo ha parzialmente messo in condizioni di acquistare il veicolo già attrezzato al trasporto anche di persone, ed è su questo mezzo che ci siamo accomodati per essere accompagnati entrambi allo stesso albergo.
Come ha preso la mia valigia nuova per caricarla sul cassone gli è rimasto in mano il manico estraibile: gli ho detto di non preoccuparsi, colpa della scarsa qualità dell'oggetto cinese, però adesso ho un problema nuovo che dovrò risolvere prima di ripartire da qui!
Presi gli accordi per domattina ci siamo lasciati ed io ho capito che saranno giornate impegnative queste che intendo dedicare ai rifugiati, non fosse altro che per le temperature torride in essere entro le quali sarò costretto a muovermi (aprile è il mese più caldo dell'anno a l'area di Mae Sot è considerata come una savana!).
Giusto il tempo per "riscaldarmi" in un primo giretto verso il mercato che già era calato il buio e la spossatezza prendeva così velocemente possesso di me da indurmi ad un pronto ritiro.
Nessun commento:
Posta un commento