venerdì 3 agosto 2012

Approccio a Glacier N.P. Montana


Ieri sera ho sentito fino a tardi le vocine di due bimbi mentre si divertivano a rotolarsi sulla pendenza erbosa di separazione del piazzale dalla strada, sotto gli occhi vigili del loro papà; solo stamane però ho realizzato che si tratta di una famiglia viaggiante, che senza tante fisime, pur di conoscere luoghi, è disposta a trascorrere la notte dormendo in auto.


Giornata calda, il Danger Fire è indicato High, infatti noto un gran fumo levarsi dal versante opposto alle montagne che continuo a costeggiare a distanza.


Strada noiosa, anche quando lascio la HighWay a Wolf Creek, ma costante sensazione dell'immenso. 



A tratti mi sembra di essere nel deserto del sud del Marocco, se non fosse che qui le alture sono coperte prevalentemente di erba secca.


La mente vaga senza limiti e arriva a ricordi dell'infanzia, il maniscalco, il ferro in fusione prima di realizzare l'opera da applicare allo zoccolo, i componenti di quella famiglia, Paolo Conte che mi soddisfa con le parole sensate (l'amore è uno stregone un po' isterico, magnifico) e la musica delle sue composizioni, in particolare dopo aver scoperto un tasto dell'apparato radio che consente la ripetizione del file all'infinito. 
Non mi rimane che sostare in Rest Area nei territori Blackfeet, 


poi Glacier N.P., entrata Two Medicine, escursione ad una cascata, incontro sul cammino con una coppia dotata di repellente anti orso che si meraviglia del fatto che io mi addentro da solo sui percorsi soggetti alla presenza di animali potenzialmente pericolosi. 




Campground Full, tento la carta del restare chiedendo autorizzazione a Ranger, ma devo uscire e subito lì trovo uno spazio adatto, tanto domani avrei comunque dovuto cambiare area perché qui la strada termina. La temperatura è adatta all'uso della cooker, quindi cucino: essendo in montagna preparo del pesce di mare acquistato surgelato, tale tilipea confezionata sottovuoto filetto per filetto. L'accostamento con la peperonata a quattro colori mi sembra riuscito.



Oggi Many Glacier 



La strada mi porta a Browning dove rifornisco e visito il Museum of The Plains Indian, all'uscita vengo avvicinato da un Blackfoot che mi chiede qualcosa; non lo capisco ma mi rendo conto che vorrebbe $ 5 da me, dico che non comprendo, ma quello insiste, alla fine gli sgancio il biglietto verde che dovrebbe servigli per tornare a casa con moglie e figlia. 




Diciamo che si è trattato di un optional alla visita museale. Metto il naso dentro ad un paio di esposizioni di oggetti realizzati dai nativi senza decidere nessun acquisto. 




La mattinata è andata, ora mi muovo per Many Glacier, un altro luogo, come quello di ieri, dove la strada termina. Il mio proposito è di effettuare una escursione, capire che aria tira, sapendo che posso sempre contare su una soluzione notturna come quella di ieri.




Lungo la strada accosto per lasciar passare una mini, e nell'operazione ci scambiamo un segno di saluto; poco dopo scelgo di sostare per foto proprio davanti a quella mini. 


Tempo di uscire ed ho le tre componenti l'equipaggio attorno a me, incuriosite dal Nomade. Si comincia a parlare, si tratta di due sorelle del Montana residenti in California, accompagnate da una giovane nipote, provenienti da una famiglia di 4 femmine e 4 maschi, sono felici di vivere dalle parti di San Francisco, mi pongono molte domande, in particolare Brigid, la bionda, che bionda poi non è, come la sorella che invece preferisce il nero, però il colore degli occhi è rimasto quello originale, e si tratta di una bella tonalità di verde. A proposito, Green è anche il lo cognome! Dopo la visita a bordo e le foto di rito, scambio di email address e arrivederci forse in ottobre. Chissà per quale motivo Brigid è stata di recente a Napoli, mi ha citato Bacoli, luogo che conosco, ed in nessun altro luogo in Italia. Ho pensato che potrebbe avere a che fare con la base americana sita lì, un fidanzato od un marito, chissà. Conosceva la mia città di origine per via di S.Antonio, non perché sede di una delle più antiche Università in Europa (che vuol dire nel mondo), dove insegnò anche Galileo Galilei!

Mi intrattengo per foto mentre loro vanno, e poco dopo assisto ad un incidente: un motociclista proveniente in senso opposto al mio esce di strada e resta a terra. Tempo di fermarmi sulla mia mano, in senso opposto si sono già fermati altri due motociclisti ed un'auto: capisco che posso proseguire verso la mia meta. 



Raggiunta Many Glacier chiedo ad un Ranger che percorso posso effettuare in un paio d'ore, quindi seguo il suo consiglio. La quota di base è sui 1.600 mslm, quella che raggiungo alle red rock falls sui 1.850 mslm., di ghiaccio in giro se ne vede, ma così come dicono le info ufficiali, oggi di ghiacciai censiti ne sono rimasti solo 26, anche questi destinati a sparire nel tempo. 




Sul percorso noto persone ferme in silenzio, alcune dotate di teleobiettivi che sembrano dei cannoni, guardo e vedo un Elk dentro al lago placidamente sdraiato: una bella immagine che non tardo a riprendere.


Poi proseguo informando tutti quelli che incontro lungo il sentiero di ciò che li aspetta. Queste cascatelle non sono da urlo, ma il contesto è piacevole e la vegetazione floreale attraente. 





Mentre sono fermo per riprendere i fiori non posso evitare dal riprendere anche un curioso scoiattolo. Al rientro trovo ancora l'Elk dove l'avevo lasciato: proprio un buontempone! 



Anche qui, al parcheggio, ci sono persone attorno al Nomade, entusiaste del veicolo, mi pongono varie domande. Mi sposto oltre la boundary per una notte con luna piena che rifrange la sua luminosità sull'acqua del lago.



Oggi tocca al clou: Going.to.the.sun Road/Logan Pass




Mentre sono impegnato con le operazioni mattutine, sento dei rumori che non riesco a localizzare: appena libero da impegni, apro la porta e mi guardo attorno senza notare alcuna anomalia. Ma subito dopo la  partenza, dopo alcune centinaia di metri trovo un'auto ferma in mezzo alla strada. Quando ci sono queste situazioni significa che c'è un animale a tiro, infatti c'è! Mi accosto velocemente e riesco a riprendere qualche immagine decente: caspita, questo è un esemplare giovane di Grizzly! 





E' il primo incontro con un Grizzly! E ripensandoci, potrebbe essere stato proprio lui a “bussarmi” alla porta questa mattina. Si trova a non più di 10 m. di distanza, è calmo, ma ad un certo punto si mette a correre e scompare nella boscaglia.




La mia giornata inizia così, con una grande emozione!
Successivamente raggiungo l'accesso al Glacier N.P. denominato St. Mary, quello che consente di percorrere Going- to-the-sun road, un percorso spettacolare che mi consente di rendermi conto che oggi sto assistendo all'agonia degli ultimi ghiacciai ancora presenti in quest'area.



Pare che entro il 2.020 quelli che ancora ci sono non esisteranno più, e non mi metterò certo in competizione con loro per fare a chi arriva primo al traguardo!
Al Visitor Center, quando non c'è ancora nessuno, mi gestisco autonomamente un filmato a video inerente alle tre First Nations che vivevano in questo territorio prima che fosse ceduto agli U.S. per 1,5 ml. di $ verso la fine del 1800; comprendo meglio la mentalità di questi nativi, per i quali la sacralità dei luoghi pervasi dai resti umani dei loro antenati e dai loro spiriti è al di sopra di tutto.



Comprendo che questi popoli, arrivati ad occupare questi territori a partire del 1600 dopo aver cacciato quelli che li precedevano, erano troppo chiusi in se stessi, per loro non esistevano altri popoli al di fuori di quelli a loro conosciuti, così come le loro usanze erano un solco dal quale non si doveva depistare. Ho pensato che se avessero avuto la possibilità di continuare a vivere nei territori ancora oggi considerati sacri, avrebbero dovuto inventarsi qualcosa per affrontare ciò che la Natura ha modificato nel tempo; il loro atteggiamento mi è sembrato impostato sull'immutabilità, e non mi è chiaro perché, pur lottando aspramente fra le varie tribu per la difesa del territorio, non abbiano contrastato l'arrivo dei primi bianchi se non quando ormai era troppo tardi (in qualche modo quell'italico partito che aveva usato loro come esempio, a modo suo aveva centrato l'obiettivo).



La storia che si ripete è sempre la stessa, come è sempre avvenuto in ogni parte del mondo: il popolo che più ha fame cerca territori nuovi dove alleviarla, ma così facendo costringe altri a migrare, e ciò non accade quasi mai pacificamente.
Un ragionamento esposto da un nativo che mi ha colpito è stato il seguente: loro hanno comprato i nostri territori, ma ora si fanno pagare per consentire l'accesso, ed inoltre ne curano solo una minima una parte, mentre i nostri antenati curavano tutto il territorio.



Proseguendo resto attratto dal fatto che da una unica vetta di queste che ho di fronte, prendono origine tre grandi fiumi che percorrono lunghe distanze prima di sfociare uno sulla baia di Hudson, il Saskatoon, un'altro nel golfo del Messico, il Mississipi, ed il terzo nell'oceano pacifico, il Columbia.
I prati che mi circondano sono pieni di fiori di vari colori e dalle forme bellissime.










Abbondante H2O scende e scorre da ogni parte in varie forme, ruscelli, torrenti, cascate, fiumi, laghi!






Da un overlook lungo la strada eseguo una escursione a Sun Point e poi, dal Logan Pass ad Hidden Lake, in realtà irraggiungibile in questi giorni per la presenza degli orsi. A causa del parking Full, dopo vari tentativi vengo avvicinato da una Ranger per chiarimenti (ci sono delle limitazioni in termini di larghezza e lunghezza dei veicoli, infatti oggi ero l'unico motorhome su strada), ma alla fine sono costretto a scendere di un bel po' per riuscire a parcheggiare, così l'escursione diventa più lunga e più impegnativa!








Dopo un lungo percorso sul nevaio che, anche se dotato di racchette, è risultato molto scivoloso,







all'Overlook sul lago mi basta percepire un paio di parole per identificare due italici, anzi, per identificare con precisione la loro provenienza, Pordenone, e non per bravura, ma perché quella è l'area di provenienza di metà della mia catena cromosomica.






Lungo il percorso, sia in andata che in ritorno, mi capita di incontrare capre di montagna e marmotte.







La discesa verso l'uscita dal N.P. è meno spettacolare, la strada è più stretta e a contatto con la roccia viva; inoltre, a causa di lavori in corso, è impossibile sostare, quindi mi trovo che sono già fuori dal N.P. e non ho più tanta voglia di guidare; le escursioni mi hanno fiaccato, segno evidente che non sono allenato, ma soprattutto che, ineluttabilmente, non sono più quello di qualche anno fa.


Appena riesco a identificare un piazzalone con market (un po' pretenzioso questo super1foods) mi ci fiondo; dopo cena, essendo aperto 24H al giorno, eseguo qualche acquisto, e poi considero chiusa qui la giornata.

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