giovedì 7 novembre 2013

I giorni del volo & i primi passi a Bkk

A Milano lunedì si sono svolti gli ultimi preparativi, incluso quello relativo all'albergo che finalmente ho prenotato, proprio sul filo di lana a causa di vari contrattempi avvenuti quando tutto sembrava già sistemato.
Mio fratello mi ha accompagnato martedì allo Shuttle: il nostro è stato un addio con poche parole da parte mia, quasi a giustificare le mie emozioni relative al distacco, che ultimamente, esclusivamente per mie elaborazioni mentali, si sono rivelate più forti di quanto mi aspettassi.
Quindi l'arrivo a Malpensa, la solita attesa e le solite procedure, imbarco e via per il Cairo, unico scalo previsto.
Lì i controlli sono stati approssimativi; dopo parecchie ore di attesa finalmente è avvenuto il decollo sul far della mezzanotte L.T..
Molti dei passeggeri imbarcati con me a Malpensa al Cairo si sono sparpagliati nei voli per Dubai, Saana, Dar as Salam, Nayrobi, però alcuni sono finiti anche sul mio volo.
Avendo prenotato per tempo pasti vegetariani a bordo mi sono sentito soddisfatto della scelta. In questo volo il personale è misto fra egiziani e thailandesi/malesi, visto che è schedulato Kuala Lampur/Bangkok.
L'arrivo a Bkk è avvenuto mercoledì in orario; sin da Malpensa e per tutto il tempo mi ha fatto compagnia la lettura di “Giorni in Birmania” di George Oewell.
Nessun problema con l'Immigration, quando mi sono svincolato il bagaglio stava già girando sul nastro, quindi avvio ad una ATM per avere del cash in valuta locale, il bath, e poi allo sky train. Arrivato al capolinea di Phaya Thai il trasferimento in albergo è proseguito in taxi in mezzo al traffico spesso fermo per le barriere imposte dalla polizia, per questo motivo odiata dal driver. 
Finalmente in albergo, il Penpark Place: stanza twin, dignitosa, area Khao San Road, ghetto dei “backpaker”.
Dopo doccia e lavaggi primo giro esplorativo a piedi nei dintorni, muovendomi abbastanza a naso in quanto la mappa che ho recuperato è quella BTS Sky Train, quindi poco utile per questi movimenti.


Casualmente ho trovato Phra Arthit, complesso misto di pagoda ed un Forte circondato da possenti mura anticamente a protezione della città, entrambi affacciati sul Chao Phraya River, luogo che mi sarà utile ricordare il giorno dopo quando utilizzerò vantaggiosamente un boat per tornare a casa.


Il clima umido afoso, il traffico congestionato, lo street food in questa zona al 50% preparato da mussulmani, le donne sedute su sgabelli posti davanti alle varie attività che vengono svolte su strada (se passi loro davanti un paio di volte ti guardano indagando - qualcuna anche rivolgendoti la parola), tutto questo non mi ha certo messo in difficoltà, ma ero troppo stanco per interagire in maniera positiva con l'ambiente e quindi ho continuato a camminare sino a quando, prima di ritirarmi, ho avvicinato uno degli innumerevoli 7-eleven, catena di micro market utile per comprare l'essenziale a prezzi contenuti, onde dotarmi di H2O da usare sia per bere che per il lavaggio dei denti.


Al rientro mi sono fatto dare la password per la connessione che ho avuto facilmente.
Ho già notato che in questo quartiere l'inglese non è sulla bocca di tutti; in particolare è bene avere trascritto in lingua locale qualsiasi indirizzo da raggiungere nel caso si dovesse chiedere info per strada o farsi accompagnare da un mezzo di trasporto; inoltre alcuni lo parlano con la cadenza Thai, che a me sembra tanto China, il che lo rende meno comprensibile alle mie orecchie, ma in ogni caso la gentilezza delle persone supplisce a queste piccole difficoltà e ci si intende.


Il primo impegno da assolvere giovedì è rappresentato da Myanmar Embassy per l'ottenimento del Visa. Sono stato consigliato di muovermi per tempo e così ho dovuto mettere la sveglia alle 6.30, anche perché avevo capito che avrei dovuto liberare la stanza per occuparne una singola.
Nel traffico ho cercato un taxi per un po' senza risultato tanto che stavo per prendere un “tuc tuc” il quale è un mezzo di trasporto stravagante che trovo meno interessante del taxi, visto che il prezzo è lo stesso ma si respira inquinamento allo stato concentrato, mentre il taxi ti fa sentire più riparato e al fresco; se non fosse stato che la trattativa si è rivelata senza sbocco ci sarei comunque salito, ma proprio allora un taxi si è fermato proponendomi lo stesso prezzo e così ho optato per questo.
Arrivato a destinazione prima delle 9, orario di apertura al pubblico, mi sono messo in coda e, come al solito, osservavo gli altri per capirne la provenienza. Un'altra persona, arrivata poco dopo e più brava di me in questo, mi ha identificato. Quando vi è stato l'accesso al salone io sono rimasto rispettosamente in coda contrariamente a molti altri che si sono mossi a loro unico vantaggio. Questo mio comportamento è stato molto apprezzato da quella persona che, al momento giusto, mi ha avvicinato per aiutarmi quantunque avessi già compilato il documento: si tratta di Massimo, proveniente dalla zona di Como, un quarantottenne con moglie inglese attualmente in India per dei corsi di perfezionamento (essendo insegnate di Yoga), così lui ne approfitta per giare in bici da un paese all'altro. Negli anni scorsi ha già pedalato in Vietnam, Laos, Cambogia, ma quest'anno lo farà da qui a Yangon. Nato in Nigeria quando il padre era la operativo come dipendente ENI, tipo risoluto che non si ferma davanti a nessuna difficoltà, quando allo sportello gli è stato detto che non avrebbe potuto entrare in Myanmar a bordo di una bici non regolarmente immatricolata e targata in quel paese, ha replicato affermando un falso, e cioè che amici suoi l'avevano già fatto. Ciò ha indotto l'operatore a consultarsi con altri e poi ad affermare che forse sì, si poteva fare: domani Massimo inizierà a pedalare verso Nord, risoluto a giocarsela poi con la polizia di frontiera del Myanmar.
Non è da escludersi che ci si possa riprendere lungo la strada, visto che ci siamo subito intesi; lui mi ha invitato a raggiungerlo a Goa dove trascorrerà con la moglie, come fa da parecchi anni, parte dell'inverno affittando una casa a prezzi modici.
Abbiamo trascorso insieme tutto il tempo sino alle 16.30, quando, dopo il ritiro del suo Visa, ci siamo accomiatati: lui ha proseguito per il suo albergo in zona aeroporto ed io mi sono imbarcato per risalire il Chao Phraya River nella convinzione di riuscire a rientrare in albergo senza troppe difficoltà.


Oggi, passeggiando fra la gente, ho incrociato persone di tutti i tipi, ma non ho ripreso nessuna immagine, fedele alla mia idea di riservatezza che pone un limite all'intrusione nella vita di altri, gente che anche qui sembra essere figlia di un Dio minore.


La ricognizione di ieri sera si è rivelata utile in quanto lo sbarco è avvenuto proprio dove avevo terminato la mia passeggiata il giorno prima. Anche oggi sosta finale al 7-eleven prima di rientrare a casa: questa sera, allo stesso prezzo di ieri, mi attende un king bed che manterrò sino a lunedì.



Per allora, pronto da ritirare domani il mio Visa, eseguita qualche ulteriore escursione in questa città che non mi sta appassionando (oggi ho trascorso del tempo in un centro commerciale consigliato come da vedere anche dalla Lonely Planet, MBK: in particolare ho acquistato una Sim Card per cui in Thailandia sono raggiungibile +66 0865549847 – forse lo 0 non va inserito, ma per ora mi è bastato), sarò pronto a muovermi decidendo in questi giorni la direzione.


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