martedì 26 novembre 2013

In scooter attorno a Mae Hong Son








Eseguiti in giornata due circuiti in scooter fra quota 900 m.s.l.m. e 1.800 m.s.l.m.: ecco perchè a un certo punto ho sentito la necessità di coprirmi!








Il primo di 30 km., sino a raggiungere un villaggio di rifugiati Karen, dove le donne sono definite anche donne giraffa a causa degli anelli inseriti nel collo sin da piccole (Long-Neck), era cominciato così e così a causa di un imprevisto.








La strada è spesso attraversata da corsi d'acqua ben segnalati; la solita prudenza non è però bastata a evitare di farmi trovare a terra proprio ne penultimo guado.
Niente di grave, mi sono semplicemente bagnato dalla vita in giù senza problemi per la camera tenuta appesa al collo con la protezione della giacca a vento; al veicolo ho sistemato il retrovisore che aveva subito l'impatto ed ho così potuto procedere oltre.





Il secondo è stato più impegnativo: 100 km. per raggiungere un villaggio posto su un lago dove hanno trovato dimora popolazioni dello Yunnan che qui continiano le loro tradizioni occupandosi del ciclo completo del tea.




Lungo la strada ho incontrato molti lavoratori agricoli impegnati nei campi di riso che qui si trovano anche posizionati su quote relativamente elevate; infatti la strada strappa a lungo in salita per poi introdursi ogni volta in altipiani completamente coltivati.
Poi ancora strappi e altri altipiani, cascate sempre correndo entro una vegetazione fitta.




Il contachilometri dello scooter non funzionava, quindi impossibilità a rilevare i chilometri percorsi oltre che la istantanea velocità; sapevo che il carburante nel serbatoio avrebbe dovuto consentirmi di viaggiare senza patemi, ma non è stato così in quanto il segnalatore del livello si è avvicinato al segnale di riserva rapidamente quando meno me lo sarei aspettato.





Ho così iniziato a pensare a quali manovre alternative poter mettere in atto, dato che per le 16 avrei dovuto riconsegnare il veicolo.
All'andata ricordavo di aver visto un rivenditore alternativo di carburante; sarà proprio lui, che poi è una lei, a salvarmi fornendomi un provvidenziale litro di benzia estratto da un bidone attrezzato per 50 bath, 10 in più del suo prezzo in città: molto ben spesi!
Da lì ancora una trentina di chilometri per rientrare, oramai tutti effettuati in assoluta tranquilllità, incuso un altro passaggio a Wat Phra That Doi Kong Mu per un breve ripasso con la luce del giorno: splendido!




Il percorso odierno mi ha consentito di viaggiare a lungo essendo l'unico fruitore della strada, offrendomi così le condizioni che prediligo; i paesaggi mi sono sembrati leggermente differenti da quelli colti nella zona di Pai. Qui l'ambiente mi è sembrato più selvaggio dove non è coltivato, e le genti abbastanza isolate da conservare le loro peculiarità.



I luoghi sono molto affascinanti e indicazioni di Homestay e Resort ne ho trovate anche dove non me lo sarei aspettato: il futuro di queste aree sembra proprio indirizzato verso l'offerta turistica.
Mi auguro solo possa rappresentare una contaminazione equilibrata visto che quella portata dalla parabola è già avvenuta.



La conclusione definitiva della serata è avvenuta al Night Market vicino casa: bordo lago, con gli stupas illuminati dei gemelli  Wat Jong Klang e Wat Jong Kham, standard Thai Food.
Volendo festeggiare il ventiseiesimo compleanno di mio figlio ho ordinato un pescione gigante (taglia unica disponibile) venduto cucinato sula carbonella per 140 bath = € 3,50 : peccato che lui si trovasse a Milano e così ho dovuto darmi da fare per riuscire a finirlo, gustandomelo da solo (però so che  lui l'avrebbe gradito).

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