sabato 3 novembre 2018

4 novembre 1966 - 4 novembre 2018: breve racconto di un Angelo del Fango & Altro inerente al 2018

Il giorno 11 di settembre Il Nomade si è mosso verso la Toscana con l'obbiettivo di arrivare in terra Etrusca e poi, al giro di boa, destinazione “olive all'ascolana”.

E' stato un bel viaggio accompagnato dal bel tempo, includente incontri con persone varie nella prima parte e nella seconda da una conversazione telefonica che non mi sarei mai aspettato: "Grazia Disgrazia" (appellativo ideato da mia madre).

La prima tappa l'ho conclusa a Prato con la visita a Lisa e Cesare.

A seguire ho raggiunto in treno Firenze dove ho camminato a lungo per raggiungere la Fortezza prima, P.le Michelangelo poi ed infine, by bus, Fiesole (era il giorno anniversario del mio “matrimonio”).

Il terzo giorno ho fatto tappa a Pistoia, città che in precedenza non avevo mai esplorato: mi è sembrata un po' addormentata, ma gradevole. 

Il quarto giorno, avendo constatato mancanza di tensione al Webasto Cooking, prima di dirigermi a Razzuolo ho provato a cercare un'assistenza in zona. All'arrivo presso un rivenditore di camper usati ho trovato Giacomo Simonini, l'uomo di Onelove Onlus con il quale si era vagheggiato di realizzare qualcosa insieme a BnD durante il mio periodo senegalese. Incredibile veramente! Lui era lì alla ricerca di un furgone camperizzato da pochi soldi proprio nel momento, del tutto casuale, in cui mi sono fermato giusto un attimo, il tempo per capire che lì non avrei concluso nulla.

All'orario concordato mi sono fatto trovare a Razzuolo nel Mugello dove è attivo un progetto BnD denominato Fo.Sa.M. (formazione salvaguardia montagna Mugello).

Da tempo Luca Presidente BnD mi intratteneva sul FoSaM ipotizzandolo come un progetto esportabile, ad esempio nel Levante Ligure.

Per questo motivo ho voluto approfondire andando sul posto per incontrare Andrea Castagna, la persona che opera sul campo.

Si è trattato di un'esperienza inattesa in quanto non conoscevo il luogo, la storia, le persone che si stanno impegnando in un progetto di vita assai alternativo. Al podere da loro gestito non c'è né luce né acqua, si cucina a legna utilizzando una antica cucina economica, non esiste il riscaldamento. Ciononostante persone motivate e anticonsumiste ci vivono progettando il loro futuro.

Mi sono fermato per la notte ed il giorno successivo sono stato riaccompagnato al piazzale dove avevo lasciato Il Nomade.

Da lì mi sono avviato per Camaldoli via Poppi fra paesaggi sempre di alto livello, scalando i monti su strade ombrose rese più buie a causa dell'arrivo di una perturbazione che alla fine ha scaricato solo poche gocce. La notte l'ho trascorsa a Bibbiena e l'indomani mi sono mosso presto per La Versa, monastero francescano mai visitato in precedenza.

Ed è proprio nell'area del luogo sacro che ho ritrovato il contatto con la realtà di questa Italia. Giunto sul presto a destinazione ho seguito l'indicazione per il parcheggio riservato ai camper. Quando ben sono arrivato sull'ultimo piazzale, pur non vedendo spazi adeguati, alla fine mi sono messo dentro le strisce di uno spazio stretto dopo aver verificato alla macchinetta l'esistenza della tariffa camper. Ritirato il ticket, dopo averlo esposto sul cruscotto mi sono dedicato alla visita del luogo: affascinante per la sua posizione a strapiombo su e aggettante su una natura verace.

Tornato al parcheggio ho visto che ero stato multato: operazione eseguita alle 11.04, un minuto dopo lo scadere del tempo acquisito. Inoltre ho verificato che non sarei riuscito a muovermi da lì ora che il parcheggio era al completo. Sono quindi andato alla ricerca dei vigili e li ho indotti a venire sul posto. Questi hanno sostenuto che le auto erano tutte ben parcheggiate mentre ero io nel posto sbagliato. Ho fatto rilevare che il cartello parcheggio camper era proprio lì e che il ticket era stato emesso dalla macchina con la tariffa per i camper. I vigili mi hanno spiegato che il cartello era lì per indicare l'accesso ad una stradina in discesa dove sostano sia i camper che i bus; inoltre le macchinette dei biglietti sono tutte eguali ed io avrei dovuto stare più attento! Il bello è che ero stato attento, che avevo visto la stradina ma mi era sembrata troppo disagevole per essere percorsa da veicoli come il mio. Conclusione della storia: di fronte all'inflessibilità dei tutori dell'ordine e all'ambiguità della segnaletica la buona fede individuale vale zero: prendi, incarta e porta a casa!

Ma perché in giro per il mondo non mi sono mai trovato in situazioni simili? Addirittura nel Vermont un policeman, compresa la mia buona fede, mi fece strada di notte con la vettura “police” sino ad un posto dove poter sostare senza problemi! Differenti culture? O solo questione di buon senso e cortesia verso un ospite venuto da lontano? Certo che quando viaggio in Italia perdo l'aurea del viaggiatore che viene da oltre oceano.

Ho accettato la situazione e ho ripreso il viaggio con destinazione Arezzo.

Il mio ricordo del luogo era assai sfuocato e pertanto si è trattato di una scoperta della città della quale porterò il ricordo attraverso la “Chimera”. In tutti questi luoghi vedo che sono particolarmente attratto dalle ceramiche antiche, senza distinzione di nazionalità fra etruschi, romani, greci e fenici; anzi, proprio dalle influenze degli uni sugli altri avvenute per i contatti fra i popoli è possibile ammirare l'evoluzione delle tecniche.

Ad Arezzo, in maniera assai più prosaica, ho anche apprezzato Satsuma Miyagawa, un agrume dalla buccia sottile e verde che si toglie con facilità in modo da poter gustare gli spicchi dell'agrume (senza semi) molto simile al mandarino.

Sempre qui ho dato soluzione al problema inerente al webasto cooking acquistando un fornelletto Camping Gas con relative cartucce: dopo ho potuto riprendere a cucinare a bordo gestendo con avvedutezza la cambusa in quanto l'avaria che andrà sistemata segnala la ricezione di tensione inferiore ai 10,5 volt anche quando il display ne segnala fra i 12,4 ed i 14 e pertanto anche il frigorifero è inutilizzabile.

A seguire mi sono spostato a Siena dopo aver visitato sia Cortona che Lucignano: le località sono sempre posizionate sui cucuzzoli e le strade spesso non sono troppo ampie, quindi molta attenzione nel procedere e nel trovare il parcheggio.

A Cortona sapevo che, a richiesto presso il Comune, sarebbe stato possibile visitare la sala delle adunanze e tanto ho fatto per poterci mettere il naso.

In serata sono giunto al parcheggio di Siena indicato dalla cartellonistica e mi sono sistemato adeguatamente; poi sono andato alla ricerca dei ticket per l'autobus che mi avrebbe condotto in piazza del campo.

Così prima delle otto ero già a bordo e ho potuto godermi una visita che è durata sino alle 17, sempre camminando su e giù per raggiungere i vari siti di interesse.

Con grande soddisfazione ho utilizzato come traccia durante tutto il viaggio le guide raccolte con il Corriere della Sera in tempi oramai remoti.

Sono rimasto assai appagato da ciò che ho potuto ammirare; addirittura strabiliato dalla vicinanza al super centro di una realtà agricola dalla quale ho avuto for free sia fichi che susine!

Il tempo scorre leggero senza che me ne stia rendendo conto e così, lasciando Siena, ho colto al volo una indicazione carico/scarico H2O per camper apparsa in località Buonconvento: meglio anticipare che trovarsi in difficoltà, anche se di indicazioni simili in questa parte di Italia ne ho viste diverse.

Arrivando a Montalcino sono stato oggetto di attenzione da parte di anziani ciclisti stranieri che hanno trovato modo di salutarmi mentre si stavano spremendo nella salita: non è l'unica manifestazione di simpatia suscitata da Il Nomade, peraltro egli si fa trovare sempre preparato....

Pienza, tappa successiva, non mi ha concesso spazio per la sosta e quindi mi sono visto costretto a saltarla; però i panorami che si sono susseguiti sono stati talmente interessanti da effettuare brevi stop per ammirare.

Per la sera del giorno 20 eccomi arrivato a Montepulciano, sistemato in un ampio piazzale dedicato a sosta camper con bella vista sui dintorni; inoltre comodo per la “scalata” al centro storico.

La giornata di venerdì è stata vissuta in compagnia di Silvia Baglioni, persona conosciuta ai tempi del Senegal e con la quale avevo mantenuto il contatto: è venuta a prelevarmi verso le 11 e da allora siamo stati insieme sino alle 19 impegnando il tempo con tanti discorsi in parte fatti al ristorante Le logge del Vignola. Ottima scelta quella della mia amica: essa ha comportato un aperitivo della casa, pici all'agliata, risotto al tartufo, tagliata ai funghi, Nobile di M.te Pulciano e dolci della casa.

Il piacere di essere stato al ristorante: soddisfatto.

A seguire, dopo il caffè in un locale storico con vista sulla vallata e un'escursione per rivedere/ammirare le bellezze del luogo, ho provveduto all'acquisto di una ceramica precedentemente individuata in un atelier tenuto da una graziosa artista/artigiana. Dopo via sino a Pienza per acquisto di Pecorino sul luogo di produzione. Rientrando ho visto anche la casa di Silvia; dopo esserci lasciati ed una breve sosta a bordo ho deciso di riscalare la montagna con l'intento di acquisire un'altra interessante ceramica che avevo visto in mattinata, ma il nobile intento si è scontrato con l'orario di chiusura e pertanto ho accettato il mio destino.

Sabato, in costanza di tempo splendido, per le solite strade non troppo frequentate ho raggiunto Orvieto. Ho fatto di tutto per poter effettuare la visita, ma i miei ripetuti tentativi sono rimasti senza esito in quanto il parcheggio dedicato ai camper era occupato da vetture. Altra decisione rapida: proseguire verso Viterbo: così è stato.

Prima mi sono trastullato in acquisti in un centro commerciale e dopo mi sono avviato alla ricerca del parcheggio lungo le mura. Non avendolo individuato ho rintracciato quello vicino alla Questura, ottimamente posizionato per la visita a piedi in programma il giorno dopo.

Domenica 23 (stessa data di un matrimonio nel 1961: quello di mia sorella) è stata la giornata ideale per effettuare a piedi la visita della città che ho concluso con il museo archeologico, una vera chicca! Esso risulta essere il più importante museo al modo incentrato sulla vita degli Etruschi, popolazione che non amava combattere e perciò facilmente sopraffatta dai romani.

Durante la notte uno strano sogno: rappresenta un incontro con P.R. durante il periodo dei procedimenti legali; ella mi racconta di una telefonata ricevuta da Marta come se in realtà fossi stato io a riceverla.

Lunedì 24 è il giorno del giro di boa dopo Tuscania e Tarquinia: sono stato in dubbio se raggiungere in treno Luca Presidente BnD a Roma, ma alla fine non è stato possibile. Invece Grazia Disgrazia, che prima della mia partenza mi aveva pregato di contattarla con messaggio W.App. anziché Messanger a causa di problemi di connessione, avrebbe gradito incontrarmi, cosa che avrei anche fatto se l'incontro si fosse localizzato fra A.P. e S.B.Tr., ma per lei ciò non sarebbe stato possibile. Inoltre aveva avanzato l'ipotesi che avrebbe potuto essere uno shock, tanto che io replicai di stare tranquilla perché lo shock non ci sarebbe stato in quanto io ormai mi stavo allontanando dall'area vicino a Roma. La sosta per la notte infatti l'ho passata a Civita Castellana, località raggiunta percorrendo stradine poco frequentate e a tratti anche un po strette.

Martedì 25 ho prima raggiunto Rieti (Medium Totues Italiae), località che rappresentava la sosta del Bus che in una vita precedente mi portava da S.B.Tr. a Roma e viceversa, ma che non avevo mai visitato, e successivamente a L'Aquila.

Ho riportato una piacevole impressione di entrambe, anche se all'arrivo nella città terremotata, per un errore di comunicazione con Silvia Garmin, ho rischiato di rimanere intrappolato nei vicoli della città alta. Sudando le fatidiche sette camicie sono riuscito a districarmi e alla fine ho avuto accesso al parcheggio (anche questo con Questura a vista) senza danni.

Per ciò che ho potuto vedere la città sembra essersi ripresa dalla batosta, anche se alcuni edifici sono ancora in sicurezza.

Mercoledì 26, prima di dirigermi per Amatrice-A.P., ho sostato per una visita ad Amiternum, dove ci sono i resti di un'antico insediamento romano sovrapposto a quello dei Sabini, gli abitanti originali della zona. Una situazione idilliaca di pace agreste ha contribuito a farmi valorizzare la sosta.

Ingenuamente pensavo di raggiungere Amatrice e sostare per pranzo nel luogo dove compii i primi assalti a fuoco in qualità di partecipante al 43° corso A.U.C. .

Poco prima di indirizzarmi al centro storico ho notato le casette dei nuovi mini insediamenti nei quali sono state sistemate le popolazioni, ma non immaginavo che da lì in poi fosse ancora tutta zona rossa.

E' stato un colpo al cuore vedere tutte quelle macerie in fase di rimozione; ho pensato a Beirut, alla Siria. Non potendomi fermare ho ripreso delle immagini mentre percorrevo la strada che fu quella principale della località sentendomi addosso un peso ed il disagio dovuto alla mia ingenuità.

Mi sono poi immesso in una via Salaria completamente diversa da quella che percorrevo nel '68 a bordo della MiniCooper incontrando i paesi che allora sembravano più distanti fra loro.

Lungo tutto il percorso ho notato piccoli agglomerati completamente abbattuti.

Quindi sono entrato ad A.P. e mi sono facilmente collocato nel parcheggio dedicato ai camper, incredibilmente comodo per visitare a piedi la città.

Inutile dire che non ricordavo quasi nulla, anche se l'ultima occasione in cui ci avevo messo piede deve essere stato per Pasqua 1996, relativamente “poco tempo fa”, ma sempre 22 anni sono trascorsi da allora!

Si è trattato quindi di una riscoperta di questa città resa chiara dalla pietra con la quale sono stati costruiti i suoi palazzi e le chiese.

Invece ricordavo la scorpacciata di olive all'ascolana, ma non c'è stato modo di rintracciare il ristorante che, molto probabilmente, non esiste più.

Seguendo i consigli di mio figlio ho utilizzato Trip Advisor per identificare il fornitore del prelibato cibo che ho poi consumato a bordo.

Giovedì 27 mi sono indirizzato verso Nord, ma prima ho fatto sosta a Porto d'Ascoli per acquisti. Durante la sosta ho cercato di capire se poi sarebbe stato meglio raggiungere la zona bresciana o rientrare a casa. Il messaggio ricevuto in serata da All.V.In.(per risolvere problemi di tensione alle utenze) mi è stato di aiuto per decidere che sarebbe stato opportuno rientrare a casa.

Da Porto d'Ascoli a S.B.Tr. è un niente: così mi sono presto ritrovato sul lungomare senza riconoscere i luoghi. Per caso ho colto l'insegna del Seaside sulla mia sinistra: si tratta della costruzione nell'ambito della quale vi è stata la mia prima proprietà immobiliare, quella utilizzata esclusivamente dai miei sino al momento della rivendita.

Poi traffico, semafori e panorami verso il mare insignificanti, mentre quelli verso le colline sono stati sempre gradevoli.

Senza mai sostare se non per soddisfare esigenze tecniche, sul far della sera sono arrivato in vista di Ravenna. A pochi km. dalla meta Silvia Garmin mi impone di girare a sinistra per stradine ed io eseguo pensando che voglia facilitarmi le cose. Ma non è stato così. Dopo aver girato nel buio per diverso tempo, quando mi ha informato di essere arrivati in realtà mi sono trovato chissà dove. Allora ho attivato iPhone e finalmente sono arrivato al parcheggio per i camper, anche questo molto comodo per la visita che effettuerò domattina.

Da domani Silvia Garmin è licenziata per giusta causa!

Venerdì 28 ho voluto usare la bici per raggiungere la zona monumentale; sono rimasto affascinato dai monumenti e dalla storia di questa sede imperiale esattamente come nel 1989 quando, in una situazione familiare diversa, la visitai per la prima volta.

Lasciata Ravenna con l'idea di fermarmi fra Modena e Parma per la notte, alla fine mi sono sentito stimolato a continuare a viaggiare nell'intento di riuscire a recuperare la richiesta di esame per il Pylori nella farmacia dove l'aveva depositata Ivo nella giornata di sabato.

Tutto bene sino a Varese Ligure. Dopo ho cominciato a sentire un brutto rumore che mi ha riportato ai tempi del viaggio nelle Americhe: problemi al gruppo cambio & differenziale. Anzi, solo al cambio perché in quarta marcia, quella della presa diretta, il rumore sparisce.

Con una certa apprensione, cercando di utilizzare solo la quarta (ma come si fa su un territorio come questo?), verso mezzanotte, aiutato nella mia impresa da assenza di traffico, ho parcheggiato nel piazzale del cimitero.

Quindi ho tirato giù l'essenziale e ho guadagnato casa con pensieri poco positivi sul futuro de Il Nomade, con tutto che si era comportato benissimo sino a 30 km. da casa!

La vacanza itinerante però è risultata perfetta.

Sarà stato casuale, ma da allora io ho serbato un ricordo vivo circa la mia partecipazione a quanto accaduto nel Nord Italia all'inizio di novembre del 1966.



Ero un ragazzo di vent'anni e vestivo l'uniforme perché allora questa era la regola.
Avevo partecipato al 43° corso AUC (Allievi Ufficiali di Complemento) ad Ascoli Piceno e successivamente fui destinato - in qualità di Sergente AUC - al 67° Reggimento Fanteria Legnano di stanza alle porte di Verona.

Nel tardo pomeriggio del giorno 2 di novembre 1966 fui mandato in missione straordinaria ed urgente a Pordenone a bordo di uno dei tre o quattro C.M. (camion medio) caricati di viveri destinati a quell'area d'Italia dove le piogge e le esondazioni erano avvenute per prime. 
Fu un viaggio complicato perché molte strade non erano percorribili e molti ponti erano già impraticabili.
Giunti a destinazione nel cuore della notte, scaricati i materiali, il piccolo convoglio invertì immediatamente la marcia per tornare alla base: alla fine tutti eravamo stanchi e provati tanto che ci fu concesso la parte residua del giorno tre di novembre per riposare e recuperare energie.
Grande fu la sorpresa quando il giorno 4 - all'ora del rancio - la tromba chiamò un'adunata generale: il motivo non era lo scoppio di una guerra bensì il disastro provocato dai fenomeni atmosferici a Firenze.


Fu annunciato di prepararci in assetto da battaglia per raggiungere la caserma dei Lupi di Toscana con base a Scandicci dove ci saremmo trattenuti tutto il tempo necessario per portare soccorso alla città di Firenze massacrata dall'esondazione dell'Arno.
Nel tardo pomeriggio la colonna era pronta ed in ordine di marcia: secondo le regole militari allora vigenti si viaggiò a 30 km/ora sino a destinazione.

Fu così che, casualmente, secondo il film uscito nel 2003 con la regia di Marco Tullio Giordana dal titolo "La meglio gioventù", mi ritrovai in quel racconto limitatamente alla parte inerente ai cosi chiamati "Angeli del Fango".


Ricordo turni inumani di 12 ore dalle 6 o 8 di sera sino alle 6 o 8 del mattino con un breve intervallo per una bevanda calda verso le 2 o 3 di notte, eseguiti inizialmente con indumenti inadatti e senza alcun strumento di lavoro adeguato alla bisogna: nel frattempo la devastazione aveva portato via 35 (dico trentacinque) vite lungo il corso del fiume.

Il Comando Generale alla fine mi gratificò con un Encomio Semplice, ma non fu certo per ottenere quel riconoscimento che mi dedicai con abnegazione al compito per il quale ero stato scelto: si trattò di lavorare ogni giorno in un luogo diverso al comando di una squadra di una decina di ragazzi miei coetanei, assecondando le esigenze della popolazione, in un ambiente non sempre amico, spesso al freddo.

Come poi il decorso della mia vita mi insegnò: nulla è per sempre!
Dopo oltre un mese, anche se acciaccato dalla prova, si tornò alla base.
Oramai mancava poco alla nomina a Sotto Tenente di Complemento, nomina che arrivò verso la fine di quello stesso anno e che mi portò all'11° Reggimento Fanteria Casale nei primi giorni del 1967, località dove terminai la "carriera" militare nel successivo mese di luglio.


Recentemente sono tornato a Firenze per trovare qualche traccia di ciò che era accaduto allora: con l'aiuto di gente del posto alla quale chiedevo informazioni alla fine ci sono riuscito!


E' molto triste per me osservare oggi ciò che sta accadendo ovunque lungo la penisola: chissà se i giovani attuali si troveranno pronti a fare qualcosa sporcandosi le mani e mettendo se stessi al servizio di chi è rimasto, spesso ingiustamente, coinvolto nella tragedia.