Venerdì
28.12 – Contrariamente alle preoccupazioni indotte ieri dal
responsabile del market, la notte è filata via tranquilla come le
altre.
Con
la sveglia alla solita ora e dopo l'utilizzo di una connessione WiFi
di strada, la partenza è avvenuta attorno alle 9.
Per
coprire i cento km. da Tula a Teotihuatican utilizzando la viabilità
ordinaria scelta da Garmin, la cui previsione era di tre ore, in
realtà ce sono volute quattro: record da Guiness.
Certo,
la strada è stata per la maggior parte sconnessa e piena di topes,
ad un certo punto era sbarrata e si è dovuto fare una deviazione,
l'andamento è sempre stato ondeggiante sui 2.300 m.s.l.m., il
traffico a tratti intenso, gli spazi per la maggior parte urbanizzati
ed industrializzati, l'inquinamento rilevabile a colpo d'occhio:
quando poi un camion carico in salita procede a 15 km/h la situazione
tende a virare verso il critico.
In
vista della meta impostata, il sito archeologico di Teotihuacan il
cui nome significa “il luogo dove gli uomini diventano dei”, una
delle più straordinarie città dell'antico mondo, Ezio ha preferito
prima toccare con mano l'unico campeggio esistente, quello che ci
dovrà ospitare: è il giorno del suo compleanno, perché non
accontentarlo?
Al
cambio di indirizzo Garmin ha risposto subito portandoci su per una
collina dove la strada stava per diventare una sterrata; prima di
imboccarla anche Ezio ha capito che sarebbe stato meglio chiedere a
qualcuno.
Quando
è risalito mi ha portato una buona novità: per arrivare a
destinazione basterà seguire un tipo da lui interpellato che ci farà
da battistrada a bordo della sua moto.
Questi
indossa una camicia con la scritta della protezione civile e in men
che non si dica ci ha lasciato davanti a Teotihuacan Trailer Park in
San Juan Teotihuacan; vorremmo lasciargli almeno il rimborso per la
benzina ma la persona non ha accettato compensi: appartiene alla
categoria dei gentili e disponibili, come tanti altri incontrati in
questo paese.
Nel
frattempo la giornata si è fatta calda e prima di pensare alla
visita archeologica è meglio sistemare il Nomade in modo da
lasciarlo riposare: il costo di un taxi risulta più conveniente di
quello del parcheggio al sito.
Dopo
aver dialogato con la titolare del prato ubicato in pieno centro ed
adibito a campeggio (Mina il suo nome, persona sessantenne piena di brio e dotata di una buona filosofia di vita), consumata una pausa pranzo ristretta, ci siamo
incamminati verso la zona dei taxi per raggiungere l'ingresso n° 3,
quello che introduce al complesso di Quetzalpapalotl, quindi alla
Piramide della luna, poi quella del Sole, a seguire il viale dei
Morti, e poi il Tempio di Quetzalcoatl.
Fondato
prima dell'era cristiana, questo colossale centro urbano opitava più
di 120.000 persone e si estendeva per oltre 20 kmq.
Teotihuacan
dominò la vita della regione per oltre 500 anni, poi fu distrutta e
abbandonata attorno al 650 d.C.
Più
tardi la città fu considerata sacra dagli Aztechi, i quali credevano
fosse stata costruita dai giganti.
Il
centro religioso, con templi, piramidi e palazi, da chiara
testimonianza dello splendore della città, ma poco racconta delle
origini, delle abitudini di vita e della scomparsa dei suoi abitanti:
ancora oggi un mistero.
Il
mio commento? Super!
L'imponenza
del luogo e dei monumenti, gli spazi e le simmetrie, la fuga della
fantasia verso quello che doveva essere nel momento in cui era
nell'utilizzo della popolazione autoctona, una magnificenza che è
entrata di diritto a far parte del patrimonio tutelato dall' UNESCO.
Purtroppo
alle 18, nel momento in cui è stato raggiunto il Tempio di
Quetzalcoatl decorato con maschere del serpente piumato, il personale
addetto alla chiusura del sito, molto teutonicamente, ha opposto un
veto alla richiesta di poter dare un'occhiata veloce; così la visita
si è conclusa con il rammarico di non essere riusciti ad utilizzare
al meglio le ore che sarebbe stato corretto dedicarle se si fosse
andati solo successivamente alla scoperta del campeggio.
Così
è la vita, occasioni che è possibile prendere ed altre che si
perdono, come il passaggio da Tula che, a causa di una mia
dimenticanza nel consultare i libri, ci ha fatto tralasciare il sito
archeologico testimonianza della civiltà dei Toltechi.
Domani
sarà un grande giorno, quello dell'ingresso in Mexico city che tanti
patemi d'animo striscianti era riuscito a ingenerare.
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