lunedì 31 dicembre 2012

Straordinaria Teotihuacan


Venerdì 28.12 – Contrariamente alle preoccupazioni indotte ieri dal responsabile del market, la notte è filata via tranquilla come le altre.
Con la sveglia alla solita ora e dopo l'utilizzo di una connessione WiFi di strada, la partenza è avvenuta attorno alle 9.
Per coprire i cento km. da Tula a Teotihuatican utilizzando la viabilità ordinaria scelta da Garmin, la cui previsione era di tre ore, in realtà ce sono volute quattro: record da Guiness.




Certo, la strada è stata per la maggior parte sconnessa e piena di topes, ad un certo punto era sbarrata e si è dovuto fare una deviazione, l'andamento è sempre stato ondeggiante sui 2.300 m.s.l.m., il traffico a tratti intenso, gli spazi per la maggior parte urbanizzati ed industrializzati, l'inquinamento rilevabile a colpo d'occhio: quando poi un camion carico in salita procede a 15 km/h la situazione tende a virare verso il critico.




In vista della meta impostata, il sito archeologico di Teotihuacan il cui nome significa “il luogo dove gli uomini diventano dei”, una delle più straordinarie città dell'antico mondo, Ezio ha preferito prima toccare con mano l'unico campeggio esistente, quello che ci dovrà ospitare: è il giorno del suo compleanno, perché non accontentarlo?




Al cambio di indirizzo Garmin ha risposto subito portandoci su per una collina dove la strada stava per diventare una sterrata; prima di imboccarla anche Ezio ha capito che sarebbe stato meglio chiedere a qualcuno.
Quando è risalito mi ha portato una buona novità: per arrivare a destinazione basterà seguire un tipo da lui interpellato che ci farà da battistrada a bordo della sua moto.
Questi indossa una camicia con la scritta della protezione civile e in men che non si dica ci ha lasciato davanti a Teotihuacan Trailer Park in San Juan Teotihuacan; vorremmo lasciargli almeno il rimborso per la benzina ma la persona non ha accettato compensi: appartiene alla categoria dei gentili e disponibili, come tanti altri incontrati in questo paese.




Nel frattempo la giornata si è fatta calda e prima di pensare alla visita archeologica è meglio sistemare il Nomade in modo da lasciarlo riposare: il costo di un taxi risulta più conveniente di quello del parcheggio al sito.
Dopo aver dialogato con la titolare del prato ubicato in pieno centro ed adibito a campeggio (Mina il suo nome, persona sessantenne piena di brio e dotata di una buona filosofia di vita), consumata una pausa pranzo ristretta, ci siamo incamminati verso la zona dei taxi per raggiungere l'ingresso n° 3, quello che introduce al complesso di Quetzalpapalotl, quindi alla Piramide della luna, poi quella del Sole, a seguire il viale dei Morti, e poi il Tempio di Quetzalcoatl.




Fondato prima dell'era cristiana, questo colossale centro urbano opitava più di 120.000 persone e si estendeva per oltre 20 kmq.
Teotihuacan dominò la vita della regione per oltre 500 anni, poi fu distrutta e abbandonata attorno al 650 d.C.





Più tardi la città fu considerata sacra dagli Aztechi, i quali credevano fosse stata costruita dai giganti.
Il centro religioso, con templi, piramidi e palazi, da chiara testimonianza dello splendore della città, ma poco racconta delle origini, delle abitudini di vita e della scomparsa dei suoi abitanti: ancora oggi un mistero.






Il mio commento? Super!
L'imponenza del luogo e dei monumenti, gli spazi e le simmetrie, la fuga della fantasia verso quello che doveva essere nel momento in cui era nell'utilizzo della popolazione autoctona, una magnificenza che è entrata di diritto a far parte del patrimonio tutelato dall' UNESCO.





Purtroppo alle 18, nel momento in cui è stato raggiunto il Tempio di Quetzalcoatl decorato con maschere del serpente piumato, il personale addetto alla chiusura del sito, molto teutonicamente, ha opposto un veto alla richiesta di poter dare un'occhiata veloce; così la visita si è conclusa con il rammarico di non essere riusciti ad utilizzare al meglio le ore che sarebbe stato corretto dedicarle se si fosse andati solo successivamente alla scoperta del campeggio.





Così è la vita, occasioni che è possibile prendere ed altre che si perdono, come il passaggio da Tula che, a causa di una mia dimenticanza nel consultare i libri, ci ha fatto tralasciare il sito archeologico testimonianza della civiltà dei Toltechi.
Domani sarà un grande giorno, quello dell'ingresso in Mexico city che tanti patemi d'animo striscianti era riuscito a ingenerare.


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